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Categoria: Video

di Felice D'Ambra 

Il discorso di Diotima a Socrate sull'Amore

dal film di Marco Ferreri "Il banchetto di Platone" ispirato al 'Simposio' di Platone.

Un "Tributo" alla Grande Alda Merini, l'ultima Poestessa dei "Navigli" del Novecento! 

Saluti dalla magica e turistica città catalana, Riviera dei coralli 

Carissimo Direttore del Notiziario Eolie online Bartolino Leone,

Ref alla visita del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Giordania, come potrai vedere dalle foto, anche il Re Abdallah di Giordania,:"Presidente Onorario del "Golden Helmsmen of Tourism", come la Consorte Regina Rania Al Abdullah e la sorella Principssa, Haya Bint AL-Hussein, sono regnanti di una Nazione Islamica moderna.

Una Nazione in continuo aggiornamento tecnologico, che presta molta attenzione alla Pace all’assistenza umana, e soprattutto al comparto turistico, ottimo volano economico.

Sia la bellissima Regina Rania, la sorella del Re Haya, durante i loro viaggi, oltre alle visite di Stato, usa fare anche Marketing turistico-. Una Nazione che da sempre è stata in pace, che ha saputo possedere e mantenere grande interesse per l’accoglienza e Ospitalità turistica, tutto l'anno. 

Infatti, durante la Cena di Gala e premiazione dei Golden Helmsmen, dell’anno 2000, svoltasi nel Salone delle Feste dell’Hotel Stegltz di Berlino, la Principessa fra guardie del corpo, funzionari di Alto Rango e dell’Ambasciata Giordana, occupava una tavolata di ben 30 persone.
E’ facile parlare o creare a parole turismo, il difficile è mantenerlo!

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Domenico Modugno - Amara Terra Mia

Buon Fine Settimana alle affezionate lettrici, Lettori e Eoliani Sparsi nel Mondo, del Notiziario Eolie online di Bartolino Leone
di Lipari, Isole Eolie! 

“Dedicato alla celebrazione della Festa della Donna".

Oggi otto marzo 2019, per la Festa della Donna, dedico questo video a una piccola donna che si chiama “Diana Ziino”.

Diana è una ragazza Eoliana di Lipari, che io ho conosciuto alcuni anni fa, al Chitarra bar di Nicola Merlo, ritrovo artistico di tutti gli artisti e cantanti che sbarcavano a Lipari. La vidi cantare durante il Festival degli artisti Eoliani e il Festival dell’Emigrante, manifestazioni organizzate dal mitico Bartolino Leone, direttore del Notiziario Eolie online di Lipari che naviga in cento Nazioni del mondo.

Ho apprezzato immediatamente la sua voce, il suo canto e il suo estro artistico.

Cara Diana ascoltando il tuo brano “Abito Bianco, che hai dedicato al cuo caro nonno Bartolo Merrina. Tu che hai anche scritto le parole e la musica, devo semplicemente complimentarmi e dirti: che sei una meraviglia! Bartolo Merrina tutti a Lipari e non solo, sa, che tuo nonno è e sarà sempre un indimenticato e indimenticabile calciatore e anche, il più forte "goleador" del Lipari Calcio di una volta.. Egli è stato anche il noto ristoratore della Trattoria “Da Bartolo”, di Via Garibaldi, la nota Via dello Shopping che porta al centro di Lipari, Museo e alla famosa piazza Marina Corta, il mancato “Salotto di Lipari”.

Cara Diana, nel congratularmi per la tua perfomance e la tua bellissima canzone che ho apprezzato molto, ammiro la tua dedizione e l’amore che porti dentro di te, per il tuo carissimo nonno, per tuo padre, per la tua cara mamma, nonna, zia e tutti i parenti. Ti auguro di tutto cuore di essere sempre così e di vincere la tua malinconia e seguire il tuo sogno. Lo devi fare per le persone che ami, che ti adorano, per te, che sei una bravissima, adorabile, dolcissima giovane donna!

Fissandoti un appuntamento per il prossimo giugno sul palco di Marina Corta assieme a tutto lo squadrone del Notiziario Eolie di Bartolino Leone, con un grande affettuoso abbraccio, ti auguro una buona “Festa della Donna".

 

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“Celebrazione della Festa della  Donna"

L’otto marzo riporta puntualmente la “Festa della Donna”. Oggi più che mai, anche se c’è chi afferma di essere solo una festa commerciale e chi, invece continua a credere che sia una data molto importante per l’essere ”Donna”.

