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Categoria: Opinioni

fdambra6di Felice D'Ambra

Dopo il successo ottenuto con i dibattiti fra i 4 contendenti (Marco Giorgianni, Nuccio Russo, Francesco Rizzo e Pietro Lo Cascio), la prima poltrona è andata al candidato Marco Giorgianni, che ha avuto il più alto consenso; il dinamico Direttore del Notiziario Bartolino Leone, organizza un nuovo programma. Un Evento straordinario e un modo anche simpatico, per ricordare la figura dell'emigrante Eoliano e degli artisti del passato e ancora in atto.

E così, dal suo magico cilindro di Bartolino Leone, nasce, la prima edizione della Festa della musica e il "Festival dell'Emigrante". Come da comunicato pubblicato sul Notiziario Eolie, la prima serata, si terrà domani sabato 24 giugno (festa di San Giovanni), al Chitarra & Cocktail Bar di Nicola Merlo, sullo splendido specchio di mare, di fronte alla chiesetta delle Anime del Purgatorio e scalinata della chiesa di San Giuseppe, a due passi da Marina Corta. Il bravissimo artista Nicola Merlo, anche patrocinante della serata, più volte nel recente passato, in quello stesso palco, ha visto esibirsi vecchie glorie e illustri artisti Eoliani, come Ciccio Mondello' il grande Maestro Bartoluzzo Ruggiero e anche, il "Nazionale" l'indimenticato e indimenticabile Lucio Dalla e non solo.

La magnifica serata sarà presentata dalla solare Antonella Mondello, che già in precedenza ha intervistato "On The Road" gli elettori Eoliani; e stavolta sarà affiancata da un partner, una mini celebrità, il giovanissimo Federico Lo Schiavo, figlio di Marco e di Dominga Monte e la sorpresa sarà costituita dalla presenza delle splendide veline: Alessia Rubino e Marika Calabrò.

Durante la serata si esibiranno in scaletta i cantanti Eoliani, le brave Salvatrice Turcarelli e Francesca Bilardo e tanti altri artisti che hanno già aderito. Purtroppo come avviene ovunque nelle varie trasmissioni, alcuni talenti Eoliani, non saranno presenti, in quanto impegnati in cerimonie nuziali e non solo.

La serata sarà come di consueto curata nei particolari dagli stessi tecnici delle tribune politiche televisive elettorali: Bartolino e Peppuccio Costa, il Paparazzo Mario Marturano, il Web Master Massimo Pagliaro che si alternerà anche con la chitarra ed il tecnico Giovanni Mollica con il piccolo artista.
Durante la serata, un riconoscimento andrà a tre artisti, ma lo sponsor Francesco Bertè ha previsto un ricordino per tutti.
Tutta la serata sarà integralmente trasmessa in video dal Notiziario delle Eolie online e cosi' in ogni parte del mondo (sono ben 95 i paesi che ogni giorno il giornale raggiunge) si potrà seguire la musica degli artisti eoliani e sognare di essere tra faraglioni, ossidiana e pomice...

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Marina Corta e lo sbarco dei Barconi.
Mi trovavo al Chitarra & cocktail bar, famoso ritrovo degli artisti Eoliani e non solo, di Nicola Merlo, noto artista e cantante di Alba Marina e di tante altre belle canzoni.
Ero assieme al Direttore del Notiziario Eolie Bartolino Leone, Massimo Pagliaro, la cantante Francesca Biliardo, Nicola Merlo, Mino Munafò e un musicista Eolian australiano che non ricordo il nome, quando attratto da tanto ciarlare, voltai lo sguardo verso la banchina.

Una fantastica visione mi affascinò tanto ch rimasi estasiato della lunga scia umana che si dirigeva verso la piazza centrale. Non erano profughi africani fuggiti dal loro paese in cerca di una vita migliore di quella lasciata al loro paese; Erano visitatori amanti delle Isole Eolie, quelli che sbarcarono sulla banchina della chiesetta delle Anime del Purgatorio. Erano circa 1.500, 2 mila turisti mordi e fuggi, sbarcati da 5 barconi, provenienti dalla vicina Calabria e Costa siciliana, che si concentrarono al centro di Marina Corta, davanti al Bar il Gabbiano e al Ristorante Al Pescatore. Quasi una scena di grande impatto di un set per un nuovo film biblico. Una moltitudine umana di uomini, donne, ragazzi, che in pochi minuti, con una incredibile velocità, si è dileguata verso via Roma, e Via Garibaldi, una volta la via più importante di Lipari.

L'esercito dei vacanzieri seguiva come pecore al pascolo le bandierine delle guide turistiche che seguendo un programma ben preciso di visite studiate dagli organizzatori o Tour Operator, che adottando la strategia d'abbaglio di far visitare 3 Isole in un sola giornata. Un "Tour de force" estenuante, cronometrico che questi partecipanti affrontano per un'intera giornata, forse, in un soddisfacente giro turistico fra le bellezze Isole Eoliane, da raccontare agli amici, al ritorno a casa.
A prescindere chi siano e da dove provengano questi vacanzieri che visitano Lipari e Isole in programma; secondo il mio parere, meriterebbero di essere considerati come graditi visitatori, nel nome dell'ospitalità turistica. Secondo me, sarebbe un atto dovuto (non una perdita di tempo), installare a Marina Corta, un cartello di "Benvenuto a Lipari". Un gesto di cortesia e di gradita accoglienza turistica, che costerebbe pochissimo, ma che sarebbe un gesto, molto gradito.

La mia non vuole essere una critica e neppure una polemica, amo troppo il mio paese e il turismo e, da osservatore e turista quale sono in questo periodo; mi rendo conto che a causa delle recenti Elezioni amministrative, della situazione che versa il Comune, che ancora il Sindaco Marco Giorgianni, non ha ancora pronta la Giunta Municipale, composta di alcuni giovani e di belle giovane donne in carriera. Pertanto la mia è soltanto una personale riflessione. Poiché si parla di Lipari, Capoluogo e porta del Turismo e della Cultura Eoliana, sarebbe di grande utilità, dedicare meno superficialità ma, maggiore attenzione, soprattutto per una prospettiva futura.

Col senno di poi, sarebbe il caso di ricordare, che la Città di Lipari, quando non era Patrimonio Mondiale Umanità Unesco, e non aveva i grandi alberghi di oggi, ha vissuto un bel periodo di " turismo d'Elite".
Il flusso turistico che crea sia le navi da crociera, sia Panfili, Yacht, barconi e quant'altro, è sempre di utilità, poiché i vacanzieri visitando le varie località di loro gradimento, sceglieranno un'Isola Eoliana, per la loro futura vacanza.

L'INTERVENTO

di Aldo Natoli

L'isola degli escursionisti!!!
Ovviamente condivido l'analisi fatta dal Commendatore Felice D'ambra, grande esperto del turismo internazionale, e sui suggerimenti forniti per rendere più accogliente la Piazza di Marna Corta.
Mi permetto di aggiungere che, dal momento che ci fregiamo di essere una località turistica d'eccellenza, sarebbe opportuno collocare un piccolo box con la presenza di una persona che possa fornire ogni informazione utile sulla città, tenuto conto che nella medesima piazza sbarcano i gitanti delle navi da crociera.

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Lipari & l'odiosa tassa di sbarco.

Se l'esagerato costo della tassa di sbarco servisse ad abbellire, pulire, attrezzare cartelli segnaletici e di benvenuto a Lipari, secondo me chi sbarca, non avrebbe nulla da ridire e lo farebbe ben volentieri.
Quanto scrive la simpatica e amabile Sig.ra Pina Cincotta Mandarano dell'Hotel Oasi di Panarea, grande appassionata del suo lavoro e nota anche come pura ristoratrice, della nobile arte della cucina classica locale e non solo, fiore all'occhiello del suo ristorante a Panarea.

Tanti Eoliani come la Sig.ra Pina e non solo, si domandano, dove vanno a finire quei denari (5 Euro a persona, è proprio esagerato), dello sbarco, che i vacanzieri, visitatori, turisti fai da, posto letto e mordi e fuggi pagano. Anche se tutti i 4 Sindaci che si contendano la prossima "Scottante Poltrona), non si rendano conto che la tassa di sbarco, si pagherebbe volentieri, soltanto se, nella località turistica, esistesse un ambiente gratificante, accogliente, organizzazione, e via di seguito. Ma, se una persona, bisognosa di andare a fare i suoi bisognini fisiologici, debba andare sulla banchina di Marina Corta, deve pagare 1 Euro. Non sarebbe , secondo me, più consono che il turista facesse un'offerta, sarebbe meno odiosa.

A Lipari siamo veramente al "digestivo"se veramente si pensi che tutti debbano venirci. Chi porta i turisti alle Eolie ci specula e non gliene frega niente, poiché, è il turista che paga e lui, che senza volerlo è anche pilotato da una guida senza scrupoli, che ha il suo tornaconto, (poiché il locale che fa il regalino, avrà i clienti), come avviene regolarmente a Lipari e altrove. Giustamente la Sig.ra Pina, amante della sua Panarea, lamenta i tanti disservizi che fanno parte dell'importanza strategica, e fondamentale per una perfetta organizzazione turistica. Questa piccola Isola, ricca di fascino, paragonata alla Costa Smeralda Sarda della Sardegna, dove, l'organizzazione, funziona 24 ore al giorno, e dove non si paga la tassa di sbarco per entrare nel territorio privato del Consorzio. I servizi della security funzionano 24 ore al giorno.

L'odiosa tassa di sbarco, secondo il mio parere è soltanto un palliativo degno di cronaca, come quello della ristorazione. A breve persino le farmacie funzioneranno come ristoranti, poiché, mi risulta e lo vedo con i miei occhi, che anche i bar, funzionano come ristoranti, offrendo spaghetti allo scoglio zuppa di cozze, fritto misto e ben altro, mentre i veri ristoranti, boicottati che pagano le tasse, soffrono della sleale concorrenza. Poiché nessuno interviene su questo dilagante abusivismo, fenomeno della babilonia dei punti di ristoro, forse dopo le elezioni, qualcuno, si sveglierà.

Nel frattempo, calerà anche il sipario su questa stagione turistica da poco iniziata, e sicuramente calerà anche in sipario sulla caotica baldoria del corso e non solo, dove per passare, come gatto Silvestro, bisogna svicolare. Panarea come Lipari, Stromboli, Vulcano, Filicudi e Alicudi, sulla stessa barca velica, che va dove tira il vento, ma, forse un giorno, chissà quando, quel vento, almeno io lo spero, tirerà favorevolmente per tutte le "Bellissime" Isole Eoliane, Patrimonio Mondiale Umanità Unesco.

2' PUNTATA. Lipari &Circolazione “Via Umberto”.

Lipari &Circolazione “Via Umberto”.

Come prevedasi visto il disinteresse di chi deve controllare, è successo di nuovo l’altro ieri nella stessa Via Umberto quando un camion a causa della ristretta Via e per il parcheggio selvaggio, il camion è finito sotto il balcone della Sig.ra Angelina D’Ambra Ziino.Si sa che gli automobilisti sempre di corsa, sono impazienti e quando succede un impedimento stradale, inizia a suonare il clacson, a urlare, fare schiamazzi, imprechi inutili. Fortunatamente tra le persone c’è sempre qualcuno di buona volontà, come quell’uomo, vedendo la lunga fila di auto che s’era creata, decide di fare da vigile, e consiglia al malcapitato camionista di fare lentamente retromarcia, poi andare avanti lentamente salire sul marciapiede di sinistra, dove c’era una possibilità di parcheggio e non c’i sono balconi, Soltanto così dopo alcune manovre, gli impazienti e rumorosi autisti di auto, hanno potuto proseguire il proprio viaggio. Un altro pericoloso intoppo in quella via abbandonata al proprio destino, considerata l’arteria di via di sfogo e di fuga verso il Corso Vittorio Emanuele. Immaginate se in quel momento sarebbe potuto, passare per quella via, un’ambulanza, un mezzo dei vigili del fuoco, o qualche auto dei Carabinieri, sarebbe dovuto passare da quella via, che per oltre mezz’ora è rimasta paralizzata. Mentre le stelle stanno a guardare la spazzatura di continuo abbandonata sulle strade, non vigilate da telecamere, alla faccia di tutti i cittadini, turisti e visitatori. Anche se i vigili urbani sono impegnati (in tre), anche loro stanno a guardare (non le stelle), ma a custodire le più importanti transenne, poste al centro della gareggiata, ma, almeno loro eseguono degli ordini ben precisi. Ieri sera, attraversando il corso, subito dopo mangia e fui, abbiamo svoltato nella Piazza Subba per recarci in via Umberto, due auto parcheggiate non hanno neppure lasciato lo spazio necessario per passare, ostruendolo totalmente. E’ una pura vergogna, una inaudita inciviltà, che rasenta l’indifferenza degli uomini, veramente assurdo! Non serve dire altro!!!!

1' PUNTATA. Da sempre questa Via, figlia di un dio minore, è stata abbandonata al suo destino. Da alcuni anni per la scarsa e inadeguata viabilità cittadina, la via Umberto è stata adibita a svincolo di un traffico cittadino, troppo pesante e sempre più indisciplinato. Un percorso in una via stretta consentita anche ad assurdi mezzi pesanti, a parcheggio selvaggio abusivo che continua a creare problemi persino a balconi, case e cose. Continuando di questo passo e con questo andazzo, potrebbe creare grave danno anche a ignare persone che lì abitano. Qualche giorno fa trovandomi a passare in questa via, ho notato che un gruppo di turisti stranieri proveniente da piazzetta “Subba” per recarsi al Museo, erano costretti a fare lo slalom per uscire da via Castelfidardo (una volta chiamata u strittu bianco). Un’auto di qualche benpensante cittadino, fregandosene della civiltà, ha parcheggiato selvaggiamente la sua auto, ostruendo quasi per intero l’uscita, lasciando soltanto un piccolo passaggio a quei turisti che con pazienza, in fila indiana hanno continuato la loro strada. Sicuramente non avranno avuto un buon esempio di civiltà, ma ahimé, anche questo come la rotture delle aiuole rotte dalle auto in Via Umberto, non è un segno di civiltà ma che fa parte della mentalità turistica, fortunatamente, voglio sperare, solo di alcuni cittadini.

Tutti conoscono la precaria circolazione viaria del centro abitato di Lipari, le strade sono sempre le stesse, strette e poche, soprattutto da quando è aumentato il traffico di auto e di alti camion scatolati che superano le altezze di balconi e case, nella trafficata Via Umberto. Il continuo transito anche di mezzi alti e pesanti proviene dalla Via XXIV Maggio e da Piazza Mazzini, con deviazione obbligata verso il Corso Vittorio Emanuele, contribuisce all’enorme disagio.

Il grido preoccupante di allarme viene dalla Sig.ra Angelina D’Ambra Ziino e non solo, vive giorno, dopo giorno nella paura in quella via, dove nella sua casa cura e mantiene tre meravigliosi balconi sporgenti infiorati, ammirati da tutti i turisti che si trovano di passaggio. La Sig.ra D’Ambra Ziino, in considerazione che tempo fa ha subito un danno e un grosso spavento, quando lo scheletro di ferro del suo balcone, danneggiato da un camion, è rimasto sospeso penzoloni, vive di continuo nel terrore. Quanto avviene, è soprattutto dovuto al traffico di grossi e alti camion che, a causa di auto parcheggiate sul lato sinistro della gareggiata, della Via Umberto, gli autisti sono costretti a stringere tutto verso a destra col rischio di urtare i balconi alti tre metri. L’inconveniente potrebbe causare successivi danni all’edificio, alle ignare persone che vi abitano (Sig.Angelina D’Ambra Ziino), altre famiglie e passanti che attraversano l’unica via di sbocco..

E’ già successo che un camion abbia toccato e rotto alcuni vasi del suo balcone e che l'urto abbia procurato un forte rumore e fatto tremare tutta la casa creando un grande spavento alla Sig.ra Angelina: che si è vista costretta a rivolgersi direttamente a Giovanni Sardella. L’Assessore interpellato, le ha promesso che avrebbe fatto installare alcuni paletti nel marciapiede di fronte, dove nel divieto, sostano di continuo le auto, nell’indifferenza di chi dovrebbe vigilare il traffico e la viabilità cittadina. Ancora oggi, nulla è avvenuto mentre la Sig.ra Angelina vive nel terrore perché i grossi camion percorrono la piccola arteria anche durante le ore notturne. Secondo il mio parere, due sono le cose che si potrebbero attuare con urgenza per evitare drammatiche conseguenze: vietare il passaggio dei grossi camion, eliminare totalmente il parcheggio di auto, oppure lasciare parcheggiati i mezzi in sosta vietata, che a quanto pare sono intoccabili, ma fare in modo d’intervenire prima che la situazione peggiori seriamente.

LE REAZIONI NEL WEB.

Giovanni Butera: Sì, il segnale c'è ma tanto...

Cinzia Faranda: Tantissimi mezzi...e pochissimi parcheggi!

Rino Natoli: Ci vogliono 2 cose, parcheggi e telecamere, nulla di impossibile.

La Civiltà del Bere & Nutrizionisti.

