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Dettagli...

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Nello Stretto di Messina per il "Ponte Fantasma" in quasi 40 anni si sono spesi oltre un miliardo di euro tra progetti vari, consulenze e stipendificio, in Crimea dopo l'annessione alla Russia, Putin lo ha realizzato in meno di 3 anni ad un costo di 3,7 miliardi di dollari.

E' stato lo stesso presidente russo ad inaugurato guidando personalmente un camion `Kamaz´. Il ponte è stato completato con sei mesi di anticipo rispetto al cronogramma anche se, per la parte dedicata al traffico ferroviario, bisognerà attendere un altro anno.

Putin ha guidato un corteo di 36 camion pesanti `Kamaz´, che hanno raggiunto la velocità massima consentita di 40 chilometri orari. «Tutto il Paese ha contribuito alla costruzione di questa opera», ha detto Putin sottolineando che sono state utilizzate unicamente tecnologie russe. Putin, salendo a bordo del camion, ha esclamato `poekhali!´ - in russo, `pronti via!´ - citando Yuri Gagarin, che usò la stessa espressione il 12 aprile 1961 montando a bordo della Vostok 1 per il primo volo dell’umanità nello spazio. il convoglio è partito alle 14:47 dalla Russia continentale e ha raggiunto la cittadina di Kerch, in Crimea, alle 15:06. Il ponte è lungo 19 chilometri ed è costato 3,7 miliardi di dollari.

Oltre 27 mesi di lavori. Nei primi tre mesi, sono stati 2 milioni le auto che hanno percorso il ponte.

Il "Ponte Crimeano", era stato ipotizzata già dal 1903, la progettazione è incominciata nel 2014, subito dopo l'adesione della Crimea alla Russia. Nel gennaio del 2015 il contratto multimiliardario per la costruzione del ponte è stato appaltato al Gruppo SGM di Arkadij Rotenberg, e i lavori sono incominciati nel maggio successivo. Il ponte stradale è stato inaugurato il 16 maggio 2018, mentre il completamento del collegamento ferroviario è previsto per l'inizio del 2019.

VIDEO

Bartolino Leone

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IL "PONTE FANTASMA" NELLO STRETTO DI MESSINA GIA' COSTATO QUASI UN MILIARDO DI EURO

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Il ponte sullo Stretto di Messina esiste solo sui rendering promozionali diffusi dalla società concessionaria e probabilmente resterà in tale forma, ma finora è costato al contribuente italiano quasi un miliardo di euro. Un record mondiale per un'opera fantasma. Nel verdetto che chiede una rapida chiusura della procedura di liquidazione della società Stretto di Messina, la Corte dei Conti ha calcolato che questa società ha speso dal 1981, anno della sua costituzione, al 2013, anno della decisione di liquidarla, 958.292 milioni di euro, cui vanno aggiunti altri sei milioni dal 2013 al 2016, perché la società esiste ancora, e spende.
I giudici hanno articolato la storia della società in sei periodi. Nel primo, dal 1981 al 2001 ha speso 74,443 milioni per studi di fattibilità, ricerca e progetto di massima. Nel biennio successivo (2002-2003) ne ha spesi altri 91,246 per il progetto preliminare e gli atti di convenzione, per poi spenderne 146,999 nel 2004-2006 per la gara di appalto, il piano finanziario, i sistemi informativi e gestionali.
La sospensione delle attività nel biennio 2007-2008 è costata, paradossalmente, 160,612 milioni. Nel 2008 sono iniziate le attività per gli accordi con i contraenti, l'aggiornamento delle convenzioni e il piano finanziario terminate l'anno successivo, che hanno comportato un esborso di 172,637 milioni. Ma il maggiore salasso è arrivato tra il 2010 e il 2013, quando la Stretto di Messina ha speso ben 312,355 milioni. Le causali sono la stesura del progetto definitivo, il monitoraggio ambientale, l'aggiornamento del piano finanziario e la stipula dell'atto aggiuntivo. Nel 2013 è stata decisa la liquidazione della società, che però è costata quasi due milioni l'anno nel 2014 e 2015 ed è prevista una spesa di 1,4 milioni per il 2016.
Ma non è tutto, perché è in corso la vertenza giudiziaria avviata da Eurolink, la società che ha vinto l'appalto per la progettazione e la costruzione del ponte, per ottenere un indennizzo per la mancata realizzazione dell'opera. Una vertenza che comporta ovviamente costi di avvocati e periti e che comporterà un esborso notevole se Eurolink vincerà la causa. La società ha chiesto, infatti, 700 milioni.

IL PROGETTO. 

Il ponte sullo stretto di Messina a campata unica di 3 300 m già dato in appalto nel 2005 e poi decaduto nel 2013, sarebbe stato il più grande ponte tra quelli sospesi (con 6 corsie e 2 binari), il cui primato mondiale di luce libera è detenuto, al 2018, dal ponte di Akashi Kaikyō in Giappone, in esercizio dal 5 aprile 1998, con 991 m di campata centrale. La società concessionaria Stretto di Messina S.p.A. aveva avuto dal 1981 al 2013, per effetto della Legge 1158/71, il mandato per la progettazione, realizzazione e gestione dell'opera e, dopo alcuni decenni dedicati solo alla progettazione, a seguito di una gara di appalto internazionale, aveva affidato l'appalto dell'opera al contraente generale Eurolink S.C.p.A.. Il 20 dicembre 2010 il contraente generale aveva consegnato (come previsto dal contratto di appalto) il progetto definitivo dell'opera, progetto elaborato da società di ingegneria specializzate estere e controllato da altre società di consulenza. Infine il progetto definitivo era stato approvato dalla stessa concessionaria il 29 luglio 2011. Però, per poter dare il via ai lavori mancava l'approvazione definitiva del CIPE con i relativi finanziamenti. Al fine di poter prorogare i termini per l'approvazione definitiva, il Parlamento italiano aveva approvato un decreto legge che prevedeva come conditio sine qua non, il requisito di un accordo aggiuntivo tra il contraente generale e la società concessionaria da ratificare entro il primo marzo 2013.

Non essendo stato raggiunto l'accordo entro quella data, il contratto di appalto ha perso la sua efficacia, la società concessionaria è stata messa in liquidazione e, pertanto, l'iter dell'opera si è bloccato nuovamente. Alcuni lavori preliminari, riguardanti lo spostamento della sede ferroviaria a Cannitello per far spazio ai futuri cantieri, erano stati già appaltati in precedenza, ed erano iniziati il 23 dicembre 2009.

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