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Dettagli...

elvi raffa
di Elvira Raffa
 
Caro direttore,
apprendo con stupore che nelle aule delle scuole del territorio eoliano in cui saranno aperti i seggi per il referendum il comune non effettuerà nessuna disinfestazione o sanificazione.
Proporrei di allestire i seggi, per questa consultazione e quelle a venire, presso la sede stessa del Comune, nei locali di Piazza Mazzini e di via Falcone e Borsellino.
Non vedo perché debbano essere bambini e ragazzi ad essere esposti a rischi di ordine igienico sanitario.
LA REPLICA.
 
di Fabiola Centurrino*
A garanzia di una corretta e necessaria informazione in merito agli interventi di pulizia e disinfezione dei plessi scolastici sedi di seggio elettorale per il Referendum popolare del prossimo 17 aprile, si fa presente quanto segue.
L’Ente comunale, come da prassi consolidata, ha provveduto per tempo a concordare con le Istituzioni Scolastiche le modalità e le operazioni necessarie a garantire le opportune condizioni di igiene dei locali interessati dalle consultazioni.
Nella giornata del 18 aprile c.a., infatti, ad opera del personale scolastico mediante apposito ordine di servizio del Dirigente Scolastico, saranno effettuati gli interventi di pulizia straordinaria e disinfezione per i quali l’Amministrazione, tramite l’Ufficio Elettorale, provvederà a fornire prodotti igienizzanti e disinfettanti ad azione germicida, battericida e fungicida (presidi medico chirurgici).
Per quanto riguarda l’attività di “disinfestazione” all’interno dei plessi scolastici, si tiene a precisare che il Comune, durante l’anno scolastico in corso, non è mai mancato di intervenire prontamente, nonostante i tanti disagi economici,  con provvedimenti volti a eliminare e scongiurare problemi di igiene pubblica -  di concerto con le Istituzioni scolastiche, con le quali l’Assessorato tiene un rapporto costante - come attestato dalle seguenti determine dirigenziali:
n.81 del 09.09.2015 – Disinfestazione e derattizzazione plessi scolastici I.C. Lipari;
n.166 del 17.11.2015 – Disinfestazione cortile plesso scolastico di Quattropani;
n.13 del 05.02.2016 – Disinfestazione I.C. Lipari 1;
n.14 del 05.02.2016 – Disinfestazione Istituto di Istruzione Superiore Isa Conti E. Vainicher.
E’ bene chiarire che gli interventi di disinfestazione si effettuano qualora siano presenti, appunto, infestazioni e consistono in tutte quelle operazioni atte ad eliminare piccoli animali o insetti dannosi presenti nell’ambiente.
Quanto sopra a riprova della costante attenzione e dell’impegno dell’Amministrazione per la tutela della salute e del benessere dei frequentanti gli Istituti Scolastici ricadenti sul territorio comunale.
Si evidenzia, altresì, che qualsiasi altra notizia apparsa relativamente a tale argomento non costituisce comunicato ufficiale dell’Amministrazione.
 

 *Assessore alla Pubblica Istruzione
 
Gentile Diirettore, il consiglio di istituto della scuola media di Lipari ha definitivamente deliberato l'entrata in vigore della settimana corta.
 
Ciò vuol dire che dalla prossima settimana mia figlia, 11 anni, entrerà a scuola alle 8:30 e ne uscirà ( affamata e stordita) alle 14:30.Dal lunedì al venerdì. Mi rivolgo al dirigente scolastico, ai rappresentanti di docenti, personale ATA e dei genitori, all'assessore alla scuola del comune e al dirigente x i servizi scolastici della provincia per esprimere il mio dissenso.
 
Assoluto.Vengo da un'esperienza decennale in una grande città, dove scegliere il tempo pieno a scuola è una necessità, per la lontananza dal posto di lavoro, per i tempi di percorrenza, per la mancanza di una rete familiare di supporto. Le mie figlie, dal nido fino a tutte le scuole medie, hanno usufruito dei servizi scolastici pubblici della Capitale, del tempo pieno, della mensa, del "dopo-dopo scuola"...
Alla fine sono fuggita da una città senza cuore ma con un grande e famelico ventre.E ho scelto di vivere in un posto dove i ritmi e le relazioni non sarebbero più stare dettate da orari assassini e dal mordi e fuggi. Ho scelto di vivere su un'isola. Dovevi tempi sono umani, dove posso sedermi a tavola ogni giorno, senza aspettare il sabato e la domenica per pranzare tutti insieme.Dove é possibile discutere o fare una passeggiata prima di cominciare lo studio, il lavoro o lo sport del pomeriggio.Dove le attività extra scolastiche non comportano stress da traffico e parcheggio.
 
