Ha preso il via l'iniziativa del progetto europeo MED-JELLYRISK, che prevede il posizionamento di reti protettive per la salvaguardia dei bagnanti dalle meduse.

Un progetto in collaborazione dell'Assessorato regionale Territorio e Ambiente e di ARPA-Sicilia, coordinato da Stefano Piraino dell'Università del Salento e finanziato dall'Unione Europea.

Le meduse, che nel Mediterraneo sono sempre in continuo aumento, verranno così monitorate e sottoposte a particolari studi al fine di comprendere le ragione di questo evento.

Il monitoraggio è promosso anche attraverso specifici strumenti di comunicazione e di divulgazione, come pannelli informativi, poster, applicazioni per smartphone scaricabili gratuitamente (meteomeduse.focus.it), siti web e pagine Facebook dedicate (www.jellyrisk.eu, facebook.com/medjellyrisk, Meduses Tunisie).

Il progetto prevede inoltre una campagna informativa sulle meduse e sulle profilassi da attuare in caso di contatto accidentale.

In Sicilia le reti sono state collocate dallo staff tecnico dell'Università del Salento, con la supervisione del personale dell'ARPA-Sicilia e delle Aree Marine Protette coinvolte: Favignana (Lido Burrone, Capo Grosso, Cala Grande), Ustica (Punta Gavazzi), Lampedusa (Cala Guitcia). Ulteriori aree sperimentali sono state già individuate e predisposte alle isole Eolie (Santa Maria di Salina, Lipari, Vulcano, Malta).

Saranno gestite da operatori turistici convenzionati con le Aree Marine Protette o da Enti che aderiscono al Progetto come Partner Associati. Hanno una lunghezza complessiva variabile da 25 a 200 m lineari, e possono proteggere aree paragonabili a quelle di un campo da calcio (0,5 ettari), da calcetto o da tennis. Queste reti sono costituite da una linea di galleggianti cilindrici, da una parte immersa di 2 centimetri di maglia e vengono posizionate dalla linea di riva sino alla profondità massima di 3 metri per creare delle zone "medusa-free".

Le prime installazioni sono state accolte da turisti e residenti con grande soddisfazione. Nei lidi dove le reti sono state già installate, è stato registrato un incremento del flusso turistico superiore al 100%.

Il Consorzio MED-JELLYRISK è capitanato dal Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa) e comprende istituti di ricerca italiani (Università del Salento), spagnoli (Istituto di Scienze Marine, Barcelona), maltesi (Università di Malta) e tunisini (Facultà di Scienza di Bizerta, Università di Cartagine e Istituto Nazionale Agronomico di Tunisia).

Aderiscono inoltre 33 partner associati: ministeri, organizzazioni governative, agenzie regionali per le acque, PMI, la Croce Rossa, ospedali, nonché tutte le Aree Marine Protette siciliane (Plemmirio, Capo Gallo-Isola delle Femmine, Isola di Ustica, Isole Egadi, Isole Pelagie) e numerosi Enti locali (come i Comuni di Lipari-Vulcano e di Santa Marina di Salina).

reti-anti-meduse

Nell'area marina protetta di Ustica prende il via domani una delle iniziative del progetto europeo Med-jellyrisk: la messa in opera di reti antimeduse per la protezione dei bagnanti.
Il progetto, coordinato dal prof. Stefano Piraino (Università del Salento), è stato finanziato per un ammontare di 2,33 milioni dalla Unione Europea attraverso lo strumento europeo di vicinato e partenariato per la cooperazione transfrontaliera nel bacino del Mediterraneo (www. enpicbcmed. eu) ed è finalizzato a sviluppare strumenti per la mitigazione degli impatti causati dall'aumento di meduse nel Mediterraneo, che rappresentano una crescente minaccia per le attività umane in prossimità di zone costiere (incluse le attività ricreative, la pesca e l'acquacultura). Il Consorzio Med-jellyrisk è capitanato dal Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (Conisma) ed è costituito da istituti di ricerca di Italia (Università del Salento), Spagna (Icm-csic, Barcelona), Malta (UoM, University of Malta), e Tunisia (Fsb, Facultè Sciences de Bizerte; e Inat, institute nationale agronomique de Tunisie).
Al fine di promuovere lo sviluppo socio-economico e del territorio incentrato su innovazione e ricerca, creando sinergie tra le potenzialità dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, il progetto prevede l'attuazione di diverse fasi nel triennio 2013-2015. Tra queste, il monitoraggio integrato delle proliferazioni di meduse, degli impatti antropogenici e climatici sul fenomeno e degli impatti socioeconomici, anche per il settore turistico, causati dal fenomeno delle proliferazioni di meduse, nelle acque costiere.
Il progetto è fortemente sostenuto dall'Assessorato regionale al Territorio e Ambiente: «Le acque del Mediterraneo - dice l'assessore Mariarita Sgarlata - hanno registrato una proliferazione progressiva di meduse. Causa di questo fenomeno da un lato i cambiamenti climatici in corso, dall'altro l'impatto di alcune attività antropiche, quali il trasporto marittimo e lo sfruttamento di risorse naturali. Questo fenomeno ha impatti diretti sulle attività umane, ricreative, turistiche e produttive, nelle aree costiere».
Il progetto prevede l'istallazione di reti antimeduse in altre località siciliane sedi di aree marine protette, da Lampedusa a Favignana dalle Eolie a Castellamare.

menalda.jpg