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di Diego Celi 

L'immunità dei magistrati

Nessuna professione è immune da colpa ad eccezione dei magistrati: nemmeno i sacerdoti dell'antico Egitto godevano di un simile privilegio nonostante fossero considerati semidivinità. In Italia, i magistrati, sono ammantati da un'aura mistica e sovrannaturale, intoccabili custodi del giusto e, per questo esenti nella loro funzione dal concetto di colpa.

I casi di malagiustizia occupano ormai un intero vocabolario, nonostante ciò il PD e il M5S, come falange macedone, difendono questo privilegio medievale e oscurantista facendo eleggere (nel plurinominale!) toghe che non avrebbero i voti nemmeno per rappresentare un condominio. Non basta. Si oppongono con tutti i mezzi per frenare una riforma della giustizia a tutela e protezione di una casta sacerdotale, che Palamara ha descritto con chiarezza solare.

Si resta attoniti e indignati di fronte all'immunità di cui i magistrati godono: Consip e Stefano Esposito gli ultimi casi in ordine di tempo. Non si possono giustificare simili malefatte nascondendosi dietro i concetti della obbligatorietà dell'azione penale e l'indipendenza della magistratura.

Per quanto concerne il primo punto, l'obbligatorietà non può esercitare un predominio sulla certezza della prova dibattimentale (prima di fare entrare un imputato nel tunnel giudiziario, bisogna avere certezza della prova); l'indipendenza, poi, è soggetta alle leggi (cioè anche i magistrati sono tenuti a sottostare). Non pare che questi principi siano chiari alle forze politiche giustizialiste, sicuramente sono ignorati dalle toghe.

L'assoluta immunità li ha resi satrapi e dominatori assoluti della scena politica. Cossiga, ex Presidente picconatore, l'aveva compreso molto bene allorchè dichiarò: "in Italia non importa quanti voti hai, se possiedi la Magistratura...Governi". Esiste poi un altro vulnus anzi una voragine: il connubio mediatico-giudiziario. Non sembra che il Fatto Quotidiano abbia consumato carta e inchiostro per smentire le centinaia di pagine scritte su Consip di condanna preventiva nei confronti degli indagati.

Una legge dell'editoria dovrebbe togliere i fondi (che sono tanti e pagati dai cittadini) a quei giornali forcaioli che alimentano sospetti e distruggono vite e reputazioni. Se ciò avvenisse, però, assisteremmo ad un incremento insostenibile della cassa integrazione!

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Personaggi in cerca d'autore

Salvini e Tajani come personaggi pirandelliani vagano sul palco e proferiscono battute fuori dal copione.
Immaginano di essere attori protagonisti e di prendersi la scena, mentre in realtà alterano il copione già scritto e fanno perdere smalto alla rappresentazione. Non si rendono conto, che il loro ruolo è già molto sopravvalutato nella recita loro assegnata. Come l'Avvocato del popolo, vogliono il proscenio e soffrono di protagonismo.

Ma, se è vero che in una Repubblica parlamentare anche i cespugli fanno parte integrante di una foresta, è certo che gli alberi sono gli elementi più rappresentativi dell'intera flora. Le liti da pollaio che hanno interessato i leader della Lega e di Forza Italia non danno serenità al popolo che li ha votati, al contrario serpeggia fra gli elettori del centrodestra disagio e malumore per le sortite improvvide dei due vicepremier.

Il pontefice del centrosinistra (Bersani) ha già vaticinato la fine prematura della legislatura, parimenti i conduttori della 7 e l'opinionista principe di Repubblica (Giannini) hanno preso vigore e profetizzano per Giorgia Meloni una incombente Waterloo. Basterebbe che i due galli cedroni della coalizione di centrodestra (Lega e FI) fossero più continenti e riflettessero prima di esternare. La dialettica è consentita e opportuna, mentre il narcisismo non è giustificato, soprattutto quando questo diviene colonna sonora di "Per un pugno di dollari".

Dovrebbero ricordare i personaggi in cerca d'autore che nel celebrato film, l'attore principale è Clint Eastwood, gli altri sono personaggi di seconda fila. Sembra che questo concetto basilare sia di difficile comprensione per tanti, non solo per Andrea Delmastro delle Vedove.

Giorgia Meloni: due anni da premier.

Dal quartiere romano della Garbatella a Palazzo Chigi: un miracolo di costanza e intelligenza, esempio per quanti credono nel merito. Priva di natali, che favorissero l'ascesa, ma con una determinazione senza pari ha conquistato il consenso e il cuore di gran parte degli elettori. In campo internazionale si è superata acquisendo credito e considerazione, stupendo i detrattori e facendo infuriare come tori Repubblica e La 7, divenuti organi di disinformazione e di acidi commenti. Può essere considerata ormai la leader dei conservatori europei.
Il limite di questa donna è rappresentato dalla classe dirigente del suo partito costituita da personaggetti tronfi e privi di competenze.

Fra questi sul podio si erge Andrea Delmastro delle Vedove, il quale non si sa per quale fatwa sia ancora assiso sulla poltrona di sottosegretario alla Giustizia, dicastero di importanza capitale che avrebbe bisogno di essere accudito da veri giuristi e da politici misurati e competenti. Eppure, nonostante le gaffes seriali inanellate da questo nano politico, Giorgia Meloni lo difende argomentando che Delmastro è frainteso. Risulta singolare pensare che il Presidente del Consiglio non comprenda la sciatteria del suo sottosegretario e i danni che questo personaggio provoca al suo governo. Per quale motivo non è ridimensionato? Pensare che convogli consenso non pare possibile, perchè privo di empatia e carisma: i motivi non sono comprensibili e ciò lascia attoniti.

