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Raffaele Brullo (Augusta Due) scagionato da tutte le accuse

Dopo il Tribunale del Riesame e la Cassazione anche il GIP di Roma, accogliendo la richiesta della Procura, smonta il castello accusatorio e archivia la posizione dell’armatore romano dalle accuse di aver occultato prove della presunta collisione fra la sua nave petroliera “Vulcanello” e il peschereccio Nuova Iside che – secondo gli inquirenti – sarebbe avvenuta il 12 maggio del 2020 al largo delle coste nord occidentali della Sicilia.
L’armatore Raffaele Brullo era stato a Palermo al centro di un castello accusatorio, mirante a dimostrare un tentativo di occultare le prove della collisione, ordinando fra l’altro che lo scafo della nave fosse riverniciato al fine – avevano sostenuto gli inquirenti a Palermo sino a richiedere e ottenere gli arresti domiciliari dell’armatore – di celare i segni dell’urto con il peschereccio.

Ciò è stato categoricamente smentito.
Le varie acquisizioni, fra cui quella relativa al fatto che la decisione di riverniciare lo scafo sia stata assunta, come provato da numerosi messaggi, ben prima del presunto sinistro, nonché al fatto che nessun elemento d’accusa è emerso dalle perizie sulla nave, hanno spinto prima il Tribunale del Riesame di Palermo a revocare il provvedimento cautelare ingiustamente emesso, quindi la Cassazione a esprimersi nella stessa direzione e ieri, in maniera definitiva, il GIP di Roma, su richiesta della locale Procura (a cui gli atti erano stati trasmessi per competenza territoriale) ad archiviare il procedimento a carico di Raffaele Brullo, conclamando l’assoluta infondatezza di qualsiasi accusa e restituendogli la piena dignità di imprenditore corretto della quale un’inchiesta indiziaria infondata lo aveva pubblicamente privato.

NOTIZIARIOEOLIE.IT

23 GIUGNO 2014

LE INTERVISTE DE "IL NOTIZIARIO". Lipari, l'armatore Raffaele Brullo "cittadino onorario".

Panarea, tagliate le cime all'imbarcazione di Pino Cafarella e finisce alla deriva... Pronta denuncia

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Panarea - Atto vandalico nel cuore della notte all'imbarcazione di Pino Cafarella.

Tagliate le cime ed è finita alla deriva schiantandosi sugli scogli al largo dell'isola.

Il natante, di 7 metri, con un fuoribordo di 175 acavalli, utilizzato per le escursioni con i turisti era ormeggiato in una boa.

A dare l'allarme stamane è stato un isolano che rientrava da Stromboli e ha notato l'imbarcazione finita sugli scogli. Si è subito attivato, l'ha recuperata e rimorchiata informando il proprietario. Il natante non è rimasto seriamente danneggiato. 

Pino Cafarella ha pronta la denuncia che sarà presentata ai carabinieri e alla guardia costiera.

Lipari, è deceduto "Ciccio" Corda

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Lipari, è deceduto "Ciccio" Corda
 
Già vigile urbano, esponente di primo piano della politica eoliana ai tempi della Democrazia Cristiana. Fedelissimo dell'onorevole Luciano Ordile
 
Alla moglie Antonietta, ai figli Rosaria, Giacomo e Massimo le condoglianze di Gennaro, Salvatore, Bartolino Leone e famiglie

Petroliera Vulcanello: cadute le accuse all’armatore Raffaele Brullo (Augusta Due)

Le motivazioni del Tribunale del Riesame di Palermo che ha annullato la custodia cautelare relativa alla presunta collisione con il peschereccio Iside nella notte del 12 maggio 2020

Nessun “consapevole e deliberato proposito di immutare artificiosamente lo stato e le condizioni della nave o l’intenzione di rafforzare l’altrui condotta a titolo di concorso morale”.

Con queste affermazioni il Tribunale del Riesame di Palermo è entrato nel merito dell’accusa formulata e sfociata nell’arresto, poi annullato, dell’Armatore della società Augusta Due, Raffaele Brullo e ne ha sancito la totale estraneità in ordine ai fatti relativi all’affondamento del peschereccio “Nuova Iside” e alle accuse che gli erano state mosse.
Grande soddisfazione è stata espressa per quello che il collegio di difesa ha definito il dissolvimento di un equivoco processuale.

