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Lipari - "No alla violenza contro le donne". Nell'area di Sottomonastero acceso d'arancio l'Ulivo davanti ad un folto gruppo di donne eoliane in rappresentanza del Comune di Lipari, delle associazioni Fidapa, Soroptmist, I.Dee e Progetto Donne. Presenti anche il sindaco Marco Giorgianni, l'assessore alla cultura Tiziana De Luca, il dirigente scolastico Mirella Fanti e il comandante dei carabinieri Luciano Le Donne con i suoi militari dell'arma.

La manifestazione proseguirà nell'ex Sala delle Lettere/Centro sociale comunale con la conferenza sul tema e la proiezione del film "L'Amore rubato".

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Le interviste alle protagoniste della manifestazione.

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I COMMENTI

di Mirella Fanti*

L'Istituto Comprensivo Lipari 1 ha risposto all'invito rivolto dall'Assessore Tiziana De Luca con la partecipazione di chi scrive e di un bel gruppo di Docenti di Lipari alla manifestazione del pomeriggio 25 novembre di fronte all'ulivo secolare, per l'occasione illuminato di arancione. Insieme al Sindaco Marco Giorgianni e a Tiziana De Luca la Scuola ha voluto testimoniare il proprio impegno per una formazione inclusiva, pacifista, tollerante, solidale, orientata alla parità di genere e alle pari opportunità, dedita quotidianamente a combattere ogni forma di violenza, bullismo, cyber bullismo e discriminazione per la crescita di piccoli cittadini consapevoli e rispettosi.

*Dirigente scolastico

di Carlo D'Arrigo*

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25 novembre 1961, giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Nei tempi il mondo dell’arte ha consegnato alla storia l’eternità di immagini di donne, sottratte all’usura del tempo. La seduzione dello sguardo della Gioconda, l’amore umano e divino della Pietà di Michelangelo, i ritratti femminili dei romanzi dell’800 sono le icone mediatiche con cui l’arte e la letteratura hanno universalizzato “ l’eterno femminile”.

La Pop Art statunitense ha scelto, negli anni 50, Marilyn Monroe per immortalare l’idea della bellezza femminile.

Quando le donne sono definitivamente uscite dalle cornici di quei ritratti sono entrate di diritto nel mondo della storia, della democrazia e dei diritti civili. Le battaglie per il divorzio e per l’aborto, le conquiste del diritto di famiglia, della qualità e del salario del lavoro sono stati i traguardi delle donne con la storia e la società.

Tante conquiste sono simbolicamente riconfermate ogni anno l’8 marzo, una festa nata per ricordare un gruppo di donne morte alla fine dell’800 in America nel rogo di una fabbrica. La festa dell’8 marzo si è poi caricata di significati sempre più forti rispetto alla semplice memoria di un evento.

Da quel giorno tante donne, di diverse estrazioni sociali, culturali e politiche si sono incontrate per discutere, progettare, organizzare. Una rivoluzione per chiedere ciò che era un diritto naturale, uno di quelli nati con l’uomo. Un diritto riconosciuto forzatamente, fino ad arrivare alle tragedie di stato e persino familiari, spesso invisibili. Un’altra data importante per le Donne è il 25 novembre. Una ricorrenza significativa scelta per onorare le sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana uccise il 25 novembre 1961 per la loro opposizione al regime dittatoriale.

L’Onu ha scelto proprio il 25 novembre perché legata ad una tragedia che ha coinvolto tre grandi donne, Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, uccise a Santo Domingo dagli uomini del regime di Rafael Leónidas Trujillo. A ricordo del loro sacrificio nel 1981 migliaia di donne latino americane si sollevarono, creando un Incontro Internazionale Femminista e dando vita ad un movimento volto a fermare violenze e soprusi contro il genere femminile.

Le Mirabal erano attiviste di un movimento politico clandestino che protestava contro la dittatura. A causa della loro militanza, vennero arrestate per un mese ma il 25 novembre dello stesso 1961 furono fermate dalla polizia e uccise barbaramente a bastonate. Da quel giorno l’opinione pubblica verso la dittatura mutò radicalmente e tanti iniziarono ad opporsi al regime portandolo alla sua caduta. La Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne ha un colore ufficiale, “l’arancione”, colore simbolo dell’uguaglianza di genere, un po’ come le scarpe rosse poste sulle piazze, per ricordare i tanti femminicidi. Come si dice spesso “chi non ricorda la storia è costretto a riviverla”.

