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di Felice D’Ambra

L'Elisir di Giovinezza & Frammenti biblici.
L'Affascinante Città dell'Arena e di Giulietta e Romeo, da oltre mezzo secolo è sempre stata apprezzata come migliore meta turistica italiana. Frequenti manifestazioni, eventi particolari, concerti nell'Arena, buon cibo, servizio di qualità, ottima accoglienza e ospitalità, Verona è annoverata come la migliore località turistica da imitare! La Città eterna del "Vinitaly"per la Festa degli innamorati si veste di rosso per onorare la memoria di Rodolfo Valentino, il più grande Latin Lover e Sex Symbol del cinema mondiale del Novecento. E a, proposito di Vinitaly, forse non tutti sanno che il vino "rosso" era il segreto della giovinezza di Bacco. Lo è ancora oggi per gli ultra centenari sardi, che vivono nell'antica terra nuragica, e fra quelle meravigliose Coste del Centro Orientale, dove fra dolci colline, i vitigni strizzano l'occhio all' azzurro mare del Golfo di Orosei; che con i suoi 25 km di meravigliose spiagge di candida sabbia bianca, forma il paradiso dell'angolo più bello del Mediterraneo.

E' qui, in questo piccolo angolo di meravigliosa natura, che prospera l'autoctono ceppo del vitigno dell'elisir di lunga vita, chiamato Cannonau. Nella Mitologia Greca, Diòniso era la più importante divinità terrestre, l'unico tra i celesti che non abbia avuto due "dei" come genitori. Egli ebbe per padre Zeus e per madre la mortale "Semele", figlia di Camo re di Tebe. Dioniso fu considerato il dio dell'arte e del piacere, del benessere, della gioia, dell'allegria; della civiltà e anche identificato come il dio del vino in quanto inventò l'arte della fabbricazione e dell'umidità della terra, che porta i frutti alla maturazione. A Dioniso si attribuiva anche l'arte divinatoria, e la proprietà di guarire i mali. Egli fu anche riconosciuto come il dio Bacco e nella mitologia latina è raffigurato nei dipinti di Caravaggio con grappoli d'uva e una coppa di vino. In Sardegna nell'antica penisola del Sinis, tra Cabras e il Golfo di Oristano, negli anni settanta furono rinvenuti i "Giganti di Mont'e Prama". Alte Sculture in arenaria gessosa locale, risalenti in epoca tra il 1300 e il 1200 a,Cristo, che il mondo nuragico abbia mai finora restituito.

E' da questa magnifica antica terra, oggetto di studio mondiale, che rivive l'interessante segreto dell'eterna giovinezza del popolo sardo e della loro longevità, che è dovuta al bere il succo dell'antico autoctono vitigno"Cannonau". A dirlo però non sono i centenari sardi che oltre al rosso vino Cannonau; fanno anche uso di acquavite estratta dalle vinacce chiamata "filu'e ferru". La famosa rivista "Winenews" riferisce, che il vino sardo per eccellenza, fa bene alla salute. Il Dottor Mehmet Oz, noto chirurgo di professione, nel suo "talk show" medico; un programma televisivo negli U.S.A. seguito da milioni di telespettatori; durante la trasmissione ha dichiarato che il vino sardo è ottimo per la salute. Questo programma è stato anche trasmesso alcuni anni fa, in Italia dalla Tv La 7, col titolo "The Dr. Oz Show". Mehmet Oz oltre ad essere un chirurgo cardiotoracico, è anche un docente della Columbia University di New York, e dopo aver citato il vino sardo, spiega che il"Cannonau" fa bene alla salute ma, resta "importante non alzare troppo il gomito. Il noto chirurgo ha anche tenuto a precisare che il segreto del rosso "elisir"sarebbe nel suo vitigno che contiene "procyanidins", un potente antiossidante con benefici vascolari da 5 a 10 volte in più degli altri vini rossi di qualità italiani e non solo. Tra le terre che annoverano un'età media superiore più lunga delle altre, oltre alla Sardegna segnalata da Oz, ci sono anche: Okinawa in Giappone, Nicoya Penisula in Costa Rica, Loma Linda in California, e Ikari in Grecia. Secondo il mio parere, anche se il Cannonau di Sardegna contiene il potente antiossidante citato, non è detto che sia il miglior vino rosso della Sardegna, come il Corvo rosso, di Salaparuta, anche se è il vino più conosciuto nel mondo, non è certamente il miglior vino della Sicilia.

