Il rispetto della tua privacy è la nostra priorità 

Questo sito utilizza Cookie tecnici e di profilazione di terze parti. Clicca sul bottone - chiudi - per accettare l'uso dei cookie e proseguire la navigazione.

Stampa
Categoria: Cronaca

sea_shepherd_conrad (1).jpg

“Noi da qui non ci muoveremo fino al ritorno della legalità. Autorità e istituzioni sono chiamate a fermare con noi la criminalità dilagante nel Mar Tirreno. Dopo aver subito uno speronamento da un peschereccio nei giorni scorsi, ieri ci è stato recapitato in mare un messaggio intimidatorio che minaccia di morte i volontari presenti in Operazione Siso. Pretendiamo di sapere chi sono i delinquenti che usano minacce e intimidazioni in mare perché vengano processati dalla giustizia”. Così Andrea Morello, Campaign Leader di Sea Shepherd, l'associazione ambientalista attiva a difesa del mare e impegnata in Italia nell'operazione Siso, denunciando lo speronamento e le minacce subiti dall'equipaggio della nave Conrad.

L'Operazione Siso vede Sea Shepherd collaborare con le autorità, Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza reparto operativo aeronavale, a bordo de

, donata alla Ong da Jane Patterson e Sebastiano Cossia Castiglioni, un catamarano a motore di 17 metri preparato per documentare e, quando necessario, intervenire per fermare la pesca illegale. L'operazione ha l’obiettivo di proteggere l’ecosistema delle isole Eolie dalla pesca non dichiarata e non regolamentata. In particolare, quest’anno, l’azione è volta a contrastare l’utilizzo dei Fad (Fishing aggregating devices) illegali, un sistema di pesca conosciuto localmente anche come cannizzo.

Da quando è iniziata, l'operazione Siso ha portato al recupero di 167 Fad, con 237.500 metri di polipropilene issati a bordo della Conrad in pochissime settimane di navigazione. Per Sea Shepherd si tratta di un record mai raggiunto prima nei tre anni di Operazione Siso.

Il 9 ottobre, a nord ovest di Alicudi la crew incontra una linea lunga decine di miglia e composta da centinaia di Fad illegali. Le operazioni di recupero continuano dall’alba al tramonto senza mai arrestarsi, attirando l'attenzione di un peschereccio veloce che ha cercato di ostacolare in tutti i modi le operazioni, arrivando a colpire la Conrad nella parte di poppa più volte e intenzionalmente.

"Il pescatore - fa sapere Sea Shepherd - ha cercato di occultare le prove del reato, minacciando di morte il nostro equipaggio e infine ha speronato la nostra imbarcazione. Il nostro equipaggio, però, nemmeno dopo le minacce e le intimidazioni si è fatto fermare".

Tra gli avvenimenti registrati nel diario di bordo di ottobre della Conrad: il 1 ottobre, dirigendosi in rotta delle isole Filicudi e Alicudi per continuare le ricerche nella zona, l’equipaggio della Conrad ha individuato e successivamente smantellato un palangaro non segnalato e non regolamentato di dimensioni significative a sud di Vulcano. In seguito all’autorizzazione ricevuta dalle autorità, i volontari hanno impiegato quasi tre ore per estrarre ben 8 chilometri di nylon che componevano il sistema di pesca ritrovato. Oltre a danneggiare e inquinare l’ambiente marino circostante, il palangaro ha anche decretato la morte di innumerevoli pesci di piccole dimensioni rimasti impigliati nei quasi 100 ami che lo componevano. I volontari hanno recuperato anche numerose bottiglie di plastica e poliuretano che rischiavano di danneggiare irreparabilmente l’ecosistema locale.

Il 7 ottobre, l’equipaggio ha rinvenuto una tartaruga morta soffocata insieme a un pesce spada. La long line che ha determinato la loro morte era composta da esche inserite in moltissimi ami. L’esemplare di pesce spada è stato probabilmente attirato dalle esche, era sotto le misure consentite dalla pesca ed è rimasto impigliato e poi è soffocato. L’esemplare di tartaruga era una Caretta caretta di 35 anni, femmina, morta probabilmente a causa del soffocamento, annegamento ed emorragia interna.(adnkronos.com)

ansa-met.jpg

ALICUDI - Da anni l’equipaggio dell’associazione ambientalista “Sea Shepherd” alle isole Eolie combatte la pesca illegale, adesso arrivano anche le minacce e le intimidazioni. Lo denuncia Andrea Morello, comandante del catamarano che per tutta l’estate ha svolto attività di vigilanza nel mare dell'arcipelago. “Abbiamo rischiato uno speronamento da parte di un peschereccio – dice – e abbiamo anche ricevuto un messaggio intimidatorio con minacce di morte”.

