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di Alessandro Giustolisi

DECRETI CARO VOLI E TAXI, RIPERCUSSIONI SU SICILIA E EOLIE

In questa estate tanto insolita tra caldo torrido, sequestro dei traghetti, incendio aeroporto di Catania con conseguente caos aereo e turistico in tutta la Sicilia ed ora eruzione del’Etna che blocca di nuovo l’aeroporto di Catania, il governo ha deciso di lanciare i decreti sul caro voli, taxi ed altre problematiche nazionali importanti, proprio nel bel mezzo dell’estate, quando gli effetti solo si potranno vedere a Natale e la prossima estate per le localita’ balneari, quindi le nostre isole minori, giusto giusto in concomitanza con la fine del reddito di cittadinanza per certe categorie. Come al solito ci si muove tardi, si sta creando un caos anche se il senso di questi decreti sono in teoria per il bene della popolazione. Il sottoscritto ne ha parlato pubblicamente in passato ma sempre inascoltato, fino a che il proprio Pres. R. Schifani abbia fatto varie denuncie ultimamente e mostrato dati importanti, oggi abbiamo le conseguenze.

Se non sbaglio il problema traghetti e aliscafi esiste da anni e non avendo altri vettori pubblici o privati disponibili la Regione sempre non avra’ capacita’ di negoziazione. L’incendio in un aeroporto non si puo’ prevedere, ma soprattutto l’aeroporto di Catania essendo sensibile al comportamento del’Etna ed avendo il maggior traffico di passegeri in Sicilia e descritta dal’Enac come il prossimo HUB del mediterraneo per competere con Istanbul, dovrebbe avere dei piani alternativi pronti ed attuabili che non ha, visto che l’infrastruttura stradale e ferroviaria per raggiungere gli aeroporti alternativi di Comiso, Palermo ed ancora peggio Reggio Calabria e Trapani sono ai tempi dell’immaggine della Sicilia dello stereotipo del contadino sopra l’asino con la coppola e magari la lupara. Inoltre questi scali alternativi hanno moltissime difficolta’ ad assorbire repentinamente un traffico addizionale per mancanza di strutture e personale con tutto che in realta’ Punta Raisi, Trapani e Comiso hanno gia’ le piste, taxiway sufficienti, quindi dovrebbero estendere le aree parcheggio aerei, i terminal, la capacita’ di carburante e aumentare i servizi accessori. Mentre l’aeroporto di Reggio Calabria avrebbe bisogno di grandi cambi.

Avendo gia’ da tempo studiato queste questioni annose ed avere lavorato su eventuali progetti, vorrei ribadire che esistono via di uscita possibili che spero il Governo Regionale si interessi a prenderne conoscenza e li proponga al Governo nazionale in quanto sarebbero utili per tutta l’Italia. Bisogna innanzitutto rivedere e comprendere che senza dei vettori pubblici che offrono i servizi essenziali nelle rotte di continuita’ e non, sia marittime, aeree e terrestri che creano un punto di riferimento per i vettori privati come servizio, tariffe ed regole con i lavoratori, sempre si cadra’ nei problemi attuali, la costituzione lo prevede. I privati fanno impresa a scopo di lucro e non hanno nessuna obbligazione a regalare e non guadagnare e qualsiasi legge o decreto che li limita, li porta in molti casi a trovare espedienti molte volte poco etici, riducendo la qualita’ del servizio, le condizioni e paghe dei lavoratori, a parte la difficolta’ ad eseguire i controlli o addirittura tagliare rotte.

Oggi la maggiorparte dei vettori di trasporti prendono tanti finanziamenti dagli aeroporti, Comuni, Regioni sia per la continuita’ territoriale non essendoci un vettore pubblico ed anche su rotte normali, vedi le low cost aeree o alcune compagnie marittime, i quali fanno rotte importanti anche in esclusiva e se non accediamo ai loro voleri ci ricattano con aumentare le tariffe o spostare altrove il loro business o sopprimere le rotte, il che e’ inaccettabile, ma legalmente e logisticamente senza avere un vettore pubblico, i decreti non servono. Gli stessi