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Categoria: Politica

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Ventotene festeggia. In settimana la Asl darà il via libera al ritorno dell’acqua potabile. Sono positivi i risultati delle analisi degli ultimi campioni prelevati dalle tubature. L’ordinanza che permetterà agli isolani di approvvigionarsi in sicurezza potrebbe essere firmata in questi giorni.

Il blocco risale a 10 mesi fa. Dai rubinetti scendeva un liquido torbido, effetto delle differenti caratteristiche dell’acqua di mare prelevata dal porto, scorporata dal sale e poi reimmessa nella rete in forma distillata. Questo ha provocato l’erosione dei tubi che hanno riversato nelle case di Ventotene getti ferrosi. Grazie ad accorgimenti tecnici e a un piano di sicurezza l’emergenza volge al termine con grande sollievo degli operatori turistici. I 4mila villeggianti in arrivo non avrebbero gradito, pericolo scampato.

Ventotene non è l’unica isola italiana a temere problemi idrici nel periodo più caldo e redditizio dell’anno. Un po’ tutte sono sotto la minaccia della siccità e del conseguente razionamento dell’acqua potabile: quelle che non si sono organizzate per tempo rischiano seriamente di restare a secco di tanto in tanto. Un deterrente per i vacanzieri, desiderosi di docce e refrigerio.

Il problema si ripropone ogni anno a inizio stagione e viene seguito da vicino dall’Istituto Superiore di Sanità che ha elaborato linee guida per la corretta dissalazione, considerata l’alternativa più saggia all’approvvigionamento tradizionale e meno affidabile (trasporto con cisterna e condotte sottomarine collegate alla terraferma). «Per fronteggiare le crisi idriche è un’ottima soluzione. A patto che gli impianti vengano realizzati in modo attento e sostenibile, soprattutto per quanto riguarda la purificazione e l’eliminazione del sale estratto, la cosiddetta salamoia. Lo scarico in mare può danneggiare l’ambiente marino, ma ci sono sistemi sicuri per evitarlo», dice Luca Lucentini, responsabile del reparto qualità dell’acqua e salute. I vantaggi sono anche economici. Il trasporto con le navi cisterna è dispendioso. L’oro blu costa 12-13 euro a metro cubo contro i 3 euro di quello preso dal Mediterraneo. Eppure i piani alternativi sono fonte di polemiche.

Potrebbe seguire l’esempio di Ventotene la perla dell’arcipelago pontino, Ponza, servita dallo stesso gestore della sorella laziale. Si discute su dove piazzare la pompa d’aspirazione e dove smaltire il sale. Anche all’Elba, dove la rete idrica è vecchia e mal funzionante, c’è un acceso dibattito. Seguire o no l’esperienza del Giglio? Qui e nella vicina Giannutri l’amministrazione comunale ha realizzato nel tempo, col contributo della Regione Toscana, dei sistemi di presa dal mare.

Capri, Ischia e Procida si affidano ancora alle vecchie condotte realizzate nel 1958, collegate con la terraferma e bisognose di rattoppi. Perdono per strada oltre la metà dell’acqua, caratteristica della bucherellata rete idrica italiana. Non solo: di tanto in tanto le centrali vanno in tilt e si torna a contare le gocce.

In Sicilia la Regione ha stanziato lo scorso mese due milioni e mezzo di euro per attrezzare le isole minori potenziando gli impianti già esistenti e creandone di nuovi. Hanno capito che con l’acqua potabile non si può scherzare. A Favignana, Alicudi, Filicudi, Panarea, Stromboli e Salina il rifornimento avviene con le cisterne. Vulcano, Lipari, Pantelleria, Ustica, Lampedusa e Linosa sono parzialmente autosufficienti, d’estate gli acquedotti funzionano a singhiozzo e occorre fare affidamento su un piano efficiente. Le Tremiti rimandano. Le isole non hanno fonti autonome di acqua, portata dalle navi. Un vecchio dissalatore non è mai stato messo in funzione.(corriere.it)

NOTIZIARIOEOLIE.IT

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di Gerardo Santomauro*

Sono profondamente rammaricato. Ho visto, come molti miei concittadini, il servizio giornalistico andato in onda il 9 aprile in prima serata nel corso del TG1 delle 20:00 e non posso nascondere il disappunto per le innumerevoli falsità che sono state enunciate dal gestore del servizio idrico integrato che ha installato l’impianto di dissalazione provvisoria.

