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di Alessandra Serio

Parallelamente agli accertamenti sugli sciatori messinesi di ritorno dal Trentino, ha preso il via anche l’inchiesta parallela sulla campagna d’odio scatenata sui social contro gli effettivi o i presunti sciatori.

Molti professionisti, colpevoli soltanto di essere noti come appassionati di sci o di aver pubblicato foto sui propri profili social di passate settimane bianche, si sono ritrovati inseriti in liste di nomi e cognomi che hanno continuato a circolare prima sulle chat poi su Facebook.

“La nostra vita è diventata impossibile – racconta uno di loro – riceviamo continue telefonate di amici e parenti preoccupati per la nostra e la loro salute, e messaggi di indignazione e minacce, abbiamo paura per noi e i nostri cari”.

Diversi già ieri hanno smentito la notizia, dalle loro pagine Facebook, ma i loro nomi hanno continuato a circolare anche oggi, con tanto di foto, e non sono mancate le risposte e i commenti di chi non ha voluto credere neppure alle smentite, invocando misure severe.

Alcuni di loro si sono perciò decisi a denunciare l’accaduto all’autorità giudiziaria. Tra loro gli avvocati Santi Delia, Nino Cacia e Carlo Carrozza, l’ingegnere Giovanni Cardillo e il medico Simona Calogero. Di seguito spiegano perché.

“Nessuno di noi ha preso parte alla settimana bianca nel periodo tra il 29 febbraio ed il 7 marzo 2020, né a Madonna di Campiglio né in altre località sciistiche. Tutti i professionisti abbiamo continuato, nel predetto periodo, ad esercitare la loro attività lavorativa a Messina, con la diligenza e l’impegno di sempre.

Pertanto, non abbiamo – né avremmo potuto mai – mettere in pericolo l’incolumità di tutti coloro con i quali siamo entrati in contatto in questi ultimi 10 giorni (familiari, assistiti, collaboratori, amici).

Purtroppo, il comportamento di quanti (noti ed ignoti) – senza alcuna verifica della fondatezza delle informazioni ricevute – hanno pubblicato o inviato a mezzo sms o whatsapp anche i nostri nomi, condannandoci alla gogna mediatica, sta arrecando innanzitutto sconforto e panico nella popolazione e da ultimo ingenti danni all’immagine.

Motivo per il quale gli scriventi abbiamo già adito le competenti Autorità Giudiziarie per l’ottenimento degli opportuni provvedimenti a tutela dei nostri diritti.”

E’ stato costretto a smentire attraverso i social anche il dottor Alessandro Stagno d’Alcontres, gettonato dentista, che non ha preso parte alla vacanza, ma anche lui è finito nelle “liste” circolate, in versioni diverse e a più riprese. “Nessuno della nostra famiglia è andato a sciare – ha precisato il professionista – eravamo presenti in studio come molti pazienti sanno. In questo così triste momento siamo molto rattristati e preoccupati per il nostro paese, i nostri cari, i nostri pazienti ed il nostro lavoro”.

“Restiamo a casa e facciamo il nostro dovere”, esorta il dottore, che spiega di aver effettivamente programmato e prenotato la settimana bianca, disdetta ben prima della data prevista per la partenza.

Proprio il fatto che alcuni dei nomi inseriti erroneamente nelle liste erano di persone che avevano effettivamente preventivato la vacanza, pur non essendo poi partite – è uno degli elementi già seguiti come indicazioni dalle prime indagini.

Insieme, è emerso un altro dato: risalendo la catena dei post e dei messaggi chat, si individuano profili di soggetti del tutto estranei e lontani dalla cerchia di frequentazioni dei nomi presi di mira, ma tutti legati a loro volta da un unico comune denominatore. Da qui il sospetto che dietro la “campagna d’odio” ci sia una vera e propria regìa e non soltanto movimento spontaneo che si è auto alimentato attraverso i social e la legittima paura dei cittadini.(tempostretto.it)

Tramite l’avvocato Enzo Velini il paziente risultato positivo al coronavirus e ricoverato al Papardo, ha trasmesso una mail sia al Comune che all’Asp per ribadire di avere rispettato l’ordinanza. Il 56enne racconta del suo ritorno dal Trentino dall’aeroporto di Treviso e ribadisce d’aver segnalato all’Asp ed al Comune il suo rientro. Diffida chiunque dal diffondere i suoi dati, a tutela della privacy.

 

Gogna social

di Rosaria Brancato

Coronavirus ultimora- Il 56enne rientrato dal Trentino spiega d'aver seguito tutte le procedure prescritte.Tramite l’avvocato Enzo Velini il paziente risultato positivo al coronavirus e ricoverato al Papardo, ha trasmesso una mail sia al Comune che all’Asp per ribadire di avere rispettato l’ordinanza. Racconta del suo ritorno dal Trentino dall’aeroporto di Treviso e ribadisce d’aver segnalato all’Asp ed al Comune il suo rientro. Diffida chiunque dal diffondere i suoi dati, a tutela della privacy.

Egr Sig. Sindaco di Messina e ASP di Messina, la presente in nome e per conto del Sig. _____il quale, al fine di fare chiarezza e porre fine alla congerie di speculazioni che sono circolate sui vari social-media nonché a mezzo stampa, e soprattutto per fornire ogni utile e corretta informazione per gli accertamenti del caso, mi ha conferito l’incarico di esporLe quanto segue.

