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plocasciopiccoladi Pietro Lo Cascio*

Mentre con la Sinistra siamo impegnati nella solitaria difesa del proletariato da barcone, mi permetto di suggerire al segretario del PD di chiarirsi le idee in merito alla coesistenza di tassa di sbarco e imposta di soggiorno: da quanto scrive si desume che egli la ritenga evidentemente possibile, ma non è così. Senza statistiche e sempre a spanne, lo invito a riflettere se in un momento di crisi anche quei pochi euro a testa lasciati dai proletari del barcone aiutino a pagare, per esempio, il suolo pubblico, raddoppiato subito dopo l'insediamento dell'attuale amministrazione di centro-sinistra.

*Consigliere comunale de La Sinistra

asidoti3di Angelo Sidoti

Queste erano le ultime parole famose di qualche mese fa: strategia di risposta alla crisi (...) "puntare su una corretta gestione della macchina amministrativa sia col pareggio di bilancio ed il rispetto del patto di stabilita' attraverso la riduzione della spesa amministrativa, sia con aumento di imposta secondo criteri di equità, sia con nuove norme che non ricadono sui cittadini residenti". Spero che nel prossimo Giugno qualcuno ci esponga nel concreto i principi di corretta gestione amministrativa dell'Ente, i criteri di equità ed i risparmi che abbiamo ricavato dall'applicazione di nuove norme. Che la tassa di sbarco serva per salvare il bilancio comunale ormai e' chiaro a tutti. Tentativi su tentativi dalla Regione al Governo. Mi sembra che qualcuno giochi al gratti e vinci. Ma non preoccupiamoci tanto c'e la maggioranza che vigila e si vede
bene il risultato. La verità che la tassa di soggiorno lascia pochi spazi di manovra sia all'Ente che agli imprenditori del settore mentre la tassa di sbarco così come articolata e' tutto grasso che cola, salvo verificare i risultati in negativo o in positivo a consuntivo.

smerlinodi Saverio Merlino*

Leggendo la nota critica dell'amico Pietro Lo Cascio (del quale ho sempre apprezzato il suo impegno e la sua costante presenza su tanti temi della politica locale), sulla mia posizione a proposito della tassa di sbarco, non ho capito se le sue critiche fossero più motivate dalla differenza fra le mie e la posizione dell'Amministrazione (estensione della tassa anche ai croceristi, precisazione di alcuni centri di spesa caratterizzanti) oppure dal fatto che insistiamo nel colpire i barconi che SEL deve aver scoperto come la nuova avanguardia del proletariato e quindi intoccabili.
Facciamo anche fatica ad ascrivere i croceristi nelle centinaia di persone che vengono alle Eolie per lavoro o per incontrare amici e parenti o visitare una proprietà (che come si sa non è più un furto neppure per l'estrema sinistra) perché anche se oggi si va in crociera con 500 € (cui vanno aggiunti - a meno di sottoporsi a un regime monacale - costi di trasferimento, spese sulla nave e nei luoghi di sosta) difficilmente un disoccupato riesce a permettersela.
Quanto poi al fatto che probabilmente i croceristi spendono più dei barconisti, lo diciamo a spanne perché purtroppo non abbiamo statistiche da sfoggiare.
Quante alle finalità della tassa di sbarco le abbiamo prese paro paro dalle parole del Sindaco che noi ascoltiamo, anche se qualche volta, ci approfittiamo della libertà di criticarlo e di correggerlo, cosa che può piacere o dispiacere ma che crediamo faccia parte di una corretta collaborazione fra partner della stessa amministrazione.
Certo c'è il rischio che la tassa vada a coprire i buchi di bilancio tramutandosi in via facile per non rivedere e riordinare spese ed entrate.
Su questo vigileremo noi dalla maggioranza e spero anche Lo Cascio dall'opposizione secondo i canoni di una corretta dialettica fra Consiglio e Giunta e fra maggioranza e opposizione.
Con la stima di sempre.

