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di Ester Palma

Francesco è stato a pregare davanti all’icona Salus populi Romani, molto venerata nella Capitale e poi a piedi su via del Corso nella chiesa di San Marcello dove si conserva il Cristo che liberò la città dalla peste nel 1522

CORONAVIRUS

Il virologo del Sacco Galli: «Tre mesi potrebbero non bastare» Il video

Il video di Bill Gates che sembrava predire il Coronavirus, 5 anni fa (corriere.it)

EDITORIA

Confindustria Radio tv, Aeranti-Corallo e la Federazione italiana editori giornali (FIEG) si sono rivolti al governo per richiedere misure di sostegno all’editoria, alla radio e alla televisione. Si uniscono dunque all’appello lanciato da tutti i settori produttivi italiani, messi in ginocchio dalla crisi sanitaria in atto.
La buona informazione, in situazioni di emergenza, riveste un ruolo chiave, sia per diffondere le decisioni delle autorità pubbliche, sia per contrastare il dilagare di fake news e allarmismi: in questo contesto sostenere i giornalisti professionisti e pubblicisti è indispensabile.
In particolare occore che si dia sostegno all’editoria, alle radio e alle televisioni locali, in virtù della loro vicinanza alle zone colpite.

Coronavirus, sottosegretario Baretta: “Editoria fra i servizi essenziali”

“Fra gli scopi principali del Protocollo condiviso fra Governo e parti sociali sottoscritto l'altro giorno c'è quello di garantire i servizi essenziali, e fra questi c’è anche l’editoria”. Chiaro, anzi chiarissimo. A parlare è Pierpaolo Baretta, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, sorpreso dall’emergenza coronavirus.

.“L’accordo che va a dettagliare ancor più le misure di sicurezza da adottare – continua Baretta – deve valere per tutti i luoghi di lavoro qualsiasi essi siano, di qualsiasi categoria e, lo ripeto, in particolare per quei settori che sono considerati essenziali e tra questi c’è l’editoria. Mai come ora infatti si comprende quanto e come l’informazione, quella buona, quella professionale, quella che verifica le fonti, sia importante e fondamentale”.

L’informazione alla stregua di un bene pubblico, dunque. Di un bene che non è solo degli editori o dei giornalisti, ma di tutti i cittadini. Un bene tutelato anche dal dettato costituzionale laddove, e non solo, nell’art. 21 sancisce, insieme alla libertà di espressione, il dovere di informare e il diritto di essere informati.

Un bene che i giornalisti tutti, dipendenti e autonomi, stanno salvaguardando anche mettendo a repentaglio la propria salute. Non a caso sta crescendo il numero dei contagiati, da Nord a Sud".

IL PUNTO E VIRGOLA

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Noi stiamo a casa e gli altri no. Il tutti fermi o fermi tutti serve solo per fermare il virus. Suggerire soluzioni spetta solo a chi le ha perché scientificamente provate. Consigliare o richiedere degli scanner termici per il controllo di chi arriva alle Eolie, visto che è avvenuto il primo sbarco, è più che necessario. Con le parole si possono istruire le persone ma da sole non bastano per fermare questo “minchiavirus” come viene chiamato da queste isole che erano 7 incontaminate ed adesso sono 6.

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