Lipari, una partoriente con l'elisoccorso è stata trasferita all'ospedale di Patti

Lipari - Intervento dell'elisoccorso per una partoriente. E' stata ricoverata all'ospedale di Patti. Il velivolo del 118 è stato richiesto dai medici del presidio sanitario eoliano.

Nuova Iside, revocati gli arresti all'armatore della petroliera Vulcanello

Il tribunale del Riesame di Palermo ha annullato l’ordinanza con cui il Gip aveva disposto gli arresti domiciliari per l’armatore della motonave Vulcanello Raffaele Brullo che era stato arrestato nell’ambito dell’indagine sul naufragio del peschereccio Nuova Iside, affondato a largo di San Vito Lo Capo il 12 maggio del 2020.

Nell’incidente morirono i tre marittimi che erano a bordo: Matteo e Vito Lo Iacono, padre e figlio e il cugino di Vito, Giuseppe Lo Iacopo. Brullo, difeso dall’avvocato Giovanni Di Benedetto, fu posto ai domiciliari mentre Giuseppe Caratozzolo, terzo ufficiale e Gioacchino Costagliola, comandante della petroliera Vulcanello, finirono in carcere con le accuse a vario titolo di omicidio colposo e omissione di assistenza.

Brullo rispondeva invece di favoreggiamento e frode processuale. Secondo i pm la Vulcanello proseguì nella sua navigazione nonostante sul radar fosse evidente la posizione del peschereccio, non invertendo la rotta e non diminuendo la velocità. Il Nuova Iside venne speronato e affondato.

Dopo l'impatto la petroliera venne ridipinta per cancellare le tracce dell’incidente, dice l’accusa, che, per i pm, sarebbe stato causato da una condotta imprudente dei due ufficiali. Secondo l'accusa, sarebbe stato l’armatore a decidere di cancellare le tracce dell’impatto. Il tribunale del Riesame depositerà nei prossimi giorni le motivazioni della decisione che ha annullato gli arresti domiciliari imposti all’armatore.

Svolta nel giallo del peschereccio affondato, arrestati armatore e ufficiali

L’armatore, il comandante e il terzo ufficiale di coperta della motonave Vulcanello sono stati arrestati dalla Guardia Costiera al termine dell’indagine della Procura di Palermo sulla scomparsa del peschereccio Nuova Iside, affondato a largo di San Vito Lo Capo il 12 maggio del 2020. Nell’'affondamento morirono i tre membri dell’equipaggio del peschereccio, Matteo, Vito e Giuseppe Lo Iacono.

Il comandante e il terzo ufficiale sono accusati di naufragio e omicidio colposo mentre nei confronti dell’armatore, posto ai domiciliari, è stato ipotizzato il reato di frode processuale e favoreggiamento personale.

Quella che finora era stata solo una ipotesi quindi pare concretizzarsi. Il peschereccio sarebbe affondato dopo una collisione con la petroliera Vucanello. Nell'inchiesta erano indagati il rappresentante della società armatrice della Vulcanello, la Augusta Due srl, Raffaele Brullo (finito ai domiciliari), il comandante della petroliera, il napoletano Gioacchino Costagliola e il terzo sottufficiale di coperta, Giuseppe Caratozzolo, di Palmi (Rc) che sono stati messi in carcere.

Il 12 maggio il peschereccio scomparve a nord di San Vito Lo Capo. Le successive ricerche della Guardia Costiera consentirono di recuperare i corpi di due dei tre membri dell’equipaggio e di individuare, con l’ausilio dei mezzi della Marina Militare, il relitto della nave. Oltre un mese dopo il naufragio venne invece recuperato sulla spiaggia di Gioia Tauro in Calabria il corpo del terzo pescatore.

Le successive indagini hanno portato al sequestro della scatola nera della motonave Vulcanello e all’ispezione della carena della stessa nave che ha coinvolto anche i Carabinieri del Ris di Messina. Gli accertamenti hanno portato al sequestro della nave e all’individuazione di elementi che hanno consentito ad investigatori ed inquirenti di ipotizzare responsabilità della Vulcanello nel naufragio. Nel corso delle indagini gli investigatori della Guardia Costiera hanno anche eseguito una serie di perquisizioni nella sede della società armatrice della Vulcanello che hanno consentito di accertare che lo scafo della nave era stato ripitturato dopo la collisione con il peschereccio.(lasicilia.it)

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