*Segretario PD Lipari - Eolie

cdelbonopiccola1di Christian Del Bono*

Con riferimento alla nota prodotta quest'oggi dal segretario locale del PD Saverio Merlino sulla tassa di sbarco - pur non entrando nelle considerazioni di merito dallo stesso espresse anche per evitare di ripeterci sull'argomento - al fine di non ingenerare ulteriore confusione, occorre chiarire che la tassa di sbarco può essere introdotta soltanto in luogo di quella di soggiorno. Le due tasse non possono infatti in atto coesistere. Il Dott. Merlino aveva avuto modo di suggerire: "Dedicare a questa tassa di sbarco maggiore considerazione vuol dire distinguere le fasce di visitatori fra quelli che giungono per un certo periodo e soggiornano in alberghi, residence, pensioni, ostelli e campeggi: probabilmente per questi potrebbe essere sufficiente l'imposta di soggiorno accompagnata, eventualmente, da una tassa di sbarco minima" Si condivide invece pienamente l'auspicio del Segretario del PD per la formulazione di un regolamento condiviso.

*Presidente federalberghi delle Eolie

lasinistraSpiace ma non sorprende leggere le ultime dichiarazioni del segretario del PD, a conferma di come questo partito – dopo qualche malumore post-assessoriale – si sia rapidamente allineato alle posizioni espresse dal capo dell'amministrazione comunale di Lipari. Spiace perché – pur nel rispetto delle opinioni altrui – si rende indispensabile confutarle quando alterano la realtà nel tentativo di giustificare come ineluttabile l'istituzione della tassa di sbarco.
Si sostiene la necessità di ammortizzare i costi legati al flusso turistico, in particolare quello giornaliero dei barconi e delle navi crociera; tuttavia quest'ultimo, stando alla proposta di regolamento presentata a fine dicembre dall'amministrazione, sarebbe esonerato dal pagamento, e il motivo reale lo chiarisce finalmente Merlino: sebbene anche questo usufruisca dei servizi di accoglienza al pari dei giornalieri da barcone, contribuisce più di questi all'economia locale poiché si tratta di "visitatori a più alto reddito che possono contribuire più agevolmente alla qualificazione del turismo". A parte la facile ironia sul fatto che ad affermare un concetto del genere sia il segretario di un partito cosiddetto democratico, è interessante notare come tale assioma (crocieristi = gente facoltosa che contribuisce all'economia locale) venga sciorinato come un dogma nonostante sia del tutto privo di fondamento. Esistono studi, indagini, sondaggi che dimostrino a livello locale questo presunto "potere d'acquisto" e la propensione dei crocieristi nell'esercitarlo, o ci raccontiamo favole, magari funzionali a giustificare domani un bel megaporto per farli scendere più comodamente? Merlino ha idea del fatto che oggi si può andare in crociera con meno di 500 euro a settimana? Dunque, di quale qualificazione sta parlando? Da qui a chiedere la dichiarazione dei redditi come requisito per lo sbarco, poi, il passo sembra breve.
Ma il nodo principale, a nostro avviso, rimane quello di una esigenza spacciata come "imprescindibile" per i comuni delle isole. Il segretario del PD evoca i servizi di accoglienza, "a cominciare da quelli igienici", e cita lo spazzamento, la pulizia delle spiagge, le aree attrezzate per i picnic, la manutenzione di beni culturali, punti panoramici e sentieri. Un libro dei sogni verosimilmente destinato a rimanere tale. I proventi della tassa di sbarco, oltre che per far quadrare il bilancio, sono stati infatti citati in innumerevoli occasioni dal sindaco di Lipari come strumento per ridurre la pressione tributaria sui cittadini e sugli operatori economici: IRPEF, TARES, suolo pubblico, in tutto sarebbero magicamente intervenuti i 5 euro estorti ai malcapitati viaggiatori (non quelli delle navi crociera, però); questa grande opportunità pare sia stata vantata persino nei saluti natalizi ai dipendenti comunali, i quali finalmente avrebbero avuto risorse per i rispettivi servizi, dopo l'austerità imposta dalla spending review. Con tale carico di aspettative, appare abbastanza ovvio che di soldini per lo spazzamento e il picnic ne resteranno pochini, per non parlare di sentieri, la cui manutenzione può essere effettuata soltanto successivamente al loro recupero, e quello costa. Costa parecchio, tant'è che non si fa.
Certamente, la tassa di sbarco è "imprescindibile" per i comuni che non hanno intenzione di avviare una profonda e sostanziale revisione dell'impianto di gestione (e di spesa) dei servizi essenziali, a cominciare dalla differenziata e dalla vendita dei rifiuti di pregio; che non hanno avviato alcuna programmazione per attivare misure e interventi finanziabili con fondi comunitari (forse l'ultima tornata, poi non ne vedremo più) o con quelli previsti per i siti Unesco che abbiano un ente gestore e le carte in regola per ottenerli; che non mostrano la minima intenzione di sfruttare ogni possibile opportunità economica attraverso gestioni in house e revisioni della spesa che riducano gli sprechi piuttosto che i servizi per i cittadini. E, purtroppo sembra il nostro caso, anche per quelli che intendono presentare al turista come biglietto da visita un dazio odioso e medioevale, dispensato a seconda delle categorie "socio-antropologiche" – tu barconista si, tu crocierista no – e soprattutto che in tempi come quelli attuali, dove il turismo soffre una evidente crisi, può risultare in termini di immagine un atteggiamento suicida.
Ma, per carità, almeno risparmiamoci l'ipocrisia della "fragilità dell'ecosistema delle piccole isole": non è con 5 euro di tassa che si gestisce l'afflusso dei barconi o si sviluppano "accoglienza e professionalità", come dichiarato dal segretario del PD. Piuttosto, il suo partito e questa amministrazione non avevano come priorità l'istituzione dell'area marina protetta, che oltre a nuove prospettive di sviluppo permetterebbe di gestire concretamente e in maniera razionale il traffico dei barconi? Che fine ha fatto, questa pia intenzione? Sorge il dubbio che possa essere stata barattata con un nuovo decreto, che alla luce dei dietro-front di recente memoria potrebbe chiamarsi decreto "salva-faccia".

