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Intervista all’Editore e Direttore Responsabile, Bartolino Leone
The Aeolian Islands Preservation Fund helps preserve the exceptional beauty and natural value of the archipelago, to encourage a more sustainable, and responsible tourism, promoting the unique experiences that the local habitat and natural phenomenon offer.
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Eventi e Comunicazioni
IL NOTIZIARIOEOLIE.it intende pubblicare propaganda elettorale a pagamento in occasione delle prossime elezioni Europee e al Comune di Leni
Lipari - Sull'ospedale eoliano continua a piovere sul bagnato.
I medici rifiutano di partecipare ai concorsi e non ci resta che sperare nell'assemblea Regionale Siciliana, tenuto conto che i primi deputati si sono mobilitati.
Ma basterebbe anche che il parlamento nazionale approvasse il disegno di legge di cui si discute da anni che prevede anche agevolazioni e incentivi a livello economico, sia per i medici che per i docenti che vorrebbero lavorare nelle isole d'Italia.
Nel contempo, ad aggravare il malessere che già da tempo si respira nel presidio ospedaliero arriva l'indiscrezione che i cardiologi del Papardo stiano per abbandonare il campo. Le cause che indurrebbero i professionisti a rinunciare ad effettuare le prestazioni già dal prossimo mese sarebbero molteplici: disagi nei collegamenti, tariffe degli aliscafi a prezzo pieno, spese per vitto e alloggio e, soprattutto, ritardi inaccettabili delle competenze da parte dell'Asp che, a quanto pare, non liquida i compensi dovuti da quasi un anno.
La perdita di un così prezioso e insostituibile servizio che, grazie alla dimostrata alta professionalità degli specialisti, ha consentito di salvare diverse vite umane in emergenza e di evitare inutili trasferimenti per le cure prescritte ai pazienti ricoverati e a quelli ambulatoriali, sarebbe per gli isolani l'ennesima sconfitta civile.
Dopo essersi abituati a riconoscere un punto di riferimento affidabile e sicuro per gli eoliani si riaffaccia l'ombra dell'abbandono. Nel momento in cui sembrava scorgersi un barlume di speranza per la ripresa dell'ospedale il pericolo di ritornare indietro diventa sempre più probabile ed imminente.
Bisogna evitare in tutti i modi di perdere le opportunità acquisite e la competenza cardiologica che nell'ambito sanitario riveste un ruolo prioritario. Ma i politici troveranno rimedio per scongiurare ulteriori gravi disagi o, peggio ancora, evitabili eventi fatali?
Ai posteri l'ardua sentenza...
LIPARI (65%) E LENI (61,13%) TRA I 21 COMUNI MESSINESI CON MENO VACCINATI. GLI APPELLI DEI SINDACI
Anche alla luce dell’ultima comunicazione del commissario dell’Asp di Messina, Dott. Bernardo Alagna, si rinnova l’invito alla popolazione di questo Comune ad aderire alla campagna vaccinale anti-Covid 19.
Ciò non appena per la prospettiva - diffusa anche a mezzo stampa dall’Autorità sanitaria – di una possibile istituzione della zona rossa per quei Comuni in cui entro il 15 ottobre non verrà raggiunto l’obiettivo minimo fissato dal commissario nazionale per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo del 75% di immunizzazioni, con tutte le conseguenze limitative per le attività quotidiane, sociali, lavorative, commerciali sul territorio, ma soprattutto per tutelare la nostra comunità, per salvaguardare la salute di tutti, considerata anche la composizione dell’assistenza sanitaria nelle nostre isole, per ridurre il rischio di ospedalizzazione e gravi conseguenze per eventuali contagiati, cui solo il vaccino può significativamente contribuire. Invitiamo tutti coloro che non si siano ancora vaccinati, che nutrano dubbi o indecisioni, a confrontarsi con i propri medici di famiglia per una maggiore chiarezza e consapevolezza delle proprie scelte che inevitabilmente hanno ricadute e responsabilità per l’intera comunità. Al fine di favorire maggiore partecipazione è stata prevista una apertura straordinaria dell’Hub vaccinale del Palazzo dei Congressi di Lipari, anche nelle giornate di sabato 9 e domenica 10 dalle ore 9:00 alle ore 13:00. Inoltre è sempre possibile ricevere la vaccinazione, sempre all’Hub di Lipari dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00 e, nelle isole minori, presso gli studi dei medici di medicina generale.
L’Amministrazione Comunale
COMUNE DI LENI EMERGENZA COVID – 19 SENSIBILIZZAZIONE DELLA POPOLAZIONE VISTO IL 61,13% di vaccinati
di Giacomo Montecristo*
AVVISO EMERGENZA COVID – 19 SENSIBILIZZAZIONE DELLA POPOLAZIONE OPEN DAY ISOLA DI SALINA (VACCINAZIONE ANTICOVIOD 10 OTTOBRE 2021)
Vista la nota prot. n. 4553 del 05.10.2021 del Direttore Gen.le dell’Asp di Messina avente per oggetto “Emergenza Covid – 19 Sensibilizzazione popolazione dei Comuni della Provincia di Messina” con la quale i Comuni che rimangono al di sotto della media regionale rischiano di diventare zona rossa. Tale condizione determina il concreto pericolo che dopo il 15 ottobre, i territori rientranti in tale ipotesi possano essere delimitati come “zone ad alto rischio”, con pesanti ripercussioni per la salute pubblica e conseguenti ricadute sulle attività economiche locali. Pertanto si invitano i cittadini che ancora non hanno iniziato o completato il ciclo vaccinale a provvedere, con sollecitudine, e sottoporsi alla vaccinazione anticovid, che avverrà presso la struttura poliambulatorio nel Comune di Malfa (via cimitero Malfa)- DOMENICA 10 OTTOBRE 2021 dalle ore 09:00 alle ore 13:00, in modo che si possa raggiungere l’obiettivo della vaccinazione almeno per il 75% della popolazione per ogni Comune.
---Vista la nota prot. n. 4553 del 05.10.2021 del Direttore Gen.le dell’Asp di Messina avente per oggetto “Emergenza Covid – 19 Sensibilizzazione popolazione dei Comuni della Provincia di Messina”
dalla quale si evince che, il Comune di Leni, dai dati regionali da ultimo pubblicati rimane al di sotto della media regionale che si attesta intorno al 78%.
Tale condizione determina il concreto pericolo che dopo il 15 ottobre, i territori degli Enti a basso tasso di vaccinazione possano essere delimitati come “zone ad alto rischio”, con pesanti ripercussioni per la salute pubblica e conseguenti ricadute sulle attività economiche locali.
Pertanto si invitano i cittadini che ancora non hanno iniziato o completato il ciclo vaccinale a provvedere, con sollecitudine, a sottoporsi alla vaccinazione anticovid, in modo che si possa raggiungere l’obiettivo della vaccinazione almeno per il 75% della popolazione.
*Sindaco di Leni
L'INTERVENTO DEL SINDACO DI PANTELLERIA VITO CAMPO
di Vito Campo*
Leggiamo soddisfatti sui media che è stato presentato un DDL regionale a firma degli Onorevoli Tommaso Calderone e Riccardo Savona, che prevedrebbe incentivazioni per il personale sanitario in servizio presso le Isole Minori.
Ringraziamo l’impegno dei deputati regionali firmatari e ci rivolgiamo a tutta la deputazione regionale per approvare prima possibile un provvedimento così importante che darebbe certezze alla sanità delle Isole Minori, troppo spesso penalizzata dalla mancanza di personale sanitario e dalla difficoltà a reperirne di nuovo a causa dei costi che tale personale, soprattutto quello ospedaliero, deve affrontare per poter fare servizio sulle Isole.
Ricordiamo anche che a livello nazionale è in discussione alla VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, il DDL Isole Minori che affronta, tra l’altro, in maniera organica anche la problematica sanitaria di queste ultime.
In ragione di ciò si chiede al Governo regionale ed a tutti i deputati dell’ARS di farsi portavoce verso i corrispondenti colleghi nazionali per l’approvazione di tale importante provvedimento normativo che, ricordiamo, è stato già approvato in Senato nell’Ottobre 2018, con prima firmataria la Senatrice Vilma Moronese, ed è rimasto dormiente alla Camera.
Il DDL in parola porta con sé circa 170 milioni di euro bloccati nel fondo Isole Minori in attesa della definitiva approvazione.
*Sindaco di Pantelleria
di Giusi Lo Rizio
Apprendo finalmente con grande favore, l’impegno da parte di alcuni Deputati Regionali, di intervenire fattivamente sulle difficolta di reperimento di personale sanitario che sia disposto a prestare la propria opera nelle nostre isole.
Il confronto con le altre realtà disagiate è pressoché uguale, e se è vero com’è vero che in altre situazioni, anche gli ulteriori incentivi si sono dimostrati poco efficaci, conto sul fatto che le nostre isole offrono bellezze e accoglienza difficilmente riscontrabili altrove.
Voglio comunque rammentare a me stessa e a tutti quelli che hanno il compito di “tutela della popolazione” in virtù del loro mandato politico e/o amministrativo, che il SSN è ad una svolta decisiva. La concezione assistenzialistica ed ospedalocentrica, finora vissuta sarà presto un lontano ricordo.
I tempi, da questo punto di vista sono strettissimi, entro Dicembre di quest’anno il Ministero completerà la ricognizione delle esigenze regionali, mettendo in atto quella progettazione che dalle Regioni stesse dovrà essere presentata per arrivare, a quella giusta conclusione prevista dall’Europa entro il 2026. (Speriamo non accada quanto successo per l’Agricoltura)
Partecipare al Forum Mediterraneo in sanità 2021, mi ha permesso di capire come, in particolare le Regioni del sud, si stanno impegnando fattivamente nel riorganizzare secondo le Direttive Ministeriali, la Sanità del futuro. Sarà la svolta che vedrà il Ministero della Salute “regista”, nella gestione dei fondi e dei progetti senza prevedere quella centralità fino ad oggi, dopo il Marzo del 2001, affidata alle Regioni dal Titolo V.
In questo contesto grande assente la Sicilia, seppur invitata, rappresentata per una breve apparizione da un delegato della Direzione Amministrativa Regionale che in un contesto di esposizione fattiva di numeri e prospettive, relaziona in modo imbarazzante: le “speranze di una Sicilia normale” (atti del convegno sono disponibili).
Non voglio perdere la fiducia visto che sono fermamente convinta che le numerose e preparate professionalità siciliane saranno in grado di approfittare del favorevole momento storico per ridare dignità sanitaria alla nostra Sicilia e di riflesso alle nostre Isole. Ma il tempo stringe!
NOTIZIARIOEOLIE.IT
6 OTTOBRE 2021
L’intervista del Notiziario, a cuore aperto, al commissario Dino Alagna, dell’Asp Me La situazione, i concorsi, gli incentivi, l’esercito, reclami e soddisfazioni, i 4 sindaci eoliani, il basso tasso di vaccinati di Leni e Lipari, il vaccino per l’ospedale di Lipari e…
Nell’era degli ‘scrittori social’, la sintassi e la grammatica soffrono terribilmente… non si può pretendere che tutti azzecchino la ‘consecutio temporum’ (molti laureati non sanno cosa sia), ma almeno la punteggiatura importante, quella che cambia senso ad una frase, andrebbe curata…
Differenza esemplare: «Vado a mangiare nonna» – «Vado a mangiare, nonna». Una virgola può salvare una vita… usa la punteggiatura, salva tua nonna! Sul serio, le virgole servono…
Lipari - Collegamenti marittimi regolari. Difficoltà solo per le isole minori.
NOTIZIARIOEOLIE.IT
Alle 15 e alle 16 gli aliscafi riprenderanno le corse anche da Milazzo.
8 ottobre, sarà recuperato il viaggio da Milazzo per le Eolie e Napoli con partenza da Milazzo alle ore 6,00. La nave sarà il "Laurana".
Alle Eolie è isolamento. Da Lipari partiti gli aliscafi della Liberty Lines alle 7, alle 8 e alle 9,30 proveniente da Salina e la nave della Siremar alle 6,3o per Milazzo.
Dalla Città mamertina tutti i mezzi sono ormeggiati in porto.
LIPARI - Ondata di maltempo alle Eolie con raffiche di vento e nelle sette isole disagi per i collegamenti marittimi. Da Lipari partiti solamente gli aliscafi della Liberty Lines alle 7 e alle 8 e la nave della Siremar alle 6,30 per Milazzo. Nessuna partenza invece per le isole, con i mezzi rimasti in porto. Sulle isole soffia vento forte da ponente e il mare raggiunge anche forza 5-6. Nel porto di Lipari è attraccata la nave della spazzatura della Green Fleet, mentre due navi cisterna della Marnavi sono ormeggiate in rada.(ANSA)
Amarcord. Il video dell'Eolian-Romano" Salvatore Iacono
Mareggiata a Marina Lunga del dicembre 1973
di Salvatore Iacono
Un mio filmato del dicembre 1973: mareggiata a Marina Lunga di Lipari. Certamente non avrei vinto il Davide di Donatello, ma è pur sempre una testimonianza di quasi mezzo secolo fa.