I nutrizionisti delle molteplici diete da scegliere, anche fra i libri che molti scrittori dettano fra le righe, e titolati nutrizionisti in TV consigliano il modo migliore per far dimagrire o mantenere la linea a migliaia di persone, come se fosse un modo impellente universale, che secondo loro sarebbero la soluzione ideale che risolleverebbe tutti i problemi dell’alimentazione che causa, obesità o anoressia. Gli opinionisti fautori della dieta mediterranea si scagliano contro le nuove tendenze, secondo loro, le diete non sono sane e squilibrate. Mentre trovano la dieta Mediterranea, un assunto del “mangiare sano” senza limitazioni rispetto a quanto madre natura ci offre in termini qualitativi, limitando la quantità dall’individualità del soggetto. La dieta a Zona, quella più sensata (secondo alcuni), non limita la qualità di nessun alimento, ma si parla di limiti quantitativi di alcune categorie più rischiose, in base allo stile di vita della persona. Nonostante il successo delle riviste di salute specializzate che dimostra la crescente diffusione di ristoranti che propongono intere pagine dedicate ai piatti vegetariani e vegani; nel territorio del nostro Bel Paese sono nate anche pizzerie specializzate nel proporre intere linee di pizze delle due diete, più seguite, soprattutto da donne e giovani ragazze. Durante i pasti nonostante le diete, ognuno segua la propria linea che ritenga più idonea e salutare ma, se gli adulti consumassero un buon bicchiere di vino: bianco, frizzante, rosato, prosecco, champagne ma, secondo me, se fosse rosso e bevuto a ogni pasto principale, sarebbe un ottimo “toccasana” per mantenere calmo il tanto temuto colesterolo e soprattutto, molto importante da ricordare, il vino rosso, ha anche un grosso potente anti ossidante. Il nostro Bel Paese è uno dei maggiori produttori di vini e di distillati, soprattutto di quelli pregiati, conosciuti e apprezzati nel mondo. La storia del vino si contempla soprattutto per quei rossi di grande pregio, e non si può non parlare della vite del vino, se non tornando indietro di migliaia di anni, a.C. Tutto successe da quando fu adottato l’addomesticamento della varietà selvatica “Vitis vinifera sylvestris”.La pratica sarebbe avvenuta nella Turchia Orientale, considerata la culla dell’agricoltura di allora. Si potrebbe anche dire che la pianta della vite ha sempre accompagnato l’uomo, sin dall’inizio della sua storia. La vite è una pianta immemorabile, ed è coltivata nelle Regioni temperate del Pianeta. Il principale prodotto dell’uva è il vino, noto fin dall’antichità ai popoli del Mediterraneo. E’ quindi da migliaia di anni l’uomo ha un rapporto privilegiato con la vite, una pianta molto delicata la cui coltivazione richiede conoscenze approfondite. La cultura della coltivazione della vite e l’ampelografia, di origine molto antica, erano considerate la “carta d’identità” di un vitigno, già praticata nei tempi dai Sumeri, Egizi, Greci, Etruschi e Romani, che si sono affermati quasi ovunque, a partire dal19mo secolo.   Nel tempo ha assunto un’importanza strategica per tutelare e valorizzare diversi vitigni, anche quelli rari e in via di scomparsa. Secondo vari pareri ma anche il mio, per fare un buon vino ci vuole un'ottima terra, uva di primissima qualità, una buona esperienza del vignaiolo, e forse per taluni vini, anche la collaborazione dell’enologo per darle una” ritoccata”. Chi di noi giovanotti di una generazione di ieri, e anche di quei giovani di oggi, che non ricordi la prima sbronza o ubriacatura presa, che è come quella del primo amore che non si scorda mai. Bere un buon bicchiere di vino o altro, non dovrebbe significare rovinarsi per forza la salute, poiché, se si bevesse con buonsenso, non succederebbe nulla, anche se le serate che si trascorrono in discoteca, al Night Club, o al Pub con gli amici, quelle soprattutto alcoliche, sono le più belle, sono quelle in cui si riesce a mantenere una certa lucidità e anche una certa gradevole ilarità. Da una ricerca americana (lo storico popolo che predilige le grandi ricerche), risulterebbe che le persone intellettualmente più dotate, sono proprio quelle più disposte ad alzare il gomito. Purtroppo come avviene da alcuni anni, i fumi dell’alcool, e non solo quelli dal vino, hanno causato e procurano di continuo, incidenti stradali, disastri, tragedie familiari, violenze sulle donne, stupri e perdite di vite umane, che spesso non hanno alcuna colpa, se non quella di trovarsi sulle strisce pedonali, strada, autostrada, ospedali o in altri luoghi. Le strade della vite e del vino costituiscono la millenaria storia di ricchezza della terra che ha da sempre rappresentato una continua ricerca di quei valori di qualità garantita, senza la quale sarebbe stata impensabile lo sviluppo di una moderna impresa, di quella che ha consacrato il Vinitaly e Verona, considerato, dal monto intero, il “Tempio”, la Culla della vitivinicoltura che raggruppa i più grandi produttori dei più ottimi vini della terra.

Senza naturalmente nulla togliere ai grandi e pregiati vini Francesi come il Chateauneuf – du – Pape, uno dei vini più rinomati della valle del Rodano, che in sintonia con la grande “Cucina francese”di una volta, hanno girovagato per secoli e avuto anche l’esclusiva nel mondo intero.

La Commemorazione & il Culto dei Morti.

Le due facce della medaglia: Sono migliaia i migranti che portati con navi carette, gommoni, lasciano il proprio paese alla disperata ricerca della speranza, fuggendo da assurde guerre di potere e turbolenze politiche, attraversano il mare in tempesta per avere salva la vita. Invece per la prima volta nella storia Eoliana a Lipari, si assapora l'evento della tragica e terribile storia di una donna, una madre, una moglie rimasta sola; colpita dalla morte del marito, per il grande dolore, ha preferito donare al mare la sua vita, cercando volutamente la morte nello stesso mare, che tantissimi anni fa, da Messina, l'ha portata a Lipari, quasi, come un ritorno al passato..

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Nell'annuale ricorrenza della Commemorazione dei Defunti, preceduta dall'allegorica tradizionale di Halloween e dalla Festa di Ognissanti di ieri, oggi 2 novembre, in una Lipari flagellata dal vento e dal mare in tempesta, in ogni famiglia sono terminati i doverosi preparativi per abbellire i loculi, lucidare marmi, ottoni, immagini, preparare le luci votive da lasciare accese durante tutta la giornata e la notte dei morti e portare fiori freschi sulla tomba dei propri defunti. Un giorno di particolare fermento, dove la mente si perde facilmente nell'immensità di un'inesprimibile commozione. Atteggiamenti di pensiero, momenti di gestualità collettiva, espressioni di fede, che rappresentano l'aspetto più importante di una civiltà dei popoli che si desume dall'intensità del Culto per i Morti. In questo importantissimo giorno di memoria e di commemorazione, desidero esprimere il mio pensiero per ricordare e onorare oltre i miei cari defunti, anche il mio pensiero per onorare quei cari amici recentemente scomparsi a Lipari e non solo: Federico Finocchiaro, l'indimenticato e indimenticabile imprenditore turistico e grande personaggio di Marina Corta, Raimondo Russo, Luciano Siracusa, Filippo Virgona e moglie Gianna Bianca, e tutti quei morti Eoliani locali e sparsi nel mondo.

In qualsiasi parte del mondo, quando in una famiglia viene a mancare una persona cara, un genitore, un parente, un amico, si prova un dolore intenso, ma è niente in confronto al dolore di una madre. Non c'è niente di più grande nella vita, di un legame materno, di quel filo che unisce la madre al figlio, che è unico, esclusivo. Lo stesso grande dolore è anche quello di una moglie che perde il marito o viceversa che hanno insieme vissuto gioie e dolori per una vita e con grande amore. E' difficile comprendere questo dolore che non è solo il sentimento umano di un popolo, di una famiglia, alla quale è stato strappato il bene più prezioso, l'unico per il quale si vive. Quanto è successo alcune settimane fa nel Capoluogo dell'Arcipelago Eoliano, che io ricordi, non è mai successo nella comunità di Lipari. Quel tragico gesto sofferto sicuramente, ma, fermamente voluto, è stato l'ultimo soffio di vita della signora Gianna Bianca, che come un copione cinematografico di una scena drammatica; la signora Gianna, togliendosi la vita, ha rispecchiato invece una crudele realtà agghiacciante. Quel giorno al telefono ho sentito la voce della sua sofferenza, la voce di una donna che non stava tanto bene, che ha stentato anche a riconoscermi. Era stanca del viaggio di un'intera giornata trascorsa a Messina, andata solo per una visita specialistica importante. Tornata a casa, lei si è ritrovata da sola, disorientata, e sicuramente non ha retto al peso di una forte emozione emotiva. Era già sera e lei presa da un grande sconforto, esce da casa, s'incammina lungo il corso, nessuno la conosce, è intimorita, cammina silenziosa tra la gente, quasi invisibile, non disturba nessuno, e nessuno sa del suo dramma La gente è indifferente, mentre lei si trova in Via Garibaldi ed è subito a Marina Corta. Per puro caso incontra il figlio Maurizio, che le chiede cosa ci fa lei a Marina Corta. Lei come se niente fosse, risponde che aveva necessità di prendere aria, di fare una passeggiata e poi con astuzia e con la scusa che era stanca, manda il figlio a prenderle la macchina per far ritorno a casa. E, così lei appena rimasta sola, si avvia frettolosa all'appuntamento con la morte, sulla punta della banchina, di fronte alla vecchia pescheria. Velocemente posa a terra la borsa, si toglie il vestito, le scarpe e con solo le mutandine e reggiseno, e con la più lucida follia di un attimo, si butta in quelle oscure acque di quel tratto di mare della banchina, adibita all'approdo di barche da pesca. Francesco D'Ambra, l'unico ad accorgersi di quanto stava accadendo, velocemente e coraggiosamente si tuffa in acqua per salvarla. Ma, nonostante l'ammirevole gesto di Francesco, non ha potuto salvare quella povera donna già inerme che voleva morire, e così è stato. Il destino o il caso ha fatto il suo corso. La Signora Gianna Bianca è morta, a due passi dalla più bella piazza del mondo, chiamata Marina Corta, il Salotto di Lipari, ancora affollata di turisti ignari, di quanto avveniva su quella banchina. A Lipari come nell'intero Arcipelago Eoliano, non era mai successo che una donna si togliesse la vita, con una tale fermezza da far gelare il sangue a chiunque. La sua lucida follia, forse non è cercata né voluta, forse è stata creata dalla sua personale e dolorosa situazione del momento, e sicuramente dopo la morte di Filippo Virgona, suo marito di una vita. L'angoscia di un futuro di solitudine, il peso degli anni e forse anche la malattia, ha indebolito il suo stato d'animo, già minato dalla recente atroce vedovanza. Gli occhi di Gianna Bianca, una brava donna, una mamma e una nonna esemplare, si sono chiusi per sempre da un pianto senza lacrime, la sera di un dolce autunno settembrino liparoto, il 30 settembre 2015. Quel luogo si trova a due passi dal rudere di quello che era una volta, "la Capitaneria di Porto" e dall'antica chiesetta del Purgatorio sede dell'ormai famoso"Presepe del Mare" dedicata ai Santi "Cosma e Damiano". Quell'angolo quasi buio della banchina dei pescatori liparoti, sovrastata dal Castello, dove si è consumata la tragedia di Gianna Bianca, che ha voluto lasciare lì, la sua anima che ricorderà per sempre a tutti, il suo gesto di morte, portandosi appresso anche il suo segreto.

La gente del posto che la conosceva, la ricorderà per il suo dolce sorriso, per la sua cortesia, per la sua gentilezza d'animo. Io molto addolorato per il triste evento, per la sua morte assurda, voglio ricordarla così, come l'ho conosciuta tantissimi anni fa, com'era veramente la Signora Gianna, come la chiamavo quando la incontravo, e lei sempre gentile e col suo amabile sorriso, mi salutava e mi abbracciava, come si fa con amico fraterno.

Ora Filippo e Gianna sono di nuovo insieme nel Camposanto di Lipari, dove ritroveranno quella pace e quella serenità, che forse in questi ultimi tempi è loro mancata. Ora è tempo di preghiera, di silenzio e di rispetto per tutti i defunti e che il Signore Dio Onnipotente, dia loro la pace eterna. Spero con tutto il cuore che oggi a Lipari ci sia una bella giornata per consentire a tutti quelli che si recano al Camposanto di seguire la Messa di suffragio e di onorare tutti i loro defunti ospiti del Camposanto. Buona Commemorazione a tutti.

L'Aereo e I Cieli del Mondo.

In ogni momento del giorno e notte, in ogni angolo del globo, i cieli sono super affollati e sorvolati da una moltitudine di aerei da guerra, trasporti passeggeri, e da supersonici aerei di ogni tipo e di ogni Nazione. Sono a Migliaia gli aerei nel mondo, quelli di grande dimensione, dotati di accessori potenti come quelli Intercontinentali che collegano i cieli delle Grandi Capitali del Pianeta. Tra questi super velivoli, la fanno da padrone i giganti dell'aria statunitensi della Boeing 747, 777, 787 Dreamliner e gli europei Airbus A350 e l'A380. Quest'ultimo è stato definito l'aereo di linea più grande del mondo, capace di trasportare 525 passeggeri nella tipica configurazione a tre classi e quasi novecento per i voli charter. Questo gigante dell'aria europeo, fu presentato per la prima volta alle grandi compagnie aeree, in pompa magna e con una sontuosa cerimonia a Tolosa, nel 2005. Il primo viaggio di linea ufficiale di trasporto del, gigantesco A380, fu effettuato dalla Compagnia Singapore Airlines, che lo utilizzò nel 2007, per il volo tra Singapore a Sydney. In Italia invece un altro maestoso aereo più grande del mondo in assoluto, è atterrato all'aeroporto di Milano Malpensa nel febbraio scorso. Si tratta dell'Antonov 255 di fabbricazione russa, esclusivamente per trasporto commerciale, non di passeggeri. Una numerosa folla umana di amatori, fotografi giornalisti, cameraman era ad attendere per curiosare e fotografare la ghiotta occasione del primo atterraggio a Milano, di questo grandissimo Aereo, che veniva dal freddo cielo della Siberia Russa. Un bestione alto come un grattacielo, un vero prodigio della tecnologia moderna moscovita, che è ancora il primo del mondo in assoluto. Moltissime compagnie aeree internazionali hanno adottato l'A380, e tra queste: l'Emirates, Singapore Airlines, Lufthansa, Air France, British Airways, Etihad Airways, Korean Air,Thai Airways, Malaysia, China Southern Airlines e ancora altre. La storia aeronautica ci riporta a ricordare il famoso "Concorde" che fu l'unico aereo gioiello, il più bell'aereo supersonico del mondo. Elegante, armonioso come un grande uccello volante, iniziò il suo primo volo, nel marzo del 1969, ma soltanto, dopo otto anni di continui collaudi. L'aereo volava a una velocità di 2.150 chilometri l'ora, il doppio della velocità del suono e a un'altezza di 18mila metri. In volo tra Parigi a New York, impiegava solo 3 ore e 55 minuti, consumando 25mila e 600 litri di carburante l'ora, e la metà del tempo che occorreva a un aereo subsonico, ma che consumava anche il triplo. Il Concorde Fu sicuramente l'aereo senza rivali, che aveva il pregio di offrire a quei pochi facoltosi passeggeri che poterono usufruire di un viaggio di lusso costosissimo, di un menu di gran lusso a base di Cocktail, caviale, paté di foie gras e Champagne. Il Concorde, nonostante fosse poco redditizio, occupa nei musei aeronautici del mondo, un posto di privilegio poiché è stato e resterà per sempre un "mito". Quello che avvenne esattamente 15 anni fa nel luglio del 2000, quando un DC 9 della Continental Airlines, appena decollato dall'Aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, perse dalla fusoliera un piccolo pezzo di titanio, rimase nella memoria. Quell'insignificante frammento di metallo, sarebbe potuto cadere ovunque, senza fare danni e senza passare tristemente alla storia. Ma, come volle il caso, quel pezzo di titanio cadde proprio sulla pista e forò un pneumatico del volo 4590 dell'Air France in fase di decollo che causò la rottura di alcuni fili elettrici, il danneggiamento di un serbatoio che creò anche un incendio a bordo. Tutto il mondo sgomento in tv quella tragica sera, vide la morte di 113 persone. La disgrazia decretò anche l'inizio dell' ingloriosa carriera e la fine del magnifico"Concorde", definito l'aereo più bello e tecnologicamente avanzato che il XX secolo avesse prodotto. Ora dopo quindici anni dal suo ultimo volo transatlantico, c'è una nuova generazione di aerei supersonici. Nel terzo millennio si stanno affacciando alla ribalta mondiale, aerei speciali progettati dalla società Lockheed, che vantano una velocità almeno due volte superiore, agli attuali aerei col tentativo di ridurre le ore di volo da New York a Londra, in sole tre ore e dallo scalo di Los Angeles a Tokio in sei ore. L'aereo chiamato AS2 Aerion volerà alla velocità di 1.958, km/h e sarà quasi veloce quanto il Concorde che ha volato anche a 2,172 km all'ora. Anche la stessa Nasa e altri gruppi privati stanno intensamente lavorando a prototipi che nel giro di pochi anni, consentiranno nuovamente di trasportare passeggeri, come fece il Concorde, a una velocità superiore a quella del suono, e che rilanceranno uno dei progetti più ambiziosi mai concepiti e realizzati. Un grande sogno certamente quello di unire e trasportare passeggeri dall'Europa all'America, in tre ore di volo, continuando così a inseguire il record del Concorde; e per ridurre anche il "boom" sonico che scuote le mura e i vetri delle case quando si supera la velocità del suono, riducendolo al brontolio di un temporale lontano. Se le cose proseguiranno per il verso giusto, il primo volo dell'aereo supersonico vedrà la luce del sole e sorvolerà i cieli del mondo, nell'anno del Signore, 2019.