Tutte le Regioni italiane vantano produzioni vinicole degne di nota, con punte di eccellenza in Piemonte, Trentino Alto Adige, Toscana, Veneto, Lombardia, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna e Isole Eolie, con diffuse zone di grandissima tradizione vitivinicola. Tra i grandi vini rossi DOC, DOCG, DOP, IGP e IGT che hanno fatto la storia del vino del Made in Italy di pregio, emerge il più antico Nebbiolo d'Alba, Barbaresco, ma il re dei vini rossi italiani,è il "Barolo": il più apprezzato dalle classi nobiliari della Penisola e nel mondo, come il Brunello di Montalcino e il Chianti Classico, Degni di grande nota sono invece: Sassicaia, Sangiovese, Valpolicella, Amarone, , Nero D'Avola, Maria Costanza, l'Etna Rosso, il Rosso Cavanera, Cerasuolo di Vittoria, Syrah, Turriga,Terre Brune, Nepente, Corrasi, Mamuthones e Cannonau, di Sardegna, ma anche tanti, tanti altri dello stesso pregio o quasi.

All'orizzonte vitivinicolo da alcuni anni si sta facendo strada, con quantità ridotte, ma di buona qualità, anche l'antico vitigno "Corinto Nero" (l'introduzione del Corinto nero alle Eolie si deve ai greci, unico dubbio se proveniente dalla città di Corinto oppure dalla città di Naxos), della piccola azienda di Bartolino Losinno di Lipari, persona di poche parole ma di grande e profonda conoscenza di ogni centimetro del vitigno "Corinto Nero". Questo vino è molto apprezzato da tutti i ristoratori di Lipari e non solo; ed è anche molto bevuto nelle degustazioni che accompagna gli inimitabili panini del Re Paninaro, Gilberto &Vera" di Via Garibaldi a due passi da Marina Corta. Un capitolo a parte sono invece i grandi, famosi e apprezzati nel mondo: i passiti e moscati siciliani, di Pantelleria e non solo: Zibibbo, Ben Ryè, Morsi di Luce, Zighidi, Marsala e le ottime Malvasie Eoliane.

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Raffles Hotel Singapore & Il Cocktail che Vola.
Era nel 1887 quando sulla spiaggia c'erano soltanto 10 bungalow, così ha inizio la storia del Lussuoso "Raffles Hotel Singapore" che lo scorso settembre 2017 ha festeggiato con grande orgoglio, la sua affascinante lunga vita di 125 anni; fra gli Hotel più lussuosi al mondo.

Il "Magnifico Hotel" è una leggenda dell'intera Asia; Una lunga storia iniziata nel 1899 e ancora oggi il simbolo "Icona" dell'albergo è "la Palma del viaggiatore". Una pianta originaria del Madagascar che la leggenda racconta che le sue foglie sono orientate in direzione est – ovest, per fornire orientamento a chi la incontra. L'Hotel Raffles è dunque un Monumento Nazionale, una Residenza straordinaria e la sua storia è raccontata in un museo, sempre aperto all'interno, e da un libro scritto da Roberto Pregazzi, il General Manager che l'ha diretto per 25 anni. Un Grand Hotel di lusso di Grande "Charme" senza tempo e con un servizio attentissimo lo rende ancora oggi, una destinazione unica, esclusiva di Singapore, definita la Metropoli asiatica, la Perla d'Oriente, degna cornice di grandi incontri mondiali, e di Residenza abituale di grandi famosi scrittori, che soggiornavano per lunghi periodi nelle meravigliose 103 Suite; disposte tra verande e lussureggianti giardini; a due passi dal Parlamento e dalla riva del mare di Marina Bay. Non a caso la famosa e bellissima "SINGAPORE" è stata scelta per lo storico incontro del 12 giugno p.v. tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader Nord Coreano Kim Jong – un. Il Raffles Hotel Singapore nella sua lunga storia, ha ispirato leggende, romanzi, film e detiene anche il record della creazione di uno dei più antichi Cocktail, il "Singapore Sling", creato all'interno del Writer Bar. Nel 1990 il produttore cinematografico Greco Nikos Nikolaidis ha girato il film dedicato proprio al famoso Cocktail "Singapore Sling".

