di Salvatore Leone

Ci vorrebbe veramente il contatore del turismo invisibile. Quello che esiste alle Eolie ma non si vede. Eppure consuma ambiente e territorio e alla chetichella alza le vele o usa la manetta per arrivare e ripartire. Senza tassa di sbarco. E’ il turismo charter quello che raccoglie, dai porti tipo Porto Rosa o Lamezia e tanti altri posti imbarco compresi quelli stranieri, le prenotazioni per semplici tour alle Eolie con cene sulle spiagge o a bordo. Magari poi sparpagliando qualche sacco d’immondizia e ripartire. Senza spendere un euro sul territorio e creando una concorrenza sleale a alberghi, ristoranti e il resto della filiera compresi i barcaioli eoliani in competizione con armatori che esercitano come secondo lavoro questa attività crocieristica. Gli affari vanno bene perché le barche diventano sempre più grandi e magari non si pagano tasse.