Passata l’allerta rossa, l’Italia riprende in mano il tablet per la conta dei danni. La nostra nazione si vede aumentare le richieste di stato d’emergenza anche per il fortissimo maltempo che ha imperversato su buona parte del territorio. Ancora immagini-simbolo delle ultime precipitazioni con fiumi di fango che hanno travolto e inghiottito ogni cosa. Entroterra colpito in modo particolare dai temporali con frane, smottamenti, torrenti esondati, strade chiuse, allagamenti, borghi rimasti isolati. È facile donare le responsabilità ai cambiamenti climatici, al surriscaldamento terrestre che detta le sue leggi con eventi meteorologici sempre più intensi, alle difficoltà di prevedere dove i temporali scaricheranno maggiormente tutta la loro forza. Si commenta l’accaduto con la formula del disastro annunciato e delle sue circostanze aggravanti: il dissesto idrogeologico, la scarsa pulizia di fiumi, argini e alvei, il cemento selvaggio, l’abbandono delle campagne. Siamo figli e vittime della logica dell’emergenza vestiti di melma. La soluzione  potrà essere la politica-economica-ambientale dove le piogge straordinarie potrebbero diventare datori di lavoro. Nuove regole di spesa pubblica per sfruttare, e magari moltiplicare, i denari delle ricostruzioni anche per combattere la disoccupazione e la crisi economica potrebbe essere utile una sorta di “patto di sostenibilità” con  tantissima manutenzione del costruito e tantissima cura dell’ambiente naturale.

ISOLA DIGESTIVO

Guardano il sole con le mani sulla fronte

per evitare gli abbagli della vita

che sembra sempre finta e basta.

Chi vuol portare sulle spalle i raggi

deve girare nei paraggi, dove si sceglie in positivo

l’isola nel momento del suo digestivo.

Uomini cavano polvere dalle miniere antiche

dove vivono sepolti gli attrezzi dei colti

che sfruttavano i crateri eruttati

con bande di sbandati spesso ricercati. 

CONTROCORRENTEOLIANA