La Sinistra

anatolipiccoladi Aldo Natoli

Ho letto i chiarimenti del Presidente della Federlberghi, Del Bono, e del Segretario del PD, Merlino, e debbo ricordare che la tassa di sbarco, così come articolata, consentiva al Comune di spendere i "soldini incassati" in settori ben diversi da quelli turistici e nelle opere ed interventi sui i quali ci troviamo tutti d'accordo. Quindi, faccio appello al mio amico e compagno di scuola, Giovanni Giardina, e gli chiedo scusa se il proverbio non è perfetto, per dire: "girila cumu a vua, sempre è cucuzza! Spese del ticket docet!

di Saverio Merlino*

La tassa di sbarco rappresenta, in particolare per le isole minori, un'esigenza imprescindibile, ancora più importante dell'imposta di soggiorno.
Essa, infatti, offre l'opportunità ai comuni insulari di ripartire tutta una serie di costi legati al flusso turistico e in particolare al flusso giornaliero dei barconi e delle navi da crociera, su una popolazione più ampia dei residenti su cui fino ad oggi questi costi continuano a pesare.
Si pensi ai servizi di accoglienza a cominciare da quelli igienici, si pensi al doppio turno di spazzatura, si pensi alla pulizia delle spiagge, si pensi alle aree attrezzate per i picnic e i momenti di ristoro per non parlare dei costi legati alla cura e alla manutenzione dei beni culturali, dei punti panoramici, dei sentieri, alla viabilità, etc.
L'averla cancellata all'ultimo momento dal decreto così detto "mille proroghe " può essere stato un atto di saggezza per permettere una maggiore considerazione ed evitare che fosse confusa in un calderone indistinto dove, parlamentari furbetti, ne hanno approfittato per inserire di tutto e di più.
Ora non bisogna però frapporre altro indugio se vogliamo che le nostre isole possano prepararsi per tempo alla stagione estiva e affrontare i flussi turistici in maniera più adeguata di quanto finora sia avvenuto.
Proprio la fragilità dell'ecosistema delle piccole isole richiede professionalità nell'esercizio dell'accoglienza e la professionalità costa in un mercato che si rivela sempre più agguerrito sul piano dell'offerta.
Dedicare a questa tassa di sbarco maggiore considerazione vuol dire distinguere le fasce di visitatori fra quelli che giungono per un certo periodo e soggiornano in alberghi, residence, pensioni, ostelli e campeggi: probabilmente per questi potrebbe essere sufficiente l'imposta di soggiorno accompagnata, eventualmente, da una tassa di sbarco minima.
Diversa è invece la realtà dei cosiddetti turisti "mordi e fuggi" che giungono con i barconi, beneficiano dei servizi e contribuiscono in maniera minimale all'economia locale: per costoro dovrebbe essere prevista una tassa più alta variabile secondo il numero di località toccate e di soste effettuate.
Infine una terza categoria è quella dei visitatori che giungono con navi da crociera: anch'essi usufruiscono dei servizi di accoglienza e se è vero che spesso contribuiscono più dei primi all'economia locale, è anche vero che si tratta di visitatori a più alto reddito che possono contribuire più agevolmente alla qualificazione del turismo.
