di Anna Paola Merone
A Capri sbarcano circa dodicimila persone ogni tre ore. In media 50mila al giorno. Ogni giorno. È la località in Italia con il più alto indice di densità turistica: più di Roma, di Venezia, di Firenze. Più di Taormina e di Porto Cervo. Certo, come lei non c’è nessuna. Ma la situazione è insostenibile e, anno dopo anno, diventa sempre più drammatica. Già a metà maggio le file alla funicolare che collega Marina Grande alla piazzetta si allungavano fino al molo.
E scendere e salire dagli aliscafi — e dalle navi — richiedeva anche nei giorni infrasettimanali grande pazienza e capacità di farsi largo fra migliaia di persone. Impossibile anche camminare fra le strade intorno a via Camerelle, assediate da drappelli compatti di crocieristi in libera uscita, gestiti da guide implacabili che trascinano colorate comitive sotto il sole.
Tutti su e giù per l’isola — i più temerari si arrampicano verso Tiberio o si allungano in direzione Anacapri — incuranti del sole, della pioggia, dei disagi. E meno male che il Comune di Capri ha disposto provvidenziali defibrillatori sui percorsi più aspri, che danno la sensazione che, fra tanto caos, se qualcuno dovesse sentirsi male almeno ci sarebbe la possibilità di intervenire tempestivamente per evitare il peggio.
Lipari- Il ristorante "Il Galeone" di Dominga Monte. Una delle specialità: lo scorfano all'eoliana
Dall’alba al tramonto: eccolo il nodo Capri che viene fuori da uno studio commissionato all’economista Antonio Preiti dell’Università di Firenze. Una ricerca — ma la questione è evidente a occhio nudo — che svela che negli ultimi anni c’è stato un incremento degli arrivi di oltre il 24 per cento (fino a sfiorare quota 3 milioni) e che il 91 per cento dei visitatori è rappresentato da escursionisti che arrivano al mattino e vanno via di pomeriggio. Un giro, uno sguardo agli scorci mozzafiato con prospettiva sui Faraglioni, un gelato (ma non sempre), molti selfie. Dodicimila gli sbarchi ogni tre ore e un indice di densità turistica di oltre 1.200 persone per chilometro quadrato: la soglia minimamente accettabile sarebbe di mille, se riferita però a località sulla terraferma e non a isole.(corsera.it)

