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Categoria: Notizie

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di Andrea Centini

Entro il 2100 la metà delle spiagge del mondo potrebbe sparire per sempre a causa dei cambiamenti climatici. Tra i Paesi più esposti a questo processo c'è l'Australia, che vedrebbe finire sott'acqua ben 12mila chilometri di spiagge sabbiose, con un danno ambientale, sociale ed economico enorme. La stragrande maggioranza della popolazione della “terra dei canguri” vive infatti lungo la costa. Le spiagge con sabbia rappresentano un terzo di tutte le aree costiere del mondo e hanno un valore altissimo sotto molteplici punti di vista, non per ultimo, quello di proteggerci anche da tempeste e cicloni. Ma l'erosione catalizzata dall'impatto antropico e l'innalzamento del livello del mare a causa dello scioglimento dei ghiacci, anch'esso strettamente legato alle emissioni di carbonio dovute alle attività umane, rischiano di rendere questi preziosi ecosistemi sempre più minacciati e rari.

A stimare il rischio per le spiagge sabbiose del pianeta è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) italiano, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Scienze e ingegneria delle acque presso l'IHE Delft Institute for Water Education (Paesi Bassi), dell'Università di Twente e dell'Università di Cadice. Lo studio è avvenuto sotto l'egida del Centro comune di ricerca (CCR) della Commissione Europea. Gli scienziati, coordinati dal professor Michalis I. Vousdoukas, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato immagini satellitari che hanno mostrato i cambiamenti delle coste sabbiose tra il 1984 e il 2016; grazie a sofisticati modelli matematici hanno previsto l'impatto dei cambiamenti climatici nei prossimi decenni, facendo emergere la preoccupante stima sulla perdita delle spiagge.(fanpage.it)

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