Sappiamo bene che, proprio in questi giorni, la questione della tassa di sbarco è stata affrontata dal Ministro del Turismo e che è già in discussione una proposta di decreto che nei prossimi giorni sarà presentata al Consiglio dei Ministri per una probabile approvazione entro il mese di gennaio.
A questa decreto, se approvato, come auspichiamo, dovrà seguire un regolamento da parte del Comune di Lipari e una riflessione ampia, che coinvolga categorie sociali ed economiche, forze politiche e sociali, cittadini in genere, può senz'altro contribuire concretamente all'emanazione di regolamento ampiamente condiviso.

*Segretario PD Lipari-Eolie

LE REAZIONI NEL WEB.

Davide Cotroneo: Prima istituire la Tassa, riflettiamo se abbiamo qualcuno da tassare, con il turismo in calo e il brand Eolie non pubblicizzato finiremo per tassare le pecore. Paragonarci ad altre mete turistiche quali Roma, Firenze ecc e' sinonimo di incapacità valutativa.

Angelo Sidoti: Mi viene da pensare ... Torna a casa Lassie. Penso che hai compreso la vera finalità della tassa di sbarco!

Antonio Grimaldi: Nel mio piccolo, causa inospitalità, non trascorro le vacanze a Lipari ormai da 7 anni. Per me la nostra piccola Honolulu era un'abitudine, ma da quando ho visto che il turista veniva sistematicamente rapinato da privati ed istituzioni ho deciso per il boicottaggio. A quanto pare non sono stato l'unico. Intelligenti pauca.

Pino Portelli: Condivido in toto ...è proprio questo il motivo per cui a Lipari viene sempre meno gente.....ogni estate sento le stesse lamentele da famiglie in vacanza e che non verranno mai più.......finirà che la tassa di sbarco la metteremo a noi stessi....la tassa di sbarco si rileverà una iattura peggiore del presunto rimedio.....

di Christian Del Bono*

Approfitto delle osservazioni di Aldo Natoli sull'applicazione della tassa di soggiorno perché mi danno la possibilità di approfondire meglio alcuni
aspetti non toccati dal nostro comunicato stampa del 7 gennaio. Il problema è infatti tutt'altro che meramente riconducibile all'utilizzo che se ne farà dei fondi.

Abbiamo più volte richiesto e continueremo a farlo di entrare nel merito dell'utilizzo degli stessi proprio perché siamo consci dell'esigenza di
impiegarli come previsto dalla legge, ovvero per: "....finanziare interventi in materia di turismo e interventi di fruizione e recupero dei beni
culturali e ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali". Concordo, pertanto con quanto suggerito da Aldo Natoli circa la
necessità di battersi affinché i proventi di questo genere di tasse vengano utilizzati il più possibile per il miglioramento dell'offerta turistica
complessiva. Siamo, comunque, consapevoli, che non sarà semplice trovare il giusto equilibrio tra l'esigenza dei comuni di far quadrare i propri bilanci e quella di non vedere del tutto snaturato l'impiego delle somme che ne deriveranno. Da qui anche la battaglia condotta dal Sindaco Marco Giorgianni per estenderne l'utilizzo ad altri servizi pubblici.