Nel mio lungo girovagare, alcuni anni fa, durante un'assemblea Nazionale di Hotel Manager che si svolgeva allo Sheraton Four Point di Milano, ho conosciuto il Collega Roberto Pregazzi, per 25 anni, General Manager del Raffles Hotel Singapore. Durante la cena di Gala, abbiamo parlato a lungo, confrontandoci anche nel modo di vedere il turismo nell'altra parte orientale, e poiché tutto il mondo è paese, gioie e i problemi, ci sono ovunque. Roberto nei suoi 25 anni trascorsi a Singapore ha scritto le sue avventure, le sue esperienze, emozioni e vicissitudini. Prima di lasciarci, mi regalò il suo libro. Prima di lasciarci ci demmo appuntamento nella sua Trieste, città che io adoro, poiché per contratti con agenzie di viaggio,ho frequentato per molti anni questa meravigliosa Città di frontiera. Non è un romanzo giallo nato dalla penna di George Simenon o di Sherlock Holmes, è semplicemente un racconto vero che narra la storia della creazione di un Drink.

Un "Cocktail" che dall'Aeroporto Changi di Singapore, prese il volo per: Bali, Malesia, Indocina, Australia, e ha anche sorvolato i cieli di molte Nazioni e Capitali del Mondo. A inventarlo e a miscelare centellinando vari ingredienti: Gin, succo di lime fresco, Cherry Brand, Cointreau, Dom Benedictine, succo di ananas, Granatina, alcune gocce di Angostura, Bitter,che shakerati con cubetti di ghiaccio e versato in un highball, guarnito con una fettina di ananas e una ciliegina al maraschino, nel lontano 1915, è nato il "Singapore Sling". Fu il giovane Barman singaporiano Ngiam Tong Boon, che affascinato dalla grazia e fascinosa bellezza delle aristocratiche, Dive del cinema, Muse di noti scrittori, charmant Signore che frequentavano il lussuoso Salone Bar del Raffles Hotel Singapore, che volle creare e a loro dedicare: "'ONE Ladies Drink". Da sempre in ogni romanzo d'amore, di storia, di poesia o di avventura e non solo, c'è sempre un filo conduttore che narra la trama, come in ogni Cocktail, non c'è soltanto una ricetta, ma un avvenimento, il ricordo di una giornata particolare, un anniversario, oppure un incontro, che ricordi il primo amore. Il leggendario Drink fa parte dei settanta Cocktail mondiali scelti ogni due anni, dagli esperti Maestri Barmen dell'Associazione: A.I.B.E.S. e I.B.A. (International Bartender Association) che rappresentano le maestranze della civiltà del bere di tutto il mondo.