L’operazione “Siso”, condotta dall'associazione, ha permesso di individuare in mare 237.500 metri di polipropilene e 167 Fad illegali, un sistema di pesca conosciuto localmente anche come cannizzo. Il tratto di mare piu’ battuto è tra Filicudi e Alicudi, le isole piu’ lontane delle Eolie. Dopo la denuncia degli ambientalisti sono scattati controlli da parte della Capitanaria di Porto, dei carabinieri e della guardia di finanza.(ANSA)

L'INTERVENTO DEL MINISTRO COSTA

imagesSECO.jpg

"Il bracconaggio in mare è una piaga che va annientata" ha scritto il ministro dell'Ambiente Sergio Costa. "Vengo dall'Arma dei Carabinieri e per me la legalità è uno scopo di vita. Chiunque si batte per la legalità avrà il mio appoggio. Ogni giorno le associazioni come la loro lavorano a stretto contatto con Capitaneria di porto e altre autorità per il bene del Paese. Sono sicuro che queste minacce e queste intimidazioni non scalfiranno la voglia di giustizia per la tutela dei mari".

Ha preso il via l'operazione "Siso" per proteggere il delicato ecosistema delle Isole Eolie dalla pesca illegale non dichiarata e non regolamentata. La "Sam Simon" di Sea Shepered solca le acque del Sud Tirreno, in stretta collaborazione e coordinamento con il Centro Controllo Nazionale Pesca (Ccnp) del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie e con la Guardia di Finanza.

Andrea Morello, campaign Leader di Sea Shepherd, sotolinea che «Secondo l’Onu, il Mar Mediterraneo è il più sovrasfrutao del mondo con il 62% degli stock ittici ormai al collasso. La pesca industriale e i suoi numeri, compreso il bycatch, lo stanno definitivamente impoverendo con un serio rischio di esaurimento delle specie marine che metterebbe a rischio l’intera specie umana direttamente dipendente dalla biodiversità presente nei sette decimi del nostro pianeta Blu. E’ quindi naturale per Sea Shepherd difendere il nostro futuro difendendo il Mare. La prima attività di pattugliamento è cominciata in due aree di Mare a sud del Tirreno denominate Alpha e Bravo. Durante la prima settimana abbiamo percorso 1.460 miglia, sorvegliato un’area di 14.250 kmq, per 550 ore di navigazione; incontrando sistemi di pesca legali come il “palangaro”* per il Pesce Spada e segnalando alle autorità italiane la presenza di attività illegali in mare. La collaborazione con i pescatori artigianali, creata grazie alle passate campagne nelle Isole Eolie ed al grande lavoro dell’Aeolian Preservation Island Fund, ha reso efficace l’attività di controllo dell’area; già l’anno scorso con alcuni pescatori artigianali si era finalmente condiviso l’obiettivo di proteggere il Mare e le specie in pericolo di estinzione confiscando 130 KM di FAD (Fishing aggregating devices – sistemi di aggregazione di pesci, ndr). illegali proprio in questo arcipelago. L’unione tra la Flotta di Nettuno e chi lavora da generazioni in aree così delicate come le Isole Eolie, potrà creare una collaborazione triangolare dedicata alla protezione dell’Arcipelago eoliano e di tutte le Vite che lo abitano; massimizzando la collaborazione con le forze dell’ordine e riportando giustizia dove il crimine si sia insediato. Da marzo, nel sud Tirreno, sono morti 8 Capodogli quasi tutti con plastica nello stomaco; la nostra azione di recupero della plastica e delle attrezzature da pesca perse o lasciate alla deriva illegalmente, è quindi continuativa. Puntiamo la prua delle nostre navi in difesa di quelli che noi chiamiamo “i nostri clienti”, e la terremo ben salda fino alla creazione di un’Area marinaprotetta nelle Isole Eolie che possa riportare la biodiversità e la tradizione alla sostenibilità. Grazie alle donazioni dei nostri sostenitori e alle meravigliose persone dell’Aeolian Island Preservation Fund siamo tornati nel Sud Tirreno e ci rimarremo per proteggere ogni Vita senza nessun compromesso, misurando il nostro successo con il numero di vite che salveremo».

