ampConfronto serio e costruttivo sull’AMP delle Isole Eolie nell’incontro organizzato dalla Federalberghi Isole Eolie.

Riteniamo che nella nostra comunità ci sia estremo bisogno di imparare a confrontarsi, senza diffidenza e scevri da pregiudizi e derive strumentali, sulle questioni basilari dello sviluppo turistico del nostro arcipelago e che oggi sia stato fatto un piccolo passo in questa direzione.

All’incontro, aperto al pubblico e piuttosto partecipato, hanno preso parte gli esponenti di alcune importanti associazioni locali interessate all’argomento, imprenditori e membri della società civile.

Nelle battute iniziali, il presidente Del Bono ha chiarito immediatamente i limiti dettati dall’assenza di una proposta di AMP su cui confrontarsi. Ciò nonostante, era nell’intenzione dell’associazione poter approfondire i possibili contorni di un’AMP con riferimento alla perimetrazione, la governance e la sostenibilità sociale, economica e finanziaria dello strumento in questione.

Al tavolo dei relatori sedevano da una parte il rappresentante della Voce Eoliana, Angelo Paino e dall’altra il naturalista, rappresentante dell’Associazione Nesos, Pietro lo Cascio. Il primo ha sostenuto con forza le ragioni del no, principalmente a suo dire attribuibili ai rischi connessi ai costi e all’eccessiva burocratizzazione per l’accesso all’area da parte dei diportisti. A questi rischi, Angelo Paino, ha aggiunto quelli connessi alla composizione e al funzionamento del soggetto gestore e alla capacità dell’AMP di autofinanziarsi. Il secondo, ha invece rimarcato l’esigenza di dotarsi di uno strumento specifico di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, convinto che questo possa rappresentare una chiave oltre che per preservare il territorio anche per attrarre turisti sempre più sensibili alle tematiche dell’ambiente e interessati a visitare luoghi con un’elevata qualità ambientale.

Si sono quindi susseguiti diversi interventi – in prevalenza apparsi favorevoli all’istituzione dell’AMP - da parte dei partecipanti all’incontro che hanno comunque contribuito ad arricchire la discussione.

A chiusura dei lavori, le due parti sono convenute sull’esigenza di tutelare e valorizzare il patrimonio ambientale del nostro territorio. Angelo Paino ritiene che tale compito possa essere affidato al consorzio dei comuni eoliani che, attraverso un’azione coordinata con capitaneria di porto, garantirebbe il rispetto dei vincoli esistenti e quindi la tutela ambientale. Di contro, Pietro Lo Cascio, non ritenendo sufficiente, anche per la scarsità delle risorse disponibili, l’azione dei comuni e della capitaneria di porto, ha sostenuto con convinzione la necessità che l’arcipelago si doti di un’organizzazione strutturata e finanziata all’uopo che oltre a garantire la tutela dell’ambiente marino si occupi anche di valorizzarlo, amplificandone ulteriormente la qualità e la capacità attrattiva.

Il presidente di Federalberghi Isole Eolie, nel ringraziare i relatori e i partecipanti, si è dichiarato soddisfatto del dibattito, auspicando che ci si possa confrontare quanto prima su una proposta di AMP, in modo da consentire all’associazione di assumere una posizione e formulare delle osservazioni ben precise circa le tutele di carattere ambientale, sociale ed economico che ci si attende questa debba garantire.

L'AMP QUESTA SCONOSCIUTA

---Al fine dell'istituzione di un'area marina protetta, un tratto di mare deve innanzitutto essere individuato per legge quale " area marina di reperimento". Una volta avviato l'iter istruttorio all'area marina di reperimento, questa viene considerata come area marina protetta di prossima istituzione. Le aree marine protette sono istituite ai sensi delle leggi n. 979 del 1982 e n. 394 del 1991 con un Decreto del Ministro dell'ambiente che contiene la denominazione e la delimitazione dell'area, gli obiettivi e la disciplina di tutela a cui è finalizzata la protezione. Ogni area è suddivisa in tre tipologie di zone con diversi gradi di tutela. Sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicenti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l'importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono. Possono essere costituiti da un ambiente marino avente rilevante valore storico, archeologico-ambientale e culturale. 

