MILAZZO: IL CAPITANO ALBERTO DEL BASSO ASSUME IL COMANDO DELLA COMPAGNIA CARABINIERI
Nei giorni scorsi, Il Capitano Alberto Del Basso, 30 anni, originario di Benevento, ha assunto il Comando della Compagnia Carabinieri di Milazzo, subentrando al Capitano Andrea Maria Ortolani, destinato ad assolvere l’incarico di Comandante della Compagnia Palermo San Lorenzo.
Il Capitano Del Basso arriva da Livorno dove ha prima ricoperto l’incarico di Comandante di Plotone nel Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” per poi transitare tra i ranghi della 2º Brigata Mobile, ruoli che lo hanno portato ad essere impiegato in varie attività d’istituto in varie località sul territorio nazionale, nonché in diversi teatri operativi esteri.
In precedenza l’Ufficiale ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella, a seguire il 194° Corso dell’Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, dove ha conseguito la laurea in Giurisprudenza.
Al capitano Alberto Del Basso benvenuto e buon lavoro
Messina, confiscati beni per 12 milioni di euro ad un noto professionista
Nelle ultime due settimane, il Tribunale di Messina, sezione misure di prevenzione, ha adottato su conforme richiesta della procura due provvedimenti di confisca di beni illecitamente acquisiti assicurando le casse dello stato l’importo complessivo di oltre 12 milioni di euro. L’aggressione patrimonio illecitamente accumulati costituisce uno dei principali obiettivi perseguiti da questa procura.
A tal fine è stato creato il gruppo misure di prevenzione che tratta le misure di prevenzione ordinarie antimafia comprese quelle patrimoniali. In questo contesto si collocano i due decreti di confisca di cui sopra punto nel primo caso la direzione investigativa antimafia ha eseguito un provvedimento con cui è stato sottoposto a confisca di prevenzione l’ingente patrimonio di un nodo professionista operante nell’area nebroidea, coinvolto in numerosi procedimenti penali per truffa finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e, reati fiscali, riciclaggio, e autoriciclaggio.
Dagli atti giudiziari è emerso come il prevenuto, sottoposto anche la sorveglianza speciale di PS per due anni con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale, abbia da sempre strumentalizzato la sua attività professionale per la costituzione di un sistema truffaldino fondato sull’utilizzo di schemi societari non corrispondenti al dato reale, attraverso il quale gli ha rivolto a suo vantaggio consistenti contributi di natura pubblica, tra cui gli incentivi previsti a favore delle attività produttive delle aree depresse, così realizzando un imponente arricchimento personale.
La misura ablativa riguarda numero 9 imprese, operanti nel campo dell’assistenza fiscale, dell’assistenza agli anziani ed in quello immobiliare; numero 7 appartamenti; numero uno fabbricati e numero 17 terreni situati nella provincia di Messina e Palermo; nonché decine di rapporti finanziari per un valore complessivo di circa 12 milioni di euro.
L’altro decreto di confisca ha riguardato beni riconducibili ad un pregiudicato messinese attualmente detenuto, il quale è stato sottoposto anche alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di PS con obbligo di soggiorno. Il provvedimento scaturisce dagli accertamenti di carattere patrimoniale svolti dai carabinieri del nucleo investigativo di Messina, che hanno consentito di documentare come l’uomo, coinvolto in passato in plurime vicende giudiziarie, avesse accumulato nel tempo un patrimonio risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati da lui e dei suoi familiari.
In particolare dal 1992 al 2018, il proposto nell’ambito di diversi procedimenti penali, era stato condannato con sentenze definitive per vari reati, tra cui e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, rapina, furto, lesioni personali e detenzione illegali di armi punto per ultimo, il 30 aprile 2021 l’uomo era stato arrestato in flagranza di reato per estorsione aggravata dal metodo mafioso, nell’ambito di un’indagine condotta dai carabinieri sotto il coordinamento di questa direzione distrettuale antimafia, venendo poi condannato.
Dalle investigazioni, avviate immediatamente dopo la denuncia della vittima era emerso che il proposto, a partire dal 2016, avrebbe costretto, con ripetute vessazioni, minacce e violenze, attuate anche con l’uso delle armi, un imprenditore edile a corrispondergli periodicamente a titolo estorsivo, diverse somme di denaro, richiedendogli altresì, senza alcun compenso, i lavori per la costruzione di un fabbricato oltre a numerose forniture di materiale edile. La confisca ha riguardato numero 6 abitazioni e numero un terreno agricolo, situati a Messina, oltre a cinque veicoli per un valore complessivo stimato di circa 350.000 mila euro.
Quanto sopra ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca costituzionalmente garantito, precisando che il provvedimento di confisca adottato può essere modificato o annullato attraverso il ricorso agli ordinari mezzi di impugnazione che tali successivi gradi di giudizio, sempre nel contraddittorio fra accuse e difesa davanti al giudice III imparziale, possono anche concludersi con l’esclusione di qualsiasi forma di responsabilità e la restituzione dei beni e gli aventi diritto.
IN UNA STRUTTURA ALBERGHIERA AVREBBE ABUSATO SESSUALMENTE DI DUE GIOVANI COLLEGHI, 38ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI
I Carabinieri della Compagnia di Taormina hanno arrestato un 38enne originario del nord Italia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Messina, eseguita in Calabria, attuale luogo di lavoro dell’indagato ritenuto presunto autore del reato di “Violenza sessuale aggravata e continuata” commessa nei confronti di due ragazzi maggiorenni.
I fatti, che sarebbero avvenuti a Giardini Naxos nel mese di giugno scorso, hanno dato luogo ad un’attività investigativa svolta dai Carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica messinese, avviata a seguito delle denunce presentate dalle vittime.
In particolare, i militari dell’Arma, sulla base delle dichiarazioni rese dalle vittime e da alcuni testimoni, sono riusciti a risalire alle dinamiche dei fatti ed acquisire elementi indizianti sul conto dell’indagato, il quale, allorquando era dipendente di una struttura alberghiera a Giardini Naxos, in più occasioni avrebbe abusato sessualmente di due giovani colleghi.
I gravi indizi di colpevolezza raccolti dal Pubblico Ministero che ha delegato le indagini ai militari dell’Arma, sono stati condivisi dal GIP del Tribunale di Messina, che ha emesso il provvedimento cautelare, eseguito dai Carabinieri nei confronti dell’indagato.
Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato, che, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo ed imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità in capo allo stesso indagato.