L’unica figura importante e immancabile nelle opere dei grandi artisti del 5cento e non solo, quando la donna era, e lo è ancora oggi) considerata“un’opera d’arte”. Persino l’anti idealista, pessimista e filosofo Arthur Schopenhauer, definì la donna un’opera d’arte.

In ogni Città del mondo si festeggia la Festa della Donna, ma secondo me anche se Roma è la Città più amata, come Milano, ma è sempre Verona, la degli immortali amanti Giulietta, e Romeo  ad essere la più romantica, soprattutto con le donne.

Infatti, centinaia di eventi che hanno avuto inizio già dal quattro marzo e  alcuni dureranno fino al 11 aprile, con continue manifestazioni per tutti i gusti. 

Anche se a custodia della memoria del murales che raffigura le donne del Femminicidio dipinte di bianco, tenute per mano, e che durante l’oscurità ,è stato da ignoti imbrattato e  strappato anche la targhetta col nome e la data della morte; sicuramente  per cancellarne anche la loro identità.  

Alcuni artisti si esprimono in modo diverso, come è stato qualche anno fa, AleXsandro Palombo, che con un' insolita campagna social, invita le donne a scrivere sulle proprie mutandine un messaggio di orgoglio femminile, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza estrema che le coinvolge.

Il breve messaggio scritto nelle varie lingue sugli slip delle donne, accolto come “slogan” da migliaia di Signore, Signorine, ragazze e donne di tutte le Nazioni, del mondo, che l' hanno lanciato sulle autostrade navigabili del Pianeta Internet, per dire basta, alla violenza sulle donne.

E’ anche di qualche anno fa, la notizia che in Egitto, in Pakistan e non solo, le donne stanche delle violenze e di stupri, ha iniziato a pubblicare brevi messaggi di sdegno, dell’abuso, che puntualmente getta nell’oblio gli episodi di violenza di cui le donne sono vittime, ogni giorno, sempre di più accompagnando i loro brevi efficaci messaggi da, il nome all’iniziativa “Hashtag”:

I don’t, Feel Safe On The Street (Non mi sento sicura per strada ),

Anti Harassment (Anti – Molestia),

Expose Harasser (Rivela il molestatore).

“Buona Festa della Donna”, a tutte le lettrici del Notiziario Eolie online e sparsi nel mondo.

Felice D’Ambra

La meravigliosa festa sull'acqua sul canale del Cannaregio e le splendide maschere in piazza San Marco suggellano la bellezza del Carnevale di Venezia

Dalla Magica Sardegna dei quattro ventil'Isola dei 4 Mori bendati quasi un Continente al centro del Mediterraneo

Un saluto e Una Buona Domenica a tutti i lettori e non solo, del "mitico Notiziario Eolie online"

di Bartolino Leone e di tutto lo squadrone!

San Valentino & La "Città Dell’Amore”.

Molte sono le leggende che fanno parte della storia e della cultura popolare, su episodi legati alla breve vita di San Valentino Vescovo Martire. Il 14 febbraio nonostante la crisi del mondo che non ha termine, con la festa dell’amore, in un’esplosione di gioia si celebra l’anniversario del Santo Patrono di tutti gli innamorati del mondo.

Negli anni aumentano sempre di più nelle città e paesi, i festeggiamenti, le serate danzanti, cene particolari eventi straordinari, legati, alla festività che grazie alla potenza dell’amore, è diventata anche un vero Business commerciale. Verona è dunque la Capitale assoluta che festeggia gli innamorati “Giulietta e Romeo” gli eterni personaggi dell’evento “Dolcemente in Love”.Verona, in Love, quest’anno con il nuovo tour in mongolfiera, continua ad essere la più innovativa  e a fregiarsi del titolo di Città Mondiale dell’amore. Mente il grande appuntamento di “Verona in Love” è l’esclusivo richiamo per far rivivere gli scorci più intimi; più affascinanti della Città del Balcone di “Giulietta e Romeo” che per l’occasione si trasforma in una scintillante festa, di mille iniziative che fanno da cornice a questo magico giorno per la festa che accomuna tutti gli innamorati.