La suddivisione in zone. Le aree marine protette generalmente sono suddivise al loro interno in diverse tipologie di zone denominate A, B e C.  L'intento è quello di assicurare la massima protezione agli ambiti di maggior valore ambientale, che ricadono nelle zone di riserva integrale (zona A), applicando in modo rigoroso i vincoli stabiliti dalla legge. Con le zone B e C si vuole assicurare una gradualità di protezione attuando, attraverso i Decreti Istitutivi, delle eccezioni (deroghe) a tali vincoli al fine di coniugare la conservazione dei valori ambientali con la fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente marino. Le tre tipologie di zone sono delimitate da coordinate geografiche e riportate nella cartografia allegata al Decreto Istitutivo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. 

Zona A (nella cartografia evidenziata con il colore rosso), di riserva integrale, interdetta a tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all'ambiente marino. La zona A è il vero cuore della riserva. In tale zona, individuata in ambiti ridotti, sono consentite in genere unicamente le attività di ricerca scientifica e le attività di servizio. 

Zona B (nella cartografia evidenziata con il colore giallo), di riserva generale, dove sono consentite, spesso regolamentate e autorizzate dall'organismo di gestione, una serie di attività che, pur concedendo una fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente influiscono con il minor impatto possibile. Anche le zone B di solito non sono molto estese. 

Zona C (nella cartografia evidenziata con il colore azzurro), di riserva parziale, che rappresenta la fascia tampone tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni all'area marina protetta, dove sono consentite e regolamentate dall'organismo di gestione, oltre a quanto già consentito nelle altre zone, le attività di fruizione ed uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale. La maggior estensione dell'area marina protetta in genere ricade in zona C. 

La Commissione di riserva. (L. n. 979 / 82 art. 28 e L. n. 426/98 art. 2 co. 16) La commissione di riserva affianca l'Ente delegato, nella gestione della riserva, formulando proposte e suggerimenti per tutto quanto attiene al funzionamento della riserva medesima. In particolare la commissione dà il proprio parere alla proposta del regolamento di esecuzione del decreto istitutivo e di organizzazione della riserva, ivi comprese le previsioni relative alle spese di gestione, formulate dall'Ente delegato. E' istituita presso l'Ente Gestore e sulla base di quanto previsto dall'art. 2, comma 339, della legge 24 dicembre 2007 n. 244 è così composta:

  • un rappresentante del Ministro, con funzioni di Presidente
  • un esperto designato dalla Regione interessata, con funzioni di vice Presidente
  • un esperto designato d'intesa tra i Comuni rivieraschi interessati
  • un esperto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
  • un rappresentante della Capitaneria di porto, su proposta del Reparto Ambientale Marino presso il Ministero dell'Ambiente
  • un esperto designato dall'Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)
  • un esperto designato dalle associazioni ambientaliste maggiormente rappresentative e riconosciute dal Ministero dell'Ambiente.

Iter per l'istituzione di un'area marina protetta. Nell'ambito dell'elenco di aree di reperimento stabilito dalle leggi, per l'effettiva istituzione di un'area marina protetta occorre innanzitutto disporre di un aggiornato quadro di conoscenze sull'ambiente naturale d'interesse, oltre ai dati necessari sulle attività socio-economiche che si svolgono nell'area. Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Difesa del Mare, per l'acquisizione di tali conoscenze e dati può anche avvalersi di istituti scientifici, laboratori ed enti di ricerca. Gli studi sono generalmente distinti in due fasi: nella prima viene esaminata la letteratura già esistente sull'area; nella seconda fase vengono effettuati gli approfondimenti necessari per un quadro conoscitivo concreto ed esaustivo. Successivamente gli Esperti della Segreteria tecnica per le Aree Marine Protette (art.2,co.14 L. n. 426 del 1998) possono avviare l'istruttoria istitutiva. Al fine di delineare una proposta della futura area marina protetta che ne rispetti le caratteristiche naturali e socio-economiche, gli Esperti della Segreteria tecnica arricchiscono l'indagine conoscitiva fornita dagli studi con sopralluoghi mirati e con confronti con gli Enti e le comunità locali. La definizione di perimetrazione dell'area (i confini esterni), la zonazione al suo interno (le diverse zone A, B e C), e la tutela operata attraverso i diversi gradi di vincoli nelle tre zone, sono parte dello schema di decreto istitutivo redatto alla fine dell'istruttoria. Sullo schema di decreto vengono sentiti la Regione e gli enti locali interessati dall'istituenda area marina protetta, per l'ottenimento di un concreto ed armonico consenso locale. Infine, come stabilito dal Decreto Legislativo n. 112/98 art.77, occorre acquisire il parere della Conferenza Unificata su tale schema di DM. A questo punto, il Ministro dell'ambiente, d'intesa con il Ministro del tesoro, procede all'effettiva istituzione dell'area marina protetta, autorizzando anche il finanziamento per far fronte alle prime spese relative all'istituzione (L. n. 394/91 art.18 e L. n. 93/01 art.8). Il Decreto Ministeriale, se non diversamente specificato, entra in vigore il giorno successivo dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. 