Chiarito questo, è bene sottolineare alcune sostanziali differenze tra le due diverse forme di tassazione.

Quella di soggiorno è una tassa che colpisce soltanto chi soggiorna nelle strutture ricettive regolari. Ipotizzando, ad esempio, una tassa di
soggiorno media pari a circa € 3,50 (che moltiplicata per il numero complessivo delle presenze ufficiali nel Comune di Lipari potrebbe dare il
totale necessario in questo momento al comune per chiudere il proprio bilancio), una famiglia di 4 persone per un soggiorno di 4 notti pagherebbe una media di € 56, una coppia che si ferma una settimana € 49, un gruppo di 50 persone che si ferma tre giorni € 525. È evidente che stiamo parlando di importi consistenti perché spalmati su una platea limitata: i pernottanti nelle strutture ricettive regolari.

Con una tassa di sbarco pari ad € 1,50 e controlli serrati si potrebbe raggranellare un importo di poco inferiore ma che non impatterebbe in alcun modo sul nostro turismo perché distribuito su un numero di paganti ben maggiore (sia turisti che escursionisti), versato una tantum. Con importi di € 2,50 ed ampliata possibilità di spesa (qualora la proposta di legge approvata dalle Camere dovesse essere convertita in legge) si riuscirebbero molto probabilmente (fermi restando i controlli) a coprire gli attuali fabbisogni del bilancio comunale.

Pertanto, la tassa di soggiorno è sicuramente uno strumento discriminante (la paga solo chi soggiorna e chi lo fa nelle strutture ufficiali e viene
regolarmente censito) rispetto alla tassa di sbarco che interessa, in misura decisamente meno impattante, quanti godono dell'arcipelago eoliano.

Inoltre, anche il Codacons è nettamente contrario alla tassa di soggiorno, fin da subito contestata dall'associazione dei consumatori e bollata come un "balzello che danneggia il turismo e aumenta i costi a carico degli utenti".

Altro mito da sfatare è quello che ha fatto scaturire la dichiarazione "La tassa di soggiorno la paghiamo tutti, italiani e stranieri ogni volta che
soggiorniamo per motivi di vacanza, di lavoro e di salute in ogni città". In Italia ci sono 8.092 comuni. Di questi, in circa 3.000 la tassa di
soggiorno risulterebbe ad oggi applicabile mentre soltanto in circa 500 è stata effettivamente istituita. È proprio notizia di oggi che al Senato è
stata respinta la proposta di estendere la tassa di soggiorno a tutti i comuni.

asidoti8di Angelo Sidoti

Giuro che non comprendo il grido allo scandalo sulla eventuale applicazione nel nostro Comune dell'imposta di soggiorno.
In Italia sono ben 480 i Comuni che hanno adottato questo tributo locale.
Introdotta negli ultimi due anni, la tassa di soggiorno é un supplemento che ogni turista paga per ogni notte che soggiorna in una struttura ricettiva; la tassa dovrebbe servire come contributo per la salvaguardia e il mantenimento dell'infrastruttura turistica (pulizia, spiagge, sentieri, cultura ecc.).
La stessa può definirsi una vera e proprio tassa di scopo (un'imposta finalizzata al perseguimento di particolari obiettivi .. in questo senso a breve ci saranno provvedimenti governativi vedi articoli pubblicati sul sole 24ore).
Per quanto riguarda la tassa di sbarco, la cui applicazione in misura più elevata e' ormai fallita, continuerà ad essere applicata nella misura attuale estendendola con delibera consiliare anche alle attività commerciali e non solo alle compagnie di navigazione di linea (questo avviene già a Capri.. basta scaricare il regolamento dei due Comuni dell'Isola).

Penso che il Comune non ha strade alternative da percorrere. Certo bisogna comprendere l'ammontare effettivo del disequilibrio finanziario dell'Ente che continua ad essere un segreto di stato.