---La Cinematografia & "L'Ultima Diva dell'Eros"

E' ritornata ad Amsterdam, dopo aver girovagato per il mondo, la Diva del cinema Silvia Kristel, la raffinata, l'elegante e la poliglotta del cinema erotico, iniziò giovanissima mostrando l'arte di esibirsi in pubblico senza veli divenendone la più conosciuta al mondo per aver interpretato nel cinema, film indimenticabili che hanno rasentato una delicata pornografia.
La bellissima modella attrice di origine olandese Sylvia Kristel, fu una tra le più grandi regine dell'interpretazione di film erotici. E' stata l'ultima diva della serie che incarnò alla perfezione il personaggio di "Emmanuelle". Interpretò centinaia di film erotici che fecero sognare milioni di spettatori cinematografici nel mondo. A decretare il suo successo fu la partecipazione e vincitrice di un concorso di bellezza a Miss TV Europea, che le aprì le porte del cinema. Esordì come protagonista, nel primo film erotico "l'Amica di mio Marito" iniziando così la carriera artistica di attrice sexy nel cinema dell'eros. Sylvia Kristel, una bellezza aristocratica ed elegante, intraprese lunghi viaggi attraversando l'Europa, apprendendo anche le lingue straniere tra le quali: Inglese, francese, tedesco e l'italiano. Il regista Just Jaeckin incantato dalla sua delicata sensualità, le offre come attrice protagonista il primo film della lunga serie di Emmanuelle. Il film in poco tempo diventa un successo planetario e le avventure sessuali della bella francesina definito, il, "Cult Movie" sono date in pasto ad un pubblico affamato di eros. Emmanuelle non è più solo un semplice personaggio dell'erotismo, è un'Icona della rivoluzione in atto dei costumi sessuali, consacrata a "Star" mondiale. Il romanzo della scrittrice Emmanuelle Arsan narra le vicissitudini di una giovane donna, alla ricerca dell'emancipazione sessuale, attraverso una serie di esperienze trasgressive e libertine. La Kristel già avvezza nel ruolo di seduttrice per nulla imbarazzata dal mostrarsi tutta nuda, interpreta il ruolo di Emmanuelle trascorrendo il suo tempo da sola, coccolando se stessa in lussuriosi passatempi. In Thailandia, l'incontro con una donna sarà fatale, e da quel giorno in piscina, la giovane Emmanuelle, non sarà più la stessa. La sua vita assume i toni di una continua e conturbante avventura erotica, fatta di promiscuità, tradimenti, sesso estremo e lesbismo. Così con l'interpretazione del film Emmanuelle l'Antivergine Sylvia Kristel impersonò tutta la serie dei film dell'autrice. La Kristel fu anche musa di Roger Vadim, che la scelse come protagonista del film "Una Femmina Infedele". Il Maestro del cinema erotico Salvatore Samperi la volle come protagonista nel film "Un Amore di Prima Classe", mentre nel 1981 il regista Just Jaeckin che già conosceva bene l'attrice, le offrì, il ruolo di una nobile nel film l'Amante di Lady Chatterley, tratto dal famoso romanzo dello scrittore Inglese David Herbert Lawrence. Un film ambientato nelle nebbiose Midlands del Nord Inghilterra e narra la storia della moglie di un nobile che ha un rapporto d'amore col suo guardacaccia. Il romanzo di Lawrence scritto e pubblicato per la prima volta a Firenze, per le scabrose scene di sesso; fu ritenuto osceno e messo al bando in tutta Europa e in Gran Bretagna fu anche perseguitato dalla severa giustizia Inglese. Soltanto nel 1960 il romanzo fu pubblicato liberamente e tradotto in tutte le lingue del mondo. Sicuramente il film del regista Alan Myerson, Lezioni maliziose del 1981, fu l'unico interpretato dalla Kristel che fece enorme scalpore e scandalo, poiché la parte maschile protagonista affidata a Eric Brown allora sedicenne, costò al regista e all'attrice, la, accusa per corruzione di minore. Tanti film erotici furono ripresi da grandi registi tra i quali anche il grande Maestro Federico Fellini nella dolce vita e Satyricon, mentre Curtis Harrington di "Un Corpo da Spiare"racconta la biografia quasi pornografica della famosa spia internazionale Mata Hari. Sylvia Kristel interpreta ancora una volta il nostalgico e ultimo della serie Emmanuelle 7, conosciuto come "Emmanuelle Forever" del 2001 del regista, Francis Leroi. Nonostante l'attrice avesse avuto molte offerte per partecipare come attrice principale in importanti film non erotici e non accettandoli, Sylvia Kristel, non si liberò mai più dallo stereotipo del personaggio di diva sexy. Dopo il compimento dei suoi cinquanta quattro anni, l'attrice si ritira dalle scene cinematografiche e ritorna ad Amsterdam. Nella quiete olandese la Kristel s'improvvisa scrittrice e narra la sua bibliografia su un libro intitolato, Nue (Nuda), che pubblica a Parigi, uscito in Italia un anno dopo col titolo "Svestendo Emmanuelle". L'ultima sua apparizione cinematografica non in veste erotica, ma nella parte di mamma, risale al 2009 nel film Rai TV; "Le Ragazze dello Swing"che narra la storia delle sorelle: Alexandra, Judith e Kitty Leschan (trio Lescano), trasmesso in TV da Rai 1 nel 2010.
La Kristel, nella sua breve vita, ha collezionato una quantità enorme di film, tutti sul genere erotico e ha, inoltre avuto il tempo di concepire un figlio, anche lui attore. La novella dell' affascinante Emmanuelle, ammantata d'eleganza e perbenismo, colpì il cuore di diverse generazioni, che vide nel personaggio una donna brillantissima, quanto libertina, il modello di una nuova femminilità e di un erotismo talmente chic e raffinato da non poter essere considerato offensivo né sporco, come si usa dire in gergo nostrano. Oggi nel terzo millennio, guardando gli estratti video di Emmanuelle, viene da sorridere, sarà anche perché viviamo nell'era dell' esposizione sessuale e che l'erotismo patinato perde sempre di più quel fascino che aveva un tempo. Eppure è verità che "Emmanuelle" è storia ed è lo specchio di una generazione che, tra le altre, ha vissuto anche la rivoluzione del porno. Il cinema erotico è cambiato e sarebbe impensabile avere successo oggi con una storia come quella scritta dal vero autore Louis, Jacques, Rollet Andriane, che essendo un diplomatico e un alto funzionario dell'Unesco, non poteva permettersi di firmare col suo vero nome, romanzi di genere erotico e quindi usò come prestanome, quello di sua moglie Emmanuelle Arsan. Gli appassionati spettatori cinematografici continuano ancora ad amare quella che fu la bravissima attrice venuta dai Paesi Bassi. Silvia Kristel dopo una lunga malattia, assistita dal figlio Arthur Kristel, muore nella sua casa di Amsterdam il 18 ottobre del 2012, all'età di sessant'anni.

---IL Sogno di Un nostalgico Liparoto in vacanza. (Seconda Parte).

Nel sogno egli ha visto i vari marciapiedi alberati, puliti, dove l'ombra protegge dal cocente sole Eoliano, il passeggio dei turisti presenti sull'Isola. Ancora nel suo lungo sogno, racconta di assistere senza essere disturbato dai motorini muniti, tutti di silenziatore e di marmitta ecologica, nel dovuto rispetto dell'ambiente. Quasi a conclusione del suo sogno egli asserisce di non vedere il caotico e incivile traffico automobilistico, disciplinato dalla polizia municipale sempre presente sulle strade, mentre durante la loro assenza, il traffico è disciplinato dalle telecamere presenti ovunque sull'Isola, anche se, l'Amministrazione comunale ammette che sull'Isola non c'è bisogno di queste attrezzature, poiché gli occhi dei vigili e forze dell'ordine sono presenti ventiquattro ore al giorno, come i tanti parcheggi disposti in ogni zona a disposizione dei turisti e cittadini. Il sognatore Eoliano venuto dal Nord è arrivato finalmente in albergo, fuori dal centro, Spalancate le finestre della sua camera, incredulo, non gli sembra vero di avere una vista mare mozzafiato. Alla Reception dell'hotel egli chiede come trascorrere le giornate e le serate: Gli è stato risposto con molta gentilezza com'è da consuetudine di ogni struttura alberghiera e non, che di giorno può fare dei bagni al mare nelle vicine spiagge, compiere la visita al Castello e la visita al Museo, visitare le antiche terme di San Calogero e il panorama mozzafiato di Quattrocchi e fare anche il giro dell'Isola. Interessantissimo e da fare, sono le escursioni giornaliere per visitare le altre Isole Eoliane. Mentre di sera, vi sono alcune discoteche molto funzionali a Lipari, Canneto, Vulcano e Panare, c'è solo l'imbarazzo della scelta, fino alle due del mattino e oltre.
Il sognatore racconta anche di essersi recato sulle spiagge di sabbia e di piccole pietre, ben tenute, pulite a misura di bagnanti e senza nessun tipo di rifiuti sparsi di qua e di là. Sparsi lungo la spiaggia, impianti di docce e servizi igienici, disponibili al modico prezzo di cinquanta centesimi. Le stesse spiagge sono anche oggetto di un modo discreto dalla vigilanza delle motovedette, delle forze dell'ordine che vigilano sulla sicurezza dei natanti e bagnanti. Finalmente è arrivata la sera e l'ignoto sognatore paesano, si reca fuori albergo per una cena in un ristorante caratteristico. Dopo aver scelto alcune pietanze, di suo gradimento a base di pesce, ben servito dal qualificato personale in divisa di servizio, parlante lingue straniere, ha anche gustato una malvasia di Lipari. Durante l'attesa del conto, ha un attimo di paura, poiché secondo lui, ovunque c'è la diceria che a Lipari e anche nei dintorni, si ha l'usanza che i turisti siano dei polli da spennare, Così però non è stato, poiché per tutto quello che ha mangiato, il prezzo è stato accettabile, e allora si chiede, perché tante persone gli hanno detto"ti staccano la testa?".Dopo una salutare passeggiata egli si siede su una panchina del bellissimo lungomare, anche questo ben tenuto, ornato di bellissime piante e mentre era pensoso, assiste alle gialle luci calde che riflettono sul mare, creando un'atmosfera particolare. Sulla battigia tutta sgombra, nessuna imbarcazione tirata a impedire una passeggiata sulla sabbia. Al rientro cammina lento gustandosi il corso principale del centro storico per poi sedersi in un bar a consumare un drink. La cortesia è di casa e la musica impercettibile, quasi da sottofondo, a livello di piano bar. Il sogno del liparoto continua ancora a decantare tutto quanto avviene intorno al centro della movida liparota e poco in periferia, Al rientro nel suo albergo felicissimo di quello che ha vissuto, egli affacciato alla finestra si appresta a trascorrere la sua nottata e con la finestra aperta ad assaporare la brezza marina. Guardando le stelle dal terrazzino, egli affascinato dal canto dei grilli e delle cicale, prima di lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo, si ringrazia per la vacanza che si è scelta e può affermare che nella terra di Eolo, a Lipari, il vero paradiso esiste veramente. Ma, mentre egli vive nel mondo dei sogni, ad un tratto viene bruscamente svegliato r buttato giù dal letto. da un rumore assordante e da un fetore nauseabondo, indescrivibile. Sono le sette del mattino, si tratta del camion della spazzatura, che senza rendersi conto dell'orario, fa il suo dovere, come tutte le mattine. Gli operatori ecologici raccolgono la montagna di sacchi accatastati lasciati durante la notte, negli angoli delle strade, mentre alcuni spazzano una miriade di carta straccia e rifiuti vari buttati sul selciato dove qualche blatta, continua ad allenarsi per le prossime Olimpiadi. Il magnifico sogno nel cassetto del turista liparoto venuto dal Nord, che egli ha nel cuore, inteso come fantasticheria, illusione ma anche come desiderio o aspirazione di realizzare qualcosa per il suo paese, che egli ama tanto, è che sente irrealizzabile, è proprio finito in fretta. Sarebbe stato troppo bello se fosse stato tutto vero, quello che lui ha sognato. Ma tutti i sogni più belli, purtroppo finiscono nel nulla e quando al risveglio, il sognatore Eoliano, innamorato del suo paese, ha capito al volo la criticità, laconicamente, ammette, di essere e vivere a Lipari! Una vita senza sogni è come un giardino senza fiori, ma una vita di sogni impossibili, è un giardino di fiori finti. Cos'è la vita se non l'inseguimento di un sogno. E' meglio vivere sognando un ideale in cui credere come ha fatto il sognatore liparoto venuto dal Nord, che adattarsi a una mediocre realtà cittadina e perdere ogni speranza. Anche se tutti lo sanno, desidero rammentare ai lettori del Notiziario Eolie online di Bartolino Leone, ed Eoliani sparsi nel mondo e non solo, che le Isole Eolie, Patrimonio Mondiale Umanità Unesco, sono sette pregiate Isole meravigliose, perle turistiche da amare così, come la natura le ha create, uniche al mondo. Sfortunatamente, forse, sono punite e abbruttite volutamente da una cattiveria insopportabile e maldicente, e per una indifferenza acuta senza precedenti, da una specie di individui infiltrati demeriti imbecilli che non hanno una briciola di buon senso civile, delicatezza, rispetto dell'educazione civica, e che non meritano di visitarle o di viverle! Spero che il sognatore liparoto, amante di Lipari, suo paese, continui nel suo adire e spero con tutto il cuore, che presto il suo sogno diventi realtà e per sempre come merita la Città di Lipari e la sua gente, tutta, me compreso. Un grazie particolare ai lettori del Notiziario Eolie di Bartolino Leone che amano Lipari e le sue Isole, che per ventiquattro ore il giorno informa e segue ovunque gli Eoliani sparsi nel mondo. Delle grazie meritate vanno fatto a tutti i vacanzieri che con grande sacrificio, arrivano alle Isole dell'Arcipelago Eoliano e che godendosi le vacanze, contribuiscano alla crescita del comparto turistico e della popolazione, tutta.
Buon Ferragosto al Mitico Direttore del Notiziario Bartolino Leone e Consorte Sig.ra Ludy, a tutta la Redazione, opinionisti e al Web Master Massimo Pagliaro, a tutti i lettori Eoliani e non solo sparsi nel mondo, amici e parenti tutti.
Ciao Buon Ferragosto, Buona Estate e Buone Vacanze a Tutti!

---Il Sogno di un nostalgico in vacanza a Lipari.

Lussuosi e giganteschi panfili e yacht di tutte le Nazioni del mondo, bellissimi da ammirare, come i grandi potenti motoscafi, barconi e barchette affollano già da qualche tempo la Baia di Marina Lunga come quella di Marina Corta, illuminate da una splendente luna, armoniosamente creano una emozionate cornice tanto da sembrare di essere sul lungomare di Montecarlo, Cannes, Nizza o di essere in Costa Smeralda a Porto Cervo. Nonostante questa spettacolare e affascinante visione, a Lipari si consuma la maschera identitaria dell'abbandono sulle strade di grossi detriti posti in bella vista, da quei furbi di turno, come a dire "abbasso il turismo, non c'è ne frega nulla", noi siamo quelli di sempre e continuiamo a farci del male, come abbiamo sempre fatto, grazie anche alla complicità delle telecamere, che non ci sono. Eppure Lipari, come in tutte le Isole dell'Arcipelago, si pensa e si vive di turismo, non importa se di lusso o di massa o mordi e fuggi.
Molti liparoti che vivono nel nostro Bel Paese e anche sparsi all'estero e nel mondo, negli anni passati, da quando è nato il Notiziario Eolie di Bartolino Leone, hanno pubblicato il loro malumore, il loro nostalgico sogno sulla vivibilità della città turistica di Lipari, Patrimonio Mondiale. Ognuno di questi isolani ha scritto di quello che in precedenza ha visto e che si continua ancora. Mentre le loro serie e oneste lamentele, sono sempre state inascoltate, da chi di dovere, e non si sarebbero ripetute di continuo annualmente, ancora ieri, oggi e forse ancora domani e poi domani ancora. Ho voluto riportare, leggermente modificato a modo mio, l'angoscioso articolo pubblicato lo scorso anno, da un noto sognatore di un certo livello liparoto, poiché a mio parere è molto espressivo, e poiché, dopo un anno, nulla è successo (anche se pare che qualche spiraglio a Lipari si stia movendo in questi giorni, speriamo bene).
In realtà si tratta di un sogno puramente immaginario, quasi un suggerimento lamentoso nascosto, ma, da manifestare a tutti i lettori del Notiziario Eolie, col desiderio che arrivi al cuore di chi tiene le sorti della vita, ambiente e movida di questo turismo a Lipari. Egli descrive come lo vedrebbe e che in realtà vorrebbe che così fosse veramente, come lui lo descrive nel suo sogno. Lui racconta di esserci stato come turista, e di aver trascorso una vacanza da sogno. Anzi non ricorda di aver mai trascorso delle così belle giornate, sul tanto decantato ambiente tipico Eoliano, quello accogliente, umano caloroso, ospitale, silenzioso a misura quasi d'uomo. Poiché aveva bisogno di sole e di mare, il nostalgico sognatore liparoto, ha iniziato la sua vacanza partendo da una città immaginaria del Nord Italia. Recandosi in un'agenzia di viaggio, egli ha acquistato un pacchetto turistico tutto incluso che gli operatori Eoliani offrono. Imbarcatosi su un aereo di linea, dopo un'ora e quaranta minuti circa, atterra puntualmente all'Aeroporto di Catania. Dopo pochi minuti (mai vista tanta efficienza egli afferma), vede sul nastro trasportatore il suo bagaglio. Appena fuori l'aeroporto, ecco pronto il Bus che l'avrebbe portato a Milazzo. Roba da non credere, egli aggiunge: un'ora e trenta minuti di tragitto e raggiungo la tanto ambita meta; e poi una decina di minuti, m'imbarco su un Aliscafo di ultima generazione, dotato di nuovissimi confort e dall'assistenza di bellissime Hostess che allieteranno la breve traversata. Dopo una cinquantina di minuti di placida navigazione con un mare turchino; affascinato dalle superbe bellezze di queste imponenti Isole; da lontano vedo un magnifico nuovo porto in sicurezza (così anche se c'è mare sciroppo, si sbarca ugualmente sotto il monastero, dimenticavo, la nave dei rifiuti è stata trasferita altrove), vedo anche una bellissima stazione marittima ben attrezzata capiente con servizi igienici, deposito bagagli, un punto di ristoro, un'edicola e le biglietterie di tutte le compagnie in servizio alle Eolie. Finalmente il nostalgico sognatore sbarca a Lipari, su un pontile ultramoderno, diviso da due ampie corsie per lo sbarco e l'imbarco che avviene al coperto in modo tranquillo e senza ressa, riparato dal sole cocente e anche dalla pioggia del lungo inverno.
L'immaginario liparoto nel sogno, in sostanza vede un ambiente gradevole, un'accoglienza mirabile, biglietterie moderne, cortesia degli addetti, nessun ingombro di taxi e auto, ben organizzato fuori dall'area portuale, come bene è stato congegnato, l'orario degli arrivi e partenze di aliscafi e navi, visibili da un grande display esposto all'interno e esterno della stazione marittima. Insomma, sognare non costa nulla ed egli continuando, descrive una programmazione in perfetta sintonia per il comparto turistico Eoliano. Appena fuori dalla zona portuale, giacché all'interno della stessa non si può parcheggiare, un distinto giovanotto in livrea, riferisce di aspettarlo per portarlo in albergo. L'autista del pulmino attraversa un viale alberato, ricco di fioriere e piante della magnifica macchia mediterranea in rigoglioso stile Eoliano.