ADESSO IO NON CI STO! NON CI STO AD ASPETTARE CHE MIA FIGLIA ESCA DA SCUOLA OGNI GIORNO ALLE 14:30.NON CI STO A FARLE MANGIARE TUTTI I GIORNI CIBO SCALDATO DELLA SERA PRIMA O UN PANINO SECCO. NON CI STO A VEDERLA CIONDOLARE STANCA E CONFUSA SUI LIBRI IL POMERIGGIO. NON CI STO A INVENTARMI NUOVAMENTE INCASTRI COMPLICATI PER FARLE FREQUENTARE ATTIVITÀ SPORTIVE QUANDO ANCORA DEVE DIGERIRE IL "PRANZO" DELLE 15...NON CI STO A CHE SIA LA SCUOLA, UNILATERALMENTE, A DETTARE I RITMI DI VITA DELLA MIA FAMIGLIA.
 
LA PROTESTA SI ALLARGA.
 
cnatolidi Cristiana Natoli*
 
Al Dirigente Scolastico Prof. Renato Candia, Al Presidente del Consiglio d'Istituto Dell'Istituto Comprensivo Lipari "Santa Lucia"  e p.c. Al Signor Sindaco del Comune di Lipari, Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia Direzione Generale. U.S.R. per la Sicilia – Ufficio VIII Ambito Territoriale di Messina, U.O.B. N-1 – AREA I MESSINA.
 
Oggetto: Tempo scuola per le classi di scuola secondaria di 1° grado.
 
Per quanto in oggetto, con riferimento alle note dei genitori di diverse classi, tutte protocollate con il N. 4746 B19 del 05 10 2015, inerenti la "Proposta di tempo scuola per le classi di scuola secondaria di 1° grado", duole rilevare che, ad oggi, non Vi è stato riscontro alcuno da parte Vostra.
 
In modo del tutto informale (attraverso i nostri bambini) apprendiamo che, a seguito del deliberato del Consiglio d'Istituto, riunitosi in seduta del 20 Ottobre 2015 (seduta alla quale, fra l'altro,non abbiamo potuto partecipare non avendone, in alcun modo, avuto notizia) da lunedì prossimo dovrebbe essere istituita la cosiddetta "settimana corta", ossia lezioni dal lunedì al venerdì con orario dalle ore 08:30 alle ore 14:30.
 
Fermo restando la frammentarietà della notizia, dato che ancora oggi non abbiamo avuto modo di leggere il verbale del Consiglio d'Istituto in quanto né disponibile in copia per la presa visione da parte nostra né pubblicato sul sito internet della scuola, nel confermare il nostro dissenso per l'orario da Voi stabilito, di seguito Vi rappresentiamo le motivazioni che ci inducono a non condividere quanto recentemente deliberato:

 

1) le famiglie hanno regolarmente iscritto i propri figli optando per il modello orario di 30 ore settimanali di lezione, convinte che detto monte ore settimanale si articolasse su 6 giorni di lezione, così come avvenuto negli anni precedenti presso l'Istituto Santa Lucia plesso di Lipari, cui l'iscrizione era diretta;

2) riteniamo che la "settimana corta", avrebbe dovuto essere chiesta e/o proposta alle famiglie o in fase di iscrizione o immediatamente dopo l'inizio dell'anno scolastico in corso, opportunamente concertata nel rispetto dei tempi e dei ruoli. Ad oggi invece sono già trascorse sei settimane dall'inizio dell'anno scolastico ed ancora siamo con un orario provvisorio di 5 (cinque) ore dal Lunedì al Venerdì;

quindi nella "provvisorietà" si sarebbe potuto, sulla scorta di proposte certe e motivate, chiedere ai genitori, attraverso una corretta informazione e metodi trasparenti ed imparziali (sondaggi, questionari, ecc..) l'adozione di un orario, sempre nel rispetto delle norme di legge in vigore, che prevedesse o il prolungamento o il rientro pomeridiano o ancora il mantenimento dell'orario praticato fino all'anno scolastico 2014/2015 che prevedeva anche il sabato, così come indicato nel P.O.F. attualmente in vigore (a pag. 57).

Invece, dando già per definitiva l'abolizione del sabato, è stata emanata una circolare, la n.14 del 01/10/2015, per la quale, con le note sopra indicate, abbiamo manifestato, motivandola, la nostra non condivisione, che ha indotto probabilmente talune famiglie ad optare per una delle due scelte ed altri genitori a modificare le risposte, convinti che la loro richiesta poteva essere accolta; facciamo presente che la progettazione in seno all'autonomia delle istituzioni scolastiche deve, tra l'altro, tenere conto ed adeguarsi "alle richieste della maggioranza delle famiglie" come prevede il 2° comma dell'art. 1 del DPR 275/1999.

