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Lipari - Alle battute finali la prima edizione del Festival "Una settimana di bontà".

Una settimana di bontà. Immagini, pensieri, suoni” è il festival ideato e diretto da Emanuele Lo Cascio e Paola Nicita, con la presenza di ospiti – scrittori, registi, docenti, artisti- che si sono intrattenuti con il pubblico, nella speciale dimensione dell’isola, per una narrazione che punta sulla dimensione dell’incontro.

L'idea del festival prende spunto e ispirazione da “Une semaine de bonté”, famoso romanzo pubblicato nel 1934 dall’artista surrealista Max Ernst, composto nel 1933 durante un viaggio che l'artista fece in Italia. Dopo la pubblicazione dell'opera, l’ascesa del nazismo costringe alla fuga Ernst, e rendendolo profugo e perennemente straniero.

Da qui l’idea per il sottotitolo del festival, che cambierà ogni anno e per questa sua prima edizione ha scelto Vivere da stranieri, per una riflessione sui temi dell’accoglienza, del dialogo, dell’incontro: riflettendo sul fatto che si può vivere da stranieri anche nella propria città.

Un piccolo festival sfaccettato, con la realizzazione di conferenze, proiezioni cinematografiche, mostre, concerti, presentazioni di libri, con i vari appuntamenti dislocati in luoghi pubblici e privati, come piazze, strade, attività commerciali, abitazioni, con un forte coinvolgimento del territorio.

Lipari,  palcoscenico quotidiano per artisti, filosofi, musicisti, registi, architetti, studiosi, creativi d’eccellenza.

Realizzate due mostre: Serena Giordano, una delle più importanti illustratrici italiane, esporrà un lavoro dedicato alla musica.

L’altra esposizione dedicata a “I Futuristi di Santa Lucia”, opere di Futuristi siciliani provenienti da una collezione privata di Lipari.

Dopo le presentazioni e gli incontri, gli ospiti sono rimasti ancora in contatto con Lipari, in un approccio semplice e diretto, davanti ad un bicchiere di vino, passeggiando, durante un concerto all’alba, in una visione quotidiana dell’incontro e del confronto, capace di lasciare un segno forte.

Gli ospiti del Festival: Serena Giordano, artista, docente Accademia di Belle Arti di Venezia; Alessandro Dal Lago, sociologo, saggista; Costanza Quatriglio, regista, Direttrice del Centro Sperimentale di cinematografia documentario; Evelina Santangelo, scrittrice, editor Einaudi, insegna alla Scuola Holden, collabora con L’Espresso; Giovanni Francesco Tuzzolino, architetto, professore Università di Palermo; Maria Clara Martinelli, archeologa, Museo Luigi Bernabò Brea, Lipari, Marcello Carriero, docente Accademia Belle arti, Palermo; Marcello Faletra, saggista.

Le associazioni Nèsos e Idee insieme al Polo Regionale delle Isole Eolie per i Siti Culturali - Parco Archeologico e Museo Luigi Bernabò Brea hanno organizzato il Festival Una settima di bontà con il sostegno di:

Comune di Lipari; Federalberghi Isole Eolie; Birra Caulier; Caffè La Vela; Fly Families Travels; Hotel Carasco; Libreria L’Aleph; Mouloud Bottega Tessile.

Le interviste agli organizzatori Paola Nicita ed Emanuele Lo Cascio, alla scrittrice Evelina Santangelo e a Tilde Pajno, "patron" della libreria ""Aleph".

