imagestu.jpg

di Francesco Vasta

Ha pesato la scottante «evidente e chiara ipotesi di conflitto d'interesse» in capo all'allora presidente del Collegio regionale delle guide alpine e vulcanologiche, la guida dell'Etna Biagio Ragonese. La Quarta sezione del Tar di Catania ha annullato il concorso di maggio 2018 inquinato dallo scandalo parentopoli e, nella sentenza redatta dal giudice Maurizio Francola, si punta il dito sulla condotta dell'ex capo dell'organismo che riunisce le uniche figure autorizzate a condurre turisti ai crateri di Etna e Stromboli. C'era suo figlio, infatti, fra i partecipanti alle prove, oggetto di due ricorsi alla giustizia amministrativa e poi finite nella bufera dell'inchiesta Aetna della procura di Catania. Eppure, anziché «astenersi dal compimento di qualsivoglia procedura concorsuale» alla luce della strettissima parentela in ballo, Ragonese nominò la commissione del concorso pubblico - si legge nella sentenza - «dopo la scadenza del termine di presentazione delle domande e, dunque, dopo che Ragonese era a conoscenza della partecipazione del proprio figlio al concorso». L'ex presidente del Collegio designò, poi, per il ruolo di presidente della commissione d'esame la guida alpina Mario Taller, «soggetto con cui intercorreva un rapporto personale di amicizia, (...) con l'intento di orientare l'espletamento del concorso e così favorire (..) il proprio figlio».

Il sigillo sulla parentopoli, a parere della giustizia amministrativa, lo mettono anche delle foto su Facebook. Il legame fra Taller e Ragonese viene provato da un post sul social che li ritrae assieme, materiale citato esplicitamente nelle sentenza. Circostanze che si traducono nel «vizio di eccesso di potere» che, come stabilito dal Tar, rende inevitabile l'annullamento dell'intera procedura concorsuale vista la «lesione dei principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione». Il concorso, malgrado la bufera, era stato tenuto in vita dal Collegio nel frattempo passato sotto la gestione dell'ex presidente nazionale delle guide alpine Cesare Cesa Bianchi. «Non accetto di essere additato come colui che mette la testa sotto la sabbia - aveva dichiarato rispondendo alle critiche sulla ventilata inerzia del Collegio davanti allo scandalo - perché se ve ne fossero stati i presupposti, l’autorità giudiziaria penale avrebbe cautelarmente interdetto alle guide interessate l’esercizio della professione e il Tar sospeso la delibera d’approvazione della graduatoria degli abilitati».

Da ciò, ne era conseguito che i 19 vincitori del concorso della discordia hanno lavorato regolarmente sui vulcani siciliani, con somma indignazione da parte delle decine di ricorrenti. Erano stati più di cento i partecipanti al concorso che serve ad accedere a un corso di abilitazione per guide vulcanologiche. Già a maggio 2018, su questa testata, si era dato conto delle segnalazioni sulle presunte irregolarità nelle prove al centro dei ricorsi al Tar e di esposti in procura. Materiale poi ampiamente trattato - con tanto di pesanti intercettazioni - dalla successiva inchiesta della magistratura catanese. Biagio Ragonese e gli altri componenti del direttivo del Collegio erano stati indagati con l'accusa di aver manovrato per aiutare i propri figli a passare un difficile test fisico svoltosi nel bosco di Linguaglossa, sull'Etna. A settembre sono arrivati i rinvii a giudizio per l'ex presidente e, fra gli altri, lo stesso Mario Taller. I due dovranno presentarsi davanti alla giustizia penale il prossimo 7 maggio.