VIDEO
Lipari, strade allagate nella via Franza fiume in piena VIDEO
VIDEO
Filicudi, finalmente i lavori nell'incompiuta del porto che si trascinava da 13 anni e per la messa in sicurezza della strada di Pecorini
Con l’emissione dell’Ordinanza n. 45/2021 dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari del 7 ottobre 2021, con disposizioni e divieti relativi, si avviano formalmente i lavori di manutenzione straordinaria dei pontili di Filicudi Porto e di Pecorini a mare, finanziati e appaltati dal Dipartimento Regionale delle Infrastrutture per oltre un milione di euro che consentiranno, dopo molti anni di attesa, di intervenire per una portualità sicura, funzionale e decorosa.
Ringraziamo pertanto l’Assessore Regionale Marco Falcone e i tecnici del Dipartimento che si sono occupati dell’iter, accogliendo le richieste di questa Amministrazione e le necessità inderogabili del territorio: come abbiamo avuto modo di sottolineare in più occasioni la realizzazione di questi lavori segna una svolta infrastrutturale “storica” per l’isola che ha patito non poche difficoltà legate ai collegamenti marittimi e che potrà finalmente contare su un approdo adeguato per navi e, soprattutto, aliscafi, frutto di serio e costante impegno e viva determinazione, vista anche la problematicità legata ai precedenti contenziosi.
Si dà notizia, inoltre, che è stata indetta la conferenza dei servizi, a seguito della aggiudicazione della gara, da parte del Commissario di Governo Contro il Dissesto Idrogeologico, in ordine alla progettazione dei lavori, sempre richiesti da questa Amministrazione, di “Messa in sicurezza e rifunzionalizzazione della strada di collegamento centro abitato – frazione Pecorini a mare – Filicudi”, cui ha partecipato il Dirigente III Settore del Comune di Lipari Arch. Mirko Ficarra, anche in qualità di RUP; un intervento, in questo caso, che prevede il rifacimento della pavimentazione stradale, attraverso la scarifica di alcune parti, il livellamento e la stesura del tappetino di usura per l’intera larghezza e lunghezza della carreggiata, il rifacimento delle strisce di margini e la collocazione di segnaletica stradale sia orizzontale che verticale, la sistemazione dei versanti a monte della strada attraverso la collocazione di rete paramassi e la realizzazione di una gabbionata per il ripristino situazione preesistente a seguito frana.
L’Amministrazione Comunale
METEO EOLIE
Temporale e schiarite Temperatura: 19°C Umidità: 86% Vento: moderato - WSW 26 km/h Situazione alle ore 19:00
Coperto Temperatura: 21°C Umidità: 69% Vento: moderato - WSW 27 km/h Situazione alle ore 10:30
Pioggia e schiarite Temperatura: 20°C Umidità: 81% Vento: forte - W 30 km/h Situazione alle ore 9:00
Pioggia e schiarite Temperatura: 20°C Umidità: 85% Vento: forte - W 35 km/h Situazione alle ore 7:00
L'inferno degli Sterrati dell'isola di Vulcano (I figli di nessuno).
Questa mia ricerca intende esaminare l'ultima disastrosa eruzione del 1888 dell'isola di Vulcano e sui coatti presenti. Il sistema penitenziale borbonico in Sicilia sembrerebbe sia stato fra i meno disumani d'Europa e che è stato riformato concedendo ai carcerati delle esigenze elementari al fine di educarli e di permettere loro di iniziare una nuova vita, una volta espiata la pena, sebbene tale riforma non diede luogo agli effetti desiderati per effetto dell'ostruzionismo della burocrazia isolana, alle continue rivoluzioni che il Regno dovette subire dal 1820 al 1860 e all'arretratezza della mentalità locale. Il sintesi, riformismo borbonico venne influenzato dalla presenza inglese in Sicilia tra il 1799 e il 1814, dove l'isola divenne il baluardo inglese contro l'avanzata delle forze francesi.
La Sicilia rappresentò, in quell'occasione, l'unico lembo d'Europa che fosse rimasto esente dalla conquista napoleonica e gli inglesi contagiarono la corte borbonica in esilio con il loro riformismo che, in parte venne imposto, come nel caso della Costituzione Siciliana del 1812 con i principi innovatori della rivoluzione francese. La destinazione al lavoro dei condannati alla reclusione, fino ad allora abbandonati nel più terribile ozio, presso manifatture da costituirsi all'interno degli stessi penitenziari; l'istruzione religiosa e morale ai carcerati ecc. Con l’emanazione della Carta Fondamentale del 1812 si ebbe la conferma che gli impulsi post illuministici avevano reso i tempi maturi per poter assistere anche nell’Isola ai primi pallidi interventi giuridici volti alla codificazione.
Pur tuttavia conosciamo l'intervento successivo dei Garibaldini con la spedizione dei Mille e l'unificazione dell'Italia sotto il Regno sabaudo. Il 15 agosto 1863 fu varata la legge 1409, nota come Legge Pica, con lo scopo di reprimere il brigantaggio e qualsiasi forma di resistenza armata nelle province meridionali e puniva con la fucilazione o i lavori forzati a vita chiunque avesse opposto resistenza armata alla forza pubblica, senza fare alcuna distinzione tra criminalità comune e brigantaggio politico antiunitario. Introduceva nel diritto pubblico italiano la pena del domicilio coatto per gli oziosi, i vagabondi, i camorristi e i sospetti manutengoli e prevedeva l’istituzione di milizie volontarie per la caccia ai briganti, stabilendo anche premi in danaro per ogni persona catturata o uccisa. Nelle successive modificazioni, essa fu estesa anche alla Sicilia con lo scopo di combattere la renitenza alla leva militare, che aveva raggiunto nell'isola dimensioni enormi. La coscrizione obbligatoria era sconosciuta in Sicilia, ma il governo, senza tener conto della diversa legislazione nei vari territori annessi, proprio nei mesi in cui nel Mezzogiorno esplodeva la protesta contadina, aveva bandito una leva di 36.000 uomini, provocando la fuga sulle montagne di migliaia di giovani.
Con la legge Pica, si intese colpire duramente i renitenti e le loro famiglie. Passando all'isola di Vulcano, è notorio che il prodotti dei minerari furono sfruttati sin dall'antichità e costituirono una delle maggiori risorse economiche. Nel 1813, il Re delle due Sicilie, Ferdinando I, diede questa attività in concessione al Generale Nunziante. Nel 1870, passò in proprietà alla Ditta Stevenson di Glasgow fino al 1888. Si raccoglieva lo zolfo (e anche altro minerale) raschiando il suolo fumarolico che ne era impregnato. Esistevano poi estese croste di zolfo fuso che si ricavava con grande facilità. Maggiori quantità di allume venivano ricavate dai Faraglioni di Levante dove il terreno originariamente trachitico, era fortemente decomposto dall'azione delle fumarole. Qui erano state scavate ampie grotte. In particolare, a ridosso dei Fraglioni si trovavano allocate le tettoie delle fabbriche, nelle quali lavoravano intorno al 1848 circa 400 coatti nelle grotte dei Faraglioni in spaventose condizioni di miseria e insalubrità. Lo stesso scienziato Spallanzani su finire del secolo precedente parlò nei sui scritti delle rovine dei forni nei quali un tempo lo si fondeva. Anche Alexandre Dumas nel 1835 visitò l'isola e il suo diario ne rappresenta le immagini vive e dure, insieme all’amico, il pittore Jadin, al cane Milord e al capitano Arena.
Si ha la perfetta descrizione dei condannati ai lavori forzati che estraggono lo zolfo dal cratere di Vulcano, come in un girone dell'inferno di Dante. Lo scrittore incontrò i figli del Nunziante e con loro si recò sul vulcano per vedere le condizioni dei forzati che lavoravano nelle miniere poste dentro il cratere descrivendo così: “costeggiammo una montagna piena di gallerie; talune erano chiuse da una porta e anche da una finestra, altre sembravano più semplicemente delle tane di animali selvaggi”; “circa quattrocento uomini abitavano in questa montagna e secondo l’indole più o meno industriosa lasciavano abbruttire la loro dimora oppure cercavano di renderla un pochino più confortevole”. Riferisce negli scritti che i coatti presentavano un aspetto davvero curioso per le colorazioni subite sul corpo e “Vedendo questo bizzarro spettacolo ci pareva difficile pensare che ciascuno di essi fosse un ladro o addirittura un assassino. “Ci colpì soprattutto un ragazzino che poteva avere sì e no quindici anni e aveva un viso dolce e quasi femmineo. Chiedemmo quale fosse stato il suo crimine e ci fu risposto che a soli dodici anni, aveva accoltellato a morte un cameriere della principessa della Cattolica...”.
Il sistema dei coatti restò immutato per altri 60 anni ed esattamente fino al 1915.
Sembrava tutto tranquillo nell'isola di Vulcano nel mese di agosto del 1888, ma la notte tra il 3 il 4 agosto il cratere sussultò violentemente. Scene apocalittiche si susseguirono per ben 18 mesi.
La notte del 3 agosto 1888 il grande risveglio del Vulcano con una violenza mai registrata a memoria d’uomo, sia nell’isola di Vulcano che nelle altre restanti isole dell'arcipelago.
L’eruzione fu preceduta, nella notte tra il 2 e 3 agosto verso la mezzanotte, da un leggero terremoto che fu avvertito dal fanalista che si trovava di guardia sulla Torre del Faro di Gelso (una torre alta 33 metri). Il sindaco del tempo Giuseppe La Rosa, davanti ad una situazione altamente drammatica, nella stessa notte inviò alle Autorità subito un telegramma:“Verificatesi tre eruzioni di ceneri e lapilli. Per ora nessun allarme”. L’eruzione iniziò con l’emissione di una grande fumo nero, rischiarato da frequenti lampi di scariche elettriche, dovuti ai contrasti in quota fra temperature diverse, e da forti detonazioni che piano piano si fecero incalzanti. L'intensità della eruzione aumentava tanto che iniziarono a verificarsi forti esplosioni, che a brevi intervalli, davano fortissime proiezioni di vapori, ceneri e massi infuocati. Massi che ricadendo per un raggio di due chilometri dal centro del cratere, determinavano dei danni specialmente sul lato Nord, oggi l’abitato di Porto di Levante, che aveva vaste aree coltivate, “un caseggiato costituito dalle officine sparse della fabbrica, dall’abitazione del signor A.E. Narlian (amministratore e comproprietario di Stevenson), del reclusorio dei coatti, addetti pure ai lavori.
I massi che piombavano come grandine, di cui alcuni voluminosi fino a mezzo metro cubico e più, sfondarono i tetti, incendiarono i depositi di zolfo accumulato nei magazzini, divamparono qua e là parzialmente delle vigne, dei boschi di ginestre e di piante arboree”. I residenti del comprensorio di Vulcano Porto e Vulcanello, fortemente allarmanti, vennero evacuati nella vicina Lipari, mentre quelli del Piano e di Gelso, sia pure intimoriti non subirono danni particolari con la pioggia di cenere. Dopo le prime esplosioni forti, altre più deboli ne succedettero fino alle 10 del mattino, quando avvenne una ulteriore violenta eruzione, che eguagliò per intensità la prima.
Dopo una tregua di circa 12 giorni, all’alba del 19 agosto del 1888 ricominciarono le eruzioni con esplosioni violente, sempre accompagnate da forti detonazioni e con cenere carica di elettricità e mista ad altro materiale e la colonna di vapore, spinta a due e più chilometri di altezza, si diffuse nell’aria acquistando un aspetto alquanto maestoso che faceva intimorire. In tale contesto tutto era stato distrutto dai vigneti, all’industria mineraria, alle case e, altresì, il famoso “Palazzo dell’Inglese”. Anche la moglie dello Stevenson, obbligò il marito al ritorno in Scozia con il suo battello di a vapore “Fire Fay”. Tra i prodotti lanciati durante le fasi esplosive del vulcano impazzito si rilevavano i blocchi di materiale magmatico ancora fuso che si raffredda durante le traiettorie balistiche dando le caratteristiche bombe a crosta di pane, assai insidiose a cose e a persone. Non si dimentichi poi uno dei molteplici effetti negativi e cioè l'interno di una stanza del Reclusorio dei Coatti, situato alla base del cratere, con la volta sfondata da uno dei massi espulsi dal vulcano.
