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Foca monaca, osservazioni alle Isole Eolie: il commento delle ricercatrici ISPRA

Nel 2022 diverse regioni italiane sono state interessate da osservazioni di diversi esemplari di Foca monaca , avvenute in più località e in giorni/periodi diversi nel corso dell’anno: la Toscana, la Puglia, la Calabria, e la Sicilia. Quest’ultima è stata caratterizzata da osservazioni della specie in diverse località del versante orientale della regione e delle isole minori (isole Egadi, isole Pelagie ed isole Eolie).

Le ultime, ma non meno importanti, segnalazioni sono giunte dall’isola di Stromboli dove, grazie alla rete consolidata da Blue Foundation con la comunità di pescatori artigianali, che da anni hanno aderito ad un progetto che prevede un Codice di Buona condotta per una pesca a basso impatto ambientale, in armonia con le stagioni ed i cicli vitali delle risorse ittiche locali. Nel dettaglio, ISPRA ha raccolto numerose testimonianze verificatesi nell’arco di una settimana tra la fine di ottobre ed inizio novembre. Le informazioni raccolte tramite le interviste dei pescatori ed altri esponenti della comunità locale, alcune delle quali corredate di documentazione video, descrivono un esemplare osservato in fase di caccia e di riposo in acqua nelle acque costiere dell’isolotto di Strombolicchio.

Le numerose segnalazioni e le informazioni fornite in particolare dai signori G. e C. Cusolito, O. Bartolo, R. Poli, A. Wegner, G. Oteri, e M. Ceccato, si sono rivelate preziose per il monitoraggio di questa specie protetta a rischio estinzione.

La famiglia Cusolito ha condiviso un’importante testimonianza video (https://www.facebook.com/watch/?v=713595243445866&extid=WA-UNK-UNK-UNK-AN_GK0T-GK1C&mibextid=2Rb1fB&ref=sharing) che ritrae un esemplare osservato in fase di emersione e caratterizzato da una zona più chiara della pelliccia in corrispondenza del dorso.

Questo dettaglio, assieme alle stime di lunghezza comunicate dagli avvistatori, suggerisce che potrebbe trattarsi di un esemplare di taglia subadulta/adulta e verosimilmente di sesso femminile.

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di Monica Blasi*
 
L' avvistamento di oggi di un esemplare di foca monaca Mediterranea nell'isola di Stromboli e poi successivamente a Panarea è sicuramente un evento eccezionale!!!
In primo luogo per le rare immagini che la riprendendono a galla e poi in fase di immersione, dato che la foca monaca è una specie molto elusiva e spesso diffidente.
Ma poi soprattutto perché la foca monaca è una delle specie più minacciate al mondo con un numero di circa 400/500 individui residui tra le isole Greche, le coste della Turchia e un piccolo tratto di costa atlantica tra il Marocco e la Mauritania, dichiarata a rischio estinzione entro la fine del secondo millennio durante la conferenza di Rodi nel 1978.
C'è da dire tuttavia che fortunatamente questo non è successo, e la presenza oggi della foca monaca in diverse aree del Mediterraneo come le coste Italiane è largamente accertata dai frequenti avvistamenti, come quello di oggi, di individui solitari o di coppie mamme piccolo.
 
Il numero di individui presenti lungo le nostre coste risulta largamente sottostimato ed è per questo che la rete delle segnalazioni e di avvistamenti occasionali è fondamentale per mappare la distribuzione e identificare gli hot spot di presenza della specie.
Per questa specie i mesi di Settembre e Ottobre coincidono con il picco del periodo riproduttivo e con la nascita dei piccoli che vengono allattati dalla madre per circa 16-17 settimane prima di entrare in acqua.
L'allattamento avviene in genere lungo spiagge isolate o in grotte riparate mentre al di fuori di questo periodo le foche non frequentano solo ambienti costieri ma anche acque aperte compiendo spostamenti di decine di km in poco tempo e pescando a profondità anche molto elevate (fino a 100m con apnee di anche 10 minuti!).
 
La foca monaca si ciba di diverse specie ittiche ma anche di crostacei e molluschi cacciando sia di giorno che di notte!
La creazione di aree protette è l'unica vera soluzione per fermare la drastica riduzione di individui di foca monaca nel Mediterraneo e sperare di potere avere colonie di foca riproduttive, perché no anche in Italia.
Che questo avvistamento sia il trampolino di lancio per ricominciare a parlare di area marina protetta alle isole Eolie.
 
*Filicudi wild life conservation
 
VIDEO

 

Rassegna Stampa GDS.IT

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A seguito di una segnalazione i biologi dell'associazione Filicudi Wildlife Conservation,  Pronto Soccorso Tartarughe Marine isole Eolie, hanno rinvenuto una carcassa di capodoglio lungo le coste dell'isola di Vulcano.
 
La carcassa si presenta in avanzato stato di decomposizione ed è in corso la valutazione delle cause di morte insieme agli esperti del Cert, partners del progetto Life Delfi cofinanziato dalla Comunità Europea e finalizzato alla mitigazione degli impatti della pesca sui cetacei. 
 
#LifeDelfi #LIFEProject #rescueteam #filicudiwildlifeconservation #capodeolo
 
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(ANSA) VULCANO - Un capodoglio di circa 13 metri è stato trovato morto vicino alla spiaggia del Borgo di Gelso, nell’isola di Vulcano. Lo rende noto Monica Blasi, direttrice dell'associazione "Filicudi Wildlife Conservation, Pronto soccorso tartarughe marine isole Eolie". Il ritrovamento della carcassa, in stato di decomposizione, è avvenuto dopo una segnalazione giunta all'associazione.

   "E' in corso - spiega la studiosa - la valutazione delle cause di morte insieme agli esperti del Cert, partners del progetto Life Delfi cofinanziato dalla Comunità europea e finalizzato alla mitigazione degli impatti della pesca sui cetacei”.

   L'avanzato stato di decomposizione sta ad indicare che il capodoglio è arrivato fino all’Arcipelago eoliano trascinato dalle correnti. Di recente una femmina di capodoglio incinta è stata trovata morta su una spiaggia vicino Porto Cervo, in Sardegna. Dopo aver sezionato lo stomaco, sono stati trovati nel suo ventre quasi 23 chili di rifiuti di plastica. Non si esclude che anche l'esemplare trovato a Vulcano possa essere morto per la stessa causa.

Lipari, è deceduta la signora Caterina Martello

 
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Lipari -  E' deceduta la signora Caterina Martello, vedova Giardina.
 
Aveva 88 anni
 
Ai familiari le condoglianze del Notiziario 
 

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