 Anche se tutti cantano a Sanremo, tutti ricordano anche Il grande Valentino Garavani, l’uomo in rosso che col grande amore per il suo “Valentino Style”, ha vestito le donne più belle della terra, portando il Made in Italy alle stelle del firmamento mondiale. Come non ricordare il giovane emigrante Rodolfo Valentino, che nel 1895, lasciò la sua amara terra. Rodolfo Valentino fu un giovane brillante, considerato di una bellezza straordinaria, dotato di un fascino enigmatico e di un talento artistico eccezionale. La sua breve esistenza non fu facile, e Rodolfo, dopo aver vagato in molte città italiane, sbarcò a Parigi. Frequentando i famosi locali della movida parigina, Mont Marte, Montparnasse, Moulin Rouge, Le Lido, egli divenne un eccellente ballerino. Valentino da emigrante s’imbarcò a Genova sul Transatlantico Cleveland, sbarcò a New York, in quella Città che lui aveva sempre sognato, il 23 dicembre 1923. Era una gelida sera, quella di Manhattan quando Valentino elegante e bellissimo come un Apollo, si presentò al Night Club Maxim in cerca di lavoro, e qui fu immediatamente notato e assunto come ballerino.

Le bellissime e le elegantissime donne della grande Mela dello zio Tom, lo osannarono tanto, che fecero di “Rudy” un autentico Sex Simbol e lo amarono come un vero oggetto del desiderio. Fu a Hollywood che Rodolfo Valentino dopo alcune comparse di scarso rilievo cinematografico, nel 1921 interpretò il film “I quattro Cavalieri Dell’Apocalisse”. Il bel Valentino fu così consacrato ed entrò a passo di tango, nella leggenda come il più grande e il più autentico Sex Simbol della storia del cinema mondiale. Rudy, era così chiamato dalle sue tantissime fan in delirio, che in breve tempo divenne un’Icona mondiale, destinato a entrare nella memoria collettiva; mentre egli senza volerlo, dettava la sua moda: “Valentino Style”( Il grande stilista italiano Valentino Garavani non era ancora nato). Egli fu il primo “Divo” il Mito, il Sex Simbol maschile di grande successo del cinema di quei tempi. Il grande Rudolph Valentino, il cavaliere senza macchia e senza paura, l’eroe romantico e mascalzone del film che muore giovane, come tragicamente accadde a lui, a soli trentuno anni, all’apice di una carriera cinematografica di grande successo, ancora oggi insuperato. Rodolfo Valentino muore giovanissimo a New York, il 23 agosto del 1926. Le sue spoglie riposano all’Hollywood Forever Cemetery di Los Angeles California. La morte di Valentino fu una delle più grandi tragedie che abbia mai colpito il mondo cinematografico, soprattutto quello americano. La cittadina di Castellaneta, suo paese natale, lo ricorda con una statua e un Museo. Mentre la magnifica Verona, la Città dell’Arena, dai mille volti, della Lirica, del famoso Festival Bar e di tante altre opere, dopo gli immortali Giulietta e Romeo, dedica tutta la Città al Santo Patrono dell’Amore, alla sua bellezza, all’uomo chiamato: “Rudolph Valentino”.

Buon San Valentino, a tutte le lettrici, lettori, allo squadrone del “mitico” Notiziario Eolie di Bartolino Leone, che da Madonna di Campiglio, lontano dall’isolamento Eoliano, si gode assieme a Ludi, la neve del Trentino. Buon San Valentino a tutti gli innamorati del mondo!

Video del "Grande" Maestro André Rieu e della meravigliosa "Amira", dedicato alla bravissima Miss Diana Ziino di Lipari, in memoria di Suo nonno Bartolo Merrina, indimenticato calciatore e ristoratore di Via Garibaldi, la Via dello Shopping di Lipari (Patrimonio Mondiale dell'umanità Unesco), e gioiello del Tuo amatissimo Papà Bartolo che ti adorava tanto e che da lassù, ascoltano, la tua meravigliosa voce! 

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Buona Domenica a tutti i lettori del Notiziario  Eolie online di Bartolinio  Leone di Lipari!

https://youtu.be/JoiaLgy-R04 

Un Omaggio al Maestro Giovanni Giardina e alla Sua Magica "Chitarra"

“L’Amore non muore mai di morte naturale. Muore perché
Noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente.
Muore di cecità e di errori e di tradimenti. Muore di malattia
E di ferite, muore di stanchezza, per logorio o per opacità”.

Anais Nin & Il Delta di Venere.

