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Il ragionier Antonio Bernardi, "patron" del "Bernardi Group" titolare di alberghi e ristoranti su Whattsapp ha lanciato un appello per diffondere sempre piu' la pagina di Facebook ""Difendere le spiaqgge libere".

Ecco quanto sancisce:

Our Story
DIFENDERE LE SPIAGGE LIBERE SPIAGGE PER TUTTI
Deludente giungere in una spiaggia libera che si conosceva e si frequentava da anni e trovarla occupata in ogni centimetro di sabbia da ombrelloni installati da un abusivo che dovrebbe solo offrire in fitto le attrezzature ed invece le installa stabilmente (24 ore su 24,fino a settembre inoltrato) espropriando i cittadini del loro diritto a fruire gratis di spiagge libere! La legge tutela il diritto a fruire di spiagge libere o tutela l'abusivo? Legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) prevede "obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione".

Saverio Caruso ha creato un documento:

Il Polpo e la sua Spiaggia

Forse perché gli amministratori erano lascivi, forse perché il soggetto in questione aveva Santi in Paradiso o sia pure qualche ascendente dalla sua, ma la concessione non tardò ad arrivare, in barba a chi dava l'anima per far sì che si rispettasse un diritto sacrosanto, ovvero che la spiaggia fosse bene comune ed in quanto tale, di tutti.

Il carnaio quindi ebbe a materializzarsi, si accalcavano e litigavano per un posticino o per una sdraio, anelavano una postazione per sfoggiare le loro belle facce e soprattutto alla faccia degli altri che risultavano effettivi concorrenti in quella misera e miserevole competizione.

Qualcuno però cominciò a notare che i bagnanti diminuivano giorno per giorno. Prese a girare la voce che ci fosse un grosso polpo che faceva incetta di quei corpi ancora bianchi e malaticci, si sa i polpi sono attratti dal bianco e quella gente di bianchiccio aveva tanto, soprattutto in faccia, una faccia che assomigliava in tutto e per tutto ad una tremolina malata.

Non si sapeva se la notizia fosse vera , che il Polpone esistesse per davvero, fatto sta che le sdraio vuote aumentavano a vista d'occhio e ormai nessuno si azzardava ad occuparle e a rimpiazzare i malcapitati. A scanso di equivoci la prudenza la faceva da padrona, oserei dire, a questo punto, la paura. Si sa che la paura prende ed attanaglia coloro i quali hanno la coscienza sporca, fossero stati scuri come la loro coscienza il Polpone che preferisce il candore non li avrebbe neanche sfiorati, che dico, neanche guardati.

Il fatto e il racconto prese sempre più piede, oserei dire, tentacolo, in paese non si parlava di altro, la sua figura si era ormai impadronita di ogni discorso e si discorreva quasi esclusivamente di lui.

A molti la cosa non dispiaceva, anzi la novità intervenuta era assai gradita. Erano ormai in parecchi a giurare di aver visto la Bestia, il Mostro, ma ne parlavano con normalità, nessun timore si leggeva nei loro occhi, negli occhi di quelli che addirittura gioivano per quell'aiuto insperato intervenuto in favore della causa giusta, che indicò in effetti la causa giusta.

Tutti concordarono che fosse intervento Divino e solo allora si resero conto delle sciocchezze che fino a quel giorno essi stessi avevano perpetrato nei confronti della loro madre natura, madre mare in questo caso. Presero tutti a passare al largo dal luogo nefasto e sacro allo stesso tempo. Forse non ve ne erano con la coscienza a posto, ognuno aveva la sua piccola colpa inconfessata, ma quella figura gigantesca frequentava i loro giorni e i loro sogni come fosse una persona cara o addirittura una figura superiore.

Ancora oggi si racconta di quel Polpo enorme e di come avesse afferrato con le sue " grambe " tutti quei malcapitati e quelle malcapitate che avevano osato barattare una misera tintarella con un bene assoluto, il bene Pubblico, la Spiaggia Libera e libera davvero.
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Il bambino e la Sua spiaggia
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Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l'uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L'amore finisce dove finisce l'erba
e l'acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l'aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l'uomo, la terra»
Giorgio Caproni

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