La gestione. La gestione delle aree marine protette è affidata ad enti pubblici, istituzioni scientifiche o associazioni ambientaliste riconosciute, anche consorziati tra di loro. L'affidamento avviene con decreto del Ministro dell'ambiente, sentiti la regione e gli enti locali territorialmente interessati. Come evidenziato dalla tabella, la maggior parte delle aree marine protette sono gestite dai comuni interessati. 

Il regolamento. (L. 979/82 art.28, L. 394/91 art.19 comma 6 e 93/01 art. 8 comma 8) Il regolamento dell'area marina protetta definisce in via definitiva e disciplina i divieti e le eventuali deroghe in funzione del grado di protezione necessario per la tutela degli ecosistemi di pregio.  Proposto dall'Ente gestore, sentito il parere della Commissione di Riserva, è approvato con decreto del Ministro dell'ambiente. Prima della formulazione del regolamento, un Ente gestore ha la facoltà di applicare delle discipline provvisorie per alcune delle attività che si svolgono all'interno dell'area marina protetta, naturalmente nell'ambito di quanto stabilito dal decreto istitutivo. 

Segreteria Tecnica per le Aree Marine Protette. La Segreteria Tecnica per le Aree Marine Protette è stata istituita dall'articolo 2, comma 14, della legge 9 dicembre 1998, n. 426, per istruire l'istituzione e l'aggiornamento delle Aree Marine Protette, per il supporto alla gestione, al funzionamento e alla progettazione degli interventi da realizzare con finanziamenti nazionali e/o comunitari. La legge 394/91 articolo 19 individua le attività vietate nelle aree protette marine, quelle cioè che possono compromettere la tutela delle caratteristiche dell'ambiente oggetto della protezione e delle finalità istitutive dell'area. I Decreti Istitutivi delle aree marine protette, considerando la natura e le attività socio - economiche dei luoghi, possono però prevedere alcune eccezioni (deroghe) ai divieti stabiliti dalla L. 394/91 oltre a dettagliare in modo più esaustivo i vincoli. A tal proposito si rimanda ad ogni singolo Decreto Istitutivo o eventuale successivo decreto di modifica e, laddove presente, al regolamento, per ognuna delle 16 aree marine protette. 

In generale la legge 394/91 vieta nelle aree marine protette

  • A) la cattura, la raccolta e il danneggiamento delle specie animali e vegetali nonché l'asportazione di minerali e di reperti archeologici;
  • B) l'alterazione dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche chimiche e idrobiologiche delle acque;
  • C) lo svolgimento di attività pubblicitarie;
  • D) l'introduzione di armi, di esplosivi e ogni altro mezzo distruttivo e di cattura;
  • E) la navigazione a motore;
  • F) ogni forma di discarica di rifiuti solidi e liquidi.
Ultima modifica: 22/07/2013
 
L'incontro
 
di Cristian Del Bono
 

Si terrà domattina, alle ore 10.00, presso l’hotel La Filadelfia, l’incontro organizzato da Federalberghi Isole Eolie sul dibattuto tema dell’istituzione dell’Area Marina Protetta delle Isole Eolie.

L’incontro, nella sua parte sarà aperto al pubblico e consentirà di ascoltare due voci tra loro discordanti - una in favore ed una contraria all’istituzione dell’area marina protetta – con l’obiettivo di acquisire le informazioni necessarie per la seconda parte della riunione che avrà inizio alle 11.30 e nell’ambito della quale gli associati a Federalberghi Eolie predisporranno una dichiarazione ufficiale sull’argomento.

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