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Stromboli - La barca a vela alla deriva rimossa su input della guardia costiera. L'operazione è stata coordinata dal tenente di vascello Francesco Principale.

NOTIZIARIOEOLIE.IT

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Stromboli - «La sua Favola, il suo sogno di vivere in barca, navigando per il mondo, si sono infranti nell'isola di Stromboli, sulla spiaggia di Fico Grande, dove la sua barca a vela, un Jeanneau di 16 metri, si è arenato perché aveva disancorato mentre era in rada in quel mare blu cobalto dell'isola, di fronte al Vulcano che erutta ancora e la cui lava scivola sulla Sciara, di fronte a Strombolicchio, il cui faro la notte illumina quel tratto di mare. E da oltre una settimana capitan John Tayor, 53 anni, è costretto a rimanere nell'isola a guardia della sua Favola ormai destinata ad essere rottamata, in attesa che si concludano le pratiche burocratiche per rimuovere Favola. Sta li, notte e giorno, a guardare la sua Favola fino a quando sarà rimossa. Per Favola John Taylor aveva speso tutti i suoi risparmi, lasciando il lavoro per una vita libera in mare, ma non è andata come voleva. Ma oltre al danno, capitan Taylor, ha dovuto subire anche la beffa perché allontanatosi da suo scoglio (vicino ad un nido di tartarughe Caretta Caretta dove a sorvegliarla c'è Roberta di una associazione che si occupa di proteggere le tartarughe) dei veri e propria pirati o meglio sciacalli arrivati da Napoli, sono entrati dentro Favola saccheggiandola, smontando bussole, Gps, prelevando cime ed altre cose e che stavano portando via».

Si tratta di due napoletani, anche loro velisti, che erano in rada con la loro barca a poche centinaia di metri dalla Favola arenata e hanno pensato bene di andare con il loro gommoncino fermandosi accanto a Favola, salendo a bordo e depredandola di tutto quanto potevano portare via. Il capo pirata napoletano è un uomo di 50 anni e la cosa più sconcertante e che questo velista napoletano si è portato appresso il figlio di 14 anni per saccheggiare Favola. I due sono stati denunciati.(quotidianodelsud.it)

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di Alberto Bougleux

Lo scorso 15 luglio si è arenata a Stromboli una barca a vela di 17 metri battente bandiera inglese. L’incidente, dovuto ad un ancoraggio maldestro, è avvenuto a pochi metri di distanza da una zona di imminente schiusa di uova di tartaruga marina, attualmente sotto attento montaggio da parte di TartaNet Eolie, progetto promosso da Filicudi Wildlife Conservation.

Sono passate due settimane dal naufragio ma il relitto è ancora lì. Il mare lo sta facendo rapidamente a pezzi, con ampie perdite di gasolio, pezzi di scafo e altri rottami pesanti - fra cui batterie - distribuiti per centinaia di metri verso sud. Il maestrale delle ultime ha pericolosamente avvicinato il relitto alle case della zona, dove abitano famiglie con bambini. Si tratta di una situazione critica che perdura ormai da troppi giorni nel cuore di una riserva marina e sito UNESCO, e che denuncia ogni ora che passa l’inazione delle autorità e dei proprietari.

Nonostante il pieno della stagione turistica, né il Comune di Lipari né la Guardia Costiera sono infatti corsi ai ripari e le cattive condizioni del mare stanno spingendo verso un disastro ecologico proprio a fianco al nido delle tartarughe, senza contare il reale pericolo per le persone causato dal grande scafo che rolla a ogni onda vicino alle case. Le autorità ventilano una demolizione dello scafo in loco, cosa che però richiede tempi lunghi, costi altissimi e un impatto ambientale per il quale l’isola non è preparata.

Gli abitanti della zona chiedono al Sindaco di Lipari e alla Guardia Costiera di intervenire nelle prossime 24-48 ore per rimuovere il relitto via mare e di rimorchiarlo verso un porto sicuro. Ogni ulteriore ritardo rende la situazione più critica e allunga la lista delle inadempienze che stanno mettendo in serio pericolo il fragile equilibrio delle spiagge di Stromboli.

 

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Avreste mai immaginato un Surdato 'nnammurato che canta “Oje vita, oje vita mia” in blues?

O che la fascinosa Brigida cui è dedicata la canzone A’ Tazza 'e cafè possa non essere di Napoli (dove si beve il migliore caffè del mondo) ma della Giamaica (dove cresce la migliore pianta di caffè del mondo)?

Il progetto Neapolitan Contamination riproduce questa dinamica con la Canzone napoletana, proponendo i suoi brani più celebri in modo nuovo e particolarissimo.

L’ascoltatore viene condotto in un viaggio tra i continenti e gli stili musicali, dall’Europa al Medio Oriente, all’Africa centrale, fino al Nordamerica del gospel, del blues, del jazz e del funky, al Centroamerica del calypso, del reggae, della rumba, e giù giù fino al tango argentino.

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