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Dettagli...

sbasilegruppo1di Sara Basile e Rosellina Neri

"Disciplinarsi è rendersi liberi. L'acqua è acqua pura e libera quando scorre tra le due robe di un ruscello o di un fiume, non quando è sparsa caoticamente sul suolo, o rarefatta si libera nell'atmosfera. Chi non segue una disciplina politica è appunto materia allo stato gassoso, o materia buttata da elementi estranei : pertanto inutile e dannosa".
(disciplina e libertà, Città Futura, Antonio Gramsci)

Esiste ancora una disciplina politica?
E qualora questa esistesse, chi la attua e chi la sviluppa?
Mancano poche settimane alle elezioni amministrative, sull'isola ancora il clima è mite, non si ha il coraggio di togliere il piumone dal proprio letto. Si dorme, gli orsi escono dal letargo, la fame li sveglia.
La politica eoliana continua ad avere invece, una forma di vita in perenne latenza, ma non è disciplina, bensì politichese, il nuovo elemento che si è svegliato.
Il politichese è un enzima e la sua funzione è quella di facilitare le reazioni. Scaturisce reazioni a comando : ci si scandalizza a comando, diventiamo attenti osservatori a comando, manifestiamo a comando, ci interessa il bene comune a comando. La ribellione sembra non essere più libera e spontanea, ma priva di personalità perché comandata. Altri termini per dire che il politichese è nemico della politica disciplinata, della cultura al servizio della politica coscienziosa. Il politichese è sbarcato a Lipari ed è l'unico motore della campagna elettorale.
Alla politica eoliana manca la personalità e questo fa traballare inevitabilmente la credibilità all'occhio dell'elettorato che si affida al leader di turno non per il suo programma, per la sua linea politica, perché forse questa, non esiste più.
Ed ecco che per accaparrarsi un po' di credibilità si estendono inviti oltremare da candidati dell'ultimo minuto, annunciando l'ipotesi di personaggi dal forte carisma pronti a soccorrerci, Capre!
Allora, da cittadine, la domanda sorge spontanea;
quale campagna elettorale si prospetta?
Noi un'idea ce la siamo fatta, una misera partita a scacchi con le pedine della dama.

Resistere è Informare, Informare è permettere di crescere.
Questo è quello che è accaduto oggi davanti i cancelli dell'IIS Isa Conti di Lipari.
Una campagna di Informazione, mista al grande bisogno di sviluppo di senso critico nelle giovani menti degli studenti Eoliani, Siciliani, Italiani... e se vogliamo, in generale, cittadini del mondo che sono la benzina, il sangue e il motore della macchina chiamata SCUOLA .... PUBBLICA(?)
Ciò che è PUBBLICO, dovrebbe essere di tutti e i "tutti" dovrebbero essere posti nella condizione di poterne sapere e di poter decidere autonomamente.
Assistiamo però ad uno scenario di politica ingiusta che sempre più tende a sovvenzionare, aiutare e quindi far andare avanti ciò che è privato. Scuole private finanziate e magnificamente sovvenzionate da aiuti Statali. "700 milioni annui di denaro pubblico che contributo2vanno ad aiutare gli istituti paritari, mentre lo Stato non ha neppure i soldi per rendere sicure le aule" (fonte L'Espresso).
Per questioni prettamente di bisogno, il contributo scolastico versato annualmente dalle famiglie degli studenti Italiani, ormai è la principale fonte di sostentamento degli indirizzi superiori.
Il contributo VOLONTARIO NON OBBLIGATORIO, argomento della campagna di informazione, svoltasi stamattina, nasce però contributo3come mezzo per ampliare esclusivamente l'offerta formativa degli Istituti, avendo grazie alla legge n.59 del 15 marzo 1997, acquistato un'autonomia didattica, organizzativa e finanziaria.
L'obbiettivo dell'attività di volantinaggio di quest'oggi era quindi mirato ad informare gli studenti della NON obbligatorietà del versamento del contributo ( comma 622 della legge 296/2006) ed inoltre ad avere un occhio di riguardo, non superficiale per quanto riguarda l'utilizzo e la destinazione reale delle somme versate.
Ricordiamo infine che è potere/diritto degli interessati di richiedere, prendere visione ed, eventualmente, di ottenere copia dei documenti amministrativi. (Ai sensi dell'art. 22 della Legge 241/90) ''al fine di assicurare la trasparenza dell'attività amministrativa e di favorirne lo svolgimento imparziale è riconosciuto a chiunque vi abbia interesse diretto, concreto e attuale per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti, il diritto di accesso ai documenti amministrativi'', quali bilancio o programma annuale di tutti i progetti e attività che la scuola mette in campo nel corso dell'anno.
Dove vanno a finire i NOSTRI soldi?
Con questo lecito dubbio, concludiamo al solito con un grande eufemismo, questa volta però non di un filosofo, di un grande della letteratura internazionale o di un personaggio di spicco da social network, ma di una voce delle saccenti anime locali : " NOI un amu a dari cuntu a nuddu".
Qui scappa un ghigno, poiché in un Istituto d'Istruzione Superiore Pubblico con indirizzo anche Commerciale, nel quale una delle materie portanti è il Diritto, ci viene insegnato che il NUDDU SIMU TUTTI!