Famosi Grand Hotels di lusso, Night Club, Discoteche, Harrys Bar come il Cipriani di Venezia, il Billionaire di Porto Cervo in Costa Smeralda, famosi locali delle più importanti Località turistiche di ogni angolo della terra, sono in grado di offrire questi celebri "Cocktail d'Arte" sapientemente miscelati da artigiani professionisti dello "Shaker".
Alcuni locali come gli Harrys Bar, dove operavano i Gentlemen dell'arte dello shaker, hanno fatto la storia mondiale della civiltà del bere, incantando; Gran Dame, Gentil Signore, artisti, scrittori, cantanti e tra questi i più grandi bevitori e intenditori: Frank Sinatra, Richard Burton, Humphrey Bogart, Richard Gere, Al Pacino, Robert De Niro, Fabrizio De Andrè, Ava Gardner, Marlene Dietrich, Elisabeth Taylor, Mata Hari .
Non sono solo i racconti di uomini e donne che hanno una storia trascritta nei romanzi che spesso sono riproposti in film di successo come: Via Col Vento, Ben Hur, Titanic, Il Gladiatore, L'Amante di Lady Chatterley oppure, Cime Tempestose o la Maledizione dei Lupini, dello scrittore internazionale di Lipari, Italo Toni. Nella storia del saper bere, il Singapore Sling, dopo oltre cent'anni, è ancora attuale, anche se forse, poco conosciuto nel mondo giovanile. Anche il film Singapore Sling, ha contribuito alla diffusione mondiale di questo Speciale Drink, dedicato alle bellissime donne, e anche a far conoscere nel mondo, l'arte dei Maestri Barmen, Professionisti dello Shaker. Dedico questo mio racconto al mio Collega e amico Roberto Pregazzi di Trieste, ai Manager del Turismo, Food and Beverage Manager, Barmen, Maitre d'Hotel , Chef di Cucina, Governanti e a tutte le figure professionali soprattutto della "Reception" che col sorriso sulle labbra, accolgano i visitatori, che girano attorno al mondo alberghiero e della ristorazione. Persone uomini e donne, giovani che sono alla continua ricerca del Know How dell'Hotellerie e non solo. Persone, che sono maestri dell'eleganza, del "bon ton" dell'accoglienza, della cortesia, dell'ospitalità, disponibilità, del "Savoir Faire", che molto spesso sono dimenticati da tutti, poiché pare che nel mondo, esista soltanto la "Politica".

---Dal Notiziario Eolie online di Lipari: "Farò volare il Turismo Eoliano".

Enfaticamente e con la bacchetta magica, la nuova Consulente al Turismo del Comune di Lipari Michela Stancheris, nell'intervista rilasciata al direttore del Notiziario Eolie online Bartolino Leone, annuncia che farà volare le Eolie turisticamente.
Secondo il mio parere, credo che l'ex Assessore al turismo della Regione Sicilia, conosca poco la situazione di Lipari, gli imprenditori e la mentalità isolana che ormai si è adeguata a questo tipo di turismo medio basso e mordi e fuggi; che dai primi anni del novanta, ha preso il sopravvento, riducendo la Capitale dell'Arcipelago a un declino inesorabile.
Intanto la stagione è già iniziata e poco resta da fare, in futuro si vedrà, e se saranno, "Rose" fioriranno, come le: Terme di San Calogero, Congressi, Aeroporto, trasporti, eventi, festività religiose, Ospedale, punto nascite e porto in sicurezza!. Vedi l'esempio della più piccola "Panarea" Isola turchese Eoliana, quasi uno scoglio, definita l'Isola dei V.I.P., la piccola Costa Smeralda sarda, che dallo scorso inverno, nonostante l'urlo d'allarme inviato giornalmente, sul Notiziario Eolie online, dalla nota imprenditrice turistica locale, Pina Cincotta Mandarano, rimane inesorabilmente inascoltata e delusa dalla politica Eoliana di Lipari, sorda ad ogni richiamo. Nonostante il "difficile" compito che attende l'Ex Assessore al turismo della Regione siciliana, da uomo del turismo in prima linea, Le invio un caloroso e grande in bocca al lupo alle Eolie, e che i suoi sani e ottimi propositi, nel tempo, come i fiori, germoglino! E a proposito di volo, mi viene in mente il libro "Paura di Volare" del 1973 di Erica Jong, autrice del romanzo che in quegli anni, divenne famoso per la controversa rappresentazione della sessualità femminile. Il romanzo ha venduto venti milioni di copie in tutto il mondo, ed ebbe un successo strepitoso soprattutto fra le donne che si sentivano imprigionate in un matrimonio infelice.

 

La Leggenda del pastore barbaricino solitario.