Chiedo, pertanto, diritto di replica alle falsità riportate dalla giornalista del TG1 la quale, prima di mandare in onda il servizio, non si è premurata di contattare l’Amministrazione Comunale di Ventotene e chiedere se si poteva ritenere soddisfatta dell’installazione e del funzionamento dell’impianto di dissalazione, né si è premurata di accertarsi che quanto riferito da Acqualatina S.p.A. corrispondesse al vero.

Tengo a sottolineare che da ottobre 2018, a causa della pessima qualità dell’acqua che fuoriesce dai rubinetti delle utenze pubbliche e private, è stato necessario adottare un’ordinanza che ha vietato l’uso dell’acqua per usi domestici e per il consumo umano. Sono facilmente immaginabili i danni in termini economici a carico di molti cittadini, soprattutto quelli meno abbienti, costretti ad acquistare acqua in bottiglia per bere e per cucinare e finanche per lavarsi. Non sono ad oggi prevedibili i danni per la salute delle persone, che hanno il fondato timore di patire gravi conseguenze a causa di un prolungato utilizzo di acqua non potabile.

Ciò avviene perché l’acqua che fuoriesce dal dissalatore non è mineralizzata a dovere. Quindi, non è vero che l’acqua dissalata viene immessa nell’impianto arricchita di componenti minerali necessari alla salute.

Quanto alle altre inesattezze riferite nel servizio giornalistico del TG1, abbiamo la documentazione fotografica e le riprese subacquee che testimoniano che la salamoia viene scaricata in mare non al largo, bensì a ridosso della diga foranea all’interno dei massi posti a protezione della stessa, con le immaginabili ripercussioni a danno della fauna e della flora marina, che, come giustamente detto nel servizio, “mal ne tollerano la salinità, dieci volte superiore a quella del mare”.

Viene poi volutamente omesso e sottaciuto che l'opera di presa del dissalatore, per ragioni difficilmente comprensibili, è stata posizionata nel porto, che è notoriamente il luogo dove l'acqua è meno salubre e pulita.

Sia chiaro, l’Amministrazione non è contraria al dissalatore, ma chiede di essere coinvolta nelle scelte che riguardano l’individuazione della corretta ubicazione degli impianti e nella fase del controllo scientifico della qualità dell’acqua, nella massima tutela della salute di tutti gli isolani e dei turisti che frequentano l’isola.

L’Amministrazione di Ventotene ha cercato di contrastare in ogni modo questa operazione, così come è stata condotta, poiché alla luce dei fatti non sembra essere qualificata dal principale interesse diffuso della collettività isolana, certamente sensibile e propensa al tema della riduzione dei costi di approvvigionamento della risorsa idrica, purché questo non si traduca nei fatti, come sta accadendo, in un grave attentato alla salute dei cittadini e alla qualità dell’ambiente, tanto più se si considera che da oltre vent’anni le bellezze naturali dell’isola sono oggetto di specifica tutela prevista per le Aree Marine Protette.

Riteniamo che la televisione pubblica con questo servizio, riportando unilateralmente le menzogne riferite da Acqualatina S.p.A., abbia tradito in modo scandaloso la missione, che la legge le assegna, di effettuare una seria e documentata informazione. Siamo di fronte a un macroscopico travisamento dei fatti, che fanno assomigliare il servizio più a uno spot pubblicitario che a un serio e approfondito resoconto di accadimenti e fatti di rilevanza pubblica.

Ribadisco che sia dato pieno diritto di replica da parte del servizio pubblico della RAI non al sindaco di Ventotene ma a tutta la cittadinanza.

*Sindaco di Ventotene

IL SERVIZIO DELLA RAI

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5c7b9927-0910-429e-9823-c135a1ae4d5a-tg1.html

IL PUNTO E VIRGOLA

Non si calmano le acque al Comune di Ventotene per la potabilità dell’acqua erogata nel civico acquedotto. Il Comune non molla e “pec…ca” e “ripec…ca” a tutti gli organi competenti con Procura della Repubblica compresa. Colpa dell’impianto di dissalazione che immette elevati valori in ferro. Esami e contro esami con valori superiori alla norma compresi quelli del Boro. Così il Comune emette ordinanza in data 8. c.m. di non potabilità dell’acqua. Gli utenti sono preoccupati e segnalano. Con la salute non si scherza e visti i contenuti nell’acqua i provvedimenti devono essere …ferrei…In tutto questo incide la condotta che distacca le parti ferrose. Infine lo scarico della salamoia e dei reflui di lavaggio delle membrane puniscono pesantemente l’ambiente. Quando i luoghi e i sistemi sono questi, la gente dice che c’è tanta leggerezza! Sembra la pubblicità di un ex calciatore con l’uccellino e la minerale in mano…

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