Vi era prima la vita adesso la morte! Con la sua tragicità e con i coatti, che definirei i figli di nessuno, di cui non si ha più traccia o almeno di tanti e che hanno pagato un costo immenso le loro pene. Vulcano può essere paragonata all'isola senza vita, almeno nel periodo passato. E ciò in quanto studi archeologici e antropologici portano a identificare il sito come “l'Isola dei Morti. E ciò in quanto vi confluivano numerosi defunti provenienti dalle altre isole e, considerata la presenza di “ushabti”, cioè i servi dell'aldilà costituiti da statuette che avevano la funzione di servire il defunto e di rendere la sua vita più confortevole nell'aldilà.
NOTIZIARIOEOLIE.IT
I DOCUMENTI STORICI IN ESCLUSIVA DEL DOTTOR ENNIO FIOCCO
Alle Eolie c'è lo strumento che pesa e misura contemporaneamente. Ad ogni operazione derivante da segnalazione emette un documento cablato e stampato con 2 pesi e 2 misure. Questo dipende dalla provenienza. Anche quando si notano pericoli per la pubblica incolumità meritevoli di provvedimenti contingibili ed urgenti come il pericolo di crollo di alcuni pilastri sull’importante arteria di collegamento Canneto-Acquacalda. Si nota come detta segnalazione non abbia meritato la giusta attenzione da parte dei responsabili per la tutela del territorio. In altre circostanze viceversa, l'immediato intervento della P.A. alla demolizione di fabbricati con lievi fessurazioni prospicenti la pubblica via, attraversata da pochi e/o viceversa interventi di tamponatura invece della demolizione. Chissà come questo programma stampa, in faccia alla realtà, i motivi di questi due pesi e due misure.
Lipari zona centrale, vendesi magnifico alloggio panoramico di circa mq 140 oltre terrazza godibile della stessa superficie dell’alloggio. Ottimo stato. Tel. 335-8331174
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Info commerciale. Lipari, a Marina Lunga "L'Officina dei Ricambi" di Salvatore Stramandino
L'Officina dei Ricambi di Salvatore Stramandino è a Marina Lunga di Lipari: ricambi per auto e moto, noleggio, vendita scooter, mezzi elettrici e prodotti pulizia nautica.
Il 61% degli italiani è a favore degli stadi di proprietà da parte dei club, dato che si alza fino al 67% tra i tifosi di calcio: è quanto emerge da un sondaggio condotto da YouGov. Le motivazioni sono chiare, il 59% (79% tra gli appassionati) ritiene infatti che con uno stadio di proprietà le società potrebbero diventare più competitive grazie agli introiti dei nuovi impianti.
ISOLA TEATRO
La terra vola col vento
trascinando le anime
sempre più pure
verso un mondo in crescita
senza fiele
ma con le fiale della speranza.
L'isola attrae e sottrae
svolge funzione di teatro
mentre gli ammanchi
alleggeriscono
gli uomini stanchi.
Chi va oltre le miti osservazione
cerca un monte sempre più alto.
Fuori non piove mai
ed il sole non risponde al telefono
avvolto nella carta stagnola da forno.
CONTROCORRENTEOLIANA: OPERE
Tutti gli appalti pubblici eoliani hanno la loro storia, il loro prezzo, le proprie lamentele e la loro durata. Eppure tutti dovrebbero essere contenti per la montagna di denaro pubblico che sbarca nell'arcipelago nel nome del futuro, del progresso e della sicurezza. Ma appena iniziano i lavori per l'opera desiderata ne serve subito una seconda. Una catena di montaggio senza fine. Quasi una scuola ex Fiat.
VERO&FALSO
-Politico eoliano spegne.
-Elettore eoliano accende.
-Salina “conza”.
-Lipari “sconza”.
-Filicudi rimette.
-Panarea smette.
-Stromboli commette.
INFORMAZIONEXINFORMAZIONE-ll Notiziario si legge e si ascolta con il lettore automatico
LIPARI, VENDESI RUDERE DI CIRCA 100 MQ CON 20 MILA METRI QUADRI DI TERRENO IN LOCALITA' PANORAMICA E SPETTACOLARE. IN UNA VERA E PROPRIA OASI NATURALE DI VERDE. SI AMMIRANO IL MARE, I FARAGLIONI E IL CENTRO ABITATO DELL'ISOLA. IL TUTTO DOVE IL SILENZIO REGNA SOVRANO INFO 3939718272
Vulcano Marsili, le conseguenze in caso di eruzione del "mostro vulcanico" (ilmessaggero.it)
Quali sarebbero le conseguenze di un’eruzione del Vulcano Marsili? Qualora lo stratovulcano sottomarino più grande d’Europa esplodesse, ci sarebbe davvero il pericolo di un maremoto? Cosa rischiano le coste italiane? Andiamo a scoprire la verità. Foto: Shutterstock; music: "Summer" from Bensound.com
VIDEO
IL SERVIZIO DEL TG3 SICILIA VIDEO
NOTIZIARIOEOLIE.IT
di Carmela Santi
«Il Marsili è un vulcano attivo che sta nel mare. Il pericolo di una esondazione è reale. Il vulcano c'è e non è spento. Siamo a rischio». Ne è convinto il professore Francesco Dramis dell'università Roma tre. L'esperto di geomorfologia ha lanciato l'allarme a chiusura di un incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Ceraso. A quasi un mese dal terremoto che ha colpito il Centro Italia, centinaia di esperti geomorfologi provenienti da tutta Italia si sono incontrati nel Geoparco del Cilento, per tenere l'assemblea generale dell'Associazione Italiana di Geografia e Geomorfologia (AIGeo) e ricordare che in Italia esiste una condizione di multi-rischio: c'è pertanto, la necessità di considerare in modo integrato il rischio idrogeologico congiunto a quello vulcanico e sismico. Tra i «mostri» da tenere sotto osservazione anche il Marsili, il più grande vulcano attivo situato nelle acque del Mediterraneo tra la costa del basso Cilento e la Calabria. Un vulcano sommerso ma ancora attivo che se dovesse risvegliarsi potrebbe diventare pericoloso per tutte le popolazioni che abitano le zone tirreniche, costa cilentana e golfo di Policastro compresi. Una scossa di terremoto di magnitudo 3.2 con epicentro vicino al vulcano è stata registrata mercoledì mattina a poche ore dall'intervento del professore Dramis a Ceraso. Altre scosse erano state registrate nei giorni scorsi. Il sisma avvenuto in mare aperto non è stato avvertito sulla costa o dagli abitanti delle isole vicine ma preoccupa per la vicinanza dell'epicentro al Marsili. Come evidenziato dal Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli e dell'Ingv, il Marsili ha una natura esplosiva e viste le sue dimensioni un'eruzione violenta provocherebbe uno tsunami che in meno di trenta minuti colpirebbe le coste di Campania, Calabria e Sicilia. «È una realtà - ribadisce il professor Dramis - in merito alla quale ci sono diverse posizioni da parte degli studiosi. Ma il Marsili è attivo per cui può risvegliarsi in qualsiasi momento. Lo stesso discorso vale per il Vesuvio a Napoli. In caso di allarme la gente non farebbe neanche in tempo a scappare». Per il professore Dramis l'unico modo per convivere con questo «pericolo» è conoscerlo. Il rischio non si può eliminare, solo mitigare.(Leggo.it)
di Daniele Orlandi
Nessun rischio o potenziale catastrofe, per quanto riguarda le trivellazioni del vulcano Marsili. A sottolinearlo è il coordinamento del Movimento Ecologista Europeo Fare Ambiente della Calabria, secondo cui il progetto di ricerca ‘Tirreno 1‘, orientato alla produzione di energia derivante dallo sfruttamento dei fluidi geotermici del ‘gigante addormentato’ situato a 100 chilometri dalle Eolie, non comporterebbero alcun rischio per la sicurezza. Condotto in collaborazione con Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Centro di Ricerche e Studi Sperimentali per le Geotecnologie dell’Università di Chieti (Cers), Istituto di Scienze Marine (Ismar) del Cnr e Università Politecnica di Bari, il progetto delle trivellazioni vulcano marsili ha suscitato preoccupazioni legate al rischio di sismicità indotta e all’impatto sull’ecosisteema del mar Tirreno e del litorale di Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Clicca qui per guardare tutte le immagini del gigante sottomarino Marsili “Se vi fosse stato il benche’ minimo rischio – ha sottolineato il direttivo del coordinamento in una nota – nessuna azienda privata avrebbe mai investito tempo e risorse nel progetto di trivellazione del vulcano Marsili al largo delle coste del Tirreno meridionale, per sfruttare l’energia geotermica derivante dal flusso idrico di origine vulcanica. Per questo, la nostra posizione e’ distante e contraria rispetto a quelle di chi e’ impegnato ad alimentare le solite campagne dell’allarmismo a tutti i costi, generando timori che allo stato attuale sono assolutamente ingiustificati”. Qualora dovessero emergere elementi che lasciassero presupporre concreti rischi per l’ambiente, ha aggiunto il coordinamento “saremo i primi a mobilitarci per l’immediata interruzione delle trivellazioni”.
---LIPARI - Ambientalisti preoccupati per le trivellazioni geotermiche che potranno interessere il vulcano sottomarino Marsili, situato a circa cento chilometri dalle isole Eolie. Secondo la Ola (Organizzazione lucana ambientalista) l'iter del permesso di ricerca per fluidi geotermici, denominato "Tirreno Meridionale 1", della Eurobuilding spa, in collaborazione con l'Istituto geofisica e vulcanologia (Ingv), procede senza sosta. La Eurobuilding, società di Servigliano (Ascoli Piceno), è in attesa di ottenere dal ministero dell'Ambiente parere positivo di Via (Valutazione d'impatto ambientale) per la perforazione del pozzo esplorativo Marsili 1. Il progetto prevede la realizzazione, entro il 2015, di 4 piattaforme estrattive per una produzione totale di circa mille MW di energia geotermica derivante dal flusso idrico di origine vulcanica. La Ola sottolinea che nello studio preliminare ambientale della Eurobuilding si fa riferimento al rischio di "sismicità indotta" e il progetto viene considerato come una sorta di banco di prova per valutare l'impatto ambientale provocato dallo sfruttamento del campo geotermico del Marsili. "In sostanza - rimarca la Ola - una vera e propria sperimentazione che metterebbe a rischio l'intero ecosistema del mar Tirreno e di quattro regioni costiere (Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia)". Del rischio di sismicità indotta connesso alle perforazioni se n'è occupato anche il professor Benedetto De Vivo, dell'Università Federico II di Napoli, secondo il quale, riporta l'Ola, "le conseguenze sarebbero devastanti, senza escludere il pericolo tsunami".
---La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) comunica che l'iter del permesso di ricerca per fluidi geotermici denominato "Tirreno Meridionale 1" - della Eurobuilding spa, in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) - procede senza sosta. Infatti, la società di Servigliano (Ascoli Piceno) è in attesa di ottenere dal ministero dell'Ambiente parere positivo di Via (Valutazione d'impatto ambientale) per la perforazione del pozzo esplorativo "Marsili 1".
Le operazioni di perforazione - localizzate nel mar Tirreno Meridionale - dovrebbero raggiungere la profondità di 2,5 chilometri al fine di sfruttare le riserve di fluidi geotermici del vulcano sottomarino Marsili ancora attivo che si trova a circa 100 chilometri dalle Isole Eolie e prospiciente le coste tirreniche siciliane, calabresi e lucane. Il progetto da oltre 2 miliardi di euro di investimento - a seguito di alcune indagini effettuate negli anni 2005, 2009 e 2011 - è stato inserito all'interno di un campo marino più ampio che potrebbe prevedere la realizzazione, entro il 2015, di ben 4 piattaforme estrattive per una produzione totale di circa 1.000 MW di energia geotermica derivante dal flusso idrico di origine vulcanica.
La Ola sottolinea come nello Studio Preliminare Ambientale prodotto e depositato dalla Eurobuilding spa sia presente una pericolosa contraddizione. Infatti, mentre da un lato si fa riferimento a "non meno importanti effetti legati a rischio vulcanico, sismicità indotta", dall'altro il progetto "Tirreno Meridionale 1" viene considerato come una sorta di banco di prova, ovvero il "punto di partenza della valutazione degli impatti ambientali provocati dallo sfruttamento del campo geotermico del vulcano Marsili è l'identificazione del contesto naturale di riferimento ("punto zero"), cioè l'osservazione dello stato dell'ambiente prima dell'intervento antropico".
