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di Gianpaolo Gottardi*

ISOLA DI SALINA CURIOSITA’ CARTOGRAFICHE

La navigazione cartografica di questa settimana ci porta all’isola di Salina.
Iniziamo subito ad osservare con attenzione le due carte di quest’isola, antica e moderna, e notiamo, per la prima volta in questo nostro curioso viaggio, che nel 1851 la denominazione della secca qui localizzata era indicata in lingua inglese.

Prenderemo atto, nel seguito del nostro viaggio, che tutte le secche dell’arcipelago eoliano, importanti per la sicurezza della navigazione, erano indicate nel 1851 in lingua inglese. Molto probabilmente le operazioni di scandaglio dei fondali erano state fatte dalla Marina Inglese e il nome dato alle secche si riferiva all’ammiraglio responsabile delle operazioni.
Poco più di due miglia a Nord-Est di Capo Faro, ai tempi denominato Punta Apullara, ci imbattiamo infatti in una secca posizionata in un luogo davvero strategico per la navigazione tra le isole.

Questa secca, tanto cara ai giorni nostri sia a pescatori di ogni tipo che ai subacquei, si chiamava nel 1851 “Rocce di Penrose” e, diversamente da oggi, presentava due scogli a fior d’acqua circondati dal cappello della secca a 4 metri di profondità.
Attualmente su questa secca, oggi chiamata Secca del Capo, gli scogli semisommersi non ci sono più e il suo cappello è stato abbassato, sicuramente ad opera dell’uomo, a 8 metri di profondità. Vista la posizione di grande transito, questo basso fondale non elimina certo il rischio di collisione per le grandi navi.

Curiosa la presenza dello Scoglio della Piramide nella cartina antica mentre non ce n’è alcuna traccia sulla carta moderna.
Pur non riguardando la navigazione, non si può fare a meno di notare, nella carta del 1851, il preciso dettaglio che riguarda le saline di Punta Lingua. Ad indicare l’importanza strategica del luogo, sono state così meticolosamente indicate da poterne addirittura contare le vasche: due grandi e due più piccole.

Infatti il sale, da sempre e per molti decenni a seguire non essendoci in questi luoghi disponibilità di ghiaccio, continuò ad essere l’unico mezzo di conservazione del pesce. Le barche da pesca che restavano in mare anche più di una settimana prima di raggiungere uno degli importanti mercati di vendita della costa siciliana, come ad esempio quello Milazzo, non potevano assolutamente farne a meno.

Va notato inoltre che Punta Lingua, a conferma della sua importanza, è una delle uniche due località di Salina, insieme a Santa Marina, ad avere mantenuto nel tempo lo stesso nome.

*Amministratore della società G.T.C. che si occupa di settori alimentare, industriale e farmaceutico di Milano

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