*Docente di Fisica presso l’Università di Messina carlodarrigo47@gmail.com

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di Michele Sequenzia

Caro Direttore, non in calo, ma in crescita le statistiche sulla violenza femminile. I dati sono assai preoccupanti. Ogni giovane donna oggi è in pericolo. Anche la Svizzera si è raccolta per ricordare “ la giornata contro la violenza femminile”. Spietata analisi quella della regista zurighese Barbara Miller, che mette a nudo tutta l’ipocrisia maschile con il suo toccante reportage #Female Pleasure.
La Miller testimonia la tragica, infelice situazione di molte donne, maltrattate, profanate, picchiate , private della propria sessualità, inascoltate vittime. Non solo, bollate e vituperate.
La regista svizzera solleva il velo di” conformismo” che le ghettizza come esseri infetti. Esseri privati di ogni diritto. Annullata la loro sessualità, viene censurato il diritto ad “ esistere”. La donna diventa merce di “ produzione” e/o di scambio. Peggio ancora, soggetto di ricatto, e di umiliazioni, di percosse: merce che da profitto.-. Censurato il piacere “ femminile” esautorato l’orgasmo come simbolo di “ perversione”, la donna subisce ogni sorta di umiliazioni per il solo fatto di essere “ donna”.
Il “ Sistema ”, quello che oggi politicamente è di moda, non ama chi non si conforma. Molte democrazie oggi ne sono affette. Il sovranismo/ populismo, come il fascismo, contiene tutti i germi dell’odio, del disprezzo, verso le donne. E’ espressione di tutto cio’ che è nascosto dietro il tabù “ anti- femminile”, anti libertà, che cementa, generazione dopo generazione, le società politiche arcaiche. Disperatamente ignoranti ed ipocrite. L’argomento che dà il titolo al film fa da filo conduttore a cinque storie di donne , ognuna segnata da un rapporto difficile, tutto in contraddizione, infinita odissea.
Ecco come “ religiosamente” si consuma, ancora oggi, la dolorosa mutilazione genitale femminile, praticata per “ eliminare”, risanando la “ femmina” dal peccato, ogni tentativo di felicità sessuale della donna. Leyla Hussain, analizza i rischi di questa orrida pratica, un vero insulto alla natura. L’artista giapponese Rokudeshiko, invece è finita al centro di un caso mediatico e giudiziario per aver osato di utilizzare un calco della propria vagina, esposto nella maggior parte delle sue opere.
Nel racconto della Miller un ex-suora racconta le sue infinite sofferenze durante la sua vita “ ecclesiale” , chiusa da ogni contatto esterno, vittima di continui abusi sessuali. Malgrado ripetute denunce , le autorità ecclesiastiche non hanno mai voluto ascoltarla e nemmeno tentato di aiutarla. La fondatrice del portale online di sensibilizzazione alla sessualità Love Matters Vithika Yadav e l’autrice del libro-denuncia Unorthodox, mentre Deborah Feldman indaga sulle controversie in materia sessuale nel contro uomo-donna, nelle comunità ebraiche assidiche .
Impressionante è l’ipocrisia conformista di chi oggi governa. Il tipo di delitto “ al femminile” pur orrendo, anche vittime minorenni, sembra non voler interessare a fondo il legislatore. Stupri e strangolamenti di giovani donne alimentano, per imitazione, molti giovani “ bulli” alla “ ripetizione”, i casi si moltiplicano, in altrettanti giochi perversi.
Le crude storie raccontate dalla regista svizzera, sono la spia di un profondo malsano pregiudizio “ maschile” che intende negare l’esistenza della sessualità femminile, imponendo ai mass-media, spesso insensibili, una interpretazione del tutto “ di comodo”, falsa ma politicamente corretta. Tutto il “ sistema educativo” è sottoposto ad un duro confronto.
Ovunque emerge una assai triste realtà. La nostra società ne soffre. Non di meno spaventosa è la diffusione dei “ siti internet porno”, con migliaia di terrificanti copulazioni, di ogni tipo e fattura, contro natura, tutto fotografato, registrato, permesso e veicolato continuamente, in ogni continente, in ogni PC/ Smartphone, che alimenta globalmente il tragico infinito mercato della prostituzione.
Tutto in bella mostra, attraverso l’odiosa volgarizzazione degli organi genitali femminili, spesso interpretati e “ vissuti” come mero oggetto di bestiale pornografia. Tema su cui il governo tace, perfettamente ignorandolo. Oggi si ricordano le vittime della violenza sulle donne. E domani?

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