In sostanza, una vera e propria "sperimentazione" che metterebbe a rischio l'intero ecosistema del mar Tirreno e 4 regioni costiere (Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia) per "capire in quale misura l'attività antropica potrebbe arrecare modificazioni che danneggino l'ecosistema costituito e, di conseguenza, pianificare un piano di contenimento e mitigazione dei rischi connessi". E del rischio di sismicità indotta connesso alle perforazioni nell'area del Marsili - il vulcano sottomarino più grande d'Europa - e nei Campi Flegrei, se ne sono occupati - esprimendo la propria contrarietà - numerosi geologi, come il professor Benedetto De Vivo, docente di geochimica dell'Università degli Studi Federico II di Napoli. Le conseguenze sarebbero devastanti, senza escludere il "pericolo tsunami".
La Ola ricorda che in merito al progetto di perforazione del pozzo geotermico "Marsili 1" è possibile presentare osservazioni entro e non oltre il 4 maggio 2014. L'appello è rivolto ad associazioni, cittadini ed alle amministrazioni coinvolte.
LA REAZIONE.
di Michele Sequenzia
Caro Bartolino, leggo che gli Italiani.." brava gente"...non contenti di aver dilapidato milioni di euro di denaro, uscito dalle nostre povere tasche, per il " Ponte sullo Stretto" aborto governativo concepito da un noto megalomane, e da una classe politica da dimenticare, ora si avvia -nel profondo silenzio dell'opinione pubblica- la trivellazione dentro le oscure budella di uno sconosciuto vulcano sottomarino denominato "Marsili". Ma chi lo conosce questo "Marsili"? Si dice, favoleggiando, tanto per cambiare, che potremmo tecnicamente ottenere 1000 MW di energia geotermica bucando le sue viscere...grazie a 4 piattaforme estrattive al costo iniziale di 2 miliardi di euro. Ma siamo sicuri che non sia invece un grosso abbaglio? Ma chi paga la prossima bolletta? Le banche svizzere? E chi spera di non essere investito tosto o tardi...da un Vulcano Super Incazzato? Non bastano i continui crolli di ponti, case, colli e monti... e ... treni i bilico sul mare? E i fiumi di fango che hanno sepolto intere popolazioni ,...anno dopo anno...dedite allo sviluppo del....." turismo"? Si legge che la "OLA "aspetta le "osservazioni" entro pochi giorni......entro il 4 maggio. A che scopo?
Mi auguro che ci sia una sollevazioni popolare generale. Ieri...la TAV Lione-Torino...e ...oggi ...Vulcano...."Marsili" ....abbiamo di sicuro, accumulato nuovi, freschi debiti per almeno i prossimi 100 anni.
Una ricerca sui fluidi geotermici del vulcano sottomarino Marsili, che si trova a 100 chilometri dalle Eolie, sarà eseguita dalla società Eurobuilding. L'istanza è già stata presentata al ministero dell'ambiente e al Comune di Lipari. "Il progetto - spiega l'amministratore della società, Umberto Antonelli - prevede la realizzazione di un pozzo esplorativo quale fase finale del permesso di ricerca dei fluidi geotermici a mare. Il pozzo è previsto in una zona di mare aperto. Saranno perforate rocce basaltiche per una profondità di circa 1500 metri dove ci si aspetta di intercettare fluidi geotermici a temperature attorno ai 300-400 gradi. La proposta di avvio delle perforazioni è motivata dalle conclusioni delle fasi esplorative sul vulcano che hanno evidenziato la presenza di una grande riserva di fluidi geotermici".
Il Marsili con i suoi 70 km di lunghezza e i 30 di larghezza, è il vulcano più grande d'Europa e del Mediterraneo. Nonostante gli oltre tremila metri di altezza dal fondo marino, la vetta resta ben 500 m sotto la superficie. Il vulcano è ancora attivo. A stabilirlo è stato un gruppo di ricerca internazionale che comprende l'Istituto per l'ambiente marino costiero del Cnr di Napoli e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma. Una campagna di esplorazione, cominciata nel 2006 a bordo della nave oceanografica Universitatis, ha fatto il punto sulla natura di questo vulcano sottomarino, della cui potenziale pericolosita' si discute molto poichè è nota da tempo la sua attività sismica e idrotermale. Non è da escludere che il Marsili venga inserito nella lista dei vulcani italiani attivi come Vesuvio, Campi Flegrei, Stromboli, Etna, Vulcano e Lipari.
- Una ricerca di fluidi geotermici sul vulcano sottomarino "Marsili", ubicato a 100 chilometri dalle Eolie e a 80 chilometri dall'isola di Alicudi. Sarà eseguita dalla società "Eurobuilding spa, amministrata da Umberto Antonelli, che ha sede a Servigliano, in provincia di Fermo, nelle Marche. L'istanza è già stata presentata al ministero dell'ambiente e anche al Comune di Lipari. "Il progetto - ha spiegato l'amministratore Antonelli - prevede la realizzazione di un pozzo esplorativo quale fase finale del permesso di ricerca dei fluidi geotermici a mare. Il pozzo è previsto in una zona di mare aperto con circa 8oo metri di battente d'acqua. Saranno perforate rocce basaltiche per una profondità di circa 1500 metri dove ci si aspetta di intercettare fluidi geotermici a temperature attorno ai 300-400 gradi. La proposta di avvio delle perforazione è motivata dalle conclusioni delle fasi esplorative sul Monte Marsili che hanno evidenziato la presenza di una grande riserva di fluidi geotermici ad alta entalpia, ovvero una funzione di stato di un sistema ed esprime la quantità di energia che può scambiare con l'ambiente".
Il Marsili, che con i suoi 70 km di lunghezza e i 30 di larghezza, è il vulcano più grande d'Europa e del Mediterraneo. Nonostante gli oltre tremila metri di altezza dal fondo marino, la vetta resta ben 500 m sotto la superficie. "Il vulcano è ancora attivo". A stabilirlo, con un lavoro pubblicato su 'Gondwana Research', un gruppo di ricerca internazionale che comprende l'Istituto per l'ambiente marino costiero del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma. Una campagna di esplorazione, cominciata nel 2006 a bordo della nave oceanografica 'Universitatis', ha fatto un punto di chiarezza scientifica sulla natura di questo vulcano sottomarino, della cui potenziale pericolosita' si discute molto poiche' e' nota da tempo la sua attivita' sismica e idrotermale.
"L'ipotesi piu' accreditata dagli studiosi era quella che considerava cessata, all'incirca 100.000 anni fa, l'attivita' eruttiva del vulcano - dice Mattia Vallefuoco, dell'Iamc-Cnr - nel corso della missione, finalizzata ad acquisire nuovi dati sui prodotti emessi dal Marsili e sulla loro età, è stata prelevata ad una profondita' di 839 metri una colonna di sedimento che ha evidenziato due livelli di ceneri vulcaniche dello spessore di 15 e 60 centimetri, la cui composizione chimica risulta coerente con quella delle lave del vulcano". Per risalire all'eta' degli strati di questa 'carota' di ceneri i ricercatori si sono serviti del carbonio 14.
"Le due analisi eseguite sui gusci di organismi fossili contenuti nei sedimenti hanno fornito rispettivamente eta' di 3000 e 5000 anni - afferma Guido Ventura, ricercatore Ingv - datazioni che testimoniano una natura almeno parzialmente esplosiva del Marsili in tempi storici. A questo punto sono necessarie nuove ricerche per implementare un sistema di monitoraggio che possa valutare l'effettiva attività. Non è da escludere che il Marsili venga inserito nella lista dei vulcani italiani attivi come Vesuvio, Campi Flegrei, Stromboli, Etna, Vulcano e Lipari". Alla ricerca hanno collaborato anche l'Universita' Gabriele d'Annunzio di Chieti, la Schlumberger Information Solutions di Madrid, la Leibniz University di Hannover e la societa' Eurobuilding Spa di Servigliano.
Stromboli - Forte esplosione sul cratere avvertita dagli abitanti dekll'isola e anche dai turisti e dal borgo di Ginostra. L'attività eseguita dai vulcanologi dell'Ingv e dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, che ha riferito che "le reti di monitoraggio hanno registrato alle ore 16:18, una variazione dei parametri monitorati. In particolare si osserva "un'anomalia termica dalle telecamere di sorveglianza".
LA NUOVA NOTA DELL'INGV DI CATANIA
L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica le reti di monitoraggio hanno registrato un’esplosione maggiore, che data la scarsa visibilità per le condizioni meteo, è stata presumibilmente alimentata dall’area craterica Nord. L’esplosione ha prodotto una significativa emissione di materiale piroclastico grossolano che ha superato la terrazza craterica, interessando l’area del Pizzo Sopra la Fossa e la Sciara del Fuoco con rotolamento del materiale caldo sino alla linea di costa. In concomitanza dell’esplosione maggiore è stato registrato un evento sismico di ampiezza decisamente superiore alla media. Per quanto riguarda l’ampiezza media del tremore questa ha subito un rapido incremento alle e si è portata verso valori alti. Successivamente tale parametro si è riportato su valori medio bassi. Non sono state rilevate variazioni significative dalle reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo.
DA IERI SERA PARAMETRI NORMALI
L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che le reti di monitoraggio hanno registrato alle ore 20:33 (18:33 UTC), il rientro dei parametri alla normale attività.
(3° LANCIO) Da ieri sera lo Stromboli si è calmato. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, ha accertato che "le reti di monitoraggio hanno registrato il rientro dei parametri alla normale attività". Nel pomeriggio vi era stata una forte esplosione caratteristica della cosidetta attività Stromboliana con lancio di lapilli in candescenti con fuoriuscita di lava incandescente che si era riversata anche lungo la sciara del fuoco. L’isola anche in questi primi giorni di ottobre sta facendo registrare un pienone di vacanzieri sia italiani che stranieri.(ANSA)
(2° LANCIO) Forte esplosione sul cratere dello Stromboli avvertita dagli abitanti dell'isola e anche dai turisti e dal borgo di Ginostra. L'attività eseguita dai vulcanologi dell'Ingv e dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, ha riferito che "le reti di monitoraggio hanno registrato alle ore 16:18, una variazione dei parametri monitorati.
In particolare si osserva "un'anomalia termica dalle telecamere di sorveglianza".
2° LANCIO - "L'esplosione maggiore si è verificata dall’area craterica Nord" dicono i vulcanologi dell'Ingv di Catania. Il botto avvertito anche dai tanti turisti soprattutto tedeschi che hanno invaso Stromboli, ha prodotto una significativa emissione di materiale piroclastico grossolano che ha superato la terrazza craterica, interessando l’area del Pizzo Sopra la Fossa e la Sciara del Fuoco con rotolamento del materiale caldo sino alla linea di costa.
In concomitanza dell’esplosione maggiore è stato registrato un evento sismico di ampiezza decisamente superiore alla media.
Per quanto riguarda l’ampiezza media del tremore questa ha subito un rapido incremento e si è portata verso valori alti. Successivamente tale parametro si è riportato su valori medio bassi.
Non sono state rilevate variazioni significative dalle reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo.
Preziosa sull'isola la delegazione dei radiomatori eoliani diretta dal presidente Pino Orto
GLI ISOLANI
Fabrizio Dio Maggio*
Hotel e case private sono pieni. Dversi sono anche i vaporetti che continuano ad arrivare dalla Calabria e dalla Sicilia carichi di escursionisti. E in serata vi è lo spettacolo davanti la sciara del fuoco
*Tassinaro
Rosa Oliva*
Incantevole autunno che ha registrato una presenza notevole di stranieri, quelli a cui era abituata Stromboli qualche anno fa, prima del Covid. L'anno scorso a metà settembre già Stromboli era deserta, quest'anno invece parecchie attività turistiche hanno indugiato a chiudere e parecchi sono ancora aperte. La sera è uno spettacolo di luci che si inerpicano sul sentiero sino ai 400, tante meravigliose lucciole che testimoniano l'interesse e l'amore di chi sceglie Stromboli in questo periodo. Sarà una stagione turistica che si protrarrà a lungo quest'anno, alla fine di ottobre una truope del cinema arriverà per girare un film importante. E poi sorpresa, la Pro Loco sta lavorando ad un evento che si terrà dall '8 dicembre sino al 12 un viaggio alla scoperta delle tradizioni del Natale Eoliano Insomma, forse il Covid ha anche i suoi aspetti positivi. Tanti hanno deciso di ritagliarsi uno spazio nel nostro Eden, cambiano i colori e i profumi ma anche quando il tempo è inclemente il nostro tramonto è sublime!
