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«L’impegno è stato mantenuto. In meno di un anno sono stati definiti i percorsi e avviate le stabilizzazioni, che in alcuni casi si sono anche concluse, per oltre ottomila precari in 263 Comuni dell’Isola. Lo abbiamo fatto perché riteniamo inderogabile, nelle forme e nei modi possibili, la trasformazione a tempo indeterminato del rapporto per tutti quei lavoratori che da anni prestano servizio nei ranghi della Pubblica amministrazione. La Sicilia è stata tra le prime Regioni ad avere applicato la Legge Madia. Dal nostro insediamento, si è proceduto, nei vari comparti, a dare certezza e tranquillità a migliaia di dipendenti».
Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci commenta così il risultato dell’attuazione di una norma voluta dal governo e inserita nella Legge di stabilità del 2018. In particolare, in 47 Comuni le procedure di stabilizzazione sono già concluse e hanno coinvolto 693 persone. In altri 74 Enti l’iter è in fase inoltrata e riguarda 2.385 lavoratori, mentre in altri 142 il percorso appena avviato interessa 4.984 dipendenti.
«La mia soddisfazione - evidenzia l’assessore alle Autonomie locali Bernardette Grasso - è giustificata dal presupposto che in meno di un anno abbiamo posto fine al precariato. Il mio impegno coincide con quello del presidente Musumeci, per contribuire in maniera determinante a offrire le dovute garanzie alle migliaia di precari, che da anni con il loro lavoro assicurano un indispensabile supporto alle attività delle amministrazioni locali. Il riconoscimento del lavoro dei precari è ancor più rilevante se pensiamo che in Sicilia, solo 49 Comuni non hanno in organico dipendenti non stabilizzati».

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Traguardo raggiunto e superato di oltre 21,3 milioni di euro. La Regione Siciliana è riuscita a passare l'esame con Bruxelles anche per le risorse comunitarie - assegnate all'Isola dall'Ue per il periodo 2014/2020 - relative al Fondo sociale europeo (Fse), che si occupa di istruzione e formazione professionale. Il target di spesa fissato a fine 2018 era di 96,7 milioni di euro. Si partiva, a dicembre del 2017, da 32,9 milioni di euro. Il dato definitivo è più che positivo vista una certificazione finale di 118 milioni di euro (quindi con una spesa nell'anno appena trascorso di oltre 85 milioni di euro).

Come è noto, anche sul Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale - con il quale vengono finanziate infrastrutture e concessi aiuti alle imprese - il governo Musumeci è stato promosso ieri l’altro con una spesa complessiva di 719 milioni di euro (dato finale al 31 dicembre), maggiore
di oltre 44 milioni di euro rispetto al limite minimo imposto di 674,6 milioni di euro. Un risultato insperato, visto che alla fine del 2017, a tre anni dall'avvio della programmazione, erano stati certificati appena 6,3 milioni di euro. Una corsa contro il tempo quindi quella che il governo regionale, insediatosi nel dicembre del 2017, ha dovuto fare negli ultimi dodici mesi.
"Un risultato ottimo - evidenzia il governatore della Sicilia Nello Musumeci - visto il livello bassissimo di utilizzo delle risorse su alcuni Programmi in quel momento. Un obiettivo reso possibile da un grande lavoro di squadra politico e burocratico e da una sinergica collaborazione
istituzionale con il ministero per il Sud".

Buone notizie anche dal Programma di sviluppo rurale - destinato alle aziende agricole - con un superamento di oltre 185 milioni di euro rispetto al traguardo di 377 milioni di euro imposto da Bruxelles . La spesa raggiunta è infatti di 562,3 milioni di euro.
Anche nel Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, ampiamente raggiunto il target - fissato a livello centrale, trattandosi di un Programma nazionale - con 7,9 milioni di euro certificati. A chiudere in positivo anche il Programma transfrontaliero Italia-Malta, del quale la Sicilia è Autorità di gestione. L'obiettivo imposto da Bruxelles, pena la restituzione delle somme, era di 945mila euro. Spesa raggiunta di 1,5 milioni di euro (+538mila euro).

"Sono veramente orgoglioso - aggiunge Musumeci - di essere il presidente di una Regione che sta iniziando a cambiare passo e che guarda al futuro con ottimismo e minore rassegnazione. Prima le risorse non venivano spese e ritornavano indietro, ora questo non avviene più.
Ovviamente è solo il punto di partenza, perché dobbiamo puntare a migliorare la qualità della spesa, modificando quella parte della programmazione, che non abbiamo fatto noi, per adeguarla alle esigenze del territorio. Voglio rivolgere nuovamente un ringraziamento a tutti gli assessori, in particolare a quelli all'Istruzione Roberto Lagalla e all'Agricoltura Edy Bandiera, che erano direttamente responsabili di alcuni Programmi, e un plauso ai dirigenti generali coinvolti e a tutti i
loro collaboratori, che hanno dato il massimo per il raggiungimento dell'obiettivo, sacrificando, in alcuni casi, anche i propri affetti familiari".

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