L'INTERVENTO.

di Michele Sequenzia

Sto leggendo il dibattito che si sta facendo sempre piu aspro... "Resistere è Informare, Informare è permettere di crescere" .
Non è una novità ..i governi hanno la pessima abitudine di non ascoltare il popolo.
Ci chiediamo .....dove vanno a finire i NOSTRI soldi? "NOI un amu a dari cuntu a nuddu"???. Ma è proprio il contrario.
Voi..cari signori amministratori... dovete dare ragione dei nostri soldi, al centesimo.
Ma andiamo indietro nel tempo...in piena rivoluzione francese.

Fondamentale per Condorcet ( Marie-Jean-Antoine-Nicolas de Caritat, marchese di Condorcet, noto come Nicolas de Condorcet (Ribemont 17 settembre 1743 - Bourg la Reine 29 marzo 1794, matematico, economista, filosofo e politico rivoluzionario francese) è il sistema educativo.
Secondo Condorcet " Il maestro non insegnerà solo ai bambini, e ai piu' cresciuti , ma dovrà tenere pubbliche conferenze anche per tutti i cittadini, uomini e donne, sulla costituzione e sulle leggi, sull'etica pubblica, sulle arti. Così, l'insegnante, promosso alla dignità di formatore dei cittadini, diventerà il missionario dei Lumi e, insieme, della democrazia".
Educare è rendere liberi i cittadini.
Ma dovranno trascorrere oltre cento anni per trovare nelle società europee proposte e finanziamenti pubblici finalizzati a tale scopo: intorno alla seconda metà del '900, l'educazione permanente, poi definita educazione degli adulti e oggi, con estensione di significati, life long learning riprende a maggior ragione la sua posizione centrale per la sopravvivenza del sistema sociale.
Tema ancora oggi assai controverso: chi paga la scuola pubblica, se non ci sono i soldi? Leggo bene: sono 700 milioni di euro sottratti alla collettività per alimentare la scuola privata? Ma allora i soldi ci sono? Perchè spenderli tanto male?
Lo scontro politico si fa sempre piu acuto.
Non solo il sistema scolastico, ma l'intera società sono in un mare in tempesta. L'ignoranza e la miseria crescono dove non c'è educazione e sviluppo intellettuale. Che cosa vuole fare il Governo?Creare milioni di italiani ignoranti? Lasciare la scuola statale nello stato comatoso in cui versa?
Basta ascoltare i telegiornali, le bufere giornalistiche, leggere gli accorati appelli di molti giovani che cercano opportunità di dialogo, per creare una vera scuola innovativa, moderna, competitiva.

