Vulcano - Nel borgo marinaro di Gelso si è ormeggiato "Boadicea", di 77 metri, di proprietà di un magnate indiano. Costruita dal cantiere navale olandese Amels, il design esterno e interno è stato ideato da Terence Disdale.
12 i turisti con 22 d'equipaggio. Scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio. Ha una velocità di 15 nodi. L’autonomia massima è di 4.200 miglia con serbatoi di carburante da 290 mila litri. Il costo per il noleggio è di 625 mila euro a settimana.
Gli ospiti a bordo hanno anche gustato le speciliatà marinare nella nota trattoria "Da Pina di Maniaci" tel +39 368 668 555 situata vicino al porticciolo di Gelso.
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Stromboli - Sotto la sciara si è ormeggiato "Luminance di 139 metri. Appartiene all'oligarca ucraino Rinat Akhmetov.
Il design degli esterni è stato firmato dallo studio monegasco di Espen Øino ed è stato varato dal cantiere di Brema, in Germania, che si è fregiato della firma dell'autore originario di Oslo.
Gli interni portano la firma di un altro protagonista dell’interior design: Francois Zuretti.
Stromboli - Al largo della vulcanica isola eoliana è stato avvistato "Olivia", di 88 metri. La prua rovesciata: balza subito all’occhio la caratteristica che lo rende unico al mondo. Appartiene a un miliardario israeliano. Ha una velocità di 16 nodi. Ospita 20 turisti. La particolare forma è chiamata X-Bow ed è una sorta di marchio di fabbrica dei cantieri norvegesi, ulsteinverft, che la propongono per navi cargo, pescherecci, traghetti e imbarcazioni da lavoro, perché garantisce la possibilità di operare in condizioni meteo marine che per altre tipologie di scafi sarebbero proibitive.
Tra Stromboli e Panarea naviga "Tacanuyaso di 62 metri. Il proprietario è un milionario Saudita. È stato costruito da CRN ed è alimentato da motori che gli consentono una velocità di 17 nodi. L'autonomia massima è stimata in 4000 miglia nautiche. Può ospitare 18 turisti con interni progettati da Jean-Louis Mainguy e esterni da Zuccon International Project.
Tra Stromboli e Panarea avvistato "Multiverse", lungo 116 metri e costruito dal cantiere Kleven. Appartiene al miliardario neozelandese Graeme Richard Hart. E' il più grande yacht da spedizione al mondo, superando il precedente detentore del titolo, Luna.
Alimentato da due motori diesel Caterpillar 3516C, che consentono di raggiungere una velocità di 12 nodi. Con un'autonomia di oltre 8.000 miglia nautiche, è progettato per esplorazioni a lungo raggio in località remote.
Progettato da H2 Yacht Design, l'interno di Multiverse è caratterizzato da un wine bar, una grande piscina, un cinema, una sauna e una palestra ben attrezzata. Può ospitare fino a 30 ospiti con un equipaggio di 48 membri. E' dotato di diversi tender e di una piattaforma per elicotteri. buono.
Al largo di Vulcano avvistata "Black Pearl" di ben 105 metri.
Costruita da Oceanco, è tra le barche a vela più grandi del mondo.
La mastodontica barca è frutto del lavoro di un gruppo internazionale di progettisti, ingegneri, architetti navali, costruttori e project manager.
Gli studi Ken Freivokh Design, Nuvolari Lenard e Villate Design hanno giocato un ruolo chiave, come peraltro Dykstra Naval Architects, che ha disegnato i tre alberi da 70 metri Dynarig in carbonio. Ovviamente le vele sono comandate premendo un semplice pulsante, e i 2.900 metri quadri di tela possono essere pronti all’uso in sette minuti.
Il sistema di propulsione ibrido e gli impianti a bordo sono a cura di BMT.
Tra Stromboli e Panarea naviga "Energy" di 78 metri.
E' stato costruito dal cantiere olandese Amels. Gli interni sono stati progettati dallo studio di design francese Zuretti, mentre le linee esterne di questa lussuosa nave da diporto sono opera di Espen Oeino.
14 ospiti con 27 d'equipaggio è stato costruito con uno scafo in acciaio,
il proprietario dello yacht è il milionario ucraino Valeriy Khoroshkovskyi. Khoroshkovskyi, una figura di spicco nel mondo degli affari e della politica ucraina, ha ricoperto la stimata carica di Primo Vice Primo Ministro dell'Ucraina. Ha avuto periodi di successo in numerose società ucraine, in particolare Ukrsotsbank e il colosso dell'acciaio Evraz.
Il valore del mega yacht è di $180 milioni.
di Fabio Famularo
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"ISOLA MADRE"
“Qui presto, vieni, oh glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei, ferma la nave, la nostra voce a sentire. Nessuno mai si allontana di qui con la sua nave nera, se prima non sente, suono di miele, dal labbro nostro la voce; poi pieno di gioia riparte e conoscendo più cose”. (Omero, Odissea, XII)
Le sirene, nel canto dell’Odissea, con le loro voci melodiose e loro irresistibili promesse, attiravano a sé tutti coloro che le udivano, facendoli prigionieri.
Così l’isola di Stromboli e il richiamo del suo vulcano, da sempre catturano gli occhi, il cuore e l’anima di tutte le persone che le passano vicino o che la scorgono lungo la linea dell’orizzonte.
Un luogo di grandi contradizioni che accoglie e respinge, che muta e che pure resta sempre lo stesso.
Isola madre, isola che nutre, che insegna e che oggi racconta, attraverso questo libro, le storie di coloro che hanno poggiato i piedi sulla sua terra nera circondata dal mare, vittime di quell’incantesimo che nessuno sa spiegare.
Uomini e donne illustri, come l’Arciduca Luigi Salvatore d’Austria, che Stromboli l’ha raccontata e disegnata nei suoi diari, la principessa Maria di Piemonte che tra i vicoli del paese passeggiò tra gente festante.
Anche un gruppo di pellegrini francesi giunse sull’isola e, in segno di ringraziamento per l’accoglienza ricevuta, lasciarono una Croce di legno Santificata presso il Santo Sepolcro in Gerusalemme.
Ospiti indesiderati, invece, furono i soldati tedeschi e i fascisti, che durante la Seconda guerra mondiale, decisero di occuparla e di farne un punto d’osservazione privilegiata.
L’arrivo dei soldati stravolse la vita della pacifica popolazione dell’isola che, composta per lo più da pescatori e contadini, si trovò improvvisamente a dover combattere una guerra silenziosa contro la fame e le rigide regole dettate dai militari.
Molte furono le battaglie che si combatterono a poche miglia dal vulcano, nell’ampio specchio di mare e quelle nei cieli dell’isola, e diversi furono gli avvenimenti che gettarono i suoi abitanti nello sconforto.
A Stromboli la storia è stata modellata dal vulcano con le sue eruzioni e dagli uomini che negli anni ne hanno custodito la terra e i suoi segreti ma anche da tutti coloro che ne conservano i ricordi. Chi è nato all'ombra dei suoi ulivi secolari, degli scogli di lava nera, avvolto dal profumo delle zagare, delle ginestre spinose, dei fiori di cappero, sa bene che ogni viaggio, ogni fuga, ogni volo del cuore o dell'anima, lo riporterà sempre da lei, come un figlio alla madre.
Si ringrazia Marcella di Benedetto per il suo indispensabile aiuto e l'amico Massimo per la sua gentile disponibilità...

