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di Angelo Giorgianni

PONTILI GALLEGGIANTI A PORTICELLO?

Parte la Riqualificazione di Porticello?
No...... ancora una volta un progetto privato in aree di interesse pubblico ( e di uso pubblico), prima ancora della definizione del progetto sull’area dell’Amministrazione comunale e dell’approvazione di un Piano Urbanistico Esecutivo.

Per un solo istante mi ero illuso che era stato avviato l’intervento di riqualificazione dell’area di Porticello Acquacalda, oggetto di uno studio da parte di una commissione, coordinata da un Esperto del Sindaco e con la partecipazione di tecnici qualificati. Detto organismo tecnico, dopo attenti esami ed un’approfondita valutazione, ha formulato una serie di proposte progettuali per la riconversione dell’ex area mineraria, al fine di condurre alla delibera di indirizzo da parte dell’Amministrazione Comunale per l’eventuale incarico di redazione del Piano Urbanistico Esecutivo.
Ma evidentemente mi sbagliavo, alcuni informazioni generiche e parziali, mi avevano indotto, illudendomi, a confondere un atteso progetto pubblico con un legittimo progetto privato.
Ed infatti, apprendevo che con nota prot. UTA n° 50460 del 6 agosto 2018 l’Ufficio Territoriale Ambiente di Messina ha pubblicato l’avviso di presentazione richiesta CDM a carattere stagionale per complessivi mq 3.855 in località Porticello del Comune di Lipari, per la collocazione di un gruppo di pontili galleggianti destinati all’ormeggio da imbarcazioni da Diporto.
L’area chiesta in concessione, secondo la planimetria allegata all’Avviso Pubblico, ricade tra il pontile in cemento ed il pontile continentale in ferro (ex Pumex ), interessato da un Ordinanza dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari che interdice alla balneazione, alla navigazione ed a qualsiasi attività legata alla fruizione del mare, lo specchio acqueo per una distanza di 50 metri da tale ultimo pontile. Lo stesso è oggetto dell’ Ordinanza N. 2/2014 del Dirigente del Servizio 5 dell’ARTA che interdice il tratto a monte dei pontili denominati “ex Pumex” per una distanza non precisata ma solo rappresentata su una planimetria allegata.
L’area richiesta in concessione, pertanto, sembrerebbe ricadere in un contesto territoriale a rischio per l’incolumità pubblica, in quanto al confine esterno delle aree interdette con le predette Ordinanze ed in quanto è posizionata alla foce del Torrente Porticello, che ha come bacino idrografico di riferimento una parete dell’ex cava di Pomice ed il quale in occasione di precipitazioni intense sembrerebbe caratterizzato da un trasporto solido importante (che diviene anche fonte di alimentazione del tratto di arenile circostante). Ed infatti, nel Piano per l’Assetto Idrogeologico il tratto terminale del Torrente Porticello è censito tra i siti di attenzione (103-E15) nella carta della Pericolosità Idraulica essendo stato in passato causa di danni alle infrastrutture in prossimità dell’alveo.
Se così è, sempreché che sia possibile realizzare opere alla foce di un torrente, comunque il rilascio della concessione demaniale, ancorché stagionale, dovrebbe essere subordinata alla verifica della compatibilità sotto il profilo geomorfologico dell’opera, tenuto conto della presenza della foce del torrente. Sembrerebbe, peraltro, imprescindibile un adeguato studio idraulico marittimo trattandosi di un tratto di costa aperto, con una valutazione specifica sull’eventuale incidenza ambientale, considerato che lo specchio ricade in ZPS (Zona a Protezione Speciale).
In ogni caso, la pianificazione delle aree demaniali marittime, al di fuori di quelle portuali, è un’incombenza del Comune di Lipari che deve redigere un PUDM, il quale a sua volta sarà approvato dall’ARTA previa verifica di assoggettabilità a VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Pertanto, il Comune di Lipari non mi sembra abbia ancora completato la redazione dello strumento di pianificazione né tantomento lo stesso è stato assoggettato a VAS. Da ciò discende che le singole concessioni demaniali, benché siano rilasciate con riserva, dovrebbero essere assoggettate alla stessa procedura autorizzativa che si richiede per il PUDM.
In termini di carattere generale va, peraltro, ribadito che per rilanciare l’Economia Eoliana si deve puntare su tutte le risorse pubbliche o private di interesse pubblico possibili, senza essere condizionati da progetti, interventi e/o vincoli privati, e, quindi in particolare, anche ogni intervento privato a Porticello non può sfuggire a questa logica, e deve essere anche valutato in termini di compatibilità con le scelte progettuali comunali per la riconversione dell’ex area mineraria, che ancora sono in itinere.
Ma a prescindere dalle considerazioni precedenti, a mio modesto avviso, sarebbe da ultimo, ma non per ultimo, da valutare l’opportunità di non gravare, con i pontili per cui è stata chiesta la concessione, di un’ulteriore carico antropico un’area che, per la presenza dei due pontili in cemento e di uno scivolo di alaggio, si connota come strategica ai fini di protezione civile (grazie anche alla presenza di un ampio piazzale). Infatti sembrerebbe necessario, in caso di una non auspicata emergenza, al fine di garantire la manovrabilità di mezzi navali di soccorso, che lo specchio acqueo sia libero da ogni ingombro.