Basta rileggersi Condorcet : "L'istruzione pubblica e l'educazione del popolo sono fondamento di libertà, una, sfida per il potere. Bisogna abbattere l'ignoranza. "

Il discorso politico-pedagogico di Condorcet – e del periodo rivoluzionario più in generale – ovviamente abbraccia un campo molto più vasto di quello in cui questo tipo di discorso viene collocato nel nostro tempo. Sono oltre due secoli di lotte tra il bene ed il male.

In effetti, la proposta condorcetiana investe innanzitutto il tema della Rivoluzione. La libertà, obiettivo della rivoluzione, e premessa dell'eguaglianza fra gli uomini – per natura ed indole diversi –, è raggiungibile solo attraverso l'istruzione: libertà e istruzione sono sempre state reciproche in tutte le epoche storiche gli sforzi volti a soffocare la libertà sono sempre stati accompagnati dal tentativo di limitare l'estensione della conoscenza; ecco perché l'elevazione culturale, premessa e conseguenza della libertà, consentirà il progresso civile e sociale , l'avanzamento della scienza, il miglioramento nei costumi, nelle
leggi, nella pratica della giustizia.
Rileggiamo insieme l'illuminata sintesi culturale di Condorcet. L'avversione di Condorcet verso ogni forma, palese occulta, di autoritarismo, di negazione della libertà di pensiero ...lo porta a chiarire che l'educazione intesa in tutta l'estensione della parola non si limita soltanto all'istruzione positiva, all'insegnamento delle verità di fatto e di calcolo, ma abbraccia tutte le opinioni politiche, morali e religiose.
Ora la libertà di queste opinioni non sarebbe più che illusoria se la società si impadronisse delle generazioni nascenti per dettar loro ciò in cui devono credere.
"Colui che entrando nella società vi porta le opinioni che gli ha dato l'educazione ricevuta, non è più un uomo libero."
La scuola è libertà costituzionale.
La politica è solo opportunismo.

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---"A questa nazione, giovane di ieri e vecchia di trenta secoli, manca del tutto l'idealità. Religione non può esserci dove uomini e partiti non hanno idee o per idee si spacciano affocamenti di piccole passioni, urti di piccoli interessi, barbagli di piccoli vantaggi: dove si baratta per genio l'abilità, e per abilità qualche cosa di peggio;" Giosuè Carducci.

Al centro di questo articolo non vogliamo parlare di corruzione, interessi nelle stanze del potere, tanto meno ritornare indietro a Garibaldi, Pisacane e quindi, al nostro "fragoroso" bardo nazionale che è Giosuè Carducci e alle sue "veementi" parole. Forse, lanciare una gara a chi è più bravo con le citazioni, a chi ne sa di più, e a chi ancor prima di citarle, per spiegare un determinato episodio, le faccia proprie nella sua mente.

Curioso il comunicato della consulta giovanile – "Giovani in movimento" apparso in questi giorni nei nostri blog di informazione on line, poco azzeccato, forse, il riferimento a Enrico Berlinguer , ultimamente citato da tutti, poiché grande figura e soprattutto "portatore sano" della politica buona dello scorso secolo. "I Giovani devo avvicinarsi alla politica". Giustissimo, sacrosanto, impeccabile... e la citazione di Berlinguer, è eloquente.

Ma chi ne ha preso in prestito, sa anche, che avvicinarsi per stare in silenzio non è il modo migliore. Avvicinarsi per subire passivamente le chiacchiere di chi la politica la fa da molti anni con la consapevolezza di avere delle dirigenze "incompetenti" piuttosto che eccellenti, potrebbe essere sconveniente ai fini della crescita e dell'autonomia di pensiero.

Silenzio, spogliarello delle libertà civili delegandole in bianco a chi sia abbastanza rapace da appropriarsene, disagio... quello della libertà, che preferisce i comodi del cortigiano alle libertà del cittadino che possono essere faticose, richiedono costante vigilanza e impegno. Questi i tristi contenuti percepiti dalla "pericolosa" compagnia di Sara Basile, lo scorso 8 Novembre nella riunione/dibattito tenutasi con il sindaco e i pochi giovani che hanno preso la parola.