(Fine prima parte).

"La Scomparsa di Laura Antonelli".

In omaggio all'attrice che con la sua bellezza, le sue doti artistiche, il suo fascino irresistibile, fu consacrata l'anima "La Musa" del cinema erotico italiano.
"La Vita terrena non mi interessa più". L'amara e dolorosa affermazione dell'attrice di ritirarsi a vita privata quasi di clausura, fatta annunciare dal suo Avvocato; avvenne subito dopo la disastrosa operazione chirurgica che devastò il suo bellissimo viso di donna affascinante, che distrusse per sempre, anche la sua carriera artistica. Laura Antonelli era una donna bella, bella da morire, di una bellezza quasi rara, tanto bella che quando il regista italiano Giuseppe Patroni Griffi, la vide per la prima volta, l'ha scelse immediatamente, identificandola come la protagonista del suo film "Divina Creatura". La brava e bellissima attrice in quel film da grande professionista lasciò un segno tangibile della sua arte, quasi come un inno alla sua immortale bellezza. Milioni di persone nel mondo assistettero alla visione di quel film. Milioni di spettatori notarono la provocante nudità integrale del suo incantevole corpo, ripreso dall'occhio magico della cinepresa per oltre sette minuti, quasi un'eternità per quell'epoca. L'abbagliante biancore del suo corpo nudo come la sua anima, le sue immagini di donna meravigliosa e la sua interpretazione, l'hanno resa celebre come "La Diva, L'Icona"del cinema erotico d'autore.
Negli ultimi anni d'esistenza l'Antonelli fu un'attrice sfortunata e martoriata, aveva chiesto di essere dimenticata, e il mondo della dimenticanza, così fece, abbandonandola al proprio destino, come la profuga venuta dalla Croazia. Lei rimase sola, con tutta la sofferenza, distrutta fisicamente e moralmente, si ritirò vivendo come in clausura, sino a quando in punta di piedi senza neanche accorgersene, il ventidue giugno scorso, partì per il suo lungo viaggio nell'aldilà, senza ritorno. Dopo una lunga gavetta, raggiunse un grande successo col film "Il Merlo Maschio" assieme a Lando Buzzanca, ma, fu col film Cult "Malizia" del 1973 di Salvatore Samperi, il maestro dell'erotismo, che la lanciò nell'olimpo, come la stella dell'immaginario di una nuova generazione che amava il cinema erotico. Il bravo regista con la sua maestria, fiutò e usò la sua bellezza, la bravura che Laura Antonelli possedeva, come il modo tutto suo di recitare l'arte della seduzione, spesso anche senza veli. Erano gli anni settanta, ottanta e anche oltre, quando tutti i grandi produttori cinematografici internazionali, televisivi, fotografi e Registi del calibro di Luigi Comencini, Luchino Visconti, Dino Risi, Mauro Bolognini, Ettore Scola, Carlo Vanzina e tanti altri registi, s'intereressarono della sua magnifica bellezza, tutti la cercavano, la volevano come protagonista delle loro pellicole cinematografiche, commedie e opere televisive.
Fu interpretando il film "Trappola per un Lupo" del regista francese Claude Chabrol che conoscendo Jean Paul Belmondo, Laura Antonelli, ebbe la sua unica felicità di vita turbolenta, tempestosa e passionale relazione amorosa, durata una decina d'anni e che finì miseramente nel dimenticatoio come tante altre storie d'amore. Dopo tanto successo negli anni novanta, ebbe inizio il doloroso tramonto, un calvario per la bellissima Laura, che durò lunghi anni.
Come tante altre Icone del cinema d'autore erotico Laura Antonelli, lascia un vuoto incolmabile, non solo come attrice indimenticabile, ma, anche per la sua lunga storia drammatica; fatta di sofferenze, di dispiaceri, di dolori e d'ingiustizie che lasciarono nell'attrice cicatrici profonde mai rimarginate nella sua intimità di donna, e che ha rattristato milioni di persone che l'hanno amata come l'idolo femminile di rara bellezza. La meravigliosa attrice se n'è andata portandosi appresso il suo duro silenzio, il suo dramma umano, ma che lei, nonostante tutto, vinse il suo coraggio, la sua battaglia della solitudine, poiché nella dimenticanza, nell'indifferenza tutta italiana e del mondo, Laura Antonelli, nel suo testamento ha pensato al suo cinema, ai suoi film, a tutti noi, al mondo intero, lasciandoci i suoi ricordi. E noi tutti attraverso le meravigliose immagini delle sue vestaglie succinte, delle calze con la riga, le reggicalze usate con calda civetteria; come le sue morbide e flessuose curve della Venere Dormiente del Giorgione; come lo splendore e l'esaltazione del suo sensuale corpo da schianto di donna vera, dal fascino e dal sorriso solare di "Divina Creatura". Di quella creatura, che fu una la Musa, la Diva, il Simbolo Sexy, di una nuova sessualità, che resterà per sempre nei cuori degli amanti dei "Suoi Mitici Film"!
Dopo quasi trent'anni di tristezza, di sofferenza, di solitudine, spero che la nota attrice, di quella che fu una meravigliosa "Femme Charmant", riposi finalmente in pace con se stessa e con Dio.

Turismo & Tassa di Soggiorno.

Gli altissimi Tacchi a Spillo soprattutto quelli nati dall'ultima moda, sono da sempre un'attrazione per tutti, uomini e donne curiose, come l'eleganza delle Manager in carriera, siano esse del turismo, della politica, dell'Italian Style, o altro. Questa morbosa e accattivante curiosità è accaduta alcuni giorni fa durante la riunione del Consiglio comunale di Olbia, Capoluogo della Gallura e regno della più famosa Costa turistica del Nord Est Sardegna, la più richiesta e apprezzata turisticamente, che aveva all'ordine del giorno l'odiata introduzione della"tassa di soggiorno". Durante la riunione, due bellissime Manager del turismo: la Collega Ramona Cherchi Direttrice dell'Hotel Hilton di Olbia e la bellissima albergatrice Angela Corda, hanno sfilato ancheggiando in perfetto "style" silenzioso con altissimi tacchi a spillo e con una seducente "mise" mettendo, kappa il Sindaco Giovannelli e tutto il Consiglio comunale. La Giunta ammutolita ha assistito all'improvvisato defilé delle Manager del turismo, che col loro gesto silenzioso, hanno voluto dimostrare il loro disappunto sull'introduzione della tassa di Soggiorno. I Comuni della nostra Penisola, più che pensare all'introduzione della tassa di Soggiorno, farebbero bene invece ad apprezzare tutti i Manager e tutti gli operatori del comparto del Turismo. Dovrebbero creare non altri costi aggiuntivi, ma, più accoglienza, ospitalità, e offrire un bell'ambiente, tranquillità e più servizi adeguati a tutti i vacanzieri, visitatori internazionali che si recano nelle località turistiche lungo le nostre frastagliate e bellissime coste, città turistiche e della cultura italiana (sarebbe la cosa migliore!).
Ormai è di dominio pubblico che tutti i Comuni del nostro Bel Paese stia seriamente pensando di seguire l'esempio di quei Comuni che traggono da tempo un po di profitto dalla fantomatica tassa di Soggiorno, cancellata quasi vent'anni fa. Pare però che anche la nostra concorrente Nazione spagnola, soprattutto la meravigliosa Città catalana Barcellona, che per evitare il sovraffollamento della città, abbia deciso di stoppare il turismo di massa, e di non concedere successive licenze ricettive se non a quelle strutture ricettive, a cinque stelle. Le famose Isole dell'Arcipelago delle Canarie che lo scorso anno è stato preso d'assalto con oltre tredici milioni di vacanzieri e con un incremento dell'8%, dell'anno precedente, come le Baleari, hanno deciso di porre un freno come è avvenuto a Fuerteventura, dove è stata fissata la soglia d'ingresso fino a 2,5 milioni di visitatori; per evitare la fine del delicato equilibrio naturalistico dell'Isola. La Giunta comunale di Olbia, nonostante la passerella delle bellissime Manager ha annunciato che la tassa di Soggiorno è già stata decisa e sarà applicata sin dall'inizio del 2016. Presto anche nella Capitale Madrid, l'imposizione della tassa di soggiorno sarà una realtà, come alle Isole Canarie, e alle Baleari, che con la scusa di calmierare i flussi turistici, fanno rientrare nel bilancio anche l'imposizione della tassa, che sicuramente sarà immessa subito dopo l'estate. Anche se la reazione degli albergatori che giudicano dannosa l'imposizione della tassa di Soggiorno, non succederà nulla e tutto proseguirà come si deve e poiché tutto il mondo è paese e a farne le spese è sempre il cittadino vacanziero, che indifeso, continuerà ad andare sempre meno in vacanza, e, forse anche con qualche giorno in più da stare a casa, in famiglia, e sempre con meno soldi in tasca.
Buona Vacanza a tutti!Lipari & La Terrazza dei Sapori.

Oltre all'Home Restaurant, Fast food, Street Food o ai nuovi Bread Street Kitchen che valgono soltanto un momento di curiosità, invece senza andare a Dubai, a New York, o a Tokio, a Lipari sotto l'antica Chiesa di San Giuseppe, nella vecchia taverna della sacrestia e dei corsari dopo, da alcuni anni c'è un ristorante. Questa terrazza sul mare è un 'autentica bomboniera, un angolo di paradiso marino, dove le realtà dei sapori della cucina del Mediterraneo, si mescolano e si gustano freschi tutti i giorni. La location è situata nella Baia di Marina Corta, di fronte alla chiesetta del Purgatorio e alla banchina delle partenze dei barconi per le escursioni turistiche verso le altre Isole dell'Arcipelago. Proprio in quell'angolino, c'è il Ristorante "Al Pirata", l'antica taverna, l'autentica terrazza della cucina Eoliana; quella tipica di una volta che sa dei veri odori e sapori di mare e non solo. E' sicuramente l'unico"gioiello" sul mare azzurro, invidiabile, ambita, a pochi metri dal "Salotto" di Marina Corta. Da tantissimi anni la terrazza dei sapori Eoliani, siciliani e del Mediterraneo, proposti dalla magica Elisa, che da sempre con grande passione e amore, è la regina dei fornelli; colei che con la sua arte ha estasiato e continua ancora a soddisfare, un'attenta clientela Internazionale sempre più agguerrita e esigente. La caratteristica terrazza ristorante è divenuta negli anni "esclusiva". Affacciata sul mare quasi a toccare la spiaggetta scura di Marina Corta, quella dei sogni di tanti ragazzi liparoti sparsi nel mondo. Quest'angolo ricco di fascino e di un'idilliaca atmosfera, è per una gioiosa cena da consumare fra amici, con la ragazza del cuore, fra innamorati e perché no, anche in compagnia dell'ultima amante del giorno appena conquistata, o conquistato. Desinare sulla terrazza del "Pirata" al lume di candela, equivale a un'emozione unica, impagabile dove gli amanti del silenzio, raffinati ed eleganti, nell'assaporare le tipiche pietanze, essi sono avvolti dal sottofondo musicale diffuso dalle piccole onde di mare; che la sera luccicano di riverbero argentato, e quando al primo alito di vento vanno a infrangersi sulla terrazza illuminata dalla luna che dall'alto; civettuola, strega e ruffiana, trasmette agli amanti un brivido d'amore, a coronamento di un sogno indelebile.
Piero e Elisa da tanti anni ormai sono la coppia più affiatata dell'arte cuciniera liparota. Essi pur nella loro umiltà, sono l'esempio della maestria della loro professionalità (che non è un'opinione come la matematica), per la loro ossessiva cura e dedizione che mettono nel loro lavoro, sono ricambiati dai loro affezionati ospiti, che da anni li premiano col loro ritorno. Una cena al lume di candela sul mare, come in un sogno, è capace in una sola notte, a salvare una vacanza, e forse anche un amore tempestoso, con la collaborazione del "Ristorante Al Pirata" ma, anche con la "Grande Bellezza" dell'Isola di Lipari, Capoluogo dell'Arcipelago Eoliano e Patrimonio Mondiale Unesco.
Buona Estate a tutti.
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Tinto Brass - Il Maestro dell'Eros.
In un'epoca dove non c'è giorno che le notizie ci fanno rabbrividire, soprattutto quelle di uomini, padri, fidanzati e "onesti" mariti violenti che improvvisamente armati di lucida follia, ubriachi di nefandezza si vestono di pelli di animali selvatici e senza una briciola di senso umano, capaci solo di usare una violenza disumana, aggressiva su madri indifese, su donne massacrate di botte, a coltellate e su bambini con furia omicida soltanto per il gusto folle di uccidere senza pietà. Fortunatamente in questo mondo d' insofferenza, di violenza, di indifferenza, c'è ancora qualcuno che apprezza le donne, portandole alla ribalta internazionale attraverso la cinematografia. Quest'uomo è un regista, un maestro dell'arte dell'erotismo, che oggi nonostante abbia raggiunto la veneranda età di ottant'anni, continua ancora a "amare" le donne, facendole apprezzare nella loro autentica femminilità. Il suo nome è conosciuto in tutto il mondo, ed egli è consapevole, e da "Maestro dell'Eros" anche se di continuo l'ha spogliate mostrando al mondo la loro bellezza, ha sempre apprezzato l'essere"Donna", regina di bellezza di tanti suoi audaci film che ha scandalizzato la censura italiana e non solo.
L'esempio c'è dato proprio da Tinto Brass che da Maestro e Regista dell'erotismo, fu proprio la causa del suo abbandonò della regia dei film così detti "seri". Infatti, negli anni ottanta e ancor prima col film Caligola del 1979, egli si dedica esclusivamente e stravolge il mondo del cinema italiano, divenendone il Maestro dell'eros per antonomasia. Con la sua travagliata esperienza della regia del film cambiato con "Io Caligola" è stato che portato ad affrontare un lungo travagliato processo giudiziario. Dopo alcune briciole d'amarezza il Maestro debutta alla grande col film"La Chiave"interpretato magnificamente dalla stupenda e sensuale Stefania Sandrelli. Pur entrando nell'olimpo cinematografico del genere erotico, Brass fu fortemente criticato dalle femministe, che non hanno gradito che egli usasse la cinepresa per usare, la donna come simbolo dell'oggetto erotico. Il Maestro Brass per nulla intimorito, continua ancora nel suo modo di fare cinema e puntualmente accompagnati da una punta di scandalo, escono altri due film (vietati ai minori di 18 anni) con la prorompente "Serena Grandi" divenuta nell'immaginario collettivo maschile, l'icona dell'abbondanza casereccia, il classico esempio di attrice assurta a notorietà dopo aver recitato nel film liberamente ispirato alla commedia di Goldoni "La Locandiera". L'attrice bolognese, (nome d'arte Serena Faggioli), ha girato parecchi importanti film di successo con grandi registi: come Teresa, di Dino Risi, Il Papà di Giovanna, di Pupi Avati e, Tu mi Turbi, di Roberto Benigni. A lanciarla e renderla un'Icona Sexy italiana fu però proprio Tinto Brass che nel 1985 la scelse come protagonista nel film "Miranda". L'attrice vanta un curriculum di tutto rispetto, tanto che alcuni anni fa ha ricevuto il titolo di honoris causa in Arte e Cinematografia dall'Università Federico II di Napoli. Tinto Brass continua nel suo filone e nel 1987 lancia "Capriccio" un film ambientato nel napoletano del dopo guerra, liberamente tratto dal libro "Lettere italiane da Capri" di Mario Soldati, di grande risalto erotico soprattutto per la conturbante bellezza della bellissima Francesca Dellera. Dopo una pausa riflessiva Tinto Brass, propone l'erotismo più esplicito lanciando nel 1991 il film "Paprika" con la giovane Debora Caprioglio, ambientato nelle case di tolleranza chiuse dalla legge formulata della senatrice Lina Merlin, che lottò per circa dieci anni, prima di essere approvata, che ha duramente diviso l'opinione pubblica italiana e che porta ancora il suo nome. Senza sosta l'anno successivo Tinto Brass lancia l'esordiente Claudia Koll, protagonista nel film commedia erotica all'italiana "Così fan Tutte" che oltre a incantare gli spettatori con le scene erotiche e del meraviglioso corpo dell'attrice, delizia il pubblico con le affascinanti scene panoramiche della Serenissima Venezia. L'attrice Julija Majarcük di origine Ucraina, fu notata da Tinto Brass mentre faceva la cameriera in una pizzeria a Napoli, che per la sua bellezza e semplicità la volle assieme a Francesca Nunzi, nel film "Tra(sgre)dire". Mentre nel film "L'Uomo che guarda" tratto dal celebre romanzo di Alberto Moravia, presenta due super sexy bellissime: l'attrice polacca Katarina Vassilissa dal corpo e curve mozzafiato e la casereccia Cristina Garavaglia, dotata di un bellissimo fondoschiena che l'esperto maestro dell'eros ha ben saputo mettere in grande evidenza. Col film "Monella"nel 1997 per la prima volta, entra in scena come protagonista, la diciannovenne attrice napoletana Anna Ammirati assieme a Serena Grandi e allo stesso Tinto Brass. Il Maestro Brass nel suo lungo viaggio erotico, ha scoperto e lanciato alla ribalta cinematografica internazionale, moltissime giovanissime e bellissime attrici straniere e italiane. Fra queste l'ultima sua scoperta risale a qualche anno fa, quando invitato al Lido di Venezia, sua città natale che gli ha dato l'ispirazione erotica per i suoi tanti film erotici, ha presentato al pubblico la sua nuova "Musa" la rossa e bellissima Caterina Varzi, protagonista del film "Ziva, l'Isola che non c'è". Durante la sua visita a Venezia il Mitico Brass, ha annunciato al mondo che ha ancora nel cassetto altri quaranta copioni da visionare e aggiunge inoltre, che per risollevare il cinema italiano e internazionale, serve una gran bella botta di erotismo esilarante. Detto dal grande maestro dell'Eros, c'è da credergli e ben sperare, per non perdere quelle fresche bellezze nostrane e non, da capogiro che il maestro ha sempre saputo scegliere con grande dedizione e competenza, almeno per il cinema erotico d'autore.

