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L'arcipelago delle Eolie nel Mar Tirreno, a nord della Sicilia, è formato da sette isole vulcaniche che prendono il nome da Eolo, Dio greco dei venti. Sotto i cieli azzurri d'Italia, queste isole rocciose sono bagnate da scintillanti acque cristalline e ospitano una cornucopia di vita. Le Isole Eolie sono patrimonio mondiale dell'UNESCO, riconosciute per la loro attività vulcanica unica: tre isole sono vulcani attivi e le restanti quattro isole presentano fenomeni vulcanici secondari.

Molte organizzazioni locali stanno sviluppando progetti per preservare la bellezza naturalistica di queste isole con il sostegno dell’Aeolian Islands Preservation Foundation (AIPF), che lavora in collaborazione con organizzazioni nazionali e internazionali. Fra gli obiettivi di AIPF e dei partner, quello di preservare l'eccezionale bellezza naturalistica delle Isole Eolie e promuovere un approccio sostenibile al turismo, alla pesca e allo sviluppo per accogliere in modo più sostenibile i 200.000 visitatori che visitano le isole ogni anno.
Il principale partner coinvolto nei progetti di tutela del mare è Blue Marine Foundation, una ONG inglese che opera in tutti i mari ed oceani del mondo e, dal 2016, ha avviato un progetto ambizioso alle Isole Eolie, lavorando fianco a fianco con AIPF e rivolgendo soprattutto la sua attenzione sulla promozione di pratiche di piccola pesca responsabile. SmileWave Fund è uno dei principali sostenitori che ha fortemente contribuito a rendere possibili le iniziative nel territorio.

Le Isole Eolie sono state dichiarate Hope Spot di Mission Blue, riconoscendo il lavoro svolto dall’Aeolian Islands Preservation Foundation e dai suoi partner, per aver promosso pratiche di pesca e turismo sostenibili, attività di ricerca scientifica su numerose specie in via di estinzione, iniziative di conservazione marina e di riduzione dei rifiuti e programmi educativi per preservare questo angolo di paradiso per le generazioni future.

La dottoressa Sylvia Earle, fondatrice di Mission Blue, afferma: "Plaudo al lavoro dell’Aeolian Islands Preservation Foundation (AIPF) e dei suoi partner per quello che stanno facendo per proteggere questo arcipelago coinvolgendo la comunità, con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza di convivere pacificamente con la natura. Questo è il momento di agire. Grazie per aver dato voce a coloro che non possono parlare: le tartarughe marine, gli squali e le cernie. Sono sicura che se potessero parlare vi ringrazierebbero ".

Ambra Messina, Direttrice Esecutiva dell’Aeolian Islands Preservation Foundation e Hope Spot Champion, afferma: " La salute degli ecosistemi delle Isole Eolie è vitale per il mantenimento degli equilibri della natura ma anche per la sopravvivenza delle attività locali che dipendono dalla bellezza di queste isole. È molto importante per noi coinvolgere attivamente la comunità e le organizzazioni locali, per prenderci cura insieme di questo immenso patrimonio naturalistico. "

Le Isole Eolie e le acque circostanti ospitano una notevole varietà di biodiversità. Le scogliere costiere ospitano cernie, aragoste e polpi. Ad abbracciare le coste rocciose delle isole ci sono praterie di posidonia oceanica che forniscono importanti habitat per i pesci giovanili. Sotto la superficie cristallina, grotte sommerse e montagne sottomarine offrono rifugio a grandi pesci pelagici come ricciole, tonno rosso, barracuda e caponi. Le profondità ospitano gorgonie e rari coralli. I visitatori che si avventurano più lontano dalla costa, possono avvistare capodogli, delfini e tartarughe marine che attraversano le isole per la migrazione e l'accoppiamento.