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Un romanzo “leggermente distopico” come l’ha definito l’autrice, ambientato in futuro che è quasi presente, dove le vite narrate prendono corpo sotto i nostri occhi con una evidenza che lascia senza fiato.
Nulla è lasciato al caso, in questo romanzo : il percorso di Khaled dal Belgio alla Sicilia, con il suo trolley rosso, le indagini del maresciallo Vitale, la solitudine stranita di Karolina a Bruxelles, la tenerezza del vecchio Orso in un luogo imprecisato della pianura padana: Evelina Santangelo traccia una mappa di vite solitarie, che si muovono come scie luminose sopra uno sfondo di pregiudizio, di ignoranza, di violenza e – soprattutto – di indifferenza.
Di questo ragazzino esile come un giunco che si sposta nelle nebbie del nord con la sua valigia, nessuno sa niente. Qualcuno lo ha visto, ma pochi lo hanno guardato. Di lui ricordano solo una macchia rossa, indistinta, che sembra fluttuare nella bruma. In quel trolley rosso “né troppo piccolo né troppo grande” Khaled nasconde tutto quello che ha, il passato, il futuro.
Karolina ha perduto suo figlio. Se n’è andato una mattina, sbattendo la porta e non ha più dato notizie di sé. Dopo mesi di inutile attesa, si rende conto che di Andreas non sa nulla, nulla dei suoi inspiegabili silenzi, delle sue notti fuori casa. Così, nel tentativo di capire, entra nel computer di suo figlio e scopre un mondo parallelo,oscuro, torbido, sconosciuto e incontrollabile.
Orso è vedovo, non ha figli. La sua sola compagnia è un cane che chiama Lupo ed il bar del paese dove a volte beve un bicchiere e gioca a carte. Nella vita del vecchio entra all’improvviso una creatura che ha le sembianze di un bambino e l’inconsistenza di un sogno. Il bambino custodisce un biglietto dove è scritto il suo nome e la sua età : mi chiamo Nadir ed ho 4 anni… mio fratello si chiama Khaled…
Nadir è uno dei “bambini – viventi” , creature sospese in una dimensione “altra”, con occhi neri e senza fondo, membra esili, sguardi attenti immobili e senza giudizio. Sono le creature che vengono da un “altro mondo” e si mescolano senza rumore alle frotte di bambini tra i banchi di scuola, si materializzano in spazi chiusi ed improbabili, si confondono tra la gente come ombre silenziose e inquietanti.
Giornalisti e politici, forze dell’ordine e gente comune : tutti vedono ma non sanno spiegare. Come trovare le parole per dire. Non è possibile, perché di fronte al dolore le parole non bastano.
E forse il messaggio di Evelina Santangelo è proprio questo : che di fronte all’insondabile non possiamo fare altro che lasciarci guidare dal cuore.

Associazione Culturale L’Aleph

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A Lipari parte la prima edizione del festival “Una settimana di bontà”. Dal 25 al 28 maggio in programma incontri con registi, scrittori e architetti. Il festival è stato ideato da Emanuele Lo Cascio e Paola Nicita e vedrà la presenza di ospiti – scrittori, registi, docenti, artisti- che incontreranno il pubblico, nella speciale dimensione dell’isola, per una narrazione che punta sulla dimensione dell’incontro.

L’idea del festival, spiegano gli organizzatori, prende spunto e ispirazione da “Une semaine de bonté”, famoso romanzo pubblicato nel 1934 dall’artista surrealista Max Ernst, composto nel 1933 durante un viaggio che l’artista fece in Italia. Nel 1934, dopo la pubblicazione dell’opera, la Germania entrava in guerra, costringendo alla fuga Ernst, e rendendolo profugo e perennemente straniero.

Da qui l’idea per il sottotitolo del festival, che cambierà ogni anno e per questa sua prima edizione ha scelto “Vivere da stranieri”, per una riflessione sui temi dell’accoglienza, del dialogo, dell’incontro: partendo dalla considerazione che si può vivere da stranieri anche nella propria città.

Quello di Lipari sarà un piccolo festival sfaccettato, con la realizzazione di conferenze, proiezioni cinematografiche, mostre, concerti, presentazioni di libri, con i vari appuntamenti dislocati in luoghi pubblici e privati, come piazze, strade, attività commerciali, abitazioni, con un forte coinvolgimento del territorio. L’isola di Lipari, dal 25 al 28 maggio sarà palcoscenico quotidiano per artisti, filosofi, musicisti, registi, architetti, studiosi, creativi d’eccellenza.

Nell’ambito del festival saranno realizzate due mostre. Serena Giordano, una delle più importanti illustratrici italiane, esporrà un lavoro dedicato alla musica. L’altra esposizione sarà dedicata a “I Futuristi di Santa Lucia”, opere di Futuristi siciliani provenienti da una collezione privata di Lipari.

Dopo le presentazioni e gli incontri, gli ospiti rimarranno ancora in contatto con Lipari, in un approccio semplice e diretto, davanti ad un bicchiere di vino, passeggiando, durante un concerto all’alba, in una visione quotidiana dell’incontro e del confronto, capace di lasciare un segno forte.

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