244469844_10223660298008152_8806304218749948064_n.jpg

di Michele Balestreri

Gli arcipelaghi delle Egadi, delle Eolie e delle Pelagie, oltre a Pantelleria e Ustica sebbene siano perle di bellezza naturalistica e paesaggistica, sono carenti di servizi essenziali, energia, acqua, rifiuti e mobilità. Nessuna isola è autonoma dal punto di vista energetico, e per la corrente elettrica si ricorre ancora agli impianti a gasolio. L’approvvigionamento idrico è carente, e la maggior parte scarica le acque reflue direttamente a mare. Anche su rifiuti e mobilità c’è ancora molto da fare. Le isole minori sono “sistemi fragili e isolati”, vulnerabili “alla forte pressione turistica nei mesi estivi”. Un paradosso, visto che il turismo costituisce la principale entrata economica per questi luoghi.

Sul fronte dell’energia nessuna isola minore siciliana è connessa alla rete elettrica nazionale e ognuna deve provvedere autonomamente al fabbisogno energetico tramite centrali termoelettriche a gasolio che hanno un impatto ambientale molto alto e che operano grazie a un’eccezione normativa consentita dalle direttive europee. Anche sul fronte idrico la situazione non è delle migliori. La carenza di acqua potabile costringe alcune isole a dipendere dal trasporto attraverso navi cisterna o da impianti di desalinizzazione e l’equilibrio resta tuttavia precario. Della gestione dell’acqua fa parte anche la depurazione.

Le isole minori siciliane presentano anche molte criticità in ordine alla depurazione delle acque reflue, tenuto conto che Linosa, Favignana, Marettimo, Levanzo, Stromboli, Filicudi, Alicudi, Panarea, Salina non sono dotati di un sistema di trattamento delle acque reflue e laddove sono operanti sono quasi sempre incompleti ed inefficienti. Neanche buone notizie ci sono sul fronte dei rifiuti. Solamente Pantelleria e Salina raggiungono la media di raccolta differenziata del Sud Italia, del 51 per cento. L’isola trapanese con il 71 per cento di differenziata risulta tra le migliori in Italia. Nelle altre isole si è indietro nonostante alcuni miglioramenti negli ultimi anni a Ustica (che passa dal 5 al 20 per cento di raccolta), nelle Egadi (dal 15 al 38 per cento), nelle Pelagie (dal 16 al 38 per cento).

La partita per recuperare il gap sulla sostenibiltà e la transizione ecologica, le Eolie, Egadi, Pelagie e Ustica se la giocheranno sul Piano nazionale di ripresa e resilienza dove verranno inserite nel piano “Collegamenti isole minori”, finanziato con oltre 44 milioni di euro e destinato a migliorare la connettività. A questo si aggiunge il piano “Isole verdi”, con interventi su rete elettrica e infrastrutture per 200 milioni di euro. E ancora, il fondo da 41 milioni per gli investimenti nelle isole minori, gestito dal dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie e incrementato dalla legge di Bilancio 2021 da cui sono tratti i 18 milioni per i progetti sopracitati. Opportunità che le isole siciliane dovranno cogliere per non perdere l’appuntamento della transizione ecologica, indispensabile per raggiungere alti livelli di competitività sul fronte del turismo sostenibile.(allfoodsicily.it)

foto di Emanuel Raffaele

720x120BANNERDECO.jpg