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di Mimmo Montalbano

L’attesa, ovvero Giornata di ordinaria allucinazione
22.08.2019 sveglia alle 5,30, traghetto per Milazzo alle 6,30 destinazione Pronto Soccorso dell’ospedale.
E qui le prime avvisaglie di una giornata sui generis.
La “Novelli” parte con più di mezz’ora di ritardo e arriva a Milazzo alle 9,30 anziché alle 8,30.
Siamo al Pronto Soccorso poco prima delle 10
Il primo impatto è quantomeno sconcertante, ci si aspetta di dover ritirare un numero di prenotazione ed aspettare il proprio turno.

Niente di tutto questo, tutti in fila davanti allo sportello del triage, malandati, vecchi, madri con bimbi in braccio.
Allucinante, Livia rimane in fila dalle 10 fino alle 11,20 quando, confessati i propri mali, le consegnano un foglietto con cui presentarsi al PPI (punto di primo intervento), non è la sola, tutti in fila ad attendere che qualcosa accada. Dopo un bel poco di attesa si apre una porta e tutti si precipitano per capire come funziona la “chiamata”.
Nessuna chiamata, vi sono operai al lavoro per cui tutto è fermo.
La dottoressa comunque con gentilezza chiede le motivazioni per cui siamo in tanti in attesa, ascoltatele ci informa che il responsabile del Triage ha sbagliato a mandarci da lei, avrebbe dovuto mandare tutti ai reparti di competenza.

Ci si precipita all’interno del Pronto Soccorso assieme alla dottoressa in questione: rimostranze, battibecchi, esasperazione da ambo le parti finalmente Livia riesce a “contrattare” un invio al reparto otorino, 1° piano. Sbagliato! L’otorino è al terzo piano, no! bisogna andare al 4° piano e così facciamo. Li giunti nessuno a cui chiedere delucidazioni, è il posto giusto? Ci chiamano loro?
Esce un’infermiera cui chiediamo chiarimenti, con malagrazia ci intima di aspettare.
Aspettiamo! Si fanno le 12,30 e continuiamo ad aspettare, finalmente ci rispediscono al 1° piano dalla “dottoressa” che ci aspetta.
La dottoressa è molto gentile ed in c.a un’ora completa il quadro di tutti i tests necessari; alla buon ora, finalmente liberi!!!

Ma quando mai, bisogna ritirare il foglio di dimissioni, OK poca cosa, dove?
Mirabile dictu, indovinate dove? A quello stesso pronto soccorso intasato di pazienti dove tutta l’odissea è cominciata!! Intanto abbiamo perso il traghetto delle 14.
Si sono fatte le 2 pm un’infermiera esce dalla porta del PS, chiediamo quando ci verrà consegnato il foglio di dimissioni e da chi, ancora con malagrazia “quando è pronto vi chiamiamo”, evidentemente cortesia e sorrisi non fanno parte del background professionale di questi operatori!
Aspettiamo, si fa a turno sulle poche sedie disponibili, siamo in ballo dalle 6 del mattino ed in ospedale dalle 10 per un’ora c,a di visita specialistica. Entrano altre infermiere e sempre facendoti sentire colpevole d’impazienza ti fanno notare che loro stanno “montando adesso”, s’informeranno…

Finalmente alle c.a 15 il sospirato foglio ci viene consegnato, Deo Grazias.
Ma la giornata riserva ancora sorprese.
Fatto il biglietto per la nave delle 18,15 ci si presenta al gabiotto dove bisogna farselo timbrare.
Niente timbro la “Novelli” è guasta non si sa se parte!
Non parte, si rimedia con l’Isola di Vulcano che però parte alle 20 e qualcosa, a casa alle 22.
Non male come completamento di una giornata veramente allucinante.

P.S. L’ospedale di Lipari, per quanto bistrattato e malmesso, sta comunque all’ospedale di Milazzo come lo champagne sta alla gassosa.

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