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12 settembre 1981

La petroliera Norfolk battente bandiera inglese, aveva da poco lasciato lo stretto di Messina diretta a Genova.

"Non mi piace questo mare, comandante" disse il suo vice Tom Hogan dopo una paurosa sbandata della nave.

"Hai ragione Tom, in queste condizioni sarà impossibile raggiungere Genova. Facciamo rotta verso l'isola di Lipari e mettiamoci a ridosso".

Ora 20 dello stesso giorno.

La nave getta le ancore nella tranquilla baia dell'isola, a 300 metri dal porticciolo di Marina Corta. Una frugale cena con tutto l'equipaggio, uno sguardo alle luci della movida nella piazzetta ancora brulicante di turisti, alla fine di una calda estate.

Il comandante affacciato con il suo vice alla murata della nave: "Quanto sarebbe bello essere in piazzetta seduti al bar, in mezzo ai turisti, sorseggiando un whisky! Che ne dici Tomas se scendessimo per bere un goccetto?".

Detto fatto, senza avvertire il terzo ufficiale e l'equipaggio, i due calano in mare un piccolo gommone e raggiungono pagaiando in silenzio, la spiaggetta del porticciolo.

Ora 7 del mattino seguente.

Squilla il telefono in casa del pretore. "Maresciallo che c'è? Spero sia una cosa grave per svegliarmi a quest'ora!!".

"Mi scusi signor giudice. Ha chiamato in caserma il terzo ufficiale di una petroliera inglese ancora in rada, denunciando la scomparsa durante la notte del comandante e del suo vice".

Ore 9 dello stesso giorno 

Pretore e maresciallo saliti a bordo della nave scortati da 2 carabinieri, svolgono le piu' accurate e scrupolose indagini, interrogando, con l'aiuto di un carabiniere, nipote di emigrati in Australia, il terzo ufficiale e l'equipaggio, senza giungere a ipotesi utili a risolvere il mistero della scomparsa dei due.

Scesi a terra pretore e maresciallo mobilitano l'intera isola per le ricerche.

In via Roma un cittadino sconvolto e concitato ferma i due inquirenti: "Signor giudice io li vitti stanotte, si sciarriavano e si dicevano cunnutu, bastaddo".

Falsa pista, non erano insulti inglesi.

Piu' avanti di fronte al Bar Pescecane un piccolo assembramento di cittadini ingombra il marciapiede "che fate qua? Urla il maresciallo. 

Tutti indicano una serie di macchie di sangue sulla strada.

"Maresciallo" intima il pretore "raccogliete quei reperti e fateli analizzare in ospedale".

Prontamente il maresciallo entra nella vicina cartoleria e ne esce con una cartolina illustrata con la quale raschia l'asfalto per raccogliere le tracce di sangue.

Il pretore nota che tra la folla un cittadino ride sguaitamente "cosa hai da ridere imbecille?"

"Nente, nente signor giudice, u me cani fu'! Si strappò a zampa, con un vitru".

Delusi e un po' vergognosi, il pretore e il maresciallo si allontanano, affiancati lungo la via Roma da un vecchio pescatore: "Signor giudice io vitti due stranieri ieri sera al bar a Marina Corta, sedevano a un tavolo sbronzi, e bevevano wiski e birra, wiski e birra... Io poi mi ritirai a casa e non li vitti chiu'".

Notte del 13 settembre

Una tempesta di mare e vento tra Lipari e Milazzo con onde di 4 metri che sbattono, come un tappo di sughero, un piccolo gommone con due uomini abbracciati e fradici, ma vivi per il calore del troppo alcol in corpo.

"Tom avevi ragione tu, eravamo troppo ubriachi e c'era troppo vento per poter raggiungere la nave!!". 

Ps: I fatti realmente accaduti sono stati elaborati dalla fantasia dell'autore

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