Volo diretto con Treviso

In data 29.02.20, la famiglia del mio assistito ed altre 2 coppie partivano da Catania verso l’Aeroporto di Treviso per recarsi con auto a noleggio direttamente a Madonna di Campiglio e trascorrere, quali appassionati di sci, una settimana bianca prenotata diversi mesi prima. Al termine della settimana in data 7.03.20 la famiglia del mio assistito e le predette due coppie rientravano in Messina con volo diretto Treviso – Catania, senza avere contatti con le altre comitive di concittadini che, come successivamente si è appreso, hanno volato su e da Bergamo.

La partita di tennis singolo

Nei giorni immediatamente successivi al rientro dei suddetti, nessuno dei predetti presentava alcun sintomo febbrile o altro sintomo che potesse destare allarme. In data 8 marzo u.s. il mio assistito, alle ore 9:00, effettuava una partita di tennis singolo presso il Circolo del Tennis e della Vela, e non presentando sintomi si recava presso la propria madre, mantenendo comunque le prescrizioni del Ministero della Salute, ovvero, evitando contatti fisici e mantenendo una distanza adeguata.

Il 9 si è autosegnalato all’Asp

Giorno 9.03.20, successivamente all’entrata in vigore del DPCM dell’8.03.20, il mio assistito con email indirizzata agli indirizzi pec del Comune e dell’ASP avvisava, ai sensi dell’Art 3 Lett. M del citato decreto, le competenti autorità di essere transitato da aereoporto ritenuto a rischio, e di stare tutti in buona condizione di salute, a tale comunicazione non è seguita alcuna ulteriore prescrizione da parte delle Autorità in indirizzo.

Il 9, 10 e 11 ha lavorato

Giorno 9 e 10 marzo mattina il suddetto si recava presso il proprio studio professionale per svolgere attività lavorativa non più procrastinabile, ed occorre precisare che nessun altro soggetto era presente nello studio oltre lui, e all’ora di pranzo faceva rientro al proprio domicilio. Giorno 11 marzo mattina il predetto si recava presso lo studio ove, come nei giorni precedenti, nessuno era presente, e successivamente in banca per fare rientro all’ora di pranzo al proprio domicilio. Giorno 8, 9 e 10 marzo la moglie del mio assistito, ed il figlio minore sono comunque rimasti precauzionalmente in casa senza incontrare o vedere nessuno. I giorni 12 e 13 marzo 2020 tutta la famiglia in argomento non è uscita da casa.

Dall’11 i primi sintomi

Giorno 11 marzo pomeriggio iniziava a lamentare forte mal di testa, mentre in data 12 marzo sono comparsi 2/3 decimi di febbre, in data 13 marzo persistendo un lieve stato febbrile, cercava di contattare telefonicamente il medico di base, ma non riuscendovi gli inviava comunicazione whatsapp rimasta priva di riscontro.

Nessuno ha mai risposto…

In data 14 marzo non ricevendo comunicazione né da parte del medico curante, né dal Comune né da parte dell’ASP, ai quali aveva precedentemente comunicato i propri spostamenti,  ed essendosi aggravate le proprie condizioni generali la moglie lo accompagnava presso l’Ospedale Papardo dove gli veniva effettuato il tampone risultato poi positivo.

Nessuno ha fatto controlli

Dal giorno 14 marzo 2020 il mio assistito, come noto a tutti, è ricoverato presso il presidio ospedaliero e da tale data non ha contatti con la famiglia la quale, compresa la madre, alla data odierna, non presenta alcun sintomo. Si precisa che a parte il mio assistito, nessuno dei componenti la famiglia in argomento dalla data della comunicazione effettuata il 9.03.20 è stato sottoposto ad accertamenti diagnostici, né gli è stato effettuato il tampone da parte delle competenti autorità sanitarie, né ha ricevuto alcuna prescrizione.

Si sono attenuti ai decreti

Specificato quanto sopra rappresento che Il Sig. _________, è il primo a rammaricarsi di quanto avvenuto, ma occorre precisare che sia lui che la sua famiglia si è attenuta scrupolosamente ai contenuti normativi vigenti all’epoca dei fatti, né mai hanno inteso agire in difformità da essi, e che gli spostamenti che hanno effettuato, nel momento in cui si sono verificati erano consentiti, che l’attività sportiva effettuata era consentita, che non appena gli sono state imposte prescrizioni si sono rigorosamente attenuti ad esse.Il mio assistito mio tramite manifesta la più ampia disponibilità a fornire ogni ulteriore chiarimento che la S.V. riterrà necessario e utile. Il mio assistito e la sua famiglia ringraziano medici, infermieri, e tutto il personale sanitario e parasanitario dell’Ospedale Papardo per l’assistenza prestatagli.

Diffida a divulgare il nome

Si diffida chiunque dal divulgare il nominativo del mio assistito, riservando in caso contrario ogni azione diretta a tutelarne la privacy e la sua incolumità ed ottenerne i risarcimenti di legge. Mi riservo di fornire i documenti citati nella suddetta missiva a vostra richiesta.

Distinti Saluti  Avv. Vincenzo Velini

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