Gli abitanti di un paese montano della sperduta Barbagia del Gennargentu, la più alta catena montuosa della Sardegna, del Goceano, Marmilla, Barbagia di Ollolai, raccontano che in paese durante una nevosa notte di Natale, il pastore Gesuino ricco possidente, mentre era solo nel suo ovile ha avuto un’apparizione.

L’amico Efisio confinante di casa e del suo ovile, passando davanti al suo ovile, gli chiese se stesse in campagna anche il giorno di Natale. Gesuino malinconico rispose affermando che non sapeva dove andare, visto che era solo e che certamente sarebbe rimasto nel suo ovile. Egli in verità era stato sempre da solo, non aveva mai avuto una fidanzata e neppure una compagna, e mai, abbia desiderato di prendere moglie.

Egli ha sempre badato alle pecore e non s’ è mai lasciato tentare dalla voglia di fidanzarsi come fanno tutti. Gesuino ha pensato esclusivamente ad accudire alle sue pecore. Il Papà e la mamma erano morti da qualche tempo, ed egli non aveva fratelli era solo su questa terra. Non esistevano parenti, solo qualche amico, ma ciascuno per Natale, trascorre la festa con i propri familiari e Gesuino, timido com’ era, si vergognava ad auto invitarsi: si sarebbe trovato come un  intruso, anche se in Barbagia l'ospite è sacro.

E, così sarebbe rimasto lì, in campagna, solo col bestiame, a guardare la neve cadere e mangiare qualche pezzo di capretto arrosto. Ma nelle festività, anche il cibo più buono, diventa cattivo se è assaporato in solitudine. Gesuino era pensoso e infelice e la tristezza, quando diventa abitudine, è ancora più amara.

Così, quella vigilia di Natale, dopo aver sistemato le pecore nel recinto, triste e sconsolato, è rientrato nel suo ovile ben riscaldato dalla legna che ardeva al fuoco, e come il solito, si è seduto davanti al foghile (caminetto). Malinconico e pensoso Gesuino si strinse nelle spalle e guardava il soffitto pieno di formaggi, prosciutti e salsicce appese, mentre la carne infilzata allo spiedo lentamente arrostiva accanto alla fiamma che ardeva.

Gesuino ricordava le occasioni sprecate, le ragazze che, pur potendo non amò; i parenti che lo cercarono ma che lui non ha mai cercato. E, a un tratto scoprì davanti a lui, soltanto una dannata solitudine. Il suo ovile era grande, egli possedeva terre e armenti, eppure in quel momento, si sentiva l'uomo più povero, più infelice della terra.

Anche il suo servo pastore era tornato a casa per Natale, avrebbe baciato i suoi bambini e dormito con la moglie, mentre a lui, nessuna tenerezza era concessa. Eppure, Gesuino non aveva mai commesso nulla di male per dover essere costretto a subire una simile solitudine. Egli non amò mai nessuno, e questo fu il suo grande errore e quella notte, la vigilia di Natale, era ancora, più depresso. Qualche ora prima, che scoccasse la mezzanotte, e prima che nascesse Gesù Bambino e la gente era alla Novena di Natale, come  per incanto, in quella notte buia e nevosa, qualcuno bussò alla sua porta.

Preso di soprassalto e impaurito, silenzioso come un gatto, spense la luce, impugnò il fucile che teneva sempre accanto nascosto e senza chiedere chi fosse, aprì lentamente la porta. Grande è stato il suo stupore, quando all’improvviso, davanti a lui, vide una bellissima e donna, alta, bruna, dai capelli nerissimi come le more e dagli occhi scuri color del mirto maturo che brillavano alla luce della fiamma del caminetto. Gesuino sbalordito non è riuscito ad aprire bocca.