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Il sindaco di Pantelleria, dopo avere lamentato alcune carenze in piena stagione turistica, infine ricorda che la convenzione tra l’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità e la Traghetti delle Isole S.p.a., prevede condizioni stringenti per l’affidamento del servizio di collegamento marittimo di pubblico interesse mediante navi ro.ro. per il trasporto passeggeri e merci (anche pericolose) verso Pantelleria e, soprattutto, prevede penali di importante rilevanza. Campo ha chiesto per iscritto al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla Procura della Repubblica di Marsala, al Prefetto ed alla Capitaneria di Porto di Trapani, di prendere provvedimenti urgenti al fine di limitare il danno e identificare con assoluta certezza i responsabili di tali emergenze che mettono in ginocchio l’isola di Pantelleria.
Anche Il sindaco di Lampedusa, come riportato dagli organi di informazione ieri, ha segnalato gravi carenze nel servizio, concludendo: “Non è accettabile che una società che si aggiudica una gara d’appalto non sia nelle condizioni di garantire il servizio: navi vecchie ed inefficienti, partenze in dubbio fino all’ultimo momento e poi annullate con la motivazione della ‘nave in avaria’. Il contratto deve essere rispettato, e se ciò non avviene chi viola le regole se ne deve assumere le responsabilità”. Lo stesso Sindaco, coerentemente ha chiesto alla Regione la rescissione del contratto per i collegamenti marittimi. 
Ma anche alle Eolie si sono registrati disservizi nei collegamenti marittimi, sistematicamente segnalati e lamentati dai passeggeri, per cui è evidente che complessivamente il Servizio in Sicilia è carente. Ed allora due domande sono d’obbligo: 
1) Perchè anche il Sindaco di Lipari e/o il Consiglio Comunale non protestano con la Regione e chiedono la rescissione del contratto? 
2)Perchè la Regione, se è vero quanto segnalato, non procede alla rescissione del contratto?

MA LE ISOLE EOLIE SONO TERRITORIO ITALIANO E GLI EOLIANI SONO CITTADINI ITALIANI?

Se come è ovvio la domanda è pleonastica, e la risposta è ovvia, i conti non tornano, perchè le norme sulla Sanità che trovano applicazione per tutto il territorio nazionale sembra che non valgono per Lipari.
Infatti, il Pronto Soccorso di Lipari è una unità operativa ad attività continua (con presenza medica di almeno una unità per 24 ore al giorno per 365 giorni l'anno) e non può, per osservanza del contratto di lavoro, essere dotata di un numero inferiore a sette medici. Infatti, sette medici è il numero minimo per potere effettuare una normale turnazione, concedendo riposi e congedi a norma di legge, è fatti salvi casi di malattie o impedimento.
Pertanto, pur con la presenza a supporto dei medici del 118 che garantiscono fino a un massimo di 72 ore settimanali (autorizzate con delibera aziendale) corrispondenti a due unità mediche, se non si revoca il trasferimento di un medico da Lipari a Milazzo,quattro medici in servizio, se non mi sbaglio, sono insufficienti a garantire adeguata turnazione, a meno che non si voglia disattendere le norme europee sulla sicurezza negli ambienti di lavoro sancito dalla legge 161 del 2014, che non consentono orari superiori ad undici ore consecutive di lavoro. Ma a prescindere dalla valutazione astratta, in concreto, si deve tenere anche in debito conto che a Lipari capita sovente che a causa di mancato arrivo dei mezzi di trasporto non è possibile il cambio turno e l'orario di lavoro si protrae fino all'arrivo del cambio anche oltre i limiti consentiti dalla predetta legge, per cui avere un organico adeguato diventa un categorico ed inderogabile obbligo di legge.

IN QUESTO CONTESTO, SE I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA VALGONO ANCHE PER LE EOLIE, AUSPICHIAMO CHE IL DIRETTORE GENERALE DELL’ASP REVOCHI IN AUTOTUTELA IL TRASFERIMENTO O CHE INTERVENGA L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITÀ CON I PROVVEDIMENTI NECESSARI.

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