Con la collaborazione dei vulcanologi delle sezioni monitoranti (Osservatorio Etneo e Sezione di Palermo)
Vulcano è un sistema vulcanico attivo situato all’estremità meridionale dell’allineamento Salina-Lipari-Vulcano nell’arcipelago delle Isole Eolie. Da circa 5500 anni ed a tutt’oggi, il centro vulcanico attivo è rappresentato dal cono di tufi di La Fossa che sovrasta l’abitato del Porto di Levante. La sua ultima eruzione è avvenuta tra l’agosto 1888 e il 22 marzo 1890. Fino a circa 400 anni fa, anche il piccolo centro eruttivo di Vulcanello è stato pienamente attivo.
La Fossa e Vulcanello sorgono all’interno di una caldera di origine vulcano-tettonica che si è formata in più fasi e che prende il nome dal cono principale (Figura 1).
La Fossa ha avuto una intensa attività eruttiva in epoca storica (ultimi 2000 anni), spesso contemporaneamente a Vulcanello e, considerando solo gli ultimi 500 anni, si contano due cicli di eruzioni prolungate (1727-1739; 1888-1890), fra i quali ci sono stati alcuni eventi eruttivi molto brevi riportati dalle cronache storiche (1771, 1786, 1823-24, 1873, 1876, 1878-79, 1886), come esplosioni e emissioni di ceneri e di “grossi massi infuocati” o, soprattutto, boati spaventosi.
La lunga eruzione del 1888-90 è l’evento che ha portato all’introduzione del termine eruzione “Vulcaniana”, coniato da Giuseppe Mercalli che ne fu testimone e studioso, come inviato del Governo Italiano. L’eruzione Vulcaniana ha caratteristiche riconoscibili in molti altri vulcani del mondo, tanto da essere adottato come termine classificativo per questo particolare stile eruttivo. Si tratta di eruzioni caratterizzate da intenso degassamento, da esplosioni pulsanti, di breve durata e molto tonanti – Mercalli scrisse: “… esplosioni come cannonate a intervalli irregolari…” – con emissione di dense nubi grigio-scure a sviluppo verticale, ricche di ceneri e frammenti di magma destinati a ricadere al suolo sia sotto forma di pioggia di frammenti quasi solidi (prodotti da caduta) sia sotto forma di correnti diluite di gas e particelle (magmatiche) che scorrono al suolo, lungo i fianchi del vulcano. Le fotografie che seguono mettono a confronto una esplosione Vulcaniana del 1889 (figura 2) con una esplosione dello stesso tipo avvenuta nel 2020 al vulcano Sabancaya, in Perù (figura 3).
Nell’eruzione del 1888-90 le bombe a crosta di pane non solo ricaddero in area craterica, ma anche ai piedi del cono e, talune, fino alla zona ora occupata da Vulcano Porto. All’epoca non si registrarono vittime poiché l’isola allora era abitata solo da quelli che lavoravano alle attività estrattive di zolfo e allume di James Stevenson, proprietario di quasi tutta l’isola (acquistata dal generale borbonico Vito Nunziante).
Attività 1727-1739 (eruzione cosiddetta “di Pietre Cotte”)
Dopo circa 200 anni di riposo dall’attività eruttiva che causò la formazione dell’istmo che tuttora unisce Vulcano a Vulcanello (1525-1550 ca.) – forse per un’eruzione da La Forgia Vecchia – e da una modesta attività eruttiva di Vulcanello stesso nel XVII sec., La Fossa tornò a farsi sentire nel 1727 dando inizio alla sequenza di eruzioni di “Pietre Cotte”.
L’attività eruttiva di questo periodo è costituita da un ciclo di esplosioni Vulcaniane simile a quello che si verificò nel corso dell’ultima eruzione, di cui si parla più avanti, ma con la differenza di essere alimentato da un magma più ricco in gas e più fluido, che ha portato alla formazione di vari depositi ricchi in pomici o esclusivamente costituiti da pomici (da caduta), come lo spesso strato di bombe (ben visibile lungo i fianchi orientali del cono e al di fuori di esso, sui rilievi della Lentia). Il ciclo di eruzioni si concluse con l’emissione di una colata di lava (“di Pietre Cotte” – Figura 5) nel 1739, evento che non sarà osservato alla fine del ciclo di esplosioni del 1888-90. Un aspetto importante di questa attività, che invece è comune con l’ultima eruzione, è legato alle sue fasi iniziali: i depositi che ci permettono di ricostruirle hanno caratteristiche che indicano la compresenza di due distinti magmi e il verificarsi di processi di interazione tra magma e acqua. Questa interazione, che può essere fortemente esplosiva, è stata resa possibile dalla presenza di un sistema di circolazione idrotermale simile a quello che anche oggi alimenta le fumarole sul bordo craterico.
Dopo la fine dell’attività eruttiva 1727-1739, La Fossa attraversò periodi di riposo piuttosto lunghi – principalmente caratterizzati dal degassamento di una bocca situata sul fondo del cratere e di fratture sui bordi craterici – e da brevissimi periodi di attività esplosiva, sempre di tipo vulcaniano. Le cronache storiche segnalano questi eventi negli anni 1771, 1786, 1823-24, 1873 e, per il periodo a cavallo tra 1822 e il 1823, riportano sia un degassamento particolarmente intenso associato a detonazioni sia una debole sismicità avvertibile in area craterica. Nell’intervallo di tempo che separa il 1873 dall’eruzione del 1888-90, né bollettini né cronache riportano un’attività sismica tale da essere avvertita dai pochi abitanti dell’isola, ma sono frequenti i racconti di forti rombi e boati impressionanti, di fumo più denso e abbondante… fenomeni che si intensificano nel periodo aprile 1886 – luglio 1887.
Attività 1888-1890, ultima eruzione
Il campo fumarolico presente al cratere di La Fossa, descritto da Dolomieu nel 1781 e da Spallanzani nel 1788, doveva essersi già ampliato nei primi decenni dell’800, ma nell’agosto del 1887 si accrebbe ulteriormente cosicché già molti mesi prima dell’inizio dell’eruzione (agosto 1888), i minatori che lavoravano nel cratere per estrarre zolfo, acido borico e allume dovettero spesso rinunciare a recarsi nell’area delle fumarole sia a causa dell’aumento del flusso di calore sia della quantità di gas contenenti zolfo, che rendevano l’aria irrespirabile.
A partire dal 3 agosto, con una fortissima esplosione, ebbe inizio un periodo di quasi due anni di eruzioni (Figura 6). L’attività eruttiva fu un duro colpo per l’economia di Vulcano tanto che l’allora proprietario dell’isola, il gallese James Stevenson, abbandonò la sua casa (“il Castello”), centrata e danneggiata da alcune bombe a crosta di pane, e i suoi vigneti coperti da ceneri e lapilli, lasciando l’isola col suo famoso battello a vapore (il Fire Fay). Anche i pochi abitanti ed operai furono costretti a partire, probabilmente prima.
Quegli anni però dettero vita ad uno dei più importanti lavori di vulcanologia di fine ‘800 e di molti decenni a seguire: “Le eruzioni dell’Isola di Vulcano incominciate il 3 agosto 1888 e terminate il 22 marzo 1890”, volume scritto da Giuseppe Mercalli insieme con Orazio Silvestri, ed il contributo di Giulio Grablovitz e Vincenzo Clerici.
Figura 6 – Foto di A. Silvestri – scattata da Lipari – raffigurante una esplosione Vulcaniana il 20 agosto del 1888: si noti lo sviluppo verticale della colonna eruttivaNei depositi piroclastici dell’eruzione del 1888-90 sono riconoscibili numerose unità che rappresentano quanto prodotto dalle nubi eruttive a più alta energia – le “esplosioni fortissime” di cui scrisse Mercalli – mentre le innumerevoli altre esplosioni avvenute nei due anni di attività si ritiene non abbiano lasciato tracce riconoscibili nella successione stratigrafica. L’intera successione dei depositi di questa eruzione è il risultato di molti impulsi di attività da caduta (con la sostanziale componente balistica delle bombe a crosta di pane) alternati ad alcune fasi eruttive alimentate da correnti piroclastiche diluite con formazione di quei sottili strati di ceneri che si vedono bene lungo i fianchi di La Fossa (figura 5).
La cosa interessante da notare è che, come nel caso di “Pietre Cotte”, l’inizio dell’eruzione è registrato da due strati di brecce legate all’interazione fra acqua e magma. In questi depositi iniziali sono infatti presenti abbondanti inclusi litici fumarolizzati e non, come pure si riconoscono frammenti di due magmi distinti man mano che l’eruzione procede. Questi caratteri (dei prodotti) testimoniano la presenza di un sistema idrotermale che al momento dell’eruzione esplode violentemente “ per l’interazione del magma con l’acqua del sistema stesso (eruzione freatomagmatica); ma anche l’interazione fra due magmi a composizione diversa, dove quello più caldo, risalendo da un serbatoio più profondo, può aver innescato l’eruzione di quello più freddo e denso vicino alla superficie (la cupola di cui si è detto nel primo paragrafo).
Al termine di questa eruzione, il condotto vulcanico ed il cratere della Fossa di Vulcano rimangono ostruiti, ed il vulcano entra in una fase di attività caratterizzata solo da periodi di degassamento. Nel corso dell’ultimo secolo, l’intensità del degassamento è stata molto variabile e molto spesso concentrata sul bordo settentrionale del cratere, con flussi più elevati che altrove.
L’attività post 1888-1890 e i recenti episodi di unrest della Fossa di Vulcano
Per almeno un ventennio dopo l’eruzione 1888-’90, l’attività delle fumarole e l’emissione di gas subirono una battuta d’arresto e una forte diminuzione. Ma lo stato del vulcano cambiò ancora, e dall’inizio del secolo scorso sono avvenuti alcuni episodi di unrest (termine usato nel linguaggio internazionale per descrivere uno stato di “agitazione” di un vulcano).
Nel 1916, fu il Prof. Ottorino De Fiore a riscontrare un marcato risveglio dell’attività fumarolica nel settore N-NW de La Fossa, misurando temperature elevate in due diversi punti: 352 °C a cavallo dell’orlo craterico settentrionale (da una una nuova frattura radiale, con andamento N-S) e 416 °C (da un’altra frattura sulla parete craterica interna, sotto la prima, con andamento E-W). Successivamente, le misure di temperatura alle fumarole furono prese sporadicamente dai pochi scienziati recatisi a Vulcano. Fra questi, Ludovico Sicardi che andò sull’isola più volte e molti anni dopo, scriverà che il degassamento era molto diminuito nella sua visita del 1937 e documenterà le misure prese negli anni precedenti (Tabella 1).
Tra il 1940 e l’inizio degli anni ’70, le attività di emissione dal cratere de La Fossa, rimasero deboli. Una nuova fase di riscaldamento delle fumarole del cratere ebbe inizio alla fine del 1977 e subì una serie di fluttuazioni, associate a variazioni significative del contributo di “gas magmatici”, ovvero quelli direttamente prodotti dal degassamento del magma (CO2, SO2, H2S). Nel febbraio 1980 venne misurata una temperatura relativamente elevata (315 °C), ma nel corso di quell’anno e fino al gennaio 1984 i geochimici osservarono valori di temperatura in calo e solo lievi cambiamenti nella composizione chimica dei fluidi emessi. Da allora ad oggi, i dati raccolti dalle reti di sorveglianza identificano diverse fasi di incremento dell’attività fumarolica. La più lunga e problematica è stata sicuramente quella compresa fra il 1987 e il 1993.
Nel 1988, si verifica il distacco di una frana dal versante settentrionale del cono che finisce in mare e produce, secondo alcune testimonianze, un’onda anomala.
La temperatura delle fumarole sul bordo craterico cresce a più riprese raggiungendo i 650 °C nel 1991 e 690 °C nel giugno 1993. Si osserva un aumento della superficie esalante (da 50 m2 nel 1983 a 650 m2 nel 1990), accompagnato da un aumento del tasso di emissione. Il 28 gennaio 1991 si registra un evento sismico di lungo periodo (Magnitudo 2.6). Nel corso degli anni successivi, la temperatura dei gas si è progressivamente abbassata, ma l’attività esalante ha continuato ad avere periodi di maggior intensità ed estensione areale nel 2004-2005 e nel 2009.
La situazione attuale e le variazioni del sistema in corso
A partire dal mese di luglio 2021, ed in particolare dai primi di settembre, i sistemi di monitoraggio dell’INGV hanno messo in evidenza la variazione di alcuni segnali geofisici e geochimici, in particolar modo quelli legati all’attività del sistema idrotermale che alimenta le fumarole del cratere della Fossa e l’area degassante di Grotte dei Palizzi, posta alla base meridionale del cono.
In particolare, sono stati osservati un aumento della temperatura di queste fumarole e una variazione nella composizione dei gas, con un maggior contributo di componenti direttamente legati al degassamento magmatico (CO2 e SO2). L’aumento del rapporto isotopico dell’He (un tipico indicatore magmatico), registrato dalla Sezione INGV di Palermo è coerente con questa variazione.