Una pubblicità di prodotti congelati, esordiva così: "Ci sono due modi per fare i nodi, quello giusto e quello sbagliato" e dunque, ci sono due modi per avvicinarsi alla politica, quello giusto e quello sbagliato. Sicuramente il silenzio e la servitù volontaria non sono quelli giusti. I giovani devono FARE politica, non ascoltare i politici e prendere passivamente dalle loro bocche.

ATTIVIAMOCI, ALZIAMO IL VOLUME. Se le voci degli "altri" sono il vento, noi non dobbiamo essere le canne di bambù, ma querce con radici forti ben radicate. Non dobbiamo fare la figura dei daltonici a cui vengono spiegati i colori, dobbiamo saper riconoscere il giallo dal rosa, il buono dal cattivo. Il silenzio fa troppo rumore in questo posto, i timpani sanguinano dal rimbombo.

"Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui a "Lipari" siamo in grado di giudicarla". Basta auto complimentarsi per essere riusciti in qualcosina di poco e legittimo! Sprechiamo le calorie dei bei piatti di pasta per non rimanere in SILENZIO.

La "Compagnia" di Sara Basile

E' nel giorno di Halloween che NUOVAMENTE vorremmo ripresentare all'Amministrazione Comunale la questione dai Capannoni "fantasma"!
Alle porte della scadenza del quinto mese dalla prima richiesta di convocazione al Sindaco, nel corso della quale abbiamo presentato una bozza di progetto ( vedi allegato) sulla destagionalizzazione e l'utilizzo dei Capannoni, siti in via Torrente Cappuccini di Lipari,chiedendo notizie in più sui costi d'affitto delle strutture (semi) mobili, sulle modalità prossime e future di destinazione dei locali e sull'eventuale acquisto degli stessi. Ci erano state date delle risposte più o meno esaustive, che vorremmo sintetizzare:
i Capannoni, non sono di PROPRIETA' del Comune di Lipari, poiché erano stati presi in locazione per un periodo, quello appunto di Carnevale 2013, da una ditta non locale.
A causa di problemi legali della ditta stessa, che esercitava il diritto di PROPRIETA' su questi ultimi,il NOSTRO Comune, non paga(va?) più l'affitto.
Di fatto però, i Capannoni "fantasma", sono ancora in POSSESSO del Comune stesso.
Semplice è la distinzione tra PROPRIETA' e POSSESSO:
Entrambi gli istituti sono regolati dagli articoli del nostro codice civile.
Sono entrambi diritti reali, cioè sulla res (cosa), ma mentre il PROPRIETARIO ha diritto pieno ed esclusivo sulla cosa ( ha diritto di disporne e di goderne), il POSSESSO, non è un diritto pieno, ma è comunque una situazione di FATTO, e, l'articolo 1147 del codice civile, dà per presunta la buona fede di colui che possiede la cosa, cioè, possiede non sapendo di recare danno altrui....
Sembra proprio il caso del NOSTRO Comune!
Infatti,il SIG. SINDACO, ci disse proprio che l'Amministrazione, per problemi della ditta concedente, era impossibilitata a trattare con quest'ultima e che addirittura vi erano anche dei soldi stanziati per un ipotetico acquisto ( le trattative sarebbero state anche a buon punto); problemi che, sempre secondo il Sindaco, si sarebbero risolti nel giro di pochi (2) mesi; infatti, la nostra Proposta (prot. N. 12031) è datata 06/05/2014.
Essendo passati quindi più di cinque mesi dalla nostra convocazione da parte del Primo Cittadino nelle aule del Comune, chiediamo se ci sono delle novità, perché ammesso e concesso che il Comune non paghi già da tempo l'affitto, i Capannoni sono ancora su territorio Comunale e vederli inutilizzati crea un dispiacere a chi invece, come Noi, già l'immagina adibiti a tante belle iniziative per la comunità locale.
Chiediamo quindi, questa volta in forma pubblica, un incontro con il Sindaco per essere aggiornate sulla vicenda.

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