3) dato che parliamo di bambini con età media dagli 11 ai 13 anni e che la stragrande maggioranza degli insegnati viaggia giornalmente dalla terraferma per raggiungere le nostre isole, sfugge alla nostra comprensione la scelta praticata, in relazione al benessere psico-fisico dei piccoli alunni, alla qualità dell'offerta formativa ed al diritto all'educazione e all'istruzione dei minori. In particolare ci piacerebbe conoscere se il Collegio Docenti, sulla cui onestà intellettuale non abbiamo dubbi, ritiene che gli alunni di questa fascia d' età possano non solo sopportare fisicamente ma anche sostenere con stato adeguato di apprensione, per un conseguente successo formativo, un monte ore giornaliero di tale entità.

Non va dimenticato che i primi sacrificati e che subiranno maggiormente tali disagi sono proprio i piccoli studenti e conseguentemente le loro famiglie e che così facendo l'approccio con la scuola media potrebbe essere talmente traumatico (ricordiamoci che sono adolescenti nel pieno della fragile età dello sviluppo psico-fisico) rispetto ai ritmi meno gravosi e più elastici della scuola primaria e alle abitudini che la vita su un' isola (fortunatamente) consente, da avere anche ripercussioni psico-pedagogiche;

4) tale presa di posizione della scuola, a nostro parere, non offrendo altre opzioni preclude una reale opportunità di scelta e ciò è in contrasto con la normativa vigente: C.M. n. 29 del 5 marzo 2004 prot. 464 Art.3.1, 11° capoverso ( omissis predisporre un repertorio di offerte formative organiche che rispondano ai bisogni educativi degli alunni e valorizzino, nel contempo, le scelte delle famiglie già all'atto dell'iscrizione.) ; D. Lgs. 59/2004 Art. 10, 2° capoverso (Le istituzioni scolastiche, al fine di realizzare la personalizzazione del piano di studi, organizzano, nell'ambito del piano dell'offerta formativa, tenendo conto delle prevalenti richieste delle famiglie, attività ed insegnamenti, coerenti con il profilo educativo,...........);

Infine, nonostante le motivazioni (discutibili) che si adducono per sostenere il modello della settimana corta, un principio resta saldo ed ineludibile: il comma 2 dell'art.1 del D.P.R. n.275 del 1999, Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, che specifica proprio la natura e gli scopi della autonomia, che su un punto è chiaro "l'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento".

La citazione è nella sostanza già interpretativa delle condizioni da non sottovalutare in caso di decisione di adozione della settimana corta: il contesto di riferimento, la domanda delle famiglie ed in primis le caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, i quali, considerata la fascia di età dai 10 ai 13, potrebbero mal sopportare la soluzione di un monte orario giornaliero di attività didattiche, distribuite su sei ore consecutive. In questo senso ribadiamo che i risvolti sono anche pedagogici e meritano di essere considerati con la dovuta cautela.

Per quanto sopra rappresentato, restiamo in attesa di ricevere urgenti ed adeguate risposte e sin d'ora rappresentiamo la speranza che gli effetti dell'adottata delibera (di cui per il momento abbiamo solo notizia) siano per il momento sospesi e che tutta la materia sarà ridiscussa nelle sedi opportune al fine dell'esclusiva tutela degli interessi dei minori da noi rappresentati.

*Responsabile temporaneo Costituendo Comitato dei Genitori

ANCHE ALL'ISOLA D'ELBA.

di Roberto Piemonte
Il Consiglio d'istituto della scuola media di Lipari ha deliberato di adottare il seguente orario scuola entrata ore 08:30 uscita ore 14:30, parliamo di bambini con età media 11 - 13 anni; Valentina Lupi, un'insegnate dell'isola d'Elba, dove hanno dovuto affrontare lo stesso problema, ma li l'orario era 08:00 - 14:00, ha scritto una lettera significativa
Settimana corta alla scuola media? No, Grazie
 
di Valentina Lupi
Qualche giorno fa mi sono vista recapitare a casa tramite mia figlia, attualmente in V elementare, una lettera dell'Istituto comprensivo "Giovanni Pascoli" (isola d'Elba), indirizzata tra gli altri ai genitori della classe terminale della scuola primaria, in cui si chiede il loro parere circa la proposta di adottare per le future classi della scuola media la settimana corta.
 