La temperatura dei gas fumarolici è aumentata fino a valori massimi di 340°C (figura 8), con punti sul fianco interno del cratere dove la crescita ha superato i 100 °C. È aumentato anche il degassamento diffuso lungo il bordo meridionale del cratere.
Le caratteristiche di questi gas suggeriscono un’origine a partire dal degassamento di un magma di composizione latitica che si ipotizza esistere a profondità comprese fra 3.5-4 km (altri episodi di unrest avvenuti nel 2004 e nel 2009 sembrano associate a corpi magmatici leggermente più superficiali).
Alla base del cono de La Fossa, temperatura e salinità delle acque di falda misurate in continuo in un pozzo termale sono entrambe aumentate, così come il degassamento diffuso dai suoli in alcuni siti (e.g. Grotta dei Palizzi, Camping Sicilia). Non si osserva invece un incremento significativo del degassamento diffuso, né anomalie nella falda termale, nelle aree dell’abitato di Vulcano Porto e più distanti dal cono stesso.
Dal punto di vista sismico, a partire dal 13 settembre si è osservato un aumento significativo della microsismicità nell’area del cratere La Fossa (figura 9). Questa sismicità di bassa energia, in genere localizzata entro il primo chilometro di profondità sotto il cono, è legata sia a fenomeni di risonanza dei condotti che a processi di fratturazione in ambiente idrotermale, dove le rocce alterate hanno scarse proprietà meccaniche.
L’attuale fase di incremento è stata caratterizzata anche dalla presenza di eventi sismici (denominati VLP, Very Long Period events) con un contenuto in frequenza minore di quello osservato per le microscosse tipicamente registrate alla Fossa. Questi segnali sismici non sono mai stati registrati negli ultimi 15 anni (da quando è stata installata una rete “broadband” capace di identificarli), e la loro presenza è compatibile con un incremento dei fluidi che induce una pressurizzazione dei condotti e conseguenti fenomeni di risonanza. Queste osservazioni sono coerenti con quanto evidenziato dai dati di geochimica. Per quanto riguarda la sismicità da fratturazione (terremoti) legata alla dinamica delle strutture tettoniche presenti nell’area di Vulcano, non ha mostrato variazioni significative e si mantiene su un livello molto basso.
Relativamente alle deformazioni del suolo, a partire dalla metà di agosto le misure GPS hanno evidenziato una modesta dilatazione dell’area del cono della Fossa. Questo processo ha subìto un’accelerazione a metà settembre, ed è ancora in corso, con spostamenti massimi fino ad 1 cm (verso nord, sul lato settentrionale del cono). Tale deformazione del suolo sembrerebbe confermata anche dalle misure INSAR effettuate dal CNR-IREA, che indicherebbero uno spostamento verticale di circa 1 cm.
I livelli di allerta
Come per altri vulcani italiani, la gestione dell’emergenza vulcanica prevede l’utilizzo di 4 livelli di allerta – verde, giallo, arancione e rosso – che consentono alle autorità di Protezione Civile nazionali e locali l’attivazione di misure di mitigazione del rischio adeguate allo stato di attività del vulcano in sintonia con i dati del monitoraggio e le osservazioni disponibili.
Lo schema generale dei Livelli di allerta a 4 colori descrive, per ciascun colore, le fenomenologie osservate e probabili del sistema vulcanico monitorato, in funzione del suo progressivo allontanamento da una condizione di base, considerata di equilibrio (colore “Verde”). Il livello di allerta “Giallo” è un livello di attenzione e determina, come nel caso di Vulcano, un potenziamento delle attività di monitoraggio e sorveglianza, un raccordo informativo costante tra la comunità scientifica e le varie componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile, un aggiornamento dei piani di protezione civile ed un’ampia attività di informazione verso la popolazione residente sull’isola ed i turisti, con specifico riferimento all’innalzamento del livello di rischio.
In generale, i dati e le osservazioni raccolte dalle reti di monitoraggio, insieme alle valutazioni di pericolosità elaborate dall’INGV, sono tempestivamente trasmessi, secondo procedure concordate e ben definite, al Dipartimento della Protezione Civile (DPC), alle Autorità Regionali e Comunali di protezione civile, alle Prefetture competenti e agli altri Centri di Competenza eventualmente coinvolti. Sulla base di queste informazioni, il DPC definisce il livello di allerta da assegnare al vulcano. Il sistema di allertamento che il DPC ha predisposto in collaborazione con lo stesso INGV e con altri Centri di Competenza, esprime quindi, in modo semplificato, lo stato di attività del vulcano e la sua possibile evoluzione a breve termine, contemplando gli scenari plausibili e la loro rilevanza, a scala locale o nazionale.
Tuttavia, occorre tenere ben presente che alcune fenomenologie vulcaniche sono del tutto imprevedibili e che pertanto, anche con il livello di allerta “Verde”, il rischio non è mai da considerarsi nullo. Per maggiori informazioni sul rischio vulcanico si trovano sulla pagina del DPC dedicata a Vulcano.
Possibili sviluppi
Come potranno evolvere questi fenomeni? Cosa ci aspettiamo possa accadere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi?
Purtroppo non possiamo rispondere con certezza a queste domande, poiché lo studio attento degli episodi di unrest passati ci insegna che nelle prossime settimane/mesi le anomalie dei diversi parametri oggi osservate potrebbero acuirsi oppure attenuarsi per tornare ai valori registrati negli scorsi mesi/anni.
È importante evidenziare che l’isola di Vulcano, già in condizioni ordinarie ossia con livello di allerta Verde, presenta una certo grado di esposizione a fenomeni pericolosi quali gas tossici o asfissianti rilasciati dalle fumarole e con temperature elevate in diverse aree del cratere e di Vulcano Porto e Spiaggia di Levante, ed in generale per la grande vicinanza del principale centro abitato al centro attivo di La Fossa. Va sottolineato poi che l’emissione di gas non avviene esclusivamente nelle zone dove ci sono fumarole ben visibili. La propagazione del gas può avvenire infatti anche in modo diffuso, attraverso il suolo, e senza che ci siano segni evidenti a segnalarne la posizione, come i caratteristici depositi gialli di zolfo che si notano sul bordo craterico. Queste emissioni diffuse possono essere particolarmente insidiose proprio perché non si notano e possono causare accumuli al suolo di gas, talvolta privi di odore e colore. Questi gas invisibili sono più pesanti dell’aria e possono facilmente saturare avvallamenti o luoghi chiusi, sostituendosi all’aria respirabile. Per questo occorre la massima cautela in prossimità delle zone di emissione (a terra o a mare), in zone sottovento, in aree topograficamente ribassate e in luoghi chiusi. In questa nuova fase caratterizzata dal Livello di allerta Giallo, tali fenomeni potrebbero intensificarsi con conseguente aumento del rischio.
Al momento in cui scriviamo (inizio ottobre 2021), i fenomeni e le anomalie osservati riguardano solamente la parte sommitale de La Fossa, ma non si può escludere che in prossimo futuro si possa rilevare un ulteriore aumento dei parametri monitorati e un allargamento dell’estensione areale di queste anomalie anche nelle aree più distanti da La Fossa, a terra e a mare.
L’esistenza di un sistema idrotermale così attivo presenta inoltre la possibilità di eruzioni freatiche, innescate cioè non dal magma ma dai fluidi idrotermali. La circolazione di fluidi idrotermali si accompagna spesso alla deposizione di concrezioni di vario tipo. Quando questo avviene all’interno dei condotti fumarolici, si possono creare delle ostruzioni che impediscono o limitano la circolazione dei fluidi. In questi casi, la pressione all’interno del sistema idrotermale può aumentare in modo considerevole, fino a causare la frammentazione delle rocce, e dunque un’esplosione che avviene anche in assenza di magma. Dal momento che non coinvolgono movimenti di grandi corpi magmatici, le eruzioni freatiche generalmente non sono accompagnate da quei segnali attesi prima di un’eruzione magmatica, e questo le rende ancor più pericolose.
Il personale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è costantemente impegnato nelle attività di monitoraggio e sorveglianza, in particolare con il proprio personale dell’Osservatorio Etneo e della Sezione di Palermo e con il coordinamento del Centro per il Monitoraggio della Isole Eolie, per osservare i fenomeni in corso e cogliere eventuali nuove variazioni, seppur piccole, dei parametri monitorati. Per questa ragione, l’INGV sta provvedendo al potenziamento delle reti di monitoraggio e sorveglianza esistenti. Da circa due mesi sono attive 6 nuove stazioni di misura di flusso di CO2 dal suolo e concentrazione in aria nell’abitato di Vulcano Porto. Inoltre, negli ultimi giorni, l’Osservatorio Etneo ha installato nuove stazioni sismiche a integrazione di quelle esistenti sull’isola e ha progettato la sistemazione di una nuova telecamera termica che inquadri l’area fumarolica del cratere. Nelle prossime settimane, sono previste ulteriori campagne di misura ed a metà ottobre sarà effettuata la campagna annuale di misure GPS tra le isole di Vulcano e Lipari.
Sul fronte dell’informazione, l’INGV è impegnato con frequenti comunicazioni su tutti i propri canali, e sta dedicando particolare attenzione agli abitanti di Vulcano e ai turisti presenti sull’isola, mantenendo aperto il Centro Informativo del Porto di Ponente (Centro Marcello Carapezza), dove sarà possibile avere informazioni aggiornate sui fenomeni in corso.
La foto del 30 settembre 2021 pubblicata sul Notiziario dei due comandanti e del loro ospite non è un caso. Come quella storica di personaggi eoliani con bottiglie semivuote di vino in mano, passerà alla storia diventando una delle tante foto leggendarie di personaggi tipici eoliani, nati e vissuti alle Eolie. Naturalmente a differenza di quella storica, i personaggi odierni delle Eolie ne dovranno mangiare di aragoste sempre incassando soldi ad iosa. Quando passerà il secolo, ci sarà chi tirerà fuori l’immagine di oggi e non sarà dissimile da quella dei personaggi storici che fecero epoca. Anche i fatti di oggi saranno per il domani, faranno storia e legge come il famoso consiglio dei tre minuti e come la famosa causa di reintegra nel possesso per la rimozione il cui prezzo pieno per le sole due fasi cautelari è di 15.000,00 euro. Fatti e circostanze da non dimenticare.
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La Cassazione rende possibile la tassazione anche sulle mance ricevute in contanti, che saranno considerate come reddito da lavoro dipendente. L'ordinanza n. 26510 del 30 settembre 2021, in cui è stato accolto il ricorso avanzato dall'Agenzia delle Entrate contro un lavoratore dipendente, nello specifico il capo ricevimento di un hotel, che durante l'anno era riuscito ad incassare 77.321,00 euro di mance, successivamente depositati presso un istituto bancario. Il Fisco aveva inviato un avviso di accertamento per sottoporre a tassazione la cifra considerata come reddito di lavoro non dichiarato. Il lavoratore si era rivolto alla Commissione tributaria provinciale, che aveva respinto il ricorso, e poi alla Commissione tributaria regionale, che aveva invece ritenuto non tassabili le somme percepite a titolo di mance. Da qui il ricorso in Cassazione dell'Agenzia delle Entrate, che deduceva la violazione e la falsa applicazione dell’articolo 51, commi 1 e 2, Tuir.
ISOLA UVA
Il riposo
é il movimento perpetuo
del pensiero che cerca negli altri
la forma di tutti i desideri.
Con la tristezza come poesia
allo stato brado sapendo
di doverla cavalcare
con gli orgasmi del piacere
generati dai momenti certi.
Come l'uva si arrampica e attorciglia
per lasciare il gusto
al movimento corporeo
dove la pace é l'applauso
dell'arte distante e vicina.
Perché l'anima non é
mai prigioniera di niente e di nessuno.
CONTROCORRENTEOLIANA: NOTIZIE
Le Eolie sono aggredite da notizie che vengono eruttate in continuazione come vulcani in fuga di potere. Alle Eolie tutto fa Notiziario. Dal sachetto di plastica in pancia alla tartaruga, ai porti, dai vulcani alla droga, dai capperi alla crisi politica, dalle terme di San Calogero ai fanghi di Vulcano, dalla sanità alla giustizia fino ai trasporti. Il livello politico viene costantemente monitorato da strombolani e vulcanari che ormai hanno il gas sotto il naso.
VERO&FALSO
-Politico eoliano é permaloso.
-Elettore eoliano é permaflex.
-Salina é zuccherata.
-Lipari é amara .
-Alicudi incaprettata.
-Panarea miagolata.
-Vulcano tutta panna.
