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Ore 3 di notte del 15 marzo 1978

"Al ladro, al ladro" urla terrorizzata Nunziatina Paino dal primo piano di una villetta in contrada Pianoconte, mentre un'ombra, al pianterreno scavalca una finestra e scompare nella campagna.

I carabinieri chimati dalla convivente nipote, anch'ella tremante di paura, accorrono poco dopo e, a seguito di pronte ricerche nella zona, rintracciano un individuo di mezza età, nascosto e infreddolito, in un vecchio rudere.

Arrestato in quasi flagranza del reato di tentativo di furto aggravato, viene condotto in caserma.

Ore 9 del mattino, ufficio del Pretore.

In sede di convalida dell'arresto il giudice accetta che l'uomo, coniugato con figli e incensurato, è noto in paese in quanto cusode del campo da tennis.

Interrogato sul fatto si avvale della facoltà di non rispondere.

Il Pretore sente come parti offese l'anziana donna e la nipote trentenne, che raccontano, ancora sconvolte, di aver sorpeso il ladro in casa, fortunatamente fuggito dalla finestra.

Ore 9 del 10 novembre 1978, aula della pretura.

Vista la notorità dell'imputato, al processo per direttissima assite mezzo paese.

Interrogato l'uomo rimane in silenzio, pur fissando il giudice con occhi sgranati e facendo una smorfia con la bocca, quasi invocando uno sofrozo di comprensione.

Nunziatina Paino, confermando la denuncia, raccomnta di aver avuto molta paura, non tanto per sè ma per la nipote, ragazza timida e riservata, che dormiva sola nella sua stanzetta a pianterreno.

Aggiunge che la poveretta da quella notte era ancora sotto choc.

In effetti la nipote interrogata con molta delicetaezza dal pretore, si mimita a ripetere "mi scantai, mi scantai assai!!".

Al termine del processo sulla base del rapporto dei carabinieri e delle testimonianze il pm chiede la condanna dell'imputato a 9 mesi di reclusione e 100 mila lire di multa.

Mentre il pretore si alza per avviarsi alla camera di consiglio, per l'inevitabile condanna, una voce dal banco dei testimoni si leva nell'aula "signor giudice posso fare una dichiarazione?".

"Prego sigorina dica".

"Io l'amo, io l'amo".

Qualche minuto dopo.

"In nom,e del popolo italiano il pretore di Lipari assolve Biviano Antonio dal reato ascrittogli per non aver commesso il fatto".

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