Devo fare una premessa: sono un'insegnante e non mi improvviso in giudizi frettolosi, conosco il mondo della scuola e chi si muove al suo interno. Detto questo, la mia reazione è stata di immediato stupore: come si può pensare che dei ragazzini di 11, 12 o 13 anni possano produttivamente trascorrere 6 ore consecutive a scuola dalle 8 alle 14 tutti i giorni della settimana dal lunedì al venerdì?
Ovviamente ho barrato la casella in cui mi dichiaravo contraria, convinta che la stragrande maggioranza dei genitori si sarebbero resi conto come me dell'assurdità della proposta. Ma così non è stato: da mia figlia ho saputo che nella sua classe soltanto io ed un'altra mamma abbiamo dichiarato la nostra bocciatura nei confronti dell'ipotesi settimana corta.
 
Sono consapevole del fatto che queste mie considerazioni lasceranno il tempo che trovano, perché in democrazia la maggioranza, si sa, ha sempre ragione, anche quando decide per cose senza senso; oppure solleveranno un vespaio di polemiche da parte di chi, inalberandosi, cercherà di cavillare disquisendo sul sesso degli angeli, tanto per confondere le idee; ma, da illusa quale sono, voglio comunque provare a dire la mia, nella speranza che qualcuno magari mi possa ascoltare e possa condividere la mia opinione.
 
A mio modestissimo parere, una scuola che delega ai genitori una questione di natura prettamente didattica quale è quella dell'organizzazione dell'orario scolastico è una scuola che ha smarrito la sua vocazione e la sua professionalità. Mi spiego meglio: non sono forse gli insegnanti che devono preoccuparsi di fare in modo che gli alunni possano apprendere nel migliore dei modi e che devono individuare le strategie didattiche utili a garantire tale apprendimento? Perché si chiede il parere di chi, come i genitori, di fatto non è e non può essere competente in materia?
 
Questo per me è il primo vizio della proposta, che non è altro che un'ammissione da parte della scuola della sfiducia nel proprio ruolo educativo. Qualunque insegnante dotato di un minimo di buon senso e di realismo sa perfettamente che dalle 13 alle 14 la capacità di concentrazione ed il rendimento degli alunni sono pressoché nulli (si fa già fatica alla 5° ora!!!); e, se lo sono per gli alunni che non hanno particolari problemi, figuriamoci quali potranno essere per gli alunni con disturbi specifici dell'apprendimento!
 
Evidentemente si sta ragionando esclusivamente in termini di quantità e non di qualità: dato che si devono fare 30 ore settimanali, basta farne 6 al giorno ed i conti tornano perfettamente! Che poi siano ore buttate via, che i nostri figli possano o meno imparare qualcosa, che la qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento inevitabilmente sia destinata a scadere, questo non importa a nessuno.
E' più importante avere a casa i figli il sabato mattina, piuttosto che imparino qualcosa a scuola. Eh già, perché ci sono dei meravigliosi week end da godersi in famiglia, dato che tutti ci possiamo permettere ogni settimana di prendere e partire per le mete più affascinanti! La famiglia però durante la settimana non esiste, dato che a tavola si andrà a turno per finire verso le 15, come se poi tutte le famiglie avessero la possibilità di aspettare i tempi imposti dalla scuola e non dovessero far fronte ad altre esigenze, magari anche lavorative!
 
Mi chiedo: quando dovrò essere a lavoro alle 14.30, chi preparerà il pranzo per mia figlia? Ma –qualcuno potrebbe obiettare- questo è un problema mio e sicuramente è un problema secondario. Vogliamo allora parlare degli alunni dell'indirizzo musicale?
Per loro sono previste 3 ore in più di lezione, da svolgersi nel pomeriggio. Cosa faranno il martedì pomeriggio? Usciranno alle 14 per rientrare alle 14.30? E magari poi, una volta a casa, faranno anche un po' di compiti per il giorno dopo! Ma ci rendiamo conto dello stress al quale li vogliamo sottoporre? In nome di cosa poi?
Certo, in questo modo gli insegnanti potranno godere tutti del tanto desiderato sabato libero, sogno proibito per molti docenti, in particolar modo per gli ultimi arrivati. Bene, da insegnante mi ribello a questa ulteriore umiliazione che è insita in una scelta che antepone il proprio personale interesse alla vocazione per l'insegnamento.
Mi rifiuto di credere che ai miei colleghi non stia minimamente a cuore la loro missione di educatori e che possano onestamente pensare che la qualità dell'insegnamento non sarà pesantemente inficiata da un siffatto orario scolastico.
Perché, se davvero mi sbagliassi, allora prossimamente potremmo anche ipotizzare di completare le 30 ore settimanali in 3 giorni: basta stare a scuola 10 ore al giorno! Sai che pacchia poi per la famiglia godersi i propri figli dal giovedì alla domenica!?! In fondo il problema è trovare il modo di fare queste maledette 30 ore, cosa importa come le si fa?
 