Domando: queste imposte di scopo (secondo me lo sono entrambe) liberano risorse finanziarie del Comune attualmente destinate per i servizi turistici di cui sopra?Quali sono questi servizi? L'amministrazione e' in grado di quantificarne i benefici economici ovvero risparmi minori spese correnti?

Gli albergatori dovrebbero "pretendere" dall'Ente che le somme introitate vengano periodicamente rendicontate (magari in una commissione specifica legata al settore turistico o in quella di bilancio), come anche giustificato nel dettaglio il loro utilizzo.

di Aldo Natoli

Comprendo la posizione del Presidente della Federalberghi delle isole Eolie, Christian Del Bono, sulla probabile istituzione della tassa di soggiorno essendo fallità la possibilità di istituire la tassa di sbarco.
Mi spiacerebbe però che gli albergatori eoliani, ai quali sono sempre stato vicino, finissero con l'essere ricordati per coloro che sono contrari a tutto ciò che li riguarda. La tassa di soggiorno la paghiamo tutti, italiani e stranieri ogni volta che soggiorniamo per motivi di vacanza, di lavoro e di salute in ogni città. Non comprendo quindi perchè dobbiamo esonerare coloro che sostano nelle nostre isole. Il problema dovrebbe essere posto, a mio avviso, in modo diverso. Le somme ricavate da questa imposizione dovrebbero essere spese dal Comune per creare nelle isole i servizi turistici necessari per accogliere quanti vi soggiornano e per attuare quanto ho suggerito nel precedente articolo a proposito della istituzione della tassa di sbarco. Purtroppo, lo vediamo con il tiket di sbarco, gli incassi vengono utilizzati per fare ben altro. Questo dovrebbe principalmente interessare agli albergatori!

IL PRECEDENTE. Lipari - Gli albergatori eoliani sono contrari alla paventata tassa di soggiorno. Dopo l' esclusione dalansa decreto Milleproroghe della modifica di legge che avrebbe consentito di aumentare la tassa di sbarco fino ad un massimo di cinque a Lipari, per far quadrare il bilancio, già si pensa all'istituzione della tassa di soggiorno.
Gli albergatori dopo una riunione hanno espresso tutta la loro apprensione ed incredulità per un fantasma che pensavano di avere ormai scacciato: "Una tassa iniqua, quella di soggiorno - dice il presidente degli albergatori Christian Del Bono - che alle Eolie premierebbe il 'mordi e fuggi' a discapito dei flussi turistici. Una tassa, quindi, che aumenterebbe il gap tra chi registra tutte le proprie presenze ed un sommerso che da anni imperversa quasi indisturbato, facendo concorrenza sleale a chi annaspa tra tasse, tributi e costi in costante lievitazione continuando a lavorare onestamente".

IL PRECEDENTE. L'inaspettata esclusione dal decreto Milleproroghe della modifica di legge che avrebbe consentito di aumentare la tassa di sbarco fino ad un massimo di cinque euro lascia spiazzati alcuni comuni delle isole minori italiane. A Lipari, principale comune eoliano, le preoccupazioni per un'applicazione eccessivamente pesante della tassa di sbarco - dapprima presentata come una forma di tassazione per regolamentare gli escursionisti in determinati periodi dell'anno – stanno quindi gradualmente lasciando spazio al timore per le voci che circolano sull'eventuale adozione della tassa di soggiorno.

Nella riunione urgente di venerdì scorso in Federalberghi Isole Eolie, gli associati hanno espresso tutta la loro apprensione ed incredulità per un fantasma che pensavano di avere ormai scacciato: una tassa iniqua, quella di
soggiorno, che alle Eolie premierebbe il "mordi e fuggi" a discapito dei flussi turistici. Una tassa, quindi, che aumenterebbe il gap tra chi registra tutte le proprie presenze ed un sommerso che da anni imperversa quasi indisturbato, facendo concorrenza sleale a chi annaspa tra tasse, tributi e costi in costante lievitazione continuando a lavorare onestamente.

