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di Monica Blasi*

Due sere fa al tramonto, come spesso accade qui sulla nostra isola, abbiamo incontrato i #tursiopi sotto costa, durante il nostro #monitoraggio pomeridiano della zona costiera. Diverse imbarcazioni piene di gente a bordo appena avvistati gli animali, senza curarsi minimamente di cosa stessero facendo, gli si sono scagliate addosso, con i motori accesi assordanti ad alta velocità, nella speranza che i delfini cominciassero a saltare e a nuotare a prua dell'imbarcazione. In realtà i delfini non avevano alcuna voglia di giocare perché stavano mangiando le aguglie sotto costa che tra l'altro a causa del #rumore delle barche sono scappate...

In #Italia non esiste come in molti paesi civili una #normativa che regolamenta le attività di #whale #watching o le modalità di approccio a delfini o altri cetacei (ricordo che sono specie protette) con una imbarcazione a motore.
Per questo è assolutamente importante il BUON SENSO!

#Moderare la #velocità, non tagliargli la strada né andargli contro, spegnere il motore se possibile e osservarli a distanza, mantenersi ad una distanza di sicurezza, almeno 30 metri, dal gruppo, se sono a prua non aumentare la velocità ne cambiare mai la direzione, non urlare, non gettargli pesce o altro cibo in mare, evitare di cercare il loro approccio come ad esempio gettandoci in mare per nuotare con loro. Tendenzialmente cercare di avere rispetto per questi animali che non sono animali da circo né Flipper da delfinario ma #FAUNA #SELVATICA! La nostra idea che i delfini siano sempre disponibili ad un approccio con l'uomo è falsata. La gran parte delle volte che i delfini interagiscono con una barca lo fanno per motivi #ECOLOGICI: competizione tra maschi, sfruttamento dell'onda di prua per ridurre lo sforzo negli spostamenti, allontanamento della barca da parte di pochi individui per salvaguardare e proteggere il resto del gruppo, eliminazione di parassiti dal corpo.. Ecc..

Se i delfini vogliono giocare saranno loro a venire a prua dell'imbarcazione, altrimenti è molto probabile che stiano facendo qualcos'altro, come per esempio procacciarsi il cibo o riposare.
Le #strategie di #caccia dei delfini prevedono l'uso di un sofisticato #sonar per l'individuazione delle potenziali prede, l'#ecolocalizzazione. Il rumore di una barca viene percepito dall'orecchio dei delfini almeno cinque volte più forte di quello umano. Immaginate che disturbo! Questo #disturbo #acustico è una vera e propria forma di #inquinamento del mare perché riduce gli habitat idonei per i delfini, cacciandoli dalle aree dove loro potrebbero potenzialmente procacciarsi il cibo, riduce la loro capacità di #identificare le #prede e #comunicare tra loro durante le strategie di caccia ed è una notevole fonte di stress.

In una di queste immagini si vede benissimo uno dei tursiopi dell'altra sera sbattere ripetutamente la coda contro la superficie dell'acqua in segno di stress...Dopo un mese di agosto come questo posso immaginare quanto siano felici che finalmente la loro casa sia di nuovo 'quasi' in silenzio...

Filicudi Wildlife Conservation - Pronto Soccorso Tartarughe Marine

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FILICUDI - «A Filicudi i delfini sono disturbati dalle imbarcazioni dei turisti». Lo segnala Monica Blasi, responsabile di Filicudi Wildlife Conservation - Pronto Soccorso Tartarughe Marine. «L'altro ieri al tramonto - racconta la biologa romana - come spesso accade - abbiamo incontrato i tursiopi sotto costa, durante il nostro monitoraggio pomeridiano della zona costiera. Diverse imbarcazioni piene di gente a bordo appena avvistati gli animali, senza curarsi minimamente di cosa stessero facendo, gli si sono scagliate addosso, con i motori accesi assordanti ad alta velocità, nella speranza che i delfini cominciassero a saltare e a nuotare a prua dell’imbarcazione». «In Italia - spiega la dottoressa Blasi - non esiste come in molti paesi civili una normativa che regolamenta le modalità di approccio a delfini o altri cetacei con una imbarcazione a motore. Per questo è assolutamente importante il buon senso».(ANSA)

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