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Le meraviglie delle isole Eolie non si limitano a paesaggi mozzafiato e spiagge dalle acque cristalline, ma continuano sotto la superficie del mare prendendo la forma di preziosissimi tesori sommersi. I fondali delle isole sono infatti disseminati di veri e propri tesori archeologici, risalenti anche a migliaia di anni fa, che sono ancora oggi studiati dagli esperti del settore e che potrebbero in futuro essere visitabili, all’asciutto, anche dai turisti.


Il relitto che sembra uscito da un film


Il mondo sottomarino, ricco di misteri, è da sempre protagonista di storie e leggende. Se noi umani conosciamo relativamente bene la terraferma, ciò che si nasconde tra i flutti ci è spesso sconosciuto e per questo ci attrae e dà origine a speculazioni su cosa possa celarsi nelle sue profondità. Così sono nate leggende come quella di Atlantide, di cui si può leggere a partire da opere come il Crizia di Platone, passando per le fiabe con protagoniste le sirene come la celebre sirenetta di Andersen, la cui storia tragica è raccontata nel volume edito da l’Ippocampo e la cui figura è stata ripresa da film come Splash-Una sirena a Manhattan.
Non c’è però bisogno di immergersi in questi mondi fantastici per imbatterci in vere meraviglie e preziosi bottini sommersi perché i nostri mari pullulano di resti di naufragi che ci donano ancora oggi manufatti storici di enorme valore, il cui fascino è stato a lungo esplorato da opere di intrattenimento come il celebre colossal Titanic, noleggiabile in versione digitale su YouTube che si apre proprio con l’esplorazione del relitto della nave. Inoltre, giochi online come le slot machine Aquatic Treasures e Treasures of Lion City della piattaforma digitale Betway Casinò, i cui protagonisti sono a caccia di tesori sommersi, o libri come Il saccheggiatore di relitti di Robert Louis Stevenson edito in Italia da Nutrimenti tengono viva la nostra passione per questo argomento.

Se molte di queste storie narrano di mari esotici, anche nelle isole Eolie possiamo trovare molti reperti archeologici tra cui spicca il relitto di Lisca Bianca, isola protagonista anche del film L’avventura di Antonioni, al cui largo sorgono i resti del Llanishen. La carcassa in legno della nave inglese, affondata nel 1885 dopo aver urtato gli scogli dell’isola, riposa oggi tra i venticinque e i quaranta metri di profondità, divisa in due tronconi di poppa e di prua. Purtroppo il tempo sta portando i resti della nave verso un’inesorabile distruzione, ma oggi il relitto è ancora in buono stato e può essere visitato in immersioni subacquee da curiosi e appassionati, cosa che lo rende l’unico reperto archeologico sottomarino delle isole a cui è possibile accedere liberamente.


I resti romani nel mare delle isole Eolie


A eccezione del relitto della Llanishen, i reperti archeologici sommersi delle Eolie più celebri sono di origine romana. Tra questi spicca il porto romano che sorge nelle acque di Lipari, nei pressi del porto di Sottomonastero. Il sito consiste in resti di muri, colonne e di un molo lungo sedici metri, inabissati a circa tredici metri di profondità, che un tempo formavano l’antico porto. Il ritrovamento del porto è stato estremamente prezioso anche per lo studio del cambiamento del livello del mare nei secoli: analizzando la profondità dei resti si è potuto calcolare che negli anni il mare è salito con una media di sei millimetri l’anno e si è stati in grado di individuare la posizione della costa durante l’epoca romana. Risale al 2014 invece un progetto, che al momento non ha ancora visto la luce, riguardante lo sviluppo di un percorso museale unico nel suo genere che grazie alla costruzione di un tunnel sottomarino trasparente permetterebbe ai turisti di visitare il porto restando però all’asciutto. Di enorme importanza sono anche i relitti di origine romana detti Panarea II e Panarea III nei pressi di Capistello.

I relitti sono stati scoperti nel 2010 ma solo negli ultimi anni sono state effettuate ulteriori esplorazioni con sottomarini dotati di bracci meccanici che hanno portato al rinvenimento di centinaia di anfore a più di 120 metri di profondità, facenti parte del carico di una nave romana lunga circa venticinque metri e, a causa di un scivolamento lontano dal relitto principale, non individuate durante le prime immersioni. Le anfore scoperte durante queste esplorazioni sono di origine greco-italica e punica e la loro grande quantità testimonia l’importanza delle isole nelle rotte commerciali antiche. Sebbene l’enorme quantità di anfore sia l’elemento del relitto che ha fatto più parlare di sé, presso i resti della nave sono stati trovati anche diversi piatti, alcuni dei quali riportanti incisioni in greco antico, e un piccolo altare decorato con rilievi raffiguranti onde del mare che, si pensa, veniva usato per ringraziare gli dei per dopo la riuscita di attraversate e viaggi particolarmente pericolosi.

Tutti coloro che vogliono conoscere qualcosa di più sulla storia delle isole Eolie non devono limitarsi a visitarne i musei sulla terraferma, ma devono immergersi nei suoi mari alla scoperta dei diversi relitti risalenti a epoche diverse che raccontano il ruolo che le isole hanno avuto nei secoli e offrono ancora oggi informazioni preziose per lo studio dell’area.

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