Non a caso la campagna di Sea Shepherd prende il suo nome da Siso, un giovane Capodoglio morto nel 2017, rimasto impigliato in una “spadara”illegale durante il passaggio tra le Isole Eoli. L’eroico tentativo di liberarlo, che impegnò la Guardia Costiera per molte ore. Purtroppo non riuscì a salvare il cetaceo. Siso è poi stato trovato senza vita lungo la costa di Capo Milazzo dal biologo marino Carmelo Isgrò, che ne ha conservato lo scheletro mantenendo la rete che l’ha ucciso e la plastica presente nel suo stomaco, come monito per le generazioni future. Siso era il soprannome dell’amico che ha aiutato Dr.Isgrò nel recupero del capodoglio, scomparso in un incidente d’auto proprio in quei giorni.

Sea Shepherd ricorda che l’organizzazione «lotta contro la Inn in tutto il mondo, nelle Isole Eolie l’attività si focalizza in particolare contro l’uso delle reti “spadare”, un tipo di rete pelagica derivante, che nonostante la messa al bando in tutto il mondo nel 2003, viene ancora usata illegalmente nelle acque italiane per la pesca del pesce spada. Le spadare negli anni hanno ucciso un numero impressionante di capodogli, tartarughe, tonni, pesci spada, squali e mammiferi marini, a causa delle sue maglie, delle dimensioni comprese tra i 20 e 50 centimetri. Attualmente in Italia è consentito l’utilizzo delle reti dette “ferrettare”, reti simili in tutto alle spadare ma con le maglie più piccole (10 cm di diametro), ma che rappresentano comunque un sistema di pesca selettivo per taglia ma non per specie».

Operazione Siso 2019 è iniziata con un grande successo grazie alla collaborazione con il reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza, in Calabria: l’attività investigativa da mare e da terra ha portato a controlli su motopescherecci al largo di Bagnara Calabra (Reggio Calabria), una costa tristemente nota per l’uso di reti derivanti. L’operazione è iniziata con l’attività coordinata dei gommoni veloci di Sea Shepherd e delle motovedette della Guardia di Finanza, intervenute per controllare due pescherecci e delle reti utilizzate durante la notte. A Sea Shepherd spiegano che «Una delle due imbarcazioni ha tentato di liberarsi della rete derivante che stava utilizzando perché conteneva un pesce spada già morto soffocato dalla rete che lo aveva completamente intrappolato. Le vedette della Guardia di Finanza avevano sotto controllo tutte l’attività; nel contempo il gommone “Vikings” di Sea Shepherd ha proceduto a segnalare la posizione della rete abbandonata insieme al pesce spada senza vita».

Luca Del Bono, chairman dell’Aeolian Islands Preservation Fund, conclude: «Sea Shepherd è un partner chiave alle Isole Eolie. Crediamo fortemente che maggiori controlli possano scoraggiare le illegalità e rappresentino un’arma efficace contro l’impoverimento del nostro mare. I piccoli pescatori artigianali delle Isole Eolie non riescono a competere con i grandi pescherecci ed è importante che chi viene a pescare in queste isole, lo faccia nel rispetto dei vincoli esistenti affinché la biodiversità del mare eoliano sia tutelata».

VIDEO

NOTIZIARIOEOLIE.IT

La flotta di "Sea Shepherd" è composta da 13 navi con a bordo equipaggi di volontari da tutto il mondo, disposti a rischiare la vita per la causa. "Sea Shepherd" agisce utilizzando tattiche di azione diretta, per investigare, documentare e impedire attività illegali ai danni degli oceani.

In 40 anni di aatività si ricordano gli interventi in Canada contro il massacro delle foche, alle Isole Faroe per i delfini. Ma anche nel Mediterraneo contro la pesca illegale.

La campagna storica di Sea Shepherd è quella condotta in Oceano Antartico, dove per più di 10 anni l'organizzazione ha combattuto contro la caccia commerciale alle balene.

foto di Andrea Lacertosa

salus-720x140.jpg