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Isole Festival anche quest’anno sceglie l’isola di Lipari, Isole Eolie, e dal 22 al 24 settembre 2023 propone un weekend con alcuni tra i nomi di riferimento della cultura internazionale per declinare il tema de Il viaggiatore incantato, un progetto realizzato dall’Associazione Culturale Insula con il sostegno del Museo Regionale d’arte moderna e contemporanea Riso di Palermo, con la direzione artistica di Emanuele Lo Cascio, e la condirezione di Paola Nicita, Evelina Santangelo

Il 27 e il 28 settembre, sempre nel programma del festival, al Museo d’arte moderna e contemporanea Riso di Palermo si terrà il workshop dell’artista Sislej Xhafa dal titolo “Sussurro e Resistenza”. Sempre al Museo Riso si inaugurerà il 28 settembre la mostra Posters from Teheran, le artiste iraniane per Women, Life, Freedom, a cura di Maryam Ashrāfi, Il viaggiatore incantato, tema per la quinta edizione del festival, prende ispirazione dall’omonimo romanzo di Nikolaj Leskov, a proposito del quale il filosofo Walter Benjamin scrive: “L’esperienza che passa di bocca in bocca è la fonte a cui hanno attinto tutti i narratori. E fra quelli che hanno messo per iscritto le loro storie, i più grandi sono proprio quelli la cui scrittura si distingue meno dalla voce degli infiniti narratori anonimi. Ed è la voce che torniamo a sentire, appena il «viaggiatore incantato» comincia a raccontare le peripezie della sua esistenza.”

Il viaggiatore incantato, per Isole Festival, vede il viaggio non solo come ipotesi di conoscenza, ma come possibilità di cambiamento, di sopravvivenza, di ricerca di libertà, di materializzazione di un sogno che spesso si traduce in difficoltà estrema, in cui la vita stessa è a repentaglio.

Così l’isola di Lipari per tre giorni – da venerdì 22 a domenica 24 settembre– diviene centro di connessioni, tra artisti, scrittori, attivisti, registi, performer, pensatori, che prenderanno parola confrontandosi sul valore della cultura e della creatività, sui diritti umani, migrazione, integrazione.

PROGRAMMA LIPARI

venerdi 22 settembre 2023 Centro Studi Eoliano, via Maurolico, 15 ingresso libero fino ad esaurimento posti

Ore 19.00 / Tra l’Europa e l’Africa Capitali della cultura

Roberto Albergoni, Andrea Cusumano Una conversazione su cosa significa oggi essere la capitale italiana della cultura, quali le responsabilità dell’Italia di oggi, e quale messaggio può dare una capitale della cultura siciliana, una terra situata tra l’Europa e l’Africa.

Ore 20.00 / Videoarte Clandestina Selezione di video arte (30’) A cura di Paola Nicita

sabato 23 settembre 2023 Centro Studi Eoliano, via Maurolico, 15 ingresso libero fino ad esaurimento posti

ore 18.00 / Donna, Vita, Libertà Sislej Xhafa, Sabri Najafi, Sara Hajinezhad, Miriam Mauti

Conversazione sull’Iran, la rivoluzione e le donne che lottano per la libertà del loro Paese.

ore 19.00 / Donne senza uomini Proiezione del film Donne senza uomini di Shirin Neshat, 95’, 2009

Shirin Neshat, artista iraniana, vincitrice del Leone d’Argento alla 66° Mostra del Cinema di Venezia. Il suo lavoro analizza le difficili condizioni sociali all’interno della cultura islamica con particolare attenzione al ruolo della donna, anticipando temi e riflessioni estremamente urgenti e attuali. https://www.treccani.it/enciclopedia/shirin-neshat_%28Lessico-del-XXI-Secolo%29/

Sinossi del film “Donne senza uomini”

Tehran, 1953. Durante il conflitto per emancipare la Persia dalle potenze europee e ottenere la nazionalizzazione della Anglo-Iranian Oil Company, quattro donne di diversa estrazione sociale cercano di sopravvivere ai loro destini tragici e determinati (da padri e fratelli). Munis è una giovane donna con un’appassionata coscienza politica che resiste all’isolamento impostole dal fratello, Faezeh sogna di sposare l’uomo che ama, Fakhiri, sposata senza amore, lascia il marito e riaccende la fiamma di un sentimento trascorso, Zarin è una prostituta abusata dagli uomini di cui non distingue più i volti. A un passo dalla democrazia, sfumata con un golpe militare organizzato dalla CIA, Munis, Faezeh, Fakhiri e Zarin lasceranno la città per la terra, uno spazio prodigioso e bucolico dove dimenticare i soprusi, la sopraffazione, la violenza, il suicidio, lo stupro. Ma fuori dalle mura la Storia avanza, assediandone le vite e le speranze.

domenica 24 settembre Teatro al castello ingresso libero fino ad esaurimento posti

ore 21.00 / Radio Clandestina performance di Ascanio Celestini

La conclusione di Isole Festival è affidata ad un nome di riferimento del teatro contemporaneo, quello di Ascanio Celestini, che porta in scena Radio Clandestina, uno degli spettacoli più significativi delle sue performances.

Un monologo intenso, che rappresenta la possibilità di interrogarsi sul ruolo della memoria, per comprendere come il passato agisca sul presente, a partire da un fatto storico, l’occupazione nazista a Roma e l’eccidio delle Fosse Ardeatine, che diviene paradigma simbolico senza tempo.

Sinossi dello spettacolo

Il 23 marzo 1944 i Gruppi d’Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca in via Rasella. Il 24 marzo, per rappresaglia, i nazisti uccidono 335 persone in una cava sulla via Ardeatina, dieci italiani per ogni tedesco morto. Ascanio Celestini porta in scena Radio clandestina, spettacolo che riflette sulla storia e sulla memoria a partire da uno degli episodi più tragici dell’occupazione nazista in Italia.
«Il racconto della lotta partigiana e dell’occupazione di Roma viene spesso riferito in maniera confusa – scrive Ascanio Celestini – Soprattutto l’eccidio delle Fosse Ardeatine e l’azione di via Rasella che lo precedette sono parte di una storia raccontata “al contrario”. Partendo dai materiali pubblicati nel libro di Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito, in Radio Clandestina do voce a quella parte orale della storia che ancora racconta quei giorni in maniera viva, diretta e non rovesciata». Questa non è la storia di quei tre giorni, ma qualcosa di vivo e ancora riconoscibile nella memoria di una intera città: è la storia delle donne che vanno a cercare i loro uomini, delle mogli che lavorano negli anni Cinquanta e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano.

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