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di Barbara Vergnano

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A  Roma nella libreria Sinestetica ho presentato il libro di Maria Emilia Sbarigia Tortora “ Una storia eoliana”. La libreria merita un commento a se’. Situata in un quartiere un po’ defilato dal centro storico del turismo è diventata nel tempo un punto di riferimento per un pubblico vario e fedele, che apprezza la scelta di proporre autori romani e italiani, piccole mostre di artisti, pittori e grafici, e un’atmosfera da club. I proprietari della libreria Pietro Zampetti, Michele Cruciani e Giulia Martinis sono molto presenti, amici accoglienti e soprattutto i libri li leggono e gli autori li conoscono. Insomma una rarità in questi anni in cui i social hanno distolto dalla carta stampata e dal confronto di persona.
Alla presentazione del libro di Maria Emilia c’erano tanti amici, tutti legati all’autrice e alle isole Eolie e il concerto di Emiliano Tortora, che ha fatto seguito alla presentazione, ha tenuto tutti concentrati e piacevolmente stupiti dalla musica elettronica suonata in un mood molto soft.

Ma veniamo alla storia d’amore che ME racconta sia con le illustrazioni dei suoi quadri che in versi. Tina e Gaetano si incontrano e si innamorano durante la festa della notte di S Lorenzo in un’isola eoliana.
La pressione famigliare e sociale fa si’ che il matrimonio ufficializzi la relazione in tempi brevi. I ragazzi si amano e la festa di matrimonio è un tripudio di colori.
Incantevoli le immagini delle amiche della sposa e di lei, vestita di bianco.
Un personaggio da favola. Ma Tano deve partire con la sua barca, che ha chiamato Tina per amore, perché il suo lavoro è in mare. Torna spesso a casa e molto presto Tina è madre di molti figli. E si deve occupare di loro, della casa e di pescare per aiutare la famiglia. Insomma è stanca e sola. Una storia contemporanea che ben conosciamo. Forse per questo o per altri motivi diventa meno allegra, si isola e spesso passeggia cercando conforto nelle piante, che la abbracciano. La “mavara” del paese, strega e fata, interpellata rassicura tutti che Tina non ha colpe perché la responsabilità è di Eolo, che spesso soffia dove decide lui creando scompensi o desideri inespressi. Ma nell’ultima immagine Tina e Tano si fanno un occhiolino d’intesa e il finale rimane aperto. Il libro si rifà a molte leggende eoliane sulle donne “mavare” che l’autrice conosce bene e reinterpreta. Ma fa riflettere sulla condizione femminile, non solo isoleana con un tono affettuoso e poco assertivo, raro in questi tempi caratterizzati da commenti veloci e superficiali elargiti da molti con inutile presunzione.
Un libro leggero ma non frivolo da gustare e da leggere.

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