Lei, dolce fascinosa donna notando il suo  stupore, guardandolo fisso negli occhi, con un leggero sorriso appena accennato, "Ciao" gli disse,, io sono Stella e vengo dal Campidano. Ho saputo che sei solo stanotte e sono venuta a farti compagnia per la notte Natale, se vuoi!  Gesuino diffidente abituato alla dura vita da pastore solitario, a vivere tra le pecore, intimorito da quest'affascinante e bellissima donna, guardandola dalla testa ai piedi, e poiché come si usa in Barbagia che l’ospite è sempre sacro, la invitò ad entrare. Lei, cordialissima si sedette di fronte a lui e con occhi languidi guardandolo con tenerezza e con un dolce sorriso facendolo sentire a proprio agio, gli disse tutte quelle parole che lui avrebbe sperato di sentire pronunciare un giorno dalla sua amata.

Lei premurosa, rassettò la cucina e apparecchiò la tavola, mentre Gesuino la guardava ancora più stupito, disorientato. "Che cosa mai vorrà” questa donna da me? Pensò nella sua mente di pastore abituato alla dura vita di lavoro. Doveva essere una donna di malaffare? Egli rimuginava, altrimenti perché sarebbe venuta nel mio ovile la notte di Natale?

Lei, come se leggesse nel suo pensiero "Sai, gli disse con dolcezza, sono sola anch'io stanotte e ho voglia di stare in compagnia, la vigilia di Natale". Gesuino, disorientato, non sapeva cosa fare, i suoi pensieri erano dubbiosi e nella sua mente s’insinuò il dubbio, poteva essere una donna venuta per fargli del male, ma era tanto bella, tanto dolce, che alla fine si lasciò travolgere da una turbinosa passione d’amore e non potette farne a meno di lasciarsi prendere da un sentimento di pura dolcezza.

Lei, permissiva ed emozionata, si dimostrò veramente innamorata di lui, ed era così tenera con lui, e lui così rude con lei, e nonostante il suo sospetto le sembrava che quello fosse l'unico vero Natale della sua vita. Stella lesse nel suo pensiero e l'abbraccio così teneramente tanto che Gesuino non riuscì a liberarsi da quel meraviglioso abbraccio che per lui sembrò solo un sogno, e si lasciò andare con tanta passione che mai avrebbe pensato di possedere.

Si sono amati fino alla follia, come nessuno avrebbe, potuto amare un amorefurioso come il vento, caldo come il sole del deserto a mezzogiorno, sublime, appassionato. Mai tanta tenerezza aveva toccato il suo cuore. La loro passione fu travolgente e dopo una notte di meraviglioso amore, abbracciati, si addormentarono. Gesuino dormiva, ma nel sogno le parve di vedere la donna che stava davanti alla porta in contemplazione e lo guardava con dolcezza come una fata. Era tanta l'agitazione in lui, che intuì e urlando le disse no!  

Fermati non andare via, torna da me, ti prego, non andar via, le chiese ancora nel sogno. Lei, scosse la testa, non posso “gli rispose” è stato bellissimo, ma non posso restare, devo andar via, sono venuta solo per regalarti una notte di felicità e d’amore per la vigilia di Natale ed è svanita. Gesuino si svegliò di colpo, si guardò intorno, non vide la bellissima Stella. Si vestì in fretta e corse fuori come un pazzo a cercarla, si precipitò nel bosco, nella tormenta per tentare di raggiungerla e riportarla con lui e amarla per sempre.

Ma, inutile, lei sembrava volatilizzata, inghiottita dalla nebbia e dalla tormenta di neve, che lentamente oscurava l’opaca luna piena della notte di Natale. Le lacrime di dolore bagnarono il suo viso, egli pianse lacrime amare che gli riempirono la gola sino a toglierli il respiro. Sono ormai passati tanti anni. Gesuino, non ha saputo più nulla di Lei, non è mai riuscito a trovare traccia della bellissima Stella, di rosso vestita e dai capelli corvini color delle more e dagli occhi scuri color del mirto maturo.

Egli cercò ovunque ma, non vide più l'unica donna che in quella magica notte di Natale, lo rese l'uomo più felice della terra. Nonostante siano passati moltissimi anni, il pastore solitario, seduto di fronte al suo foghile, più triste che mai, sogna ancora della bellissima donna che gli ha regalato, la più bella vigilia di Natale.

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