di Beatrice Giunta Saltalamacchia
Si sentiranno i Liparesi di impegnarsi nella lettura di un libro che tratta di fermenti bellici dopo essere stati bombardati, e non metaforicamente, da notizie di stragi, mancanza di cibo e tutto il resto?
Il dolore, già debordante, ora è diventato nausea verso il genere umano.
Solo Manzoni poteva parlare di pace nella Pentecoste perché Manzoni veniva ascoltato.
“Pace che il mondo irride ma che rapir non può“
Tutti eravamo speranzosi: adesso non possiamo evitare di avere una visione distopica della realtà perché il mondo è cambiato.
Eppure io spero che questo libro postumo di Giuseppe Giunta possa sortire un effetto positivo sulla società.
Un semplice diciassettenne di 100 anni fa ha scritto con un eufemismo la tragedia della prima guerra mondiale.
Poi, dopo aver contratto la malaria ed essere stato rimpatriato, ha conseguito l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica e ottenuto la medaglia di bronzo.
NOTIZIARIOEOLIE.IT
26 MARZO 2020
Da Firenze in linea Beatrice Giunta Saltalamacchia "il ricordo di papà Giuseppe..."