---Il Pranzo di Natale per i Poveri & la Caritas di Lipari.

Il Capoluogo Eoliano per alcuni giorni è stato isolato dal resto del mondo, spolverato da una spruzzata di neve che ha accontentato grandi e piccini, e che creato anche qualche piccolo disguido alla circolazione montana. La politica isolana del fare è in mano ai privati come il presepe del mare nella chiesa del Purgatorio di Marina Corta, il presepe davanti alla chiesa del Pozzo, l'albero di Natale montato e addobbato dai giovani volonterosi che hanno abbellito un angolo della cittadina Eoliana Patrimonio Mondiale Unesco. Una Comunità che durante l'autunno e il lungo inverno è dominio di una Chiesa che con le SS. Messe, crea movimento d'unione, di aggregazione fra i fedeli che la frequentano assiduamente. Vivo è anche l'impegno delle Suore, per la gioia dei genitori e dei nonni, che da sempre e con grande impegno formano un'ottima istruzione nella scuola materna.
Non è da meno la piccola comunità della Caritas di Lipari, una brigata di volontari, che con grande attenzione e impegno personale e un'iniziativa molto interessante, per dare una mano d'aiuto ai bisognosi di Lipari.
Un impegno ammirevole fatto con dedizione, che in quest' ultimo periodo i bisognosi di aiuto sono aumentate come sono aumentate le difficoltà di sostentamento familiare.
Alla presenza confortevole di tutte le Monache di Lipari, di Mons. Don Gaetano Sardella e di Padre Giuseppe che hanno risollevato lo spirito nella lodevole organizzazione dei volontari della Caritas, che il giorno 27 dicembre u.s. nel circolo giovanile di Lipari, i volontari hanno offerto e loro stessi servito ai circa cinquanta e più persone che si sono presentate per consumare il "Pranzo di Natale".
Un ottimo pranzo, preparato da un locale cittadino, che ha soddisfatto appieno i commensali,
che hanno anche gradito il dolce, lo spumante, il caffè e un panettone per ognuno di loro. Il lauto pranzo si è protratto sino alle diciassette circa.
L'interessante iniziativa della Caritas di Lipari, ha avuto poca risonanza fra la popolazione, ma poiché le buone azioni volano sul filo telefonico, la notizia è balzata anche a Cagliari.
Le mie congratulazioni per tutti i volontari della Caritas, per le Suore, Mons. Gaetano Sardella e per Padre Giuseppe Mirabito.

Ancora Auguri di Buon Anno assieme a Ludy e familiari e soprattutto a Don Gaetano Sardella, Padre Peppino Mirabito, a tutti i volontari della Caritas per la nobile iniziativa, a parenti e agli amici eoliani anche sparsi nel mondo.

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LA Magia del Natale.

Con l'avvento delle festività, le accensioni delle luminarie che adornano e illuminano le vetrine dei negozi, adornano i viali, strade, piazze, palazzi, musei, chiese e l'albero di abete dell'Eden, l'agrifoglio, il presepe sono i simboli dell'usanza popolare, per festeggiare la ricorrenza del SS. Natale. Per le strade la scenografia delle tipiche bancarelle, rendono ancora più magica la festività della Natività di Gesù. In ogni paese del mondo, l'affascinante suono delle ciaramelle, cornamuse, l'area dei canti natalizi crea un'atmosfera emotiva, festosa, intima, l'unica che unisce i popoli della terra. Dell'atmosfera festosa la scena più magica è quella dei bambini, che nella piccola montagna dei regalini sotto l'albero, sperano di trovare con ansia ed emozione, la sorpresa del dono preferito richiesto nella letterina scritta a Babbo Natale. Nel nostro Bel Paese una grande testimonianza dell'atmosfera natalizia c'è data dai tipici mercatini della tradizione di Natale, dove i paesi dolomitici, soprattutto la città di Trento che ospita tra le mura cittadine, il miglior mercatino di Natale, caratterizzato dalle tipiche casette di legno e dalla vivacità dell'animazione. La città di Trento, nonostante fosse senza neve, proprio domenica scorsa, 14 dicembre, è stata presa d'assalto da una marea umana di centomila visitatori e da 1700 Camper, che hanno trovato posto nell'antica Città delle mura. Numerose sono le iniziative culturali organizzate e collegate alla manifestazione dei mercatini di Natale, che comprendono anche il simpatico trenino di Babbo Natale per i più piccoli. Anche le altre città del territorio, Bolzano, Merano, Bressanone, come Trento, discendono dall'antica tradizione medievale natalizia tedesca degli autentici artigiani di antiche tradizioni. Mercatini per richiamare e accogliere, in un'ammaliante atmosfera soffusa nell'ambiente, il gioco delle luci e la musica diffusa dei canti natalizi che avvolge richiamando migliaia di visitatori internazionali di tutta Europa. Un'accoglienza quasi magica e una calda amicale accoglienza natalizia a curiosare fra gli autentici antichi mestieri, alla ricerca di un regalo unico. I mercatini della Sardegna, chiamate "Cortes Apertas" non sono dei veri mercatini, sono nate da un progetto per aumentare il flusso turistico dell'interno barbaricino. Fu ideato dall'allora Commissario straordinario dell'Ente che promuoveva il Turismo della Sardegna nel mondo, Luigi Crisponi, che col progetto puntava a valorizzare la struttura architettonica e sociale delle abitazioni dei paesi, appunto la corte, che in origine, era un salotto di casa all'aperto, dove di solito avveniva l'accoglienza degli ospiti, ma era anche un luogo di lavoro dove le donne si riunivano, per la preparazione del pane, dei dolci tipici e la preparazione dei pranzi speciali e tipici di Natale e feste ricorrenti. Come avveniva una volta, nella Corte si organizzava anche la cerimonia degli sposalizi festeggiati in casa. La manifestazione delle Cortes Apertas, è stata ideata dall'Aspen, una branca della Camera di Commercio di Nuoro, da molti anni ormai, è inserita nel calendario turistico del progetto "Autunno in Barbagia"una manifestazione che coinvolge centinaia di Comuni, paesi e Pro Loco., Queste Località che collaborano, offrono una grande vitalità a questa autentica kermesse fatta di convegni, mostre, di artigianato di pregio, tappeti, prodotti tipici che richiamano una marea di vacanzieri, provenienti dai paesi del vicinato e con i pacchetti turistici offerti dalla compagnia Meridiana, Alitalia e altre low cost, anche dalla penisola e dall'estero. Da alcune settimane è stata aperta al pubblico anche la Fiera natalizia dei sapori e dei saperi soprattutto dei paesi dell'interno, ricco di un territorio di prodotti tipici. Collabora al successo di quest' occasione un meraviglioso folclore in un'atmosfera magica di canti e balli della tradizione natalizia sarda con uno sguardo rivolto all'attuale crisi che coinvolge soprattutto la popolazione della Sardegna e non solo. Ogni famiglia come può, organizza in casa il Cenone come il pranzo di Natale che è forse il momento più intimo per eccellenza. E' semplicemente un momento solenne quello di trascorrere in famiglia, un Natale speciale, unico per ritrovarsi e stare tutti insieme, in armonia. Un grande motivo d'orgoglio di viverlo davanti ad una tavola imbandita, dove sapori succulenti piatti tipici e dolci di Natale, fanno rivivere antichissime tradizioni fra le mura domestiche delle famiglie, fra parenti e amici.

--La mia previsione di alcuni giorni fa, si è avverata. Matera è la Capitale della Cultura Europea 2019. Ho sempre ammirato questa cittadina semplice e ospitale, che più volte mi ha accolto con calore e amicizia. Sono veramente felice per gli amici e colleghi lucani, per tutta la Basilicata che meritano in pieno quest' alto onore, che vale anche la cifra di trenta milioni circa. Dopo il Patrimonio Mondiale Umanità Unesco, l'Amministrazione Comunale di Matera assieme a tutti gli abitanti hanno con grinta e con grande volontà, saputo mantenere lo spirito di accoglienza e di ospitalità nei confronti dei visitatori provenienti da tutta Europa e che da ora in poi saranno anche visitatori del mondo. Onore a Matera dunque, senza dimenticare le altre città tutte eccelse e ricche di grande storia e cultura: Cagliari, Lecce, Perugia - Assisi, Siena e Ravenna, che sino all'ultimo momento, hanno sperato di essere loro, al posto di Matera.La competizione come si scrive, è stata leale e forte nello stesso tempo, ma la semplicità della cultura dell'umiltà, ha premiato la città dei Sassi. Serbo sempre nel mio cuore e con grande nostalgia i miei due anni trascorsi nell'unico hotel Santa Venere l'unico di Lusso a Fiumicello di Maratea, tra Sapri e Praia a Mare, negli anni settanta, quando visitai per la prima volta Matera. Buona fortuna a Matera e a tutta la magnifica Basilicata!

---Città Candidate a Capitale della Cultura Europea. Ogni anno l'Unione Europea sceglie due stati membri per ospitare la Capitale europea della Cultura. Nel 2019 sarà il turno di Italia e Bulgaria. Il Titolo di Capitale Europea è stato ideato nel 1985, allo scopo di avvicinare i popoli europei mediante la valorizzazione della ricchezza culturale e di migliorare la conoscenza che i cittadini europei hanno gli uni degli altri, favorendo il senso di appartenenza a una medesima comunità. Dopo Firenze Bologna e Genova, che detengono già questo titolo, nel 2019 sarà nuovamente assegnato a una città italiana che in questi giorni le sei città in precedenza designate, saranno visitate ognuna per alcuni giorni per la valutazione della commissione europea. Come descritto dal Testo dell'Unione Europea: Una Città non è designata Capitale unicamente per quanto ha fatto, ma soprattutto per il programma di eventi culturali che intende realizzare nell'anno designato. In quel periodo la città è invitata a sfruttare le proprie peculiarità e a dare dimostrazione della propria creatività. Il patrimonio e la vita culturale del passato, sono elementi importanti ma, costituiscono il punto di partenza per migliorare la cooperazione nel settore culturale e promuovere il dialogo a livello europeo e internazionale. Fra le ventitré città candidate a Capitale della Cultura Europea per il 2019, sono risultate ammesse le seguenti finaliste: Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna, e Siena. Grande delusione per la Serenissima Venezia, incredibilmente esclusa dalla competizione. Il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea è l'unico a essere abilitato ad assegnare il "Titolo" che ha validità annuale. La vittoria del titolo equivale a tante opportunità quali: più turismo, più infrastrutture, più commercio, più imprese, più ricerca e innovazione, soprattutto più collegamenti con l'Europa Unita. Il prossimo dicembre 2014 avverrà la designazione del Consiglio dei Ministri dell'Unione che stabilirà, quale Città Italiana avrà il diritto di fregiarsi del titolo di "Capitale della Cultura Europea 2019"
Secondo il mio parere le Città candidate, tre dell'Italia centrale, due del profondo Sua e una isolana di Sardegna, scelte a caso del nostro Bel Paese, che spazia dalla Città. al mare, alla collina e alla montagna. Diverse fra loro, di una storia antichissima e di un richiamo moderno. Ricche di cultura, mentalità e stili di vita diverse, ma tutte ricchissime d'arte, di fascino particolare, di bellezze naturali che richiamano un grande flusso turistico internazionale.
"CAGLIARI - La prima volta che per alcuni mesi vissi e conobbi la città tantissimi anni fa, rimasi incantato dalle bellezze di questa splendida terra, lambita dal mare. Chilometri di sabbia bianca si estendono dalla pendice del monte che la sovrasta chiamato Sella del Diavolo. Qui si trova anche la famosa Marina Piccola, il porticciolo turistico che assieme alla spiaggia del Poetto (vecchio nome spagnolo"su puertu"); si congiunge col litorale di Margine Rosso nel territorio di Quartu Sant'Elena, con le vecchie saline e con lo stagno di Molentargius habitat naturale di migliaia di Fenicotteri rosa. La lunga spiaggia del Poetto rappresenterà la Sardegna all'Expo Universale Milano 2015. L'Antica Karalis, Capitale marinara del Mediterraneo, sandalo del piede di Dio, è una città aperta al mondo. A due passi dal centro dell'antico rione Stampace, mostra le rovine della "Casa" di Tigellio, del colle di Tuvixeddu, la più grande Necropoli fenicio-punica esistente in tutto il Mediterraneo. L'Anfiteatro romano, l'antico Castello, del Bastione San Remy, della SS. Madonna di Bonaria, Patrona di Sardegna, di Sant'Efisio e dell'Icona del calcio mondiale Gigi Riva, fa, di Cagliari una città meravigliosa, frenetica ma, vivibile.
MATERA – L'ultima volta risale all'aprile scorso (2014) che ho avuto modo di rivisitare l'affascinante Matera, città fra le più antiche del mondo, della cultura del vicinato. La Città è stata set cinematografico nel 1979 di Cristo si è fermato a Eboli, diretto da Francesco Rosi, e tratto dal romanzo di Carlo Levi. Qui lo scrittore da confinato, narra il più appassionante e crudele memoriale dei nostri paesi, dove i contadini non appartengono ai comuni canoni di civiltà, ma sono inseriti in una storia diversa che ha un sapore magico e pagano. Una storia nella quale Cristo non è mai arrivato. Altro importantissimo set del film è stato "King David" del regista Bruce Beresford e di "The Passion" di Mel Gibson. L'ultimo importante monumento inaugurato alcuni anni e visitabile con guide, è il "Palombaro".Un, profondo bacino naturale sotterraneo, raccoglieva l'acque; che la popolazione dalla piazza al centro del paese, attraverso dei fori praticati, attingevano l'acqua col secchio per il fabbisogno giornaliero(come avveniva nel centro storico di Lipari e non solo). Una visita guidata fa capire ai vacanzieri la storia della città dei Sassi, che dalla vergogna degli anni cinquanta, alla rinascita, tanto da essere stata elevata al rango di Patrimonio Mondiale Umanità Unesco. I Sassi di Matera fanno parte di quella storia autentica, delle grotte che fungevano da case abitative e il nucleo familiare dormiva assieme agli animali (oltre a quelli domestici,anche il mulo di grande utilità) in un locale unico di pochi metri quadrati. Oggi Matera mostra ancora i segni dell'indolenza di una provincia meridionale che sta a indicare, la pigra realtà di chi vive nei piccoli centri del Sud, dove ancora i vitelloni consumano le giornate fra una chiacchiera e l'altra,, al bar e una passeggiata per il corso. Matera è storia vera fatta di superba suggestione, meraviglia da gustare soprattutto quando si accendono le mille piccole luci come un firmamento a illuminare questo presepe naturale in un luogo magico, che lascia senza fiato".

---Turismo & Trasporti.

