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Categoria: Opinioni

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di Enza Scalisi

Coraggiosa la scelta di “Piccolo corpo” di Laura Samani, da parte del gruppo dei Magazzino di Mutuo Soccorso, che ci immerge in un’atmosfera ancestrale, viscerale connettendoci a radici arcaiche. Segno anche di fiducia in un pubblico, in religiosa contemplazione, che in una società pragmatica, materialista ha nostalgia di incantesimo, mito, miracolo.
Uno dei temi la memoria, legata alla sepoltura e al nome, segno di unicità, di esistenza, negati ai bambini nati morti. Da qui la ribellione contro i pregiudizi di una religione disumana, in un’odissea di ascesa e profondità, che recupera l’umano della religione naturale.

Se Antigone si ribellava alle leggi dello Stato che negavano la sepoltura al fratello accusato di tradimento, la “colpa” della figlia di Agata è “non aver respirato “, quindi indegna di battesimo.
Il mondo classico è evocato nella visione panica, profonda fusione tra uomo e natura, lo Sfero di Empedocle, equilibrio perfetto, pacificazione degli opposti, che poi si distaccano dall’unità originaria, generando conflitto, tensione: vita- morte, maschio-femmina, mare-terra, corpo- anima.

“una e la stessa è la via all’ su e all’ingiù …la stessa cosa sono il vivente e il morto…negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo.. “ (Eraclito)
Il viaggio di Agata è coraggio, determinazione, ribellione in un contesto arcaico, fatto di tradizione e usanze, in un linguaggio essenziale, emanazione dei luoghi.
Sulle spalle, in una sorta di fusione, la cassetta preziosa che chiude il frutto delle sue viscere, in un’intimità recuperata, indissolubile, che si scioglie solo a mare, simbolo del liquido amniotico, in un ritorno all’unità pacificata dello “Sfero”.

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Sul filo conduttore del difficile rapporto generazionale, tema della rassegna, il quarto film dei “Racconti d'estate” , proposto dai ragazzi del Magazzino di Mutuo Soccorso.

Sullo sfondo la guerra civile libica, carica di odio e distruzione come tutte le guerre, ma non definita da categorie storie che distinguono buoni-cattivi, torto-ragione, perché come in tutte le guerra, soprattutto quelle intestine, vittime e carnefici non si possono distinguere in modo netto.

Gli eventi si snocciolano in un lungometraggio di sequenze fotografiche e filmati, in cui si riflette lo stato d'animo della protagonista Maia, attraverso il filtro dello sguardo della figlia Alex, per cui la guerra esterna si interiorizza nella devastazione dell’anima.

Come ci ha insegnato Freud la rimozione fa danno. Maia da ragazza vitale, passionale, ricca di interessi si trasforma in una donna fredda, anaffettiva anche nei confronti della figlia. Finché il pacco esplosivo, serbatoio di memorie, non destabilizza quella parvenza di vita, grazie al desiderio di verità di Alex, che fa saltare il tappo che sigilla la storia di tante vite. Inizia quindi il doloroso, terapeutico percorso di rievocazione che riconduce al recupero del rapporto madre-figlia, alla pace interiore, al recupero degli affetti in una esplosione di felicità. È la catarsi.

Lipari, alle 19,30 a "Villa Santa Lucia" si presenta il libro del giornalista-poeta Giovanni Bracco

 

di Tilde Pajno

Giovanni Bracco è giornalista e poeta : ha pubblicato numerose raccolte di poesie a partire dal 2015 ed è stato tradotto anche in inglese e spagnolo.
“Route 96 bis “ è il suo primo romanzo ed è anche la sua “prima volta” a Lipari. Sarà quindi un vero piacere conversare con lo scrittore sui temi affrontati dal racconto : emigrazione, ritorno, paesaggio.

Non fatevi ingannare dal titolo dell’opera : la Route 96 bis non è l’americanissima Arizona State Route che attraversa l’Arizona (ricorderete il bellisimo film “Bagdad Cafè” del 1987) ma la strada statale che collega la Puglia alla Basilicata, i paesi che Bracco racconta sono invece frutto di fantasia anche se percepiti come luoghi dell’anima e del ritorno.
In una Lucania immaginata ma verissima, tre lunghi racconti seguono vite che si toccano, si incontrano ma non si legano mai completamente.

Peppino, emigrato in Germania e sua moglie Sisina ; Silvia e Antonio, la loro storia solo sfiorata e quello che ne seguirà; la bella e fragile Carmen, che si perde, e il timido sarto Amedeo, innamorato delle dive di carta del cinema.
Vite di piccoli paesi, dove si rinnova l’incanto del paesaggio e dell’eterno ritorno, raccontate con realismo ma venate di poesia.