Tuttavia, negli ultimi anni, la preoccupazione dell'opinione pubblica riguardo alla tutela dell’ambiente alle Isole Eolie è aumentata. La sovrapesca, l'uso di attrezzi da pesca poco sostenibili e l’assenza di adeguate misure di gestione delle risorse marine hanno impoverito il mare. I pescatori artigianali stanno cercando di affrontare questo problema, nonostante la pressione della pesca industriale e di quella illegale. Attualmente, un gruppo di oltre 30 pescatori artigianali, supportato da Blue Marine Foundation, lavora per promuovere una pesca a basso impatto, sostenibile e responsabile. I piccoli pescatori hanno sviluppato volontariamente un ‘Codice di buona condotta’ centrato sulla pesca responsabile. Fra le iniziative anche il recupero di reti fantasma. Insieme ai subacquei locali e in collaborazione con la Healthy Seas, i pescatori hanno recuperato 20 tonnellate di reti in due anni.

Giulia Bernardi, responsabile dei progetti di Blue Marine Foundation: “Il progetto ha dimostrato che i Pescatori Responsabili hanno abbracciato principi come l’aggregazione, lo spirito di squadra e l’autogestione dello sforzo di pesca, al fine di contribuire alla salvaguardia della risorsa ittica nel loro mare.”

I coralli nelle profondità e le praterie di fanerogame che ospitano pesci giovanili, vengono spesso danneggiati dal turismo nautico e dagli ancoraggi. Le isole hanno inoltre visto un aumento dell'inquinamento da plastica. Grazie alle amministrazioni locali che hanno previsto specifiche ordinanze per ridurre il consumo di plastica monouso, le Isole Eolie sono oggi plastic free.

L’Aeolian Islands Preservation Foundation insieme ai suoi partner, ha introdotto gli eco-compattatori per favorire il riciclo delle bottiglie di plastica, depuratori d'acqua e borracce in due scuole locali per promuovere ulteriormente la riduzione del consumo di plastica, e coinvolto gli studenti ad approfondire le tematiche legate alla fruizione responsabile delle risorse marine e a pratiche di pesca tradizionali eoliane, più sostenibili della pesca commerciale.

“Il mare è minacciato da cambiamenti climatici, overfishing, inquinamento da plastica. Per contrastarne gli effetti devastanti è fondamentale avviare programmi per aumentare la consapevolezza che non ci resta più molto tempo per agire – dice Laura Gentile, Marevivo – Sappiamo che come l’uomo è la causa, l’uomo può essere anche la soluzione, per questo con i nostri progetti vogliamo alleare istituzioni, imprenditori, scuole e cittadini in una battaglia a difesa del mare e del territorio”.

Tra i tanti obiettivi c’è la salvaguardia dei siti di nidificazione delle tartarughe Caretta caretta nelle isole e l’implementazione di misure per scoraggiare l’ingresso nelle due delle principali grotte marine dell'arcipelago per preservarne gli habitat, in collaborazione con la Guardia Costiera che ha sostenuto molti progetti di tutela del mare.

Monica Blasi di Filicudi Wildlife Conservation afferma: “Le Caretta Caretta è la tartaruga marina più comune del Mar Mediterraneo ma la specie è fortemente minacciata ed è per questo che da anni lavoriamo per tutelarle, grazie al nostro centro di primo soccorso e alle campagne di sensibilizzazione per la comunità e per i più piccoli, informando sui comportamenti da adottare in caso di avvistamento di una tartaruga in difficoltà o di un evento di deposizione e schiusa.”

L’Aeolian Islands Preservation Foundation e i suoi partner, Blue Marine Foundation, Marevivo, Healthy Seas, Ghost Diving, Sea Shepherd, Oceana, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Kurma, Aquastudio, SmileWave fund, Filicudi Wildlife Conservation, Magazzino di Mutuo Soccorso, hanno sviluppato progetti per preservare il mare dell'arcipelago e continuano a lavorare coinvolgendo la comunità, le autorità locali, gli operatori del turismo, le scuole e i pescatori artigianali per preservare la bellezza e la salute degli ecosistemi marini.

L'INTERVENTO

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di Angelo Pajno*

PATAPUMFETE!
Ed ecco che, puntualmente, leggiamo effluvi di mirabolanti propositi di salvaguardia di cui, almeno nelle dimensioni dai nuovi Druidi prospettate, abbisognerebbe il nostro mare.
Scrivevo di recente sulle pagine del Notiziario come l’orda dei santificatori sia prevalentemente domiciliata su altri lidi, evidentemente immeritevoli di altrettante attenzioni rispetto alle nostre Eolie, e basta dare un’occhiata agli attori in commedia (Aeolian Islands Preservation Foundation, Blue Marine Foundation, Marevivo, Healthy Seas, Ghost Diving, Sea Shepherd, Oceana, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Kurma, Aquastudio, SmileWave fund, Filicudi Wildlife Conservation, Magazzino di Mutuo Soccorso) per averne conferma.