Quanto è successo al porto di Olbia gli ultimi giorni d'agosto, lasciano l'amarezza di un popolo che ha nel turismo l'alto senso civico dell'accoglienza, unica negli uomini della civiltà nuragica sarda. Quanto avvenuto al porto di Olbia è stato inqualificabile per le migliaia di passeggeri che con intere famiglie, sono stati lasciati a terra sul molo dell'Isola bianca, privati del diritto del rientro a casa, dopo aver trascorso le vacanze in terra sarda. Il popolo della Sardegna non giudica, ma vuole sapere chi ha distrutto l'immagine internazionale del popolo della sacra ospitalità e che ha solo la colpa, di essere la grande Isola dell'antica terra in mezzo al Mediterraneo, la più lontana dal resto d'Italia. Il Governo dell'Isola per ora tace e attende l'esito della capitaneria di Porto di Olbia e della magistratura, che sta valutando il comportamento sia dell'Amministratore unico della nuova compagnia di navigazione "Go in Sardinia", sia della compagnia greca Anek Lines dell'armatore della nave El Venizelos. Lo stop di Livorno e che ha lasciato a terra al porto di Olbia, migliaia di passeggeri (come ammesso dall'armatore, che è subito ripartito riportando la nave in Grecia) è stato causato dal ritardo del pagamento da parte del consorzio. Le migliaia di passeggeri sono state costretti a rifarsi il biglietto per lasciare la Sardegna e tornare a casa pagando di tasca proprio, una salatissima nuova tariffa con Tirrenia Cin di Onorato, Aponte e Morace. Fortunatamente tutti quelli che sono rimasti a terra, e che hanno subito grossi disagi, sono stati ospitati gratuitamente dagli albergatori olbiesi, di Arzachena, Golfo Aranci, e persino in alcuni alberghi di Porto Cervo. Ancora un'altra brutta notizia si abbatte sullo già oscuro orizzonte turistico sardo e questa volta la Regione Sardegna non sta in silenzio e annuncia enfaticamente, che il famoso trenino verde turistico dell'interno che copre alcune tratte tra le più belle del mondo, con tutta probabilità saranno definitivamente cancellati. Il Trenino Verde era un nuovo modo di fare turismo usando la strada ferrata a scartamento ridotto in disuso, nata oltre un secolo fa. Proprio vent'anni fa, nel 1994, il trenino fu inaugurato dall'allora Commissario straordinario dell'E.S.I.T. (ente sardo industrie turistiche, considerato erroneamente un carrozzone, da anni è stato cancellato), Luigi Crisponi, amico, Collega, noto imprenditore turistico di grande valore e Assessore al Turismo della precedente legislatura sarda. Il turistico"Trenino Verde" della Linea, Mandas - Arbatax, 160 chilometri d' indiscutibile bellezza, venne qualificato come " la linea più bella del mondo". La definizione può sembrare enfatica ed esagerata, ma nel percorso che quest' antiquata ferrovia attraversa, si scoprono le meraviglie di una natura selvaggia, incontaminata di uno dei territori più belli della Barbagia di Seulo e del Gennargentu, ricco di aspre bellezze nel cuore dell'alta e arcaica Ogliastra. Questo straordinario scenario turistico di rara bellezza, destinato per un nuovo modo di fare turismo attraverso uno spontaneo parco naturale, alla ricerca di lunga vita in una terra antica. Il territorio comprende altipiani e brevi pianure, vallate profonde come quella del Pardu di Gairo Sant'Elena, torrenti come fiumi tumultuosi, azzurri laghi artificiali come il navigabile Flumendosa nella terra di Perda 'e Liana (Monumento Naturale Protetto), dove sentieri selvaggi portano dove nidificano le Aquile e svettano a strapiombo i dolomitici Tacchi d'Ogliastra da una parte, e dall'altra il Nuraghe Serbissi, i villaggi nuragici sparsi di Is tostoinus, di Perdu Isu, e l'orrido precipizio di "Sa Babbaieca" (antico luogo, dove buttavano vivi sin dai tempi i vecchi che non erano più utili). Lo scopo ufficiale della ferrovia, nata tra la fine dell'ottocento e il novecento, era quello di eliminare l'isolamento secolare della zona montuosa centrale di una Sardegna sull'orlo del precipizio, aprendola al traffico e alle iniziative economiche. Ben presto però, il popolo sardo si rese conto che la concretezza era ben diversa, poiché numerosi speculatori, rivolsero lo sguardo soltanto alla distruzione d'immense ricchezze boschive del Sarcidano, Mandrolisai, delle Barbagie e dell'isolata Ogliastra. A destare delusi furono gli abitanti dei paesini che avevano sperato che col trenino avrebbero raggiunto, la fine all'arcaico isolamento. Il rumoroso e pittoresco trenino della sbuffante locomotiva a vapore che sbuffante, e con fischi acutissimi, sferragliava lontano parecchi chilometri dalle stazioncine senza collegamento, rompendo soltanto il silenzio di una terra lontana dai centri abitati. A distanza di un secolo dalla nascita della strada ferrata dell'interno, sono ancora intatte le tappe dell'affascinante trenino che da vent'anni esatte, è chiamato "Trenino Verde Turistico". Questi memorabili viaggi, riescono ancora ad emozionare i visitatori internazionali, soprattutto della più suggestiva tratta "Mandas/Arbatax/Mandas, usata nel lontano 1921 dallo scrittore Inglese David Herbert Lawrence, quando assieme alla moglie Frieda, colse quel indimenticabile ed emozionante viaggio, attraverso quei luoghi meravigliosi di rara bellezza dell'antica terra sarda. Il Trenino è stato elogiato ancora oggi da molti Tour Operator, turisti di varie nazionalità ancora ieri, in modo particolare da Svizzeri, Inglesi, da giornalisti, scrittori e poeti entusiasti di questi itinerari da fiaba. Il Poeta Benvenuto Lobina, autentico sardo di Villanovatulo, Antioco Casula di Desulo, Sebastiano Satta e lo scrittore Salvatore Satta, descrive nel suo romanzo "il giorno del giudizio"il viaggio dei pastori che caricavano le pecore sui vagoni per la transumanza nel Campidano di Cagliari, degli emigranti e passeggeri in partenza dalla stazione di Via La Marmora, dell'unico treno che dalla stazione di Nuoro a Macomer, e da lì verso il "Continente" e il mondo. Ora, nel terzo millennio, il sogno sulla rotaia che forse sarebbe diventato "Patrimonio Mondiale Umanità Unesco" potrebbe fallire per la tremenda incomprensione di quegli uomini di responsabilità che non hanno neppure una briciola di sensibilità e cultura del turismo. Quello che invece si dovrebbe curare, confortare, non si fa, mentre a distruggere quello che nel passato è stato fatto, si fa presto a cancellarlo. In un mondo di recensione, invece di favorire il turismo, si distrugge quanto di bello la natura dona, ignorando le nuove attività sui più emozionanti percorsi della natura, che soltanto col trenino verde, si possono ammirare. Purtroppo da lunedì 15 settembre del 2014, il trenino verde turistico della tratta Mandas Arbatax rifarà il viaggio di ritorno e assieme alle gemelle tratte, come la Mandas/Sorgono/Mandas e la gallurese Tempio Pausania/Palau/Tempio Pausania, per l'indifferenza degli uomini che non amano la cultura del turismo, mandando questi trenini turistici, a riposo per un tempo indeterminato.

---Pensiero per un Amico.
(A Pino Di Fiore, Capo Barman e Maestro dello Shaker).

Per la Sua nobiltà d'animo, la sua lodevole professionalità, eleganza e signorilità, lo chiamavo, scherzosamente"Barone di felice2Cefalù". Lo conobbi nel 1974, quando lo assunsi come Capo Barman all'Hotel Capitol di Crotone, la Città di Pitagora e delle grandi Industrie: La Pertusola Sud. Montedison, Montecatini, l'Enichem, la Meridionale Ammonia, la Cellulosa Calabra. Nella città di Crotone nel lungo mare, la Compagnia aerea Itavia gestiva il Complesso turistico Costa Tiziana, dove, in precedenza avevo lavorato per due anni. Nelle vicinanze della città, c'era il complesso turistico, La Casa Rossa, l'antico sito di Capo Colonna, il Villaggio Valtur di Isola Capo Rizzuto e l'Aeroporto Sant'Anna, dove operava la Compagnia Aerea Itavia. L'Hotel Capitol era un palazzo gentilizio del seicento, trasformato in albergo di Lusso. Dal suo Curriculum ricevuto come domanda di lavoro, scopersi che in precedenza Pino Di Fiore aveva prestato la sua opera in vari alberghi importanti dell'Isola e conosceva molto bene la Sardegna. A Crotone non c'erano solo grosse industrie che occupavano migliaia di operai, ma sul lungo mare c'erano alcuni stabilimenti balneari, e le due cose funzionavano molto bene. Nonostante ci fosse molto lavoro, nella cittadina a causa d'infiltrazioni di famiglie mafiose, la vita era invivibile e quasi impossibile. Quando lasciai la città di Crotone per un precedente impegno assunto in Sardegna, proposi a Pino Di Fiore, se avesse piacere di tornare a lavorare con me con la stessa qualifica di Capo Barman e la responsabilità dei bar nel villaggio che andavo a dirigere e con due aiutanti, un Barman e un Commis. Senza pensarci due volte, egli accettò immediatamente la mia proposta; e così ci rivedemmo ancora a continuare il nostro feeling al Villaggio Agrustos di Budoni, sulla Costa Orientale Sarda a quaranta chilometri da Olbia, porta del Nord Sardegna e della Costa Smeralda. Insieme abbiamo fatto grandi cose, serate in discoteca memorabili, selezione di Miss Sardegna che partecipava a Miss Italia. serate con gruppi folcloristici Internazionali e non solo. Pino era anche solito nei pomeriggi, dare agli ospiti lezioni di Cocktail, che seguivano bevendo ovviamente a pagamento. Egli più degli animatori, faceva di tutto per allietare e cullare la clientela del villaggio. L'ultima volta, che ha operato al mio fianco, è stato nel duemila due, nel Golfo di Orosei all' Hotel Villa Campana, una bomboniera di quattro stelle, immersa in un parco e giardino fiorito ad appena 100 metri dal mare e a duecento tra due spiagge. Una meravigliosa villa dei primi del novecento da me diretta e gestita ad alti livelli di accoglienza e ospitalità rivolta esclusivamente a una clientela selezionata di Charme & Relax internazionale. Dopo tanti anni di Sardegna, nel 2003, Pino prima di rientrare in Sicilia, nella Cefalù di Ruggero II, sua residenza abituale, venne da me a trascorrere alcuni giorni, come un amico fraterno. Poi egli partì e fece ritorno a casa sua. Ci sentivamo spesso sino a quando, alcuni anni fa, un silenzio assordante è calato fra noi. Ai numeri di telefono che avevo nessuna risposta, da informazioni varie sembrava sparito nel nulla. Ho continuato a cercarlo attraverso le figlie sposate nella penisola, ma senza successo, al telefono non ha mai risposto nessuno. La moglie era deceduta alcuni anni fa, quando ancora lavorava con me. Era assurdo per me pensare che lui si fosse dimenticato di chiamarmi come usava sempre fare. Alcuni giorni fa, mi venne in mente di chiamare al telefono l'ufficio anagrafe del Comune di Cefalù. Amara è stata la notizia quando una gentile impiegata mi comunicò che il Signor Giuseppe Di Fiore è deceduto lo scorso ottobre 2013, quasi un anno fa. Un gelo profondo invase il mio cuore e un pensiero profondo mi portò indietro nel tempo passato, quando nel 1981, ero giudice di gara in un concorso nazionale dell'Associazione Barmen A. I. B. E. S., i maestri dell'arte dello Shaker, che si svolgeva all'Hotel Zagarella di Santa Flavia a pochi chilometri da Palermo. Impeccabile nella sua giacca doppio petto color crema, camicia bianca e calzoni neri, Pino partecipava nella sezione dei Capi Barman. Al termine della manifestazione, tutti i Barmen partecipanti erano in attesa dell'esito finale del concorso, e quando ufficialmente Pino seppe, di essere stato il vincitore del concorso col cocktail "Daniela"il nome della prima figlia, commosso per la felicità, e come un fratello o come una persona nella quale si porta rispetto, emozionato venne ad abbracciarmi con le lacrime agli occhi che le scendevano sul viso. La parola "Barman"in quegli anni lontani, aveva un suo esatto significato, anche se ristretta a un numero limitato di cultori del ben bere. Il cocktail non era una stravaganza americana importata, da seguire per essere alla moda; le loro opere non sono fatte di liquori miscelati a casaccio (come avviene nei comuni bar e discoteche dove banconisti di turno miscelano liquori con ghiaccio e bevande già pronte e via di seguito). Il Barman è un puro tecnico della miscelazione alcolica e non. Egli è un professionista esperto che spazia in un mondo vastissimo, con la sicurezza di chi conosce i distillati italiani, francesi, messicani e tanti altri liquori. Conosce alla perfezione l'arte di saperli miscelare. Il personaggio "Barman"in fondo, è un artista, anche uno psicologo che compone gusti, colori e sapori per far piacere al cliente, che magari vede per la prima volta la sua opera in una coppetta piena di Gin e Martini Dry, preparato con ghiaccio nel Mixing Glass con ghiaccio, Gin e Martini Dry versato nella sua coppetta, una spruzzata di scorza di limone e guarnita con un oliva verde. Cocktail vuol dire anche concorso, vuol dire gara di bravura, come il trionfo della sensibilità e del professionismo, quello che era la figura di un uomo dedito al proprio lavoro. Questo era il caro amico fraterno perduto che dopo una mirabile carriera di lavoro, riposa in pace nel suo paese che amava tanto. "Pino Di Fiore – Capo Barman di Cefalù", per me era solo "Pino". Ricorderò per sempre i suoi capolavori, l'amico professionista, un vero"Maestro" di una lunga storia di collaborazione e di vera profonda amicizia.

---Lipari & Turismo. "Ce n'è per tutti i Gusti"

Il centro storico di Lipari si estende sotto il castello, abbracciato dalle due insenature naturali da una parte la baia di Marina Lunga costeggiata da una passeggiata lungomare e regno dei diportisti e dall'altra parte la baia di Marina corta regno incontrastato delle imbarcazione dei pescatori e dei barconi per le escursioni verso le altre Isole dell'Arcipelago.

A Lipari nel segno del turismo che piace, potrebbe sembrare uno slogan pubblicitario, ma non lo è, quello che si vede, non è frutto di una programmazione inesistente, poiché a Lipari il flusso turistico anche quello mordi e fuggi è programmato da sempre da quegli operatori turistici calabresi e della vicina Sicilia. I turisti che arrivano alle Eolie con i grandi Panfili e Yacht, nel loro girovagare per il Mediterraneo, sono sulla rotta per una sosta quasi tecnica, ma anche per il solo piacere di visitare la città e di gustare una cena. Sono molti che frequentano gli ottimi alberghi, come tantissimi sono quei turisti che soggiornano nelle seconde case e nei B&B. Sicuramente si deve alla grande mobilitazione degli operatori locali che s'impegnano con grande spasimo come la "Grande" ristorazione che contribuisce non poco al piacere di intrattenere i turisti per la gola.

Ovviamente ha una parte importantissima, la somministrazione musicale di quei locali che a loro spese fanno spettacolo ovunque anche se con alti toni di decibel durante la movida e non solo. Nel firmamento del mondo del turismo, oggi in piena crisi economica, tutto diventa ingarbugliato, come il marasma generale che regna nella Lipari città balneare tutto dire, dell'era turistica in atto. Tutto ha inizio con la ricerca di un buon ristorante per trascorrere una piacevole serata tra gli amici o tra marito e moglie a o tra familiari con figli grandicelli che non hanno voglia di trascorrere la serata con i familiari.

A Lipari per informazione di tutti è vasta la scelta gastronomica e tutto è possibile per i turisti che amano mangiare nelle trattorie, o nei Take Away o passeggiando con un trancio di pizza o un panino in mano bevendo una coca cola o una bottiglia di birra. Girovagando in città ci sono ottimi Ristoranti nelle Vie importanti come il Corso Vittorio Emanuele, Via Maurolico, Via Roma, Garibaldi e altro. Locali gestiti da professionisti e, capaci di soddisfare ogni esigenza culinaria di gusti, sapori e anche di costi. Mentre a Marina Corta, la grande piazza di Lipari sul mare, pullulano cinque bar e tra questi il Gabbiano di Mimmo e Bartolo, il locale più ambito dove si possono gustare ottime granite e gelati artigianali di tutti i gusti.

Al centro della Piazza si trova il famoso Ristorante Al Pescatore dell'indimenticato Federico Finocchiaro, l'uomo di Marina Corta. Dalla sua scomparsa, il locale è sapientemente curato da Teresa, Giuseppe, Gianna Lisa e dal fido Fabio, che continuano con doveroso impegno, la tradizione della cucina siciliana Eoliana curata dal bravo Chef Antonio Buscema, da poco divenuto papà di un bel bimbo di nome Sebastiano avuto dalla meravigliosa e solare moglie, Alessandra Riccardi, ormai liparota d'adozione. E con la nascita del primogenito è diventato nonno Nuccio Buscema e consorte Marinella Imbruglia.

Anche dalle frazioni la ristorazione è agguerrita e partecipa alla grande alla scelta dei turisti, sia a Canneto, che Acquacalda, Quattropani e Pianoconte e tra questi spicca, quello di "Marisa"col ritorno ai fornelli nel Suo Ristorante, coadiuvata da Giacomo, che otre alla cucina, sforna anche ottimi dessert. Sotto Monastero invece i due ristoranti si contendono la banchina a suon di gustose pietanze genuine marinare e no. Nel lungo mare della Baia di Marina Lunga, per la delizia di quegli appassionati consumatori romantici del pesce, sono nati alcuni ristorantini proprio sulla spiaggia che garantiscono uno scorcio di luna sul mare come quella di questi giorni. Mentre l'unico proprio sul mare dall'altro lato a Marina Corta c'è il Ristorante Al Pirata di Piero Salmieri, sulla salita di San Giuseppe e sotto la chiesa, dove sulla terrazza sul mare in una magica atmosfera da sogno e al lume di candela, si possono gustare le favolose pietanze della moglie Elisa. E' d'obbligo prima di recarsi a cena, sorseggiare un Cocktail e vicino al mare ascoltando la musica live del Chitarra Bar di Nicola Merlo & company.

