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E' tutto da rifare il processo di appello nei confronti dei tre imputati accusati di favoreggiamento nei confronti degli autori dell'incidente navale che provocò la morte del sub torinese Mauro Falletta, un medico anestesista di 34 anni che si trovava in vacanza alle Eolie. La Corte di Cassazione ha rispedito gli atti alla Corte d'Appello di Reggio Calabria dove si dovrà tenere nuovamente il processo.

Sia con sentenza di primo grado che di appello (prima sezione penale della Corte d'appello presieduta dal giudice Alfredo Sicuro) era stata confermata la condanna a 8 mesi all'ex patron di Aicon Pasquale "Lino" Siclari, al barcellonese Emanuele Bucalo, e a Giuseppe Cattafi. Era stato confermato anche il risarcimento a favore dei familiari della vittima, i genitori e la moglie, parte civile nel procedimento. La Cassazione ha azzerato tutto. A difendere gli imputati sono stati gli avvocati Pinuccio Calabrò, Gaetano Barresi e Angela Pino.

Nel 2006, nel corso delle prime indagini, gli uomini della Capitaneria di porto di Milazzo riuscirono a risalire allo yacht che stava transitando nell'area dell'incidente, ma non ai nomi delle persone che in quei frangenti si trovavano a bordo. I dipendenti del cantiere, compresi i tre imputati, in pratica furono accusati di avere costruito una "cortina fumogena" sulla tragedia, non fornendo alcun elemento utile per identificare le persone che in quel momento si trovavano sullo yacht.(oggimilazzo.it)

NOTIZIARIOEOLIE.IT

di Letizia Barbera

La corte d’appello ha confermato la condanna ad 8 mesi, pena sospesa, nei confronti di Pasquale Siclari, ex patron dell’Aicon, Emanuele Bucolo e Giuseppe Cattafi. Dovevano rispondere di favoreggiamento nei confronti di altre due persone che erano a bordo dello yacht che nell’estate del 2006 travolse e uccise un sub che si era immerso nelle acque dell’isola di Vulcano. Secondo l’accusa li avrebbero aiutati ad eludere gli accertamenti degli investigatori.

La tragedia si verificò il 13 luglio 2006. Mauro Falletta, medico e sub esperto, era in vacanza alle Isole Eolie insieme con la moglie, la figlia di 2 anni e alcuni amici. Quel giorno decise di immergersi nelle acque dell’isola di Vulcano, segnalando la sua presenza con una boa, ma fu travolto da uno yacht che dopo l’impatto si allontanò. 

Risalire all’imbarcazione fu un lavoro lungo e difficile, ma possibile grazie alla testimonianza di un ingegnere che per caso assistette all’incidente dalla finestra della sua abitazione e descrisse l’imbarcazione che si allontanava. Le indagini arrivarono al motoscafo ma non alle persone che erano a bordo. Dopo altro tempo furono individuate e giudicate a parte.

 La corte d’appello (presidente Alfredo Sicuro, giudici Maria Teresa Arena e Maria Eugenia Grimaldi) ha confermato quanto disposto il 21 dicembre 2015 dal tribunale di Barcellona, disponendo anche la rifusione delle spese sostenute nel processo d’appello  dalle parti civili rappresentante dagli avvocati Nino Favazzo e Cosimo Maggiore.(letteraemme.it)

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