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La Suprema Corte di Cassazione con sentenza ha accolto il ricorso proposto dall'avvocato Salvatore Leone nell'interesse dei propri assistiti F.A. e F.P. di Lipari, avverso l'ordinanza della Corte d'Appello di Messina che, a seguito istanza degli stessi, aveva rideterminato la pena in base alla sentenza della Corte Costituzionale, infliggendo ad entrambi la pena di 22.000 euro di ammenda e 4 mesi di arresto.

Il Supremo Consesso, accogliendo il ricorso, ha statuito che "gli effetti della declaratoria di incostituzionalità non sono paragonabili a quelli dello ius superveniens, poichè la dichiarazione d'illegittimità costituzionale inficia fin dall'origine la disposizione impugnata. Pertanto, le pronunce stesse fanno sorgere l'obbligo per i giudici - tutti i giudici, compreso quello dell'esecuzione - avanti ai quali si invocano le norme dichiarate anticostituzionali di non applicarle, a meno che i rapporti debbano intendersi ormai esauriti".

La Corte di Cassazione ha ribadito che "il giudice dell'esecuzione cui avevano fatto ricorso gli assititi dell'avvocato Leone deve realizzare una doverosa "bonifica" della sentenza irrevocabile, privandola degli elementi "inquinanti" che debbono essere eliminati ab origine perchè tamquam non fuissent".
La Corte di Cassazione accogliendo il ricorso ha annullato la sentenza impugnata rinviando alla Corte d'Appello di Messina per nuovo esame.

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