L'unico Ristorante che la città di Lipari offre sino a tarda notte è il tipico Ristorante E'Pulera di Angelo Paino. All'interno, in una fascinosa atmosfera; si assaporano le tipiche pietanze Eoliane delle sette isole gemelle, circondati da una meravigliosa fiorita location vivendo una esperienza unica. Nelle vicinanze si trova lo storico Ristorante La Nassa che merita una sosta, come nella Via Conti è disponibile per tutti i gusti anche l'accogliente Ristorante &Tavola Calda Martino e l'unico panificio aperto anche di domenica. Un altro locale alla moda di particolare entità dove la professionalità e lo stile è il simbolo del numero "25" il Ristorante Pizzeria di Luciano del Bono.

Il più classico dei locali dove la raffinatezza è usuale, immerso in una lussureggiante vegetazione e di un giardino fiorito, si cena in un'atmosfera rilassante, o gustando un'ottima pizza. Nella Piazzetta poco distante intitolata all'Arciduca Luigi Salvatore d'Austria, che personalmente chiamerei "Piazza Subba" oltre all'ottimo Ristorante Pizzeria La Piazzetta, dell'indimenticato carissimo amico Nino Subba. Di fronte, l'altro locale storico del 1930, la famosa"Pasticceria Subba"che fu del Cav. Francesco Subba. Il locale è gestito mirabilmente da Flavia, che assieme al marito Totò e alle figlie Sig.ra Giselle e Sig.ra Carmen, curano con amorevole passione continuando nella tradizione nel nome del grande Don Ciccino Subba, il principale.

Nell'incomparabile e incompiuta Piazza Mazzini, sopra la Civita, di fronte al Palazzo del Comune, del Night Club Turmalin e del Castello, non ci sono parole per descrivere il famoso "Centenario Ristorante Filippino". Il più apprezzato, amato e conosciuto al mondo, l'unico locale che dal 1910 racconta la storia della ristorazione di gran prestigio tutto Eoliano di Lipari, della famiglia "Filippino".Con questo mio fantasioso excursus storico turistico gastronomico, ho voluto approfittarne per fare un omaggio a tutti quegli Imprenditori e operatori del settore che fino a notte inoltrata fanno con dignità di tutto per accontentare il mondo del turismo.

D'altronde questa è la loro città, il loro lavoro, la loro vita e il loro continuo impegno, è veramente encomiabile. Non è facile tutti i giorni, montare pedane, tavoli, sedie, apparecchiare, assemblare strumenti per la "mise en place" e alla fine della giornata notturna, con pazienza, rimontare tutto l'apparato per lasciare libero il posto. Poiché ho visto parecchie volte il loro impegno e dedizione, colgo l'occasione per complimentarmi e con la mia comprensione assoluta, auguro a tutti un buon lavoro e un Buon Ferragosto 2014. Lo stesso Augurio va a Bartolino Leone Direttore e consorte Dott.ssa Ludy, a tutta la Redazione, opinionisti, collaboratori, al Web Master Massimo Pagliaro, ai miei familiari, parenti e cari amici Eoliani sparsi nel mondo.

---Odissea di un viaggio &"La lunga Notte".
Quella che ho visto a Palermo non era l'attraente M/n Coraggio dell'Holding dell'ottuagenario armatore presidente Aldo Grimaldi che solcherà i mari e oceani del mondo. E' il primo ferry cruise che andrà a infoltire la flotta di otto traghetti della Grandi Navi Veloci di nuova serie cosiddette navi blu della compagnia di navigazione dello stesso armatore, masi della "Fantastica" di Costa Crociere attraccata al molo. Sono arrivato alle diciassette precise al porto di Palermo e come il solito dopo il controllo degli uomini delle fiamme gialle mi avvio alla ricerca della nave in partenza per Cagliari. Nessuna segnaletica ma conoscendo il porto mi rendo conto che non devo prendere la magnifica Costa Fantastica, neppure la Vincenzo Florio, che da sempre è utilizzata per la tratta Palermo Napoli, ma ecco che infine mi appare il traghetto Dimonios in partenza alle 19 e 30 per Cagliari. Mi metto in fila sotto un sole molto caldo, che non lascia scampo, nell'attesa dell'imbarco che avviene alle 18 e 30. Chiudo l'auto e mi metto alla ricerca di un locale che non trovo, neppure un' edicola nei dintorni anche se l'insegna l'attesta e l'unico giornale che acquisto (a Lipari non ho avuto il tempo di recarmi all'Edicola Belletti), è quello del proprietario che precedentemente lo aveva letto Mi ricordavo che una volta in fondo al porto c'era una stazione marittima. La vedo a distanza ma i militari in servizio di controllo, non consentono l'accesso e così me ne torno sotto il sole ad attendere il momento dell'imbarco. Prima di salire a bordo e alla richiesta e mia risposta che non sono in possesso di cabina e neppure di una poltrona, mi fanno andare su una rampa ripidissima che porta al ponte numero cinque, zona parcheggio di auto e ingresso per la Reception. Mi reco negli unici spazi disponibili di quel ponte, esclusivamente adibito oltre al ricevimento, alla sala ristorante, locale bar, salone pubblico, servizi igienici e una saletta dove vi sono sistemate poche strette poltrone reclinabili per passare la notte. Sin dall'inizio si nota una pesante situazione e una confusione non normale. Il servizio ristorante (self service) entra in funzione alle 19 e 30 e chiude alle 21e 30, mentre il Bar preso d'assalto dagli assestati passeggeri, rimane aperto fino alle 23e 45. Dopo la partenza della nave tutti gli spazi disponibili sono occupati dai passeggeri senza cabina e senza poltrone, alla ricerca di una sistemazione per terra con coperte, teli da bagno asciugamani e quant'altro per non dormire proprio sul pavimento. I genitori disperati sistemano i bambini e ragazzi, mentre i possessori delle sedie, se li tengono molto stretti e non si alzano per non perdere l'ambito posto, facendo a turno con amici e parenti anche per andare al bar o al self service. Sono rimasto seduto, mi sentivo fortunato e nel frattempo pensavo a quei profughi migranti che sbarcano di continuo a Lampedusa, in Calabria e altrove, con la differenza, che quei profughi di quelle navi della speranza hanno ugualmente pagato una quota molto salata, ma non hanno un tetto, bar, self service, cibo per sfamarsi, acqua da bere, servizi igienici e come sardine in scatoletta, perdono persino la vita, nell'indifferenza dell'Europa Unita. La Dimonios è nave moderna e anche se è piccola ha una capienza di 120 cabine, può trasportare 350 fra auto e camion e ospita 850 passeggeri più equipaggio. In precedenza la nave era stata noleggiata dalla Regione Sardegna, mentre dallo scorso anno è stata noleggiata e inserita sulla rotta Cagliari Palermo e Cagliari Napoli dall'attuale Tirrenia Cin. Durante la traversata notturna un servizio di vigilanza assicura la custodia alla reception, mentre la porta d'ingresso al piazzale delle auto in sosta sotto le stelle, rimane chiusa con un cartello che vieta però l'ingresso durante la navigazione, ma con indifferenza. Prima di mezzanotte, lascio libera la sedia e mi avvio a trascorro con grande coraggio, la notte dentro la mia auto. Il rumore assordante dei motori mi tiene compagnia come un'insopportabile un'umidità superiore a quella di Lipari, e mentre il tempo non passa mai, a un tratto, un colpo secco alla carrozzeria dell'auto dato da uno dell'equipaggio, che urlando mi dice che siamo arrivati a Cagliari. Intontito e incredulo, mi guardo intorno e tutto il piazzale delle auto in sosta durante la notte, erano già sbarcate. Metto in moto l'auto e in fretta lascio anch'io la nave incubo di un viaggio da inferno. In breve mi ritrovo in Via Roma, poi sul lungomare Poetto e attraversando le vecchie saline e la colonia di fenicotteri rosa che dimorano tranquilli nello stagno di Molentargius; pur essendo mattina, stranamente noto una moltitudine di uomini, donne, ragazzi e bambini che si dirigono sulla libera spiaggia per accaparrarsi un posto vicino alla battigia di quel mare trasparente e calmo. Dopo mi sono ricordato che era la prima domenica d'agosto. Pochi chilometri ancora per ritrovarmi a casa distrutto dalla tormentata e lunga notte trascorsa sulla nave che ho appena lasciato. Tutto è bene quello che finisce bene ma sinceramente spero di non ripetere un'altra simile esperienza.

---Vulcano &La Perla Nera del Turismo "l'Isola che non c'è".
Il forte odore dello zolfo si sente da lontano, stordisce chi non è abituato a vivere sull'Isola. All'apparenza potrebbe dare l'impressione che si tratti di puzza di uova marce abbandonate al sol leone dell'Isola che non c'è, come scrive sul Notiziario Eolie di Bartolino Leone, Ettore Longi da Vulcano.

L'Isola è sonnacchiosa, disordinata e la polvere stradale regna sovrana ovunque, tanto da avere la sensazione di trovarsi in una località di quei paesi americani del Far West Set di film Western di Sergio Leone. Vulcano è l'Isola più a Sud dell'Arcipelago Eoliano, regno delle sabbie nere, era già conosciuta sin dai tempi dei Greci.

La chiamavano Hierà (isola sacra) riconosciuta dai popoli pagani come residenza di Efesto, dio dei metalli e del fuoco che in epoca romana, fu identificato come il dio Vulcano. Tra le sette isole Vulcano, separata da Lipari dalle temibili"bocche di Vulcano" e dai millenari faraglioni, anticamente era anche chiamata"Therasia".L' Isola del fuoco e del ferro fu scoperta negli anni cinquanta dal set cinematografico col film "Vulcano", voluto e interpretato dalla "Grande" attrice Anna Magnani e da William Dieterle, regista/attore d'origine tedesco, naturalizzato statunitense.

Il Centro Studi e della ricerca Eoliana fondata dai mitici: Nino Saltalamacchia e Nino Paino, questo inverno hanno ampiamente discusso delle tematiche di Vulcano e di Stromboli, altra Perla Nera Eoliana. In seguito al successo ottenuto dal film, i primi Tour Operator stranieri, furono favorevolmente impressionati da quest'isola di fuoco e da spiagge di finissima sabbia nera incandescente, contornate da aguglie di junco appuntito (da alcuni anni inghiottiti dal cemento, come sta avvenendo con le famose sabbie nere). Furono tra i primi a scoprirla e la amarono così com'era, "selvaggia, primitiva e fuori dal mondo civile".

Ben presto il richiamo fu talmente forte e il passa parola si sparse ovunque in Europa, allora non unita e molto lontana. I nostri vicini cugini francesi, con le loro bellissime "charmant femme" dal nasino all'insù, furono tra i primi e con il loro fascino, la resero interessante sotto tutti gli aspetti. Arrivarono a flotte nel villaggio "La Connaissance du Monde", invadendo le spiagge di sabbia nera sia di ponente, più frequentata sia di levante mentre il volano turistico aumentava portando benessere e non solo a Vulcano.

Negli anni settanta la "Perla Nera" Eoliana, si scopre Isola d'Elite e personalità del mondo fra regnanti, nobili, imprenditori, artisti, attori di prestigio come il grande Mike Bongiorno. Iniziarono a sorgere le prime case, i primi esercizi pubblici come il ritrovo "Remigio" ora irriconoscibile, a due passi dal mare. Sorsero altri alberghi di prestigio, Ville di lusso, case vacanze, appartamenti persino ai piedi del piccolo Vulcano spento; che aggiungendosi al già famoso Hotel Le Sables Noir, diretto allora dal giovane Santo Vinciguerra, venuto dalla vicina Taormina definita Perla della Sicilia dove egli era noto col nomignolo di "paparasella" e dove nell'Isola di Vulcano che egli profondamente amò, si addormentò per sempre.

E' così la fascinosa Perla Nera Eoliana che prima dell'avvento turistico e dopo la seconda grande guerra mondiale, era quasi spopolata dall'emigrazione in Australia, la povera economia era basata esclusivamente sulla poca agricoltura, la piccola pesca e il poco pascolo. Il timido approccio di vacanzieri, col tempo gli rese gli onori di Isola ideale per un turismo di qualità. Impressionante era la "piscina termale" dei fanghi allora non controllata.

Quei fanghi che creavano benessere al corpo e alla mente ma, che hanno fatto piangere lacrime amare a migliaia di turisti che inconsapevolmente si coprivano di fango in tutto il corpo e persino in viso e quando si lavavano con l'acqua di mare, il contatto della salsedine, era sempre più terribile e copiose lacrime continuavano a scendere sul viso.

Ben presto furono create varie iniziative e escursioni al cratere del Vulcano, in barca alla piscina di Venere, grotta del cavallo, faraglioni, praia di vinci, valle Muria e ai mostri di Vulcanello. Un paradiso vivente per pochi autentici pastori vulcanari di capre, che ancora oggi e con poco pascolo, producono un'ottima ricotta e formaggio tipico. I laboriosi abitanti oltre a trarre un buon introito con la coltivazione dei vigneti, oggi anche di Malvasia, hanno saputo aumentare il profitto in modo considerevole, soprattutto dall'attività turistica, anche se in periodo di crisi in atto sta scemando.

Tanti anni sono passati sotto i ponti, eppure lo stesso inspiegabile declino turistico che ha inghiottito Lipari la Capitale Eoliana, la stessa sorte è toccata anche all'Isola perla nera Vulcano e non solo, anche se, giornalmente è presa d'assalto dai barconi che sbarcano centinaia di vacanzieri mordi e fuggi. Anche se sempre selvaggia, Vulcano ha un fascino primitivo e strutture turistiche di buon livello, ma la Perla Nera del Turismo Eoliano, non è più la stessa e il degrado selvaggio ambientale, sembrano non interessare proprio a nessuno, come nell'Isola madre.

Ero appena un ragazzo quando iniziai a lavorare al Villaggio turistico dei francesi a Vulcano e fu da quest'Isola che iniziò la mia carriera turistica nel mondo alberghiero, spinto anche da un amore sbocciato proprio in riva al mare in questa calda terra di fuoco e di sabbia nera, quando conobbi la ragazza francese di Parigi che mi ha lasciato un ricordo indelebile tanto che dopo alcuni mesi, lasciai per sempre Lipari.

Oggi l'Isola di Vulcano come Lipari, piange il turismo dell'Isola che non c'è, che non è amata dai propri abitanti, dove non esiste collaborazione, ordine e ognuno pensa a curare il proprio orticello, rimanendo indifferenti alla trascuratezza che relegano queste Isole di terzo ordine, volutamente dalla maggior parte degli abitanti, che le vogliono così.

LA REAZIONE.

di Aldo Natoli

Il Presidente Felice D'Amnbra, professionista di grande valore nel campo turistico ed alberghiero, nel ricordare la sua esperienza trascorsa a Vulcano e la grande attrattiva delle bellezze dell'isola, ha focalizzato le problematiche che anno dopo anno distruggono quanto si era costruito per rendere le Eolie protagoniste in tutto il Mediterraneo. Oggi manca una precisa politica turistica e vige la legge del tutto ed il contrario di tutto. In poche parole siamo in presenza di un progressivo degrado ambientale e culturale! Sicuramente la colpa è da attribuire, come evidenzia l'amico Felice, ad ogni singolo cittadino che per coltivare il proprio orticello non si accorge di quanto di negativo succede, giorno dietro giorno, sul territorio. Sicuramente la colpa è di una classe politica che non riesce a valutare la ricchezza del patrimonio storico ed ambientale delle isole, e quindi a porre dei limiti. Che non riesce a guardare come si gestisce il turismo nel Mondo. Che non riesce a fare delle scelte coraggiose per garantire un futuro migliore ai nostri giovani che sono meravigliosi. Un futuro che può essere garantito soltanto attraverso un'attenta politica turistica.

---Lipari & Riflessioni del Passato.
Col senno di poi, mi ritrovo al soggiorno vissuto lo scorso inverno a Lipari, quando pur di resistere, a raffreddature, febbri varie, bronchite e malesseri di ambientamento climatico, causato sicuramente dai lunghi anni di assenza e per la prima ho vissuto per quattro lunghi mesi. Per mia fortuna, ho avuto la vicinanza affettuosa di tutti i miei familiari più stretti, parenti e amici, che mi sono stati tanto vicino, da non farmi mai soffrire la solitudine.

Girovagando giornalmente per le viuzze e strade cittadine che mi hanno riportato indietro nel tempo, ho avuto la grande sorpresa di notare che durante le SS. Messe è molto numerosa la partecipazione dei fedeli che affollano le chiese di San Pietro, San Giuseppe a Marina Corta, Porto Salvo a Marina Lunga e soprattutto alla Cattedrale di San Bartolo nell'incomparabile bellezza del Castello. Encomiabile e molto sentita è l'interpretazione religiosa degli autorevoli Monsignori: Don Alfredo Adornato, Don Gaetano Sardella, Padre Giuseppe Mirabito che portano in alto il valore della Religione Cristiana. Spettacolare ed emozionante, è la discesa della Madonna di Lourdes nella chiesa a San Giuseppe, e quella della processione a mare della Madonna di Pompei di Porto Salvo e soprattutto la processione di San Bartolo, Patrono e Protettore dell'Arcipelago Eoliano.Ho avuto anche modo, di rendermi conto che durante l'inverno a Lipari si muore mentalmente di noia, mentre la desolazione è in forte aumento.

Quasi tutti i pubblici esercizi e locali vari restano chiusi, tranne quelli di Pianoconte, e soltanto gli uffici essenziali come quello postale, le banche e l'edicola di Mimmo Belletti, resta un punto d'incontro; come saltuariamente il Centro Studi di Ricerca e della Storia di Via Maurolico. Solo pochi locali aperti, uno in modo particolare a fornire assistenza di beveraggio agli irriducibili bevitori di birra e altro che inscatolati in un box di plastica trasparente di pochi metri quadri, sotto il marciapiede rimangono stretti come sardine, per lunghe ore.