Condivisibile comunque è buona parte delle iniziative da costoro perseguite, come la lotta alla pesca illegale, la rimozione delle reti fantasma, una tutela programmata (ma, aggiungo, limitata al bisogno) dei siti di nidificazione delle tartarughe, la lotta alle plastiche, una pesca legale responsabile e quan’altro oggetto, peraltro, anche dello statuto della nostra Associazione.
Ma basta leggere con un minimo di attenzione tra le righe di ciò che, di fatto, si concretizza in una malcelata autocelebrazione per rendersi conto che si vuole arrivare sempre e comunque alla interdizione del nostro mare nel suo complesso e, con il pretesto di tutelare qualche polpo in più, affondare la popolazione ridimensionando, oltre ogni limite di tollerabilità, alcune delle risorse economiche di maggior rilievo, e tra queste certamente la pesca ed il turismo nautico.

Si auspica infatti una permanente interdizione dei bagnanti alla fruizione delle nostre grotte – peraltro già temporaneamente interdette dalla autorità marittima ma per ragioni di sicurezza – e si parla con interessata preoccupazione alle praterie di posidonia colpite mortalmente alla schiena dai ferri delle imbarcazioni da diporto pur essendo, tali illuminati signori, perfettamente a conoscenza dei rimedi che si possono (ma evidentemente non si vogliono) adottare al riguardo senza pregiudicare la libera fruizione del mare.

Tradotto: via tutti dalle Eolie! Naturalmente con le dovute eccezioni.
Lasciamo infatti che… vengano a noi (mi perdoni in Nascituro del 25 dicembre se prendo a prestito tale suo dire) le barbariche orde degli odiati barconi il cui bagnarsi nelle arcipelaghe acque viene già oggi comunque limitato ai pochi secondi delle soste rigorosamente programmate; che il godere delle acrobazie dei delfini, siccome dell’incedere elegante dei capodogli, e delle emozioni che essi suscitano, sia riservato, su prenotazione, a pochi eletti ed alle loro imbarcazioni (a motore), meglio se di stanza a Filicudi; che ammirare il “mondo di sotto” sia riservato, naturalmente a pagamento, ai diving locali.

E lasciate quindi ogni speranza ( copyright: Dante Alighieri) o voi comuni mortali di potervi immergere liberamente o di pescare per hobby qualche volta la domenica, appena al largo su quella secca tra Lipari e Panarea o magari a traina sotto costa, in un rapporto simbiotico con il mare che vi circonda e vi culla respirando quell’aria salsoiodica che avete nei polmoni da quando siete nati. Forse vi sarà ancora parzialmente consentito ma ……rigorosamente a pagamento e previo annuale rinnovo della necessaria, burocratica, autorizzazione.

Ma, al fin della tenzone mi chiedo:
- Di Grazia, con quali “comunità locali”, come e quando vi sareste rapportati ricevendo entusiastica adesione alle vostre future iniziative?
- Di Grazia, quali, come e quando, rappresentanti della pesca professionale locale avrebbero entusiasticamente sposato le vostre proposte?
- Di Grazia, quali, come e quando, sindaci eoliani – fatta eccezione per quello di Malfa, rimasto isolato - avrebbero manifestato incondizionata adesione alla istituzione di una AMP (perché di questo, alla fine, si tratta)?
So già che le mie domande, per come già in passato, rimarranno prive di risposta, ma francamente poco importa visto il crescente numero di adesioni alla nostra Associazione che pervengono oramai da tutto l’arcipelago e, cosa che più ci fa piacere, in particolare dall’isola di Salina. Et de hoc satis! Buon vento.

*Componente Associazione “Eolie Mare Libero” (che non vuol dire affatto privo di attenzione e di giusta protezione)

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