Incominciai a interessarmi di Anais Nin, quando alcuni anni fa in un libro di antologia illustrata d’Arte e letteratura erotica, incuriosito lessi il brano “Elena”. In seguito mi capitò di leggere il suo “Il Delta di Venere”. Grande imbarazzo, ma, nonostante tutto, lo lessi fino in fondo.
Leggere questo libro, per capire come mai una donna, una scrittrice come Anais Nin, abbia potuto scrivere tanto sull’erotismo, quasi porno. Lei da ottima scrittrice era già consapevole della differenza nel modo di trattare l’esperienza sessuale da parte dell’uomo e da parte della donna. Sapeva perfettamente che c’era una grande disparità tra la chiarezza di Henry Miller e le sue ambiguità, tra la sua visione umoristica, rabelaisiana del sesso e la sua descrizione poetica delle relazioni sessuali nelle porzioni inedite del Diario. Come scrisse nel terzo volume del Diario, Anais Nin, aveva l’impressione che il vaso di Pandora contenesse i misteri della sessualità femminile; così diversa da quella maschile, e per la quale il linguaggio dell’uomo era inadeguato. Lei ammette che le donne, erano più portate a fondere il sesso con l’emozione, con l’amore, e a scegliere un uomo piuttosto che stare con molti. Questo per lei divenne evidente mentre scriveva i romanzi e il Diario, e lo vide ancor più chiaramente quando incominciò a insegnare. Ma, nonostante l’atteggiamento delle donne nei confronti del sesso fosse piuttosto diverso da quello degli uomini, lei da donna, non aveva ancora imparato a scrivere sull’argomento.

In questa collezione di racconti erotici, scriveva per divertire, sotto pressione da parte di un cliente, le chiedeva di “lasciare stare la poesia”. E così le pareva che il suo stile fosse un prodotto della lettura dei lavori maschili. Per questa ragione, per un lungo periodo, Anais ebbe la sensazione di essere venuta meno al suo io femminile, e mise da parte i racconti erotici. In molti passaggi aveva usato intuitivamente un linguaggio femminile, considerando l’esperienza sessuale dal punto di vista di una donna. Alla fine decise di permettere la pubblicazione dei racconti perché mostrano i primi sforzi di donna in un mondo che è stato di esclusivo dominio maschile.
Se la versione non purgata del Diario sarà mai pubblicata, questo punto di vista femminile sarà stabilito con maggiore chiarezza. Farà vedere come le donne (nel Diario) non abbiano mai separato il sesso dal sentimento dall’amore per l’uomo come essere totale.
Lasci perdere la poesia! Si concentri solo sul sesso, le ripeteva ogni volta quel facoltoso uomo d’affari gentiluomo (ma non troppo). Era l’anno 1940 quando il vecchio (era definito così dagli scrittori), che dietro compenso di 100 dollari al mese, le chiedeva di scrivere per lui, solo storie di sesso. Fu cosi che Anais Nin accettò l’incarico passatole dal suo amante Henry Miller, che l'aveva a sua volta rifiutato, poiché stanco di scrivere di erotismo (proprio lui che aveva già scritto “Il Tropico del Cancro".

Fu così che Anais Nin, piena d’impegni affettivi compromessi che aveva nei confronti degli amici, problemi economici, accettò l’incarico. Iniziò subito a consultare libri, frequentare biblioteche, ascoltare avventure di amici, a studiare il Kama Sutra, e come lei stessa ha scritto, tutte le mattine, dopo la prima colazione, si sedeva a scrivere la sua dose di pornografia.
Anais Nin aveva undici anni quando il padre abbandonò lei, la madre e i fratelli. Un'occasione di grande dolore per una bambina sensibile che adorava il padre e che soffrì per molti anni del suo abbandono. La madre rimasta sola assieme ai figli, si trasferì a New York, dove Anais imparò a conoscere l’ambiente americano e dove da bambina ben presto smise di giocare con le bambole. Fu proprio a New York che Anais scrivendo una lunga lettera al padre che la abbandonò al suo destino, che lei ancora bambina inizia a scrivere il suo Diario e non smise mai di annotare giorno, dopo giorno ogni sua emozione per tutta la vita, fino al giorno della sua morte.