Durante il periodo di Natale, quando a Marina Corta era in vigore il coprifuoco causato dall'assordante silenzio e dall'abbandono totale, come il locale notturno di Frank Puglisi, la malinconica deserta Marina Corta deserta, con alcune barche, tirate a secco sulla piazza, sembrava un paesaggio tipico venuto fuori dalla tavolozza di Armando Saltalamacchia, il noto pittore di Via Maurolico. Gli amici dell'Associazione San Cosma e Damiano, capitanati dal sempre attivo e carismatico vice presidente Mimmo Ziino, incuranti dell'intenso umido freddo dentro la chiesetta del Purgatorio, ripristinano il delizioso presepe del mare assieme ai soci: Salvatore Basile, Antonio Iacullo, Peppuccio Costanzo,

Enzo u Niuru e consorte Sig, ra Cettina, Enzo Virgona e altri, Bartolo D'Ambra impegnato a mandare on aire piacevoli brani musicali di aria natalizia. Magnifica è stata l'idea dell'insegnante o professoressa Provvidenza Munafò, di far creare agli alunni delle Scuole di Lipari e dintorni, piccoli presepi e esposti nella sacrestia fino al sei gennaio. Tutte le piccole opere essendo state visitate sia da un pubblico giovanile sia da adulti e anche da turisti che si trovavano a Lipari, hanno ammirato e apprezzato le opere degli alunni. Assente per malattia e fuori Isola, era Luigi Monaldi, il "custode". La grande stella cometa l'unico simbolo del Natale, posta sulla facciata della chiesetta del Purgatorio e su quella di San Giuseppe, illuminava anche buona parte della banchina, della piazza e il piccolo chiosco, dove, alcuni pescatori imbacuccati e infreddoliti dall'intensa umidità marina, giocavano a carte, mentre altri si riparavano dalla pioggia in quello del Ristorante Al Pescatore.

In quella malinconica deserta Marina Corta dove anche Cristo come a Eboli sì è fermato, io continuo a chiamarla Piazza San Bartolo, il "Salotto di Lipari" ma che di Salotto non c'è neppure l'ombra! Anche nel centro città si viveva un'aria di tristezza e di rassegnazione. L'unico a essere un pochino illuminato era il Corso Vittorio Emanuele, mentre tutte le altre Vie: Garibaldi, Umberto I, Mancuso, Prof. Tommaso Carnevale, lungo mare Marina Lunga e le altre Vie del circondario, sembrano disabitate, commercialmente bistrattate.

L'Arcipelago delle Eolie, s'identifica come il territorio di perle nere del turismo internazionale, anche se, sulla Carta geografica dell'Italia, sono rappresentate come piccole macchie d'inchiostro che si vedono a mala pena; forse, cadute o buttate a casaccio dalla penna d'oca o dal calamaio di uno stanco vecchio bizzarro cartografo. Ora nell'Arcipelago"Patrimonio Mondiale Umanità Unesco" si sta creando una diatriba fra Enti siciliani, Funzionari, isolani e non solo. Addirittura si vorrebbe organizzare un referendum, per farlo o no, cancellare dalla Word Heritage List, roba dell'altro mondo! Sicuramente la meravigliosa cittadina, non amata dai propri abitanti che la bistrattano con molta chiarezza, ma nonostante tutto, non si possano rinnegare le preziose bellezze della natura, un Museo di cinquemila anni di storia (trascurato), di panorami mozzafiato che altre località turistiche non hanno.

La città di Eolo è anche penalizzata dall'inciviltà di alcuni presuntuosi personaggi in cerca d'autore di Lipari, proprietari di animali (cani) di grossa taglia, che con atteggiamento quasi di sfida nei confronti di tutti, continuano a lasciare incustoditi e liberi di fecare i propri bisognini ovunque nelle Piazze, Corso, strade importanti e viuzze del centro storico, dando agli abitanti e visitatori turistici un'immagine indecorosa d'indecenza ambientale inqualificabile.

--Turismo & piccole divagazioni.
Il Campionato Mondiale di Calcio Brasil 2014, penoso per noi italiani, finalmente è terminato con il grande trionfo meritato e con tante congratulazioni alla Germania Unita.
Certamente la visione della parata di grandi e piccoli lussuosi panfili attraccati e non nella rada di Marina Lunga e al largo della baia di Marina Corta, fa supporre che si crei in città, un grosso movimento turistico negli alberghi locali. Invece è soltanto un turismo immaginario, poiché questi vacanzieri che frequentano le coste di Lipari, non pernottano negli alberghi e non fanno neppure un bagno non vi sono spiagge. Sicuramente i personaggi del mondo dello Jet Set, destano curiosità e apprezzamento dando però un'ottima immagine turistica a Lipari. In realtà sono molti gli abitanti che dubitano e pensano dichiarandolo apertamente, che i vacanzieri dei panfili e dei barconi, recano più danno che utilità, lasciando sul posto soltanto spazzatura, (anche se rispetto il loro pensiero, non sono d'accordo). Questi "famosi"e non, personaggi del mondo vacanziero della navigazione internazionale; sono alla spasmodica ricerca di riposo assoluto ma, anche di divagazioni, eventi particolari ma, soprattutto di nuove località turistiche di prestigio attrezzate, più accoglienti e frequentati da un turismo per pochi. Come avviene in altre Località costiere, anche a Lipari i panfili si fermano per fare Shopping di souvenir interessanti e curiosare tra le poche boutique degli stilisti, come in Costa Smeralda, Porto Rotondo, Montecarlo, Portofino, Rimini, Riccione e via di seguito. Per loro è importantissimo lasciare un buon ricordo, chiudendo in bellezza la serata con una cena particolare, possibilmente a base di crostacei, pesce e di tipiche specialità locali, da gustare possibilmente a lume di candela. Importantissima e particolare deve essere l'atmosfera nei ristoranti di nicchia e di qualità superiore che a Lipari non mancano. Tra gli ottimi Ristoranti, sicuramente i più gettonati per la"Località" e non solo, secondo il mio parere sono: il Centenario Ristorante Filippino, il Ristorante E' Pulera, il Ristorante Garden 25, La Nassa, l'Anfora nel vicoletto e gli unici a Marina Corta, Al Pescatore e Al Pirata (di fascino particolare unico sul mare). Naturalmente fanno la parte del leone anche le storiche Trattorie che hanno una loro clientela affezionata e che sono apprezzate per la semplicità e ricchezza della tipica cucina liparota come la Trattoria D'Oro, la Trattoria Da Bartolo, Del Vicolo, Il Galeone, Ritrovo Sottomonastero, Nenzyna e la Sfiziosa di Via Roma a due passi da Marina Corta. Insomma una scelta non facile, invidiabile e sicura per tutti i vacanzieri che frequentano la cittadina e frazioni del Capoluogo "Patrimonio Umanità Mondiale Unesco". Quel caldo pomeriggio domenicale, la Baia di Marina Corta era circondata di barconi, barche e panfili, uno spettacolo stupendo! Eravamo seduti al bar Al Gabbiano di Mimmo e Bartolo, assieme all'amico Piero Roux, Raimondo Russo e Massimo De Luca, quando la mia attenzione è stata rapita da un altissimo albero appartenente al panfilo nero Inglese Williams e da un suo motoscafo che cercava nella rada di Marina Corta, un attracco di fortuna che non trovava. Alla fine i due uomini dell'equipaggio non persosi d'animo, hanno sbarcato un Gentleman e due elegantissime gentil donne, quasi "spinte" per il sedere in un piccolissimo spazio del Chitarra bar di Nicola Merlo. A proposito di Marina Corta, ho notato che alcuni clienti che si erano recate per una cena al Ristorante Al Pescatore per assaporare la buona cucina, a causa dell'assordante volume della musica, a malincuore hanno rinunciato andando via (erano undici stranieri). In questo momento di grande crisi, è veramente spiacevole per un imprenditore turistico, perdere clienti. Secondo il mio parere, sarebbe il caso di rivedere il palco (spartano per essere sincero) che dovrebbe stare, dove è sempre stato e non al centro della piazza a pochi metri dai locali. La musica non dovrebbe essere da discoteca, per questa è a disposizione il famoso "Turmalin" oppure il Sea Light di Canneto. Gradevolissima invece è stata la serata musicale di domenica sei luglio scorso, come magnifica è stata l'esibizioni delle ragazze e della Band del bravissimo Marco Manni & C. Sarebbe però opportuno che le prove e gli accordi degli strumenti, si tenessero a basso volume e possibilmente in orari adatti per non disturbare i clienti dei locali pubblici e che non durassero per tutto il pomeriggio e fino a inizio spettacolo.

---Trasporti - Turismo & Caos nei Porti.
In questo periodo d'inizio stagione, ovunque è caos persino nei porti.
Un pomeriggio da cani, un caldo torrido con un alto tasso di umidità sul molo del porto di Cagliari, dove l'unica compagnia di navigazione compie la traversata per Civitavecchia e Palermo.
All'ingresso dell'unico svincolo della superstrada 131 per il porto, un caos infernale, auto parcheggiate a destra e a sinistra, non lascia spazio alle auto che devono recarsi all'imbarco per Civitavecchia, in partenza alle diciotto e per Palermo alle 19.30. Non esiste controllo né assistenza portuale e tutti fanno come vogliono, soprattutto i presuntuosi e arroganti di turno che s'infilano dove non dovrebbero e tutti con i motori accesi, un bollente asfalto, sotto un sole cocente, con finestrini aperti, bambini che piangono, cani che abbaiano, insomma un'altra vergogna tutta portuale che con poco controllo si potrebbe evitare. Proseguendo nell'incertezza e seguendo le auto si arriva a un controllo, dove gli uomini delle fiamme gialle dopo aver dato uno sguardo al biglietto, al documento e all'auto, lasciano proseguire fino a dove un marittimo ti turno, chiede dove vai e alla risposta Palermo, m'indica di andare a sinistra senza altra informazione. Parte carica con migliaia di passeggeri, camion e auto al seguito e con ritardo la nave Amsicora diretta a Civitavecchia. Dopo un'ora d'attesa senza annunciarlo danno il via all'imbarco quando un barbuto marittimo t'inchioda con una mano per fa passare un'altra auto, poi viene il mio turno, ritira il biglietto, mi consegna senza una parola un adesivo per l'imbarco. Sono sulla nave traghetto Dimonios, definita l'Autostrada del mare, che fu qualche anno fa noleggiata dall'ex Assessore al Trasporto Christian Solinas dell'ex Giunta Cappellacci, ora acquisita dalla nuova Tirrenia CIN di Onorato, Morace e Aponte, per la spola tra la Sicilia e Campania. La nuova compagnia per risparmiare, ha anche abbandonato la funzionale stazione Marittima del molo Ichnusa sul lungomare Via Roma al centro di Cagliari. Non avendo trovato una cabina a disposizione, la disponibilità è limitata, ho trascorso una lunga notte insonne su una poltrona poco comoda per trascorrere dodici ore di traversata, in un piccolo salone e tra il pianto di alcuni bambini che piangevano e personaggi vari che s'erano tolte le scarpe e altri che russavano fortemente. Dopo l'arrivo a Palermo proseguo per l'autostrada A19 /A20 Catania Messina e al primo rifornitore faccio una leggera colazione. Come facevo altri anni attraverso Cefalù, famosa cittadina turistica di Federico II, la città della ceramica Santo Stefano di Camastra e Sant'Agata Militello. Prima di ripartire mi fermo a fare il pieno di gasolio nell'ultima sosta all'Area di Servizio Tindari, a pochi chilometri dello svincolo per le Eolie. Arrivato a Milazzo, mi reco al primo ingresso indicato per l'imbarco della Compagnia delle Isole S.P.A. Avevo la prenotazione e credevo anche del biglietto online e seguendo la segnaletica mi fermano al primo ufficio di controllo. Presento la documentazione, mi dicono che devo presentarmi direttamente all'agenzia per il cambio del biglietto per poi riportarlo a loro per la vidimazione. Mi reco alla prima agenzia della Compagnia delle Isole e qui mi dicono che devo recarmi alla biglietteria del porto aliscafi, cosa che con fatica faccio e dopo aver fatto la sosta e avuto in cambio i biglietti, ritorno indietro al punto di partenza, dove mi vistano i biglietti dicendomi che ora posso recarmi al box della sbarra per il controllo, ingresso e a mettermi in fila di assegnazione per la località prenotata.
Ho eseguito online sul sito della compagnia, una laboriosa prenotazione e acquisto immediato con carta di credito, anche del diritto di prevendita, senza alcuna garanzia di priorità, qualora esistesse. Mi sento insoddisfatto di questa assurda pretesa, chiedo quindi alla Compagnia di Navigazione delle Isole S.p.A., se non sarebbe il caso di rivedere ed eliminare questo inconveniente snellendo questa prassi che a mio parere è incomprensibile e, crea inoltre panico e ulteriore difficoltà soprattutto agli stranieri che con moglie e bambini al seguito, non capiscono queste noiose manovre, visto anche la distanza e la difficoltà di trovare parcheggio intorno alla biglietteria e col rischio di buscarsi anche una multa dai vigili locali e di perdere anche l'imbarco, visto che l'acquisto online sembrerebbe non avere valore. Non vado oltre ma, sarebbe anche il caso di rivedere l'aleatoria aria "condizionata" nel grande salone panoramico della nave Filippo Lippi. Sarebbe anche il caso di far ripristinare le TV esistenti almeno per i bambini che devono stare fermi per due ore prima di arrivare a destinazione. Avvicinatomi al locale bar, mi sono subito reso conto del motivo che poche persone lo frequentano. Secondo me è causato dallo squallore che non desta alcuna attenzione. Se si continua ancora a tenerlo privo di tutto; non invoglia nessuno a frequentarlo e sarebbe veramente il caso di tenerlo chiuso. Due persone sono sedute dentro il bar per tutta la durata del viaggio, mentre secondo il mio parere si potrebbero essere utilizzati altrove, per esempio ad aprire e chiudere le pesantissime porte di accesso al salone, che non essendo chiuse con delicatezza dai passeggeri e non, non fanno altro che sbattere di continuo "molto" rumorosamente, recando ai passeggeri molto fastidio. Mentre al bar potrebbero essere utilizzate tutte macchinette di distribuzione automatiche di bibite, caffè e altro a pagamento, che farebbero sicuramente più bella figura. Grazie per l'attenzione.

---La processione di Sant'Efisio

La tradizionale processione che si svolge a Cagliari il 1° maggio in onore di Sant'Efisio, nacque nel 1657, come scioglimento di un voto fatto al Santo dalla città di Cagliari, colpita dalla peste. Da allora, ogni anno si svolge una processione (questa è la 353.ma) che parte dal quartiere di Stampace e arriva fino a Nora, ove Sant'Efis venne martirizzato il 15 gennaio del 286 o del 303.
Alla processione partecipano gruppi folk provenienti da ogni parte dell'isola. Tutti indossano il costume tradizionale del proprio paese. Sfilano le traccas (carri a buoi decorati e addobbati a festa), i cavalieri del Campidano e i miliziani, la guardia del santo-guerriero.
Dopo il passaggio del cocchio col simulacro del Santo, la processione prosegue fino a Nora, ove la statua resterà esposta alla venerazione dei fedeli fino a 4 maggio, quando farà rientro a Cagliari.

SARDEGNA - Le spiagge più belle del Golfo di Orosei
Là dove i monti del Gennargentu scendono verso il mare, la costa alta della Sardegna orientale disegna un profilo ampio ed incurvato, teatro delle più belle e selvagge spiagge sarde: il golfo di Orosei. Questo tratto di mare è privo di una strada costiera, e questo forse ha protetto un ambiente incontaminato dove il mare regna sovrano, modellando spiagge e rocce, tingendo di turchese un paesaggio ricco di suggestione.

La celebrità di Cala Gonone ha origine antiche, legate soprattutto alle peculiarità geologiche di questi lidi. Ad esempio tutti avranno sentito parlare della grotta del bue marino, celebre cavità carsica dove viveva, fino a qualche decennio fa, la foca monaca. La visita alla grotta è consigliabile, ci sono barche che partono da Cala Gonone e conducono alle grotte, non raggiungibili da terra se non a piedi, per sentieri. Una volta entrati il gioco delle luci, i riflessi dell'acqua di mare sulla volta tra stalattiti e stalagmiti, vi lasceranno davvero senza fiato.

Poco più a sud si trova invece Cala Luna (tra le spiagge più belle della costa orientale), una piccola spiaggia nelle dimensioni, ma come fama una delle più importanti di Sardegna. Bianche rocce calcaree con falesie a picco e ricche di grotte, acque che virano dal turchese chiaro al blu profondo del largo, la tranquillità di trovarsi nel centro del Mediterraneo, lontani da automobili e smog.
Anche Cala Luna non è raggiungibile con l'automobile, se siete temerari del trekking potete tentare la passeggiata per i ripidi sentieri, oppure affidarvi al servizio di barche che viene organizzato da Cala Gonone.

Un altra cala degna di nota è Cala Mariolu, famosa per il contrasto dell'arenile ciottoloso dai colori candidi con le tonalità turchese delle limpide acque della baia. Più a sud si trova Cala Goloritzè, anch'essa raggiungibile a piedi, attraverso ripidi sentieri, una spiaggia famosa specie per gli appassionati di free climbing. Come un gigantesco campanile una torre di roccia, la Guglia, alta 140 m, di cui 120 a strapiombo con un panorama dalla cima che lascia sgomenti per la sua vertiginosa bellezza.

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