di Aldo Natoli

Come prevedibile il Consiglio d'Istituto della Scuola Media S. Lucia di Lipari, su proposta del Dirigente Scolastico, ha adottato la settimana corta che prevede il prolungamento delle lezioni fino alle ore 14,30, con esclusione del Sabato. Il provvedimento, oltre che consentire ai ragazzi di trascorrere la giornata del Sabato con i propri genitori, si propone di concentrare il giorno di riposo contrattuale di ogni insegnante nella giornata del Sabato.

Ritengo che nel provvedimento si possa individuare anche una terza motivazione. Ovvero quella di voler combattere l'obesità dei ragazzi che debbono infatti sostituire il pranzo con due merende o con un pasto sicuramente freddo, atteso che rientrando nelle proprie abitazioni, se tutto va bene dopo le ore 15, difficilmente possono trovare la tavola ancora apparecchiata! Ovviamente mi pongo alcune domande che dovrebbero far riflettere il Dirigente Scolastico.

La scuola dispone di una sala per consentire ai ragazzi di consumare le due merende, o il pasto, sotto la sorveglianza di personale della Scuola, dal momento che l'aula dove si svolgono le lezioni non è certamente idonea dal punto di vista igienico-sanitario per tale compito? I bus che collegano le varie frazioni hanno modificato gli orari? Ma ai ragazzi che arrivano a casa non prima delle ore 15, semprechè non consumano il pasto a scuola, ed in particolare quelli che risiedono nella varie borgate, gli resta tempo sufficiente per studiare?

La protrazione dell'orario giornaliero delle lezioni incide sulla qualità di apprendimento dei ragazzi? Gli insegnanti pendolari giunti sull'isola se impegnati fino alle ore 14,30 possono essere autorizzati a lasciare il servizio prima di tale ora nella eventuale precarietà dei servizi marittimi causato dal maltempo? E cosa succederà in questo caso nella Scuola?

Suppliranno i docenti residenti? Oppure verranno utilizzati i bidelli a sovrintendere le classi? In ultimo, i genitori, in fase di iscrizione alla Scuola sono stati informati preventivamente di questa modifica, come previsto dalla normativa vigente?
Naturalmente la protesta di molti genitori, al pari di quelli di Milano, Novara, Savona e Venezia, per l'istituzione della settimana corta, così come modulata dal Dirigente Scolastico, non si è fatta attendere!

L'OPINIONE.

di Lina Paola Costa

Gentile Direttore,

ho ricevuto dei link sulla scuola locale, in queste settimane. Ricevo tanta posta e amichevolmente rispondo o collaboro sempre. Resto stupita che certe cose accadano, eppure accadono. Resto amareggiata quando non si apprezza la voglia di qualità anche nelle piccole cose giornaliere... poi per fortuna si verificano i ripensamenti. Resto compiaciuta quando si parla, si scrive, si agisce a favore della qualità, della trasparenza, dell'efficienza... anche a Lipari.

Ciò premesso, desidero inviare un bel "mi piace" all'articolo pubblicato oggi, a firma di Cristiana Natoli: la scuola è un bene, i ragazzi sono un bene, Lipari si merita una scuola partecipata, di qualità, non a scartamento ridotto, rispettosa del benessere di chi la frequenta e di chi vi lavora.

Colgo l'occasione per aggiungere anche - in riferimento alle riflessioni lette a firma di Elvi Raffa - che, nei contesti territoriali più ampi, il tempo lungo e il tempo pieno erano nati decenni fa con delle valenze metodologiche e formative specifiche, differenti dalle istanze di organizzazione dei tempi sociali che poi invece son prevalse su richiesta delle famiglie. Il tempo pieno/lungo da sperimentale è così diventato il modello organizzativo più diffuso, soprattutto nelle aree di grande addensamento urbano.

A Lipari credo sia stata una formula applicata in passato e non più ripresa. Tuttavia ogni istanza merita attenzione e ogni contesto ambientale e temporale ha le sue specificità, in termini di bisogni, di età, di clima, di strutture, di risorse economiche... il buon senso è l'unica misura per trovare soluzioni, senza forzare le procedure e nemmeno i tempi. Auguro ai Comitati Genitori di lavorare bene e a lungo: non ci sono controparti, ma si è tutti interlocutori attivi, nella misura in cui si vuol partecipare per costruire il bene comune.

 

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