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di Ennio Fiocco

Il capitano William Henry Smith e il Sig. Subba nel 1815 a Stromboli.

Mi sono imbattuto casualmente, durante una mia ricerca, su un disegno conservato presso il Museo Nazionale della Certosa di San Martino di Napoli. Si tratta della “Veduta del vulcano di Stromboli” realizzata nel 1815 in acquaforte e in discreto stato di conservazione (di mm 115 di altezza per mm 167 di larghezza). In particolare, la veduta, nella parte inferiore riporta la seguente dicitura: “Disegnata dal Sig. L. Subba allorché nel 1815 delineava i punti di Dimarcazione Antichi e Città della Sicilia per servire alla Carta Nautica del Sig. W. H. Smyth”.

Nel 2022 avevo pubblicato una mia ricerca, comprensiva di disegni delle isole Eolie, dal titolo: “William Henry Smith e le sue carte” evidenziando che “La Sicilia non era stata mai oggetto di un rilevamento regolare durante il Regno indipendente...; quindi per anni i lavori dello Smith hanno esercitato una funzione di “supplenza”, almeno per le aree litoranee. La Sicilia dei cartografi è affascinante, niente è meglio delle antiche carte geografiche per spostarsi con l'immaginazione...l'atlante “siciliano”, viene da lui stesso intitolato The Hydrography of Sicily... a rimarcare il contenuto di carte prevalentemente nautiche...

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Pur avendo percorso i mari e gli oceani del mondo, Smyth studia e rileva soprattutto le coste del Mediterraneo e le sue isole, fra cui alla maggiore, la Sicilia, riserva una speciale attenzione...”. Appare incontrastato che lo Smyth fu ben presto noto ai contemporanei e apprezzato come uno dei migliori cartografi del suo tempo. In una pubblicazione di E. Manzi del 1982 in “Bollettino della Società Geografica Italiana”, viene riportato che “Nel panorama cartografico dell'Italia meridionale Smyth è figura di assoluta eccellenza. I1 futuro contrammiraglio rese indirettamente alla Sicilia e al Mezzogiorno un grande servigio...I1 nostro capitano...non può essere accomunato a un qualsiasi rilevatore straniero, al seguito di un esercito o una flotta occupanti, incaricato di operazioni gromatiche o idrografiche di stretta utilità contingente, il cui prodotto risulta magari preciso dal punto di vista «tecnico»...ma freddo, distaccato, poco percettivo delle sintesi corografiche.

Smyth, invece, era un buon conoscitore delle regioni mediterranee e in particolare della Sicilia; trasfuse perciò nelle rappresentazioni dell'isola, e nel commento relativo, qualcosa di più e di meglio di quanto un comune rilevatore, privo della sua sensibilità territoriale, avrebbe fatto. I lavori «siciliani» di Smyth sono un punto basilare della storia della cartografia dell'isola; inoltre i rapporti diretti o mediati fra il suo lavoro, le sue produzioni, e l'ente cartografico del Regno meridionale furono abbastanza frequenti, talora avallati ufficialmente....Dunque Smyth cartografo della Sicilia...è anzitutto un osservatore più smaliziato, e vede la realtà naturale, economica e sociale dell'isola da geografo, da marinaio e da cartografo...”.

Con la presente ricerca intendo approfondire un piccolo aspetto, a seguito del rinvenimento della“Veduta del vulcano di Stromboli”, conservata come già detto, presso il Museo Nazionale della Certosa di San Martino di Napoli. L'autore del disegno è un certo “Sig. L. Subba” il quale proprio “nel 1815 delineava i punti di Dimarcazione Antichi e Città della Sicilia per servire alla Carta Nautica del Sig. W. H. Smyth”. Pertanto, risulta che lo Smyth si sia avvalso - presumibilmente per un certo periodo per la realizzazione e gli atti preparatori della Carta Nautica - dell'aiuto del collaboratore e disegnatore “Sig. L. Subba”, di cui non si hanno notizie e che potrebbe trattarsi, dal cognome, di un eoliano.

Va esaminato il disegno in acquaforte. Si nota lo Stromboli in eruzione con dei piccoli massi che fuoriescono; sulla sinistra, a metà foglio, sono rappresentati tre uomini che stanno scalando il vulcano e in lontananza si intravedono due imbarcazioni. Infine, va esaminata la scena molto interessante a destra del foglio, dove si nota una piccola imbarcazione a cui sono addetti ai remi due marinai con il loro caratteristico copricapo. Si nota la presenza di un ufficiale inglese in divisa militare e del disegnatore che potrebbe essere lo Smyth in abbigliamento del tempo e che indossa il cilindro. Infine, è rappresentato un ombrello inclinato per meglio garantirsi dai raggi solari e dalla calura e si intravede una figura con copricapo che potrebbe essere una donna.

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