"Ci siamo battuti per la tassa di sbarco in luogo di quella di soggiorno e lo abbiamo fatto al fianco dell'ANCIM, proponendo già in tempi non sospetti la possibilità di elevarla fino a € 5 in determinati periodi dell'anno, dichiara Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Eolie e isole minori Sicilia. La tassa di sbarco è stata quindi approvata, sia pure fino ad un massimo di € 1,50 ed è stata in seguito adottata da diversi comuni delle isole minori. Tra questi, anche le amministrazioni eoliane e i loro consigli comunali che l'hanno applicata in luogo di quella di soggiorno.

Lo stesso comune di Lipari, con in testa il sindaco Marco Giorgianni, ne ha fatto un proprio cavallo di battaglia, spingendo nelle varie sedi per quella modifica che ne avrebbe consentito un aumento fino € 5 e una più ampia
possibilità di spesa delle somme riscosse da parte dei comuni.

"Noi, conclude Del Bono, siamo per una tassa di sbarco applicata con estrema oculatezza, soprattutto nei periodi di bassa stagione; tornare a parlare di tassa di soggiorno sarebbe davvero anacronistico e renderebbe vane tutte le
battaglie e i risultati sin qui raggiunti".

IL PRECEDENTE. Da un paio di giorni è apparsa magicamente online una bozza di regolamento che emenderebbe l'applicazione della tassa di sbarco per il 2014 nelle sei isole delle Eolie amministrate dal Comune di Lipari. Il 27, questo regolamento, sarà sottoposto all'attenzione della competente commissione consiliare. Mentre il 30 dicembre sarebbe stato sottoposto all'approvazione del Consiglio Comunale. Il condizionale è d'obbligo perchè lo stop di Napolitano sul D.L. Salva Roma rimette momentaneamente tutto in discussione.
L'approvazione potrebbe, comunque, arrivare ugualmente col decreto Milleproroghe.

Occorre premettere  evidenzia Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Eolie e isole minori Sicilia - che l'aumento sulla tassa di sbarco ci era stato inizialmente presentato come una necessità connessa alla "regolamentazione" del turismo mordi e fuggi che in alcuni periodi dell'anno risultava particolarmente impattante, soprattutto sulle isole più piccole, creando dei temporanei sovraffollamenti che mandano in tilt i servizi pubblici locali e che sempre più raramente producono un adeguato ritorno economico per il territorio. La ratio della norma si estende, invece, prosegue Del Bono, indistintamente a tutti i visitatori. Siano essi turisti (quindi pernottanti) che escursionisti (visitatori giornalieri), con un importo che, la bozza di regolamento comunale proposta, aumenterebbe  5 per l'intera stagione turistica: dall'1 aprile al 31 ottobre.

Pur consci della necessità del Comune di Lipari di far cassa - sia per far fronte ai tagli regionali e statali ma anche al fine di evitare, in seguito, l'aumento di altri tributi che graverebbero inevitabilmente sui cittadini e sulle attività produttive - non possiamo non rilevare, sottolinea Del Bono, l'impatto che una simile applicazione della tassa di sbarco rischierebbe di avere sul nostro turismo, soprattutto, nei mesi di bassa stagione ed, in particolare, sulla clientela gruppi.

Lo abbiamo dichiarato più volte. Non siamo, in linea di principio, contrari alla tassa di sbarco. Questa deve per essere applicata con estrema cautela e, per non avere effetti negativi sui visitatori, è opportuno far corrispondere, al versamento da parte del visitatore di qualsiasi importo, un segnale tangibile e adeguatamente comunicato di miglioramento dei servizi sul territorio.

Attendiamo, comunque, di incontrare ufficialmente l'Amministrazione per formulare delle controproposte anche alla luce di dati e statistiche certe che potrebbero rilevare un potenziale di passaggi ben superiore rispetto a quanto sin qui registrato ai fini del versamento della tassa di sbarco.
Questo consentirebbe di spalmare su un numero decisamente maggiore l'attuale fabbisogno del Comune di Lipari, stimato in circa due milioni di euro.
Appare, inoltre, opportuno entrare nel merito degli importi previsti per la bassa stagione e delle esenzioni proposte nella bozza di regolamento.

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