INFORMAZIONEXINFORMAZIONE-ll Notiziario si legge e si ascolta col lettore automatico
LIPARI, VENDESI RUDERE DI CIRCA 100 MQ CON 20 MILA METRI QUADRI DI TERRENO IN LOCALITA' PANORAMICA E SPETTACOLARE. IN UNA VERA E PROPRIA OASI NATURALE DI VERDE. SI AMMIRANO IL MARE, I FARAGLIONI E IL CENTRO ABITATO DELL'ISOLA. IL TUTTO DOVE IL SILENZIO REGNA SOVRANO INFO 3939718272
L’intervista del Notiziario, a cuore aperto, al commissario Dino Alagna, dell’Asp Me
La situazione, i concorsi, gli incentivi, l’esercito, reclami e soddisfazioni, i 4 sindaci eoliani, il basso tasso di vaccinati di Leni e Lipari, il vaccino per l’ospedale di Lipari e…
Resta carenza personale per bandi andati deserti. Necessaria forma di premialitá per incentivare professionisti.
Commissario straordinario Asp: 'fatto tutto il possibile per dare servizi e prestazioni di qualità alla comunità'.
"Nonostante gli sforzi messi in atto dalla nostra azienda sanitaria, che ha subito bandito i concorsi per coprire diversi posti in pianta organica nelle differenti unità operative del nosocomio di Lipari, con rammarico dobbiamo registrare che quasi la totalità dei concorsi sono andati deserti, e in uno di questi il primo classificato ha anche rinunciato all'incarico.
Non demordiamo e continueremo a cercare il personale che occorre. Tuttavia, vista la realtà insulare, nell'ottica di perseguire la continuità assistenziale, la Regione ora dovrebbe pensare ad un forma di premialità, con una maggiore retribuzione o una migliore possibilità di fare carriera per incentivare i professionisti della sanità a scegliere Lipari come sede. Difatti, a parità di retribuzione e carriera, molti escludono ad oggi la possibilità di un trasferimento sull'isola".
A dirlo il commissario straordinario dell'Asp di Messina Bernardo Alagna che aggiunge: "Noi non possiamo rimproverarci nulla, non abbiamo trascurato alcuna possibilità, ma le attuali condizioni non attirano i i medici, quindi così come avviene per la scuola o per altri settori è necessario pensare ad una forma di "indennità" insulare.
Inoltre, pur impegnandoci sempre al massimo per garantire i servizi essenziali di prossimità, dobbiamo far comprendere agli isolani che, con l'attuale sistema sanitario, con regole non dipendenti dalla nostra azienda, alcuni attività saranno comunque da considerare fruibili solo in alcune strutture che, non necessariamente sarà possibile trovare nell'isola.
Pur riconoscendo dunque, la particolarità della condizione isolana, alcune scelte di logistica e politica sanitaria, non dipendono da libere scelte dell'Asp, ma sono condizionate dall'attuale piano sanitario che ha scelto il modello degli hub e spoke della rete ospedaliera, prevedendo la presenza di alcune Unità Operative a Lipari, ma non di tutte".
Sanità: Asp, incentivare medici a lavorare nelle Eolie
LIPARI - All’ospedale unico per sette isole Eolie e per i cento mila turisti estivi, resta la carenza di medici e infermieri per i bandi andati deserti. “E’ necessaria una forma di premialitá per incentivare i professionisti”.
Lo afferma il commissario straordinario dell’Asp Bernardo Alagna. "Nonostante gli sforzi messi in atto dalla nostra azienda sanitaria, che ha subito bandito i concorsi per coprire diversi posti in pianta organica nelle differenti unità operative del nosocomio – spiega Alagna - con rammarico dobbiamo registrare che quasi la totalità dei concorsi sono andati deserti, e in uno di questi il primo classificato ha anche rinunciato all'incarico.
Non demordiamo e continueremo a cercare il personale che occorre. Tuttavia, vista la realtà insulare, nell'ottica di perseguire la continuità assistenziale, la Regione ora dovrebbe pensare ad un forma di premialità, con una maggiore retribuzione o una migliore possibilità di fare carriera per incentivare i professionisti della sanità a scegliere Lipari come sede. Difatti, a parità di retribuzione e carriera, molti escludono ad oggi la possibilità di un trasferimento sull'isola".
“Le attuali condizioni – sottolinea il commissario - non attirano i i medici, quindi così come avviene per la scuola o per altri settori è necessario pensare ad una forma di indennità insulare. Inoltre, pur impegnandoci sempre al massimo per garantire i servizi essenziali di prossimità, dobbiamo far comprendere agli isolani che, con l'attuale sistema sanitario, con regole non dipendenti dalla nostra azienda, alcuni attività saranno comunque da considerare fruibili solo in alcune strutture che, non necessariamente sarà possibile trovare nell'isola".(ANSA)
IL SERVIZIO DEL TG3 SICILIA
GLI INTERVENTI:
Buongiorno direttore,
In merito ai concorsi banditi per Lipari, non accetterà mai nessuno per ovvi motivi. Costo elevato affitto di casa, non esiste una mensa per i dipendenti, costi elevati del biglietto aliscafo, assenza di specialisti per emergenze, ad esempio cardiologiche ecc ecc
Cordiali saluti
Lettera firmata
di Giuseppe Picciolo*
I nodi vengono al pettine e dopo anni di ragionamenti, di attese e di interminabili discussioni il commissario dell’Asp Messina, Bernardo Alagna, è arrivato alla conclusione che per poter dare assistenza sanitaria alle sedi disagiate, agli ospedali ed alle isole minori (come le Eolie) è necessario “mettere in campo” contratti ad incentivo e la clausola dei cinque anni di continuità assistenziale del personale medico.
Lo specialista operante nelle sedi disagiate potrà essere contrattualmente assimilato al personale sanitario che sta lavorando per far fronte al Covid19. Sono certo che questa misura verrà apprezzata da tanti giovani e brillanti medici che potranno così fare anche un progetto di vita senza essere costretti a continue sostituzioni.
E’ questa la chiave di volta per risolvere finalmente una triste storia della nostra sanità locale: cinque anni di contratto ed incentivi economici. Restiamo realisti e razionali per tutelare la salute pubblica ed il nostro vivere in comunità
*Deputato regionale di Sicilia Futura
di Sergio La Cava
Ho sicuramente apprezzato l intervento di Beppe Picciolo, uno dei politici più attenti al territorio, in merito al problema dell’associazione di medici all’ospedale di Lipari.
Chiedo però stavolta, di non mollare la presa e attivare i deputati regionali affinché si percorra con decisione e senza indugi la strada suggerita dall’ amico Picciolo, per altro prevista dalla legge, relativamente all’attivazione di un meccanismo incentivante nella formazione dei bandi necessari a ridare il personale necessario a un ospedale che per peculiarità territoriale ed importanza strategica dovrebbe rappresentare l’eccellenza.
Ricordo a me stesso e a tutti i politici che il disagio dell’insularità non può e non deve in alcun modo gravare sugli isolani e tanto meno sugli ospiti che ogni anno ci onorano della loro presenza.
----Riscontro con grande soddisfazione le comunicazioni che si stanno susseguendo a sostegno dell ospedale di Lipari. Un grazie dunque all on Calderone ,per aver depositato un ddl sull argomento,un grazie all on d Agostino che ha preannunciato un intervento anch esso all ars ,grazie a tutti deputati che,mi auguro,questa volta con la decisione di cui facevo cenno nel mio articolo pubblicato stamattina, riescano a portare a casa per noi eoliani e per i ns ospiti il risultato che da tanto,troppo tempo attendiamo. Sono certo che con l impegno di tutti,con l impegno messo son qui dall amministrazione e dal sindaco, e la sensibilità del n s presidente Musumeci il ns sogno/diritto potrà realizzarsi. Prego i deputati ancora una volta di seguire anche giornalmente questo problema ,affinchè anche le Eolie possano iscriversi tra i posti da abitare e visitare in tutta tranquillità. Il Vs impegno e soprattutto il conseguente risultato,nel suo piccolo renderà certamente più brillante il Vs mandato. Grazie
di Alessandro La Cava
Il dott. Alagna politicamente mente sapendo di mentire. Voglio vedere gli elenchi dei medici che hanno partecipato ai bandi perché credo che la verità sia un’altra e credo anche che volutamente non sono state convocate in tempo le commissioni d’esame relative ai bandi che sono scaduti il 22 marzo del 2021.
Mi stranizza l’idea che a distanza di 7 mesi ci si è accorti che “non ha partecipato quasi nessuno” e che addirittura,chi ha vinto uno dei bandi (l’unico per il quale è stata convocata la commissione d’esame)ha pure rinunciato!
Rinuncia il medico che viene chiamato dopo 7 mesi dalla scadenza del bando molto probabilmente perché,essendo appunto un medico,ha trovato nel frattempo un’altra collocazione e chi è addetto ai lavori certe dinamiche le conosce.
Adesso ci parlate di incentivi?ma non vi vergognate? Mi spiegate perché un vigile urbano,piuttosto che un insegnante od un vigile del fuoco,vincitore di concorso,viene felicemente a lavorare a Lipari senza fare musione alcuna ed i medici che mediamente percepiscono 5 mila euro al mese,si scoraggiano perché lavorare fuori sede è anti economico? Vergogna! Non ci credo!
Non credo a questa storiella,credo molto di più ai giochi di palazzo che producono consensi e che si muovono solo sotto elezioni e tutto questo gli è consentito perché abbiamo una classe politica,locale e regionale che è come la corazzata potemkin,“una cagata pazzesca”!
Spero che la gente comprenda che è arrivato il momento di alzare i toni e farsi rispettare e spero che il Sindaco comprenda,se non è politicamente complice,che è arrivata l’ora in cui è necessario togliersi la fascia per difendere il suo popolo. Non è mai troppo tardi!
CARENZA MEDICI ISOLE SICILIANE, AMATA (FDI): “INDENNITA’ INSULARE, INCENTIVI A GIOVANI E PUNTEGGI DI SERVIZIO, COINVOLGERE PENSIONATI ANCHE CON CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO”
“L’appello del commissario straordinario di Asp Messina Bernardo Alagna, sui bandi di concorso per medici nelle isole, in particolare a Lipari, andati a vuoto, non può restare inascoltato dalla politica.
Per questa ragione, come Fratelli d’Italia, con senso di grande responsabilità e collaborazione, la prossima settimana intendiamo formulare alcune proposte concrete all’assessore regionale alla salute Ruggero Razza per superare le difficoltà ormai croniche nel reclutare personale sanitario che possa svolgere attività nelle isole siciliane”.
Lo dice Elvira Amata, capo gruppo di Fratelli d’Italia all’Ars. “Intanto, dobbiamo pensare a rendere attuabile immediatamente “l’indennità insulare”, come concreto incentivo economico, ai medici e al personale sanitario che lavora nelle isole siciliane – spiega Amata.
Inoltre vogliamo proporre di riformulare i bandi per giovani medici, ai quali attribuire un punteggio maggiore se prestano servizio, per esempio, per almeno 3 anni nell’ospedale di un’isola da abbinare all’incentivo economico.
I giovani medici non vanno lasciati soli – prosegue – pertanto, dobbiamo affiancare loro colleghi in pensione che con contratti a tempo determinato di un anno vogliono continuare la loro attività offrendo l’esperienza in una struttura sanitaria di un’isola siciliana. Queste sono alcune proposte, che possono essere perfezionabili e migliorabili, ma c’è l’esigenza di fare presto e bene a tutela di tutti i cittadini che vivono nelle isole siciliane”, conclude Amata.
di Giuseppe Picciolo*
*Deputato regionale di Sicilia Furura
di Tommaso Calderone*
Ho appena depositato un disegno di legge che prevede un incentivo economico per tutto il personale sanitario che accetta e sceglie di prestare servizio nelle strutture sanitarie ubicate nelle Isole Minori e Zone disagiate.Ho individuato le somme per le coperture finanziarie.
I cittadini siciliani residenti nelle Isole Minori e nelle zone disagiate non possono più aspettare. Ovviamente l' iter legis, come al solito, sarà complicato ma il mio impegno sarà massimo.
Riaperta la chiesa della Purità di Maria SS. in Quattropani dopo i lavori di restauro, con la solenne celebrazione dell'Eucarestia presieduta dall'Arcivescovo S.E.R Mons. Giovanni Accolla e dal parroco Peppino MIrabito, e con la presenza delle Autorità, in testa il vice sindaco gaetano Orto e delle confraternite.