Il Tar di Catania, annullando il concorso della parentopoli, ha anche disposto l'invio degli atti alla procura «per la possibile configurazione del reato di abuso d'ufficio a carico di quanti abbiano gestito la procedura selettiva». E inoltre, considerato che «l'annullamento degli atti impugnati implica la configurabilità di un danno erariale», i magistrati catanesi hanno ordinato di trasmettere gli atti anche alla Corte dei conti.(meridionews.it)

NOTIZIARIOEOLIE.IT</p> <p><img src="images/21366874_1493748470660819_7597822120729744214_o.jpg" alt="21366874_1493748470660819_7597822120729744214_o.jpg" width="368" height="276" />

di Luca Aquilone

E' dal 3 maggio 2018 che va avanti un ricorso fatto da 44 ragazzi di cui 4 delle Eolie "3 di Stromboli" e uno di Lipari contro il collegio di Catania delle guide alpine e vulcanologiche ci hanno stroncato le gambe nella selezione barando, facendo passare solo amici e parenti basta leggere gli articoli che sono usciti.
Domanda: perchè non se ne parla di questa questione incresciosa?

Parentopoli Etna, Aigae contro il Collegio delle guide
«Annullare il concorso e commissariare la categoria»

Il presidente nazionale dell'Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (Aigae) Davide Galli interviene a seguito delle rivelazioni diMeridioNews sul presunto piano per aggredire sotto casa il nostro giornalista Francesco Vasta. I suoi lavori si erano concentrati sul monopolio del turismo sul vulcano da parte del patron di Funivia dell'Etna, Francesco Russo Morosoli, e sul concorso di maggio 2018 per diventare guida dell'Etna, inquinato dallo scandalo parentopoli.

«A nome delle guide ambientali-escursionistiche che rappresento esprimo la massima vicinanza al giornalista e alla redazione di MeridioNews, oltre alla stima per l’importante e coraggioso lavoro di inchiesta che stanno svolgendo su tanti fronti», scrive il presidente Galli. «Aigae sottolineava già da tempo le enormi anomalie, oltre alle forzature evidentinei tentativi, da noi bloccati, di leggi e ordinanze attraverso cui il Collegio regionale delle guide alpine e vulcanologiche cercava di assegnarsi esclusive nell'accompagnamento escursionistico e di creare veri e propri recinti protezionistici a favore delle guide vulcanologiche».

Davide Galli critica poi apertamente l'attuale presidente del Collegio siciliano delle guide, Cesare Cesa Bianchi, subentrato a Biagio Ragonese lo scorso gennaio, dopo che quest'ultimo era stato travolto dall'inchiesta sulla parentopoli. L'ex presidente delle guide vulcanologiche - accusato di associazione a delinquere e abuso d'ufficio - e le guide Orazio Distefano e Antonio Rizzo, componenti del consiglio direttivo del Collegio, avrebbero secondo la procura di Catania «modellato in base alle esigenze dei proprio figli il percorso della prova pratica» del concorso di maggio 2018. I tre giovani sono poi risultati effettivamente vincitori della prova, divenendo guide vulcanologiche, l'unica figura professionale esistente autorizzata a condurre turisti sui crateri di Etna e Stromboli

«Gli abusi e l’idea monopolista - afferma Galli - affondano le radici nell'atteggiamento anche dei vertici nazionali delle Guide alpine, quando ancora era presidente nazionale Cesare Cesa Bianchi che aveva sostenuto l’azione politica dei tanti poi finiti sotto inchiesta. Lo stesso Cesa Bianchi è stato poi però nominato presidente del Collegio in Sicilia, a seguito degli scandali legati alle presunte irregolarità negli esami delle guide vulcanologiche, come abbiamo appreso a gennaio 2019 da un comunicato “indimenticabile” - attacca il presidente Aigae - in cui la parentopoli è stata ridotta a poche vaghe parole, le uniche pronunciate ufficialmente sull'argomento: “Un momento di difficoltà del Collegio”».

L'Aigae nazionale conclude invocando con urgenza «a tutela del libero mercato dell’accompagnamento escursionistico, il commissariamento esterno del Collegio siciliano e la massima chiarezza possibile, oltre ovviamente all'annullamento degli esami».(merdiionenew.it)

conad2.jpg