Il governo che presiede ha affrontato tempeste internazionali (guerre, crisi della globalizzazione, mutamenti geopolitici) e disastri economici (reddito cittadinanza, superbonus), ma nonostante ciò sta superando con acume i problemi, come prova il disco verde che la Commissione Europea ha mostrato per le politiche finanziarie messe in atto. Insieme alla insipienza della classe dirigente del partito che presiede (FdI), Meloni quotidianamente deve rintuzzare le esternazioni di due galli cedroni (Salvini e Tajani), i quali per visibilità e narcisismo accampano pretese spesso oniriche.

La premier dovrebbe consigliare ai due, la lettura del saggio di Rigoni Stern: "Il bosco degli urogalli" perchè possano essere edotti sul destino dei galli cedroni. Per completezza è doveroso citare Landini che auspica una rivolta sociale. Ma, se è impossibile fare accettare alla sinistra l'esito delle urne, è doveroso da parte della Meloni allontanare dal suo governo gli unfit (gli inadatti).

Battesimo o estrema unzione?

Si tratta di due sacramenti opposti: uno celebra la nascita, l'altro la morte.
La costituente del M5S, di cui la gran parte dei cittadini ignora significato e contenuti, vuole apparire come una metafora religiosa. Se, l'argomento non fosse insignificante, si potrebbe dire che ci troviamo di fronte ad uno scisma. In realtà è una resa dei conti, il tentativo di impossessarsi delle spoglie di un Movimento, che per astrale prodigio irripetibile ha governato il Paese inventando il reddito di cittadinanza, l'abolizione della prescrizione e il superbonus solo per citare alcuni obbrobri perpetrati durante i governi presieduti dai grillini.

Sarà difficile in un prossimo futuro ricordare le gesta di Toninelli e Crimi, Taverna e Di Maio, Di Battista e Patuanelli o più recentemente di Appendino o Floridia. Il furbastro avvocato di Volturara Appula, ha capito da subito l'inconsistenza culturale e politica di questi attori e ha preparato un copione a sua immagine e somiglianza da portare in scena. Solamente due personaggi potevano opporsi alla realizzazione del brogliaccio: Davide Casaleggio e Beppe Grillo. Esautorato il primo, bisognava rendere irrilevante il secondo. La cosiddetta Nova è la fase finale della recita.

Non è stato difficile, perchè la narrazione dell'uno vale uno in realtà ha avuto sempre altro significato ossia "uno vale tutti". Il dittico vero ha permesso a Giuseppe Conte di nominarsi capo supremo e rendere innocuo il fondatore e apostolo del Vaffa. Suscita tristezza, Beppe Grillo, ma allo stesso tempo fa sorridere ricordare come sia divenuto oggetto dello scherno papalino del nuovo marchese penta stellato, il quale gli fa capire che ormai non conta più nulla. Per bontá, forse, gli concederà l'estrema unzione, per apparire un buon cristiano.

 

Il doppio forno delle opinioni

Singolare l'atteggiamento di certa stampa che grida alla censura per Scudati e si strappa le vesti indignata per le dichiarazioni di Elon Musk, il quale ha espresso opinioni che gran parte dei cittadini italiani condivide. Ancora più singolare l'alzata di scudi in difesa della sovranitá nazionale, sebbene esponenti politici della sinistra francese, tedesca e olandese hanno più volte espresso giudizi poco diplomatici sull'operato del nostro governo senza che le auliche firme del giornalismo propal e antifasciste nostrane si indignassero. Criticare la magistratura e il comportamento ideologico di gran parte dei giudici viene considerato lesa maestà, peccato mortale e atteggiamento barbaro.

Queste penne d'oro sono plastica rappresentazione della teoria dei due forni e espressione di doppia morale. Vestali della cultura woke e della teoria gender, considerano economia, sicurezza e immigrazione problemi risolvibili grazie al mantra del politicamente corretto. Si indignano se taluno, fuori dal coro, esprime una opinione o manifesta una visione non conforme al mainstream corrente, mentre come una falange macedone difendono le opinioni di Ilaria Salis. È il caso di affermare che si tratta di un mondo al contrario.

Da politologi attenti e perspicaci vivisezionano la composizione del nuovo governo statunitense e giudicano con sicumera gli esponenti dei vari dicasteri, ma nessuna analisi comparativa viene effettuata sui componenti del governo giallorosso di recente memoria. Si strappano le vesti in difesa dei valori democratici e ingenerano (con scarsissimi risultati) la paura di una deriva autocratica e illiberale. Eppure non danno importanza ai dossieraggi, alla interferenza seriale delle toghe nella attività istituzionale dell'esecutivo e del parlamento.

Il giochetto dei due pesi e due misure francamente ha stufato, come ha irritato l'assenza di una minima obiettività nella narrazione dei fatti. Il sesso degli angeli è un argomento sicuramente affascinante, ma i cittadini reclamano risposte e attendono soluzioni su argomenti che riguardano la loro carne viva. Sarebbe più responsabile ascoltare le ragioni altrui, invece di ergersi sempre a censori delle altrui opinioni e puntare il dito indignati e sgomenti verso chi esprime una opinione diversa.

"Or tu chi sei che vuoi sedere a scranna, per giudicare di lungi mille miglia con la veduta corta d'una spanna" (Dante Alighieri: Paradiso, XIX, vv. 79-81).

 

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