Presentato il volume dello storico Marcello Saija che ricostruisce un omicidio di Stato ai danni dell’on. Luigi Fulci deputato e poi ministro dei due governi Facta nel 1922
Nella cornice di prestigio del palazzo dei duchi di Santo Stefano a Taormina e stato ieri presentato il volume di Marcello Saija che ricostruisce un omicidio di stato ai danni dell’on. Luigi Fulci deputato e poi ministro dei due governi Facta nel 1922. Si tratta di una straordinaria pagina di storia che ha per sfondo Messina e per protagonisti molti degli uomini che all’epoca governarono la città del Peloro.
A presentare il volume lo storico Fabio Rugge già magnifico rettore dell’Università di Pavia e La professoressa Francesca Gullotta assessore alla cultura del comune di Taormina. A fare gli onori di casa l’antropologo Mario Bolognari, sindaco di Taormina ed appassionato studioso delle cose di Sicilia. Nonostante il tempo inclemente la sala era gremita di un uditorio attentissimo che ha dato vita ad un dibattito di grande interesse.
Fabio Rugge che era venuto nell’isola anche per onorare il dottorato onoris causa dato all’imprenditore pattese Salvatore Ruggeri nella conclusione dell’evento ha commentato : “la Sicilia è sempre fonte inesauribile di cultura nell’arte come nell’imprenditoria, nelle vicende politiche così come – come avete visto oggi – nella storia”(messinaweb.tv)
Stromboli, terra irrequieta, natura stanca, il nuovo turismo dei barconi che lotta col vecchio, le barbe dell’isola, la prima Biennale con V. Sgarbi e P.Levi, Napolitano, Dolce&Gabbana, trasporti, Piscità e…
trattenere l'emozione è il tema della corsa per trovare una difesa del territorio e dell’anima delle Eolie. Si cerca di aiutare il rimpatrio di tutto questo per dare una mano. Per quanto e come possibile. Ci sono progetti, come sempre, ma la salute è l’interrogativo senza misteri. Si vive sempre alla ricerca dell'amico perfetto per lasciarsi andare e dialoghi sulla meraviglia della vita svelata da un incontro, un gesto, una passeggiata, una scoperta, un incrocio di sentimenti veri compagni dell'esistenza con la dignità di certe sofferenze. L’immagine pubblica, o quantomeno l'immagine che molti hanno delle Eolie è quello che si vede e si legge 12 mesi l’anno.
Dal sole libero delle Eolie BuoNotiziario a tutti!
L’arcipelago eoliano é d'oro, “dolce&galbana”. Quasi provoletta di qualità. Il mondo degli stilisti&altro è carico di pubblicità. Eccetto qualche caso, mai con le isole d’oro dentro. Chissà perché. Dentro e fuori Eolie ci sono i volponi che con il nome delle Eolie sfruttano benissimo le vendite dei loro prodotti confezionali o imbottigliati con il nome eoliano che fa furore nel mondo. Ormai i sette nomi delle Eolie sono conosciuti non solo per la ex pomice, i capperi, il formaggio di Vulcano, malvasia e vini ma anche per gli ombrelloni modello Panarea, le lampade Filicudi, gli scopini Lipari, la sdraio Salina, il formaggio Vulcano, l'accendino Stromboli e quanto basta. Qualcuno per sanare il bilanico sta pensando ad una leggina. Una tassa di produzione con nome eoliano. Solo 5,00 euro a prodotto anche se cinese. Mentre si pensa a questa risorsa, i volponi affilano i coltelli per impugnare il provvedimento fotocopia delle troppe tasse.
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Info commerciale. Lipari, a Marina Lunga "L'Officina dei Ricambi" di Salvatore Stramandino
L'Officina dei Ricambi di Salvatore Stramandino è a Marina Lunga di Lipari: ricambi per auto e moto, noleggio, vendita scooter, mezzi elettrici e prodotti pulizia nautica.
Il mancato incontro tra offerta e domanda di lavoro costa all'Italia oltre 21 miliardi, pari all'1,2% del Pil. L'economia è in ripresa, le aziende vogliono assumere, ma mancano all'appello oltre 233mila profili professionali adeguati alla richiesta. Sono i dati che emergono dal focus Censis-Confcooperative "Mismatch, il grande gap da sanare. La ripresa c'è, i lavoratori no". Se le imprese fossero riuscite ad assumere tutto il personale di cui hanno bisogno, sottolinea il rapporto, la crescita del Pil nel 2021 sarebbe salita dal 5,9% al 7,1%.
Analizzando i settori il tasso di posti vacanti supera la soglia del 2% nelle costruzioni (2,4%), nei servizi di informazione e comunicazione (2,1%) e nelle attività artistiche, sportive e di intrattenimento (2,1%). Nelle attività di alloggio e ristorazione il tasso raggiunge il 2,3%, con un incremento di 0,4 punti rispetto al primo trimestre di quest'anno. Permane la piaga dei Neet. Fra i giovani della fascia 15-29 anni (poco più 9 milioni) 1 su 4 (2 milioni e 100mila) non lavora e non è impegnato in percorsi di istruzione e formazione. Più della metà è costituito da donne (52,7%) e la quota di giovani con un basso titolo di studio è del 36,8%. Sorprende il numero di chi è in possesso della laurea: 258mila, pari al 12,3% del totale dei Neet.
ISOLA RAPE
Aspettano l'alba sul mondo
dove sconosciuti uccelli
vanno lontani dal cuore
e dalla conta.
Fuggono con le ali infuocate
oltre le rupi e con le rape
in bocca.
Chi ferma i voli
sono i consoli e gli ambasciatori
che l'isola elegge sulle vie della fuga.
Ottimi passeggeri
cercano nel passeggio
solo il passaggio e basta.
CONTROCORRENTEOLIANA: ABBANDONO
Queste bellissime Eolie, uniche e rare, complete e perfette per doni naturali, mostrano giornalmente le loro ferite ambientali che vanno verso un tramonto morale senza uguali. Il termine abbandono non é solo una freccia o una frecciata contro la politica. E' l'arma letale con provenienza ignota e ignobile?
VERO&FALSO
-Politico eoliano sgomma.
-Elettore eoliano cancella.
-Stromboli ha il potre anti età.
-Panarea é un ricco cruciverba .
-Vulcano ha le sue barriere di protezione.
-A Lipari i materiali per materassi col caolino.
-Salina sogna il cappero d'oro.
INFORMAZIONEXINFORMAZIONE-ll Notiziario si legge e si ascolta col lettore automatico
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Malfa - Da circa 30 giorni lavori fermi per il nuovo porto finanziato dalla Regione con 19 milioni di euro.
Fra una sacchetto di capperi e qualche bottiglia di malvasia si dice che cia sia un contenzioso fra chi ha vinto la gara e il secondo classificato.
Fatto sta che il pontone ha abbandonato l'isola...
L'INTERVENTO
di Arturo Ciampi*
I lavori del porto di Scalo Galera non sono mai stati sospesi. I lavori oltre all'area portuale si svolgono anche sulle zone portuali di S. Agata e di Augusta. Su quest ultima, vi è il montaggio di una pesa necessaria a pesare gli scogli naturali cavati in una cava di Belpasso, che ha causato un po di ritardo per la loro collocazione al porto di Malfa, preventiva alla soprastante collocazione degli accropodi attualmente stoccati nell'area di S. Agata
La collocazione della pesa presso il porto di Augusta è stato completato quindi da lunedì' proseguirà lìapprovvigionamento degli scogli naturali che saranno trasferiti al porto di Malfa con la nave / pontone della ditta Zeta, una delle cinque imprese costituite in RTI la cui capogruppo è il Consorzio Stabile Infra Tech di S. Agata I lavori proseguono indipendentemente dal ricorso al Tar presentato dalla seconda RTI partecipante alla gara. Ricorso già rigettato dal Tar. Al momento si aspetta la decisione nel merito. A parere dei legali del Comune e del Consorzio aggiudicatario la decisione nel merito da parte del Tar, non dovrebbe mutare.
Rup Comune di Malfa
di Salvatore Leone*
Sulla risposta fornita dal Rup Arturo Ciampi all’articolo relativo ai lavori al porto di Malfa pubblicato dal Notiziario ed al contenzioso avanti al Tar di Catania promosso dalla seconda ditta che ha partecipato all'appalto, devo precisare un mio punto di vista legale. Il Rup del Comune di Malfa in merito alla decisione del Tar, riferisce che il ricorso è stato già rigettato e che si attende la decisione del Tar. Non conoscendo la vicenda giudiziaria, non sono in grado di esprimere un giudizio sui motivi che hanno indotto la seconda ditta ad impugnare l'appalto, posso però confermare che il Tar, si è pronunziato sulla richiesta di sospensiva richiesta dalla ditta ricorrente e sicuramente non è stata accolta. Per tale motivo la causa è stata rinviata per il merito. Ciò, naturalmente, a differenza di quanto commentato dal Rup non significa che il Tar rigetterà il ricorso, potendo nella fase di merito, se ricorrono i presupposti, valutare la decisione indipendentemente dall'esito del rigetto della sospensiva. Non è la prima volta che il giudice amministrativo, nonostante il mancato accoglimento di una sospensiva, si pronunzia in maniera diversa. Quindi l'ultima parola spetta sempre alla decisione del Tar, naturalmente la relativa Sentenza emessa potrà essere impugnata avanti al CGA. E' la vita delle vicende giudiziarie, che finiscono, in mancanza di un accordo in una sentenza in cui non si potrà mai cantare vittoria se non passa in giudicato.
*Avvocato
NOTIZIARIOEOLIE.IT
Diciannove milioni e 200 mila euro per completare il porto di Malfa, uno dei tre Comuni dell'isola di Salina. Il governo Musumeci conferma grande attenzione nei confronti delle isole minori siciliane e finanzia un'opera attesa da ben trent'anni. Era il 1990, infatti, quando l'amministrazione cittadina conferì l'incarico a un professionista per redigere il progetto.
"Trent'anni - sottolinea il governatore - sono un tempo infinito se si pensa alle opportunità che sono state perse sotto il profilo turistico e, quindi economico. Si tratta, infatti, di un'infrastruttura in grado di aumentare sensibilmente il già considerevole appeal di questa perla dell'arcipelago delle Eolie. Un'opera interamente finanziata con risorse del bilancio regionale che sono state liberate dopo il mancato utilizzo in vecchi programmi di spesa. Abbiamo il dovere di renderle subito produttive e reinvestirle con l'obiettivo di lasciarci definitivamente alle spalle l'interminabile stagione delle incompiute. E Malfa rientra in questo elenco da cancellare al più presto".
“I lavori al porticciolo del Comune dell'isola eoliana - spiega l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone- erano stati sospesi nel 2011 proprio per mancanza di fondi. Il progetto, approvato e finanziato, prevede la riqualifica e l'adeguamento delle opere foranee, delle banchine, dello scalo di alaggio e dei fondali dell'approdo di Scalo Galera che avrà destinazione turistica e da diporto”.
Sarà adesso il Comune di Malffa a indire la gara d'appalto per affidare i lavori che dovranno essere ultimati in circa due anni.
APPROVAZIONE AMMINISTRATIVA PROGETTO ESECUTIVO DI RIUNIONE ED AGGIORNAMENTO DEI LAVORI DEL I° STRALCIO E DI QUELLO DI COMPLETAMENTO DEI LAVORI DI RIQUALIFICA E DI ADEGUAMENTO DELLE OPERE FORANEE, DELLE BANCHINE , DELLO SCALO DI ALAGGIO E DEI FONDALI DELL'APPRODO DI SCALO GALERA MALFA. FINANZIAMENTO DI 19 MILIONI 200 MILA EURO. PROGETTISTA PROGETTISTA L'ING FRANCESCO GIORDANO DI PALERMO, RUP ARTURO CIAMPI, CONSULENTE L'ING SALVATORE PERILLO
LA NOTA DI MUSUMECI
Oltre diciannove milioni di euro per completare la riqualificazione del porto di Scalo Galera nel Comune di Malfa, sull'isola messinese di Salina. Lo ha deciso il governo Musumeci che ha approvato la proposta del dipartimento regionale alle Infrastrutture di utilizzare le 'risorse liberate' della misura 6.03 del Por Sicilia 2000/2006. Il finanziamento servirà per migliorare "le barriere di protezione delle banchine, lo scalo di alaggio e i fondali". «Si tratta - sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci - di un intervento importante per l'approdo turistico dell'isola. L'adeguamento delle strutture permetterà infatti di migliorare l'offerta portuale diportistica delle Eolie. Un'operazione che si tradurrà in un servizio maggiormente efficiente e qualitativo, non solo per turisti e i visitatori, ma anche per gli stessi abitanti del piccolo Comune. Abbiamo il dovere di potenziare le infrastrutturali portuali, soprattutto in quelle aree dove il collegamento con la terraferma può avvenire solo via mare. Quello delle isole minori è un tema sul quale il mio Governo non si farà trovare impreparato».
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