Vi aspettiamo venerdì 30 giugno p.v. ore 19,30 a Villa Santa Lucia Lipari.

 

 

Ancora una scelta vincente la proposta del film “Otto Montagne” per “Racconti d’Estate”,” Il Cinema in piazza” dei ragazzi del Magazzino di Mutuo Soccorso, cui va il dovuto riconoscimento della determinazione, dell’entusiasmo, dell’amore per la cultura e la bellezza.

Lo spazio incantata del Castello di Lipari favoriva la visione del film, che è “contemplazione” come suggerito nella presentazione di Sergio Barone. Anzi totale immersione in una natura, che avvolge e permea la vita dei protagonisti. E’ il Sublime, di kantiana memoria, di fronte a cui avvertiamo la nostra fragilità, ma anche la grandezza e la vertigine della scelta. Perché scalare le montagne è anche un viaggio nell’interiorità, duro confronto con ciò che vogliamo essere, sfida, con l’inevitabile scarto tra ideale e concretezza, tra conquista e fallimento, tra “il tempo della leggerezza” e “il tempo della gravità”.

Su tutto domina l’amore: quello forte, radicato tra i due bambini, poi uomini; quello recuperato, dopo la sua morte, con un padre ingombrante, visceralmente innamorato della montagna; quello per la natura, non “retorica astrazione”, ma fatta di vette, ruscelli, laghi, pietraie, animali. Casa dell’uomo.

La “contemplazione” ha avuto il valore aggiunto dell’incanto di un cielo rischiarato dalla luce soffusa di un’intrigante falce di luna.

 

L'associazione Magazzino di Mutuo Soccorso è lieta di invitarvi alla presentazione del libro Il mare colore veleno, del giornalista Fabio Lo Verso, corredato dalle foto del reporter Alberto Campi.

Un viaggio-inchiesta fra Augusta e Siracusa, in cui l’autore fa luce sui tossici risvolti dell’inquinamento industriale e dà voce alle persone che portano sulle loro spalle il peso del disastro, a madri e mogli di vittime del tumore, a pescatori e operai.

È un racconto in cui emerge il freddo livore dei negazionisti del nesso fra morti di cancro e industria, un nesso ormai sancito dalla scienza. Un libro che sonda il presente senza mai scollarsi dal passato e fa sorgere una tenue speranza per il futuro di un territorio devastato dalle industrie.

APPUNTAMENTO VENERDÌ 23 GIUGNO, ORE 19:00, ALLA SAGRESTIA DELLA CHIESETTA DEL PURGATORIO (MARINA CORTA, LIPARI)

Le associazioni animaliste festeggiano per la sospensione dell'abbattimento dell'orsa, disposta dal Tar, che ne ha accolto il ricorso. Non so se gioisce JJ4 (forse meritava un nome, piuttosto che una sigla), sradicata dal suo habitat, separata dai suoi cuccioli, rinchiusa in spazi angusti, inconsapevole della colpa. Il rischio di un ergastolo per un animale è più crudele che per gli umani, che possono sempre sperare in una revisione del processo, in uno sconto di pena, in un indulto...

Per un animale è solo cieca sofferenza, senza ragione. C’è da augurarsi che la sospensione della condanna possa essere propedeutica ad un trasferimento in un habitat idoneo, recintato da segnalazioni che pongano un limite ragionevole nella spartizione di questa terra, che non è monopolio degli umani. Una parvenza di vita in gabbia non è preferibile alla morte.

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E Tar ha accolto nuovo ricorso...

Sospeso dal Tar di Trento l'abbattimento dell'orsa JJ4. Lo comunicano Enpa, Leidaa e Oipa in una nota congiunta spiegando che, accogliendo il ricorso presentato dalle associazioni, "il Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento, in sede monocratica, ha sospeso l’efficacia del decreto con cui il presidente della Provincia Maurizio Fugatti dispone l’abbattimento dell’orsa JJ4, considerata responsabile della morte del runner Andrea Papi e attualmente detenuta nel centro faunistico del Casteller". Fino alla data della prossima udienza collegiale la Provincia non potrà dunque procedere all’abbattimento.

Stromboli, terremoto nella notte

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L'evento di magnitudo 3.0 è stato registrato alle 4:53 dall'Ingv di Roma al largo dell'isola di Stromboli.

La scossa non è stata avvertita da isolani, villeggianti e turisti perchè l'ipocentro è avvenuto ad una profondità di 275 chilometri. 

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