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di Felice D'Ambra


Giù le mani dalla Violenza sulle Donne & Rupi KAUR, la Poetessa che ha spopolato sul Web.
La violenza sulle donne ha avuto inizio il 25 novembre del 1960, proprio con la selvaggia uccisione delle tre sorelle Mirabal, allora attiviste della Repubblica Dominicana. Era il 17 dicembre 1999, quando nel Palazzo di vetro di New York, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, fu istituita la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. È da quel momento è l’occasione principale per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema.

Ma secondo il mio parere, sono passati tanti anni, e anche se ogni anno il 25 novembre è ricordata la “Giornata contro la Violenza sulle Donne”, si potrebbe anche dire, che poco è stato fatto. Le Nazioni Unite sono molto lontano, un po' come lo sono anche le Istituzioni. Nelle grandi Città italiane da sabato scorso, una marea umana ha inondato le strade dove chilometrici cortei “In Rosso”, ha sfilato contro la Violenza sulle donne. Purtroppo ancora l’altro ieri, la violenza disumana ha ucciso una donna che aspettava un bambino, mentre la violenza sulle donne, continua ad essere all’ordine del giorno, e non basta solo il colore rosso a fermare il corso di questo “Calvario di donne barbaramente uccise dalla lucida follia omicida umana”.

Tutto avvenne alcuni anni fa, quando sul Social Instagram è stata pubblicata la foto di una ragazza dormiente su un letto con i calzoni del pigiama e lenzuolo macchiati di sangue delle sue mestruazioni. La scrittrice Elena Ferrante, autrice del famoso romanzo “l’amica geniale”, fiction di grande successo su Rai 1, usa chiamare le mestruazioni “Marchese”, altre invece lo chiamano Monarca, le ragazze di oggi, solo ciclo mestruale. Cresce ogni giorno sempre di più in ogni essere umano, la spasmodica voglia di mettere nero su bianco, e scrivere libri, romanzi, gialli, poesie e via di seguito.

Anche se potrebbe essere opinione comune credere che la poesia sia qualcosa di pomposo, artefatto, antiquato; tuttavia molti artisti del 9cento in poi, hanno fatto una via diretta e chiara per comunicare i propri sentimenti, basti pensare alla poesia espressionista di poeti stranieri e del nostro “Bel Paese”. Ma non tutti i poeti, poetesse e scrittori hanno avuto il grande successo, come è avvenuto alla giovane poetessa Rupi Kaur con il suo primo libro pubblicato in Italia qualche anno fa: “Milk and Honey” (latte e miele). La foto insanguinata postata dalla giovane scrittrice è stata considerata indecente, creando disgusto e indignazione di migliaia affezionati di Instagram, tanto che la stessa è stata immediatamente censurata dai responsabili del Social.
La stessa foto però, è stata riproposta quasi subito da Rupi Kaur, adducendo che la foto è stata tratta dal progetto “Period”, una serie fotografica sulle mestruazioni, che lei aveva realizzato per un corso di retorica visiva all’Università. Sanguino ogni mese afferma la poetessa, dal mio grembo può nascere una vita, e anche se poche volte le mestruazioni, sono viste in questo modo, quel sangue in altre epoche, in alcune civiltà, era considerato sacro, lo è ancora; anche se, la maggioranza della società lo fugge, considerandolo ripugnante, che invece è naturale. Molte donne invece, si sentano più a proprio agio con la pornificazione e la sessualizzazione, che con il proprio angue. Non perdono tempo per esprimere la loro repulsione verso quel tipo di immagine, verso questo, invece sì.

L’autrice del libro e della foto Rupi Kaur, è una poetessa canadese di origine indiana, figlia d’arte. Ha iniziato a scrivere in versi ed esplicite vignette, che messi insieme come una raccolta, ne ha fatto un libro di poesie. Nelle liriche del suo libro, che sembra essere una bibbia della femminilità, di un universo in cui perdersi, di una fonte di gioia e di emozioni profonde. Rupi Kaur parla d’amore di violenza, dolore, abbandono, guarigione. Lei racconta della fragilità femminile; di uno strumento per affrontare tramite la poesia, un viaggio attraverso i momenti più difficili della sua vita. Lei nel raccontare della violenza sulle donne, della resilienza, incoraggia e ripete, che per essere amate, le donne, prima di tutto devono amare sé stesse.

Dure e commoventi, leggere le sconcertanti parole di Rupi Kaur, che toccano profondamente il cuore di tutti coloro che cercano consolazione e coraggio nella forza della poesia. Il libro della Kaur è un libro che ogni donna, non ogni lettrice ma proprio ogni donna, dovrebbe tenere sul proprio comodino o sul tavolino in salotto e leggerlo come un fiume che scorre lentamente. Leggere una poesia splendidamente onesta, che narra le esperienze quotidiane e collettive dell’universo femminile contemporaneo. Una poesia schietta che affronta temi imprescindibili come il femminismo, l’amore, il trauma e la guarigione, in versi che scorrono veloci come musica, che vibrano come corde di violino. Una scrittura che ha in sé coraggio, bellezza e saggezza. Un manifesto femminista attualissimo, quasi come un messaggio per tutte le donne che Rupi Kaur,, le sta conquistando di tutte le età, nel mondo. Nella scrittura l’autrice adotta uno stile particolare: non usa maiuscole e l’unico segno grafico di cui si avvale è il punto.

La ragione della sua scelta e che nella sua lingua madre ill “Punjab”, non si fa distinzione fra maiuscole e minuscole ed esiste unicamente il punto, perciò, pur non sentendosi in grado di scrivere nella lingua parlata dalla sua famiglia, Rupi Kaur, cerca di preservare le origini, riportando la stessa struttura sull’Inglese. Così ne risulta un linguaggio semplice, diretto ed essenziale. Il libro è suddiviso in quattro macro sezioni: The Hurting (la sofferenza), The Loving (l’amore), The breaking (la rottura), e the healing (la guarigione.
“Il libro Milk and Honey (latte e miele) della giovane poetessa canadese Rupi Kaur, che da oltre tre anni è ai vertici della classifica, che continua l’ascesa sul Web, è stato definito dalla Grande critica globale il “Fenomeno Mondiale della letteratura, in particolare poesia”.

NOTIZIARIOEOLIE.IT

23 NOVEMBRE 2019

 

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