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Antiche Leggende, Credenze Popolari, Riti e Superstizioni:
Nella Sardegna più antica, questa pratica era già in uso sin dai primi dell’ottocento. Fu il Generale Alberto Della Marmora a parlarne nel suo libro “Vojage en Sardaigne” quando era in , la straordinaria pratica di soffocare una persona moribonda senza speranza di guarigione. Questo gesto, era richiesto nel momento in cui la famiglia, chiedeva l’intervento di una persona “speciale” che pone fine alla sofferenza del malato, chiamata accabadora. Un’azione caritatevole era definita dagli abitanti dei paesi, giudicata anche come un gesto di profondo rispetto umanitario, fatto a fin di bene, e per agevolare il trapasso del malato. Questo atto terribile, fu “forse” abolito negli anni cinquanta da un prete che come missionario, aveva visitato questi luoghi lontani, sperduti tra le montagne del Gennargentu barbaricino e non solo. Eppure, c’è qualcosa d'incomprensibile in questa figura femminile vestita di nero e nei suoi spostamenti notturni silenziosi. C’è un’aria misteriosa che accompagna questa donna, come un’ombra di rapace notturno che accende negli occhi di chi raramente la incontra di notte. Ci sono uscite notturne che Maria la giovane figlia adottiva nota, vede, ma non intuisce di cosa si tratta. E’, una sapienza quasi millenaria che riguarda le storie della vita e della morte. La prima volta che Maria, la figlia adottiva si accorse che la mamma usciva di notte, aveva appena otto anni. Era un inverno molto rigido, da poco era passata l’Epifania e Maria aveva avuto il permesso di stare a giocare fino al tocco dell’Ave Maria. Poi, la mamma l’aveva accompagnata in camera per dare inizio al buio in anticipo, chiudendo le imposte e riempiendo il braciere di cenere calda. Quello, che tutti in paese e in quelli vicini sanno e che Maria non immagina, che tzia Bonaria fa la sarta, cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario, è pronta a entrare nelle case per portare sollievo ai vivi e una morte pietosa al moribondo. Il gesto "amorevole" dell’accabadora, di colei che potrebbe definirsi l'ultima madre, che come richiesto, con un sol colpo, decreta la fine delle atroci sofferenze del malato.
La femmina accabadora, da “Acabar” in spagnolo, significa finire. In sardo “accabadora” è colei che finisce, che toglie la vita. Stando alle leggende e ai silenziosi “Contos de foghile” (racconti del focolare), questa è una pratica misteriosa, antichissima. L’accabadora è una donna vestita di nero e che tutti conoscono come la sarta del paese, che come le monache di clausura e non solo, hanno un’età indefinita. Il ruolo dell’accabadora è coperto da assoluto riserbo, rientra nella cultura dell’assoluto silenzio, tipico soprattutto della Barbagia: l’atavico mondo della misteriosa Sardegna, dell'interno. La femmina accabadora come un’ombra furtiva notturna, attraversa al galoppo campagne, boschi per raggiungere luoghi lontani dove è chiamata per portare la pace ai vivi e porre fine all’agonia del moribondo. Quando l’accabadora arriva sul posto, le porte di casa devono essere chiuse,nessuno presente, nessuno deve vederla, nessuno deve sapere, mentre deve essere illuminato il portone d’ingresso e la porta della stanza del moribondo, liberata anche da tutte le immagini e altro di sacro. Lei, silenziosa si avvicina all’ammalato mentre dorme profondamente, e quando accanto al letto trova un candido cuscino, lei agisce di conseguenza e con delicatezza lo appoggia sul viso e accorcia la sofferenza. Lei, non uccide, mette solo fine a un'agonia, che è considerata un’altra cosa. La femmina accabadora dopo aver esaudito il suo compito, nel silenzio più assoluto, si allontana velocemente accompagnata soltanto dalla gratitudine dei familiari del defunto.
Questa femmina chiamata accabadora, non è conosciuta, pochi anziani sanno chi è e dove trovarla, in casi di necessità. Forse, ancora oggi, in quell’atavico mondo barbaricino e gallurese, dove tutti sanno e nessuno vede, rispettano silenziosamente quest’antica usanza e, forse anche la chiesa, che nel profondo tace, poiché l’accabadora ha un compito ingrato ma, umano. Nella comunità dell’entroterra, non ci sono espressivi episodi sull’esistenza dell’accabadora, perché le denunce presentate ai Carabinieri dai familiari che dissentivano questa pratica, sono nulle. L’accabadora, era di sicuro innocente per la gente del posto ed è probabile che qualche volta sia stata chiamata anche, per accelerare la morte per motivi di un’eredità o di vendetta. Forse, non si sa se sia giusto o no, il compito della femmina accabadora, che non è molto diverso dal gesto di chi stacca la spina del respiratore di un malato terminale. Un libro di un'autrice nuorese, edito alcuni anni fa, non si ferma ai generici “sentito dire" ma, porta la testimonianza diretta di un video, che scava nella storia e nella religioni pre cristiana, alla ricerca dell’origine di questa antica pratica, alla quale vi era sempre la violazione di un tabù. Per quanto la suggestione è orribile, la figura dell’accabadora che nel passato, ha aiutato e alleviato le sofferenze ai malati terminali, ancora oggi ha un fascino sinistro.

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Ennio Morricone - C'era una Volta il West (In Concerto - Venezia 10.11.07

The Second Waltz - André Rieu

Bel poema di Mario de Andrade (San Paolo 1893-1945) Poeta, romanziere, saggista e musicologo. Uno dei fondatori del modernismo brasiliano.

LA MIA ANIMA HA FRETTA
Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto.

Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso della verità e onestà
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.
Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.

Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una.

Marina Militare - Banda della Marina a Piazza di Spagna

Da sempre la Musica, come la storia, è immortale, e lo dimostra il brano "Amapola",

Una musica immortale che è stato un classico successo della musica spagnola.
Il brano è stato creato, eseguito dal maestro Joseph Maria La Calle, quasi un secolo fa, nel lontano 1920.
Negli anni fu interpretato da cantanti dell'epoca, come la Grande Nilla Pizzi, Julio Iglesias e
anche da Antonella Ruggeri, Andrea Bocelli, Natalie Cole e da tanti altri artisti famosi.
Il più grande successo mondiale di questa bellissima canzone è dovuto alla colonna sonora
di C'era una volta in America, magistralmente eseguio dal "Grande" Maestro, Ennio Morricone.
Da alcune settimane e con la fiction "La Vita Promessa" di Ricky Tognazzi, trasmessa
su Rai 1, l'amata colonna sonora, è tornata magnficamente a incantare il pubblico televisivo
di Rai1.
"La Vita Promessa" oltre a essere un successo per Tognazzi è anche uno srtepitoso successo
 della colonna sonora, è anche um successo personale dell'interprete principale,
"la bellissima e bravissima attrice Luisa Ranieri"..
 

 

Mediterraneo per non dimenticare la vecchia "Radio".

Oggi nella grande giungla televisiva, quasi tutti si sono dimenticati della vecchia e cara amica radio.
Penso che come me moltissime persone uomini e donne e non solo, quando sono in auto, oppure a casa o al mare piace ascoltare la radiolina, programmi musicali, colonne sonore e vecchie canzoni, degli anni 60, 70, 80, 90 e non solo. Forse non tutti sanno che la Rai Radio, ogni venerdì subito dopo il TG Regionale delle ore 12.10, trasmette un programma molto interessante.

Mediterraneo appunto, è un affascinante progetto radiofonico dove: la Sicilia, la Corsica e la Sardegna si uniscono con un ponte vocale e culturale per raccontarsi a vicenda.
Le tre principali Isole del Mediterraneo discutono di problemi comuni, di attualità e di musica, unite nella loro diversità.
Nello studio siciliano, dalla sede Rai di Palermo, Salvatore Cusumano; Petru Mari per la Corsica, dalla sede di Bastia di Radio Corse, frequenza Mora, e dalla Sardegna Vito Biolchini, dalla sede Rai di Cagliari.
La storia del programma nella sua forma attuale, con la presenza della Rai, ha iniziato a muovere i primi passi l'11 ottobre del 2012.
Il primo ciclo prevedeva 37 puntate, si concluse nel mese di giugno 2013. Sino ad ora sono stati trattati molti argomenti in grado di interessare gli ascoltatori delle tre Isole e mostrare loro quali e quanti siano gli elementi sociali e culturali che uniscono e dividono le tre grandi Isole del Mediterraneo.

Ogni puntata di Mediterraneo è un viaggio di scoperta reciproca tra le tre Isole e i loro abitanti, attraverso l'ascolto di voci, musiche, opinioni, appuntamenti, cronaca e attualità.
E anche lingue, perché Petru Mari conduce in corso (lingua affascinante e facilmente comprensibile anche per gli italiani) e in corso parlano anche tutti i suoi ospiti.
La squadra di Mediterraneo, oltre che dai tre conduttori, è composta anche da altre professionalità che, con il loro lavoro, danno vita al programma e mantengono unita la triplice comunità isolana: Marzia Puleo in Sicilia, Petru Luigi Alessandri in Corsica e Stefano Fozzi in Sardegna.
A loro si aggiungono i tanti tecnici che ogni settimana lavorano per rendere possibile l'ascolto del programma. Tante persone che collaborano con l'unico obiettivo comune di rendere più breve la distanza geografica e culturale fra le tre Grandi Isole del Mediterraneo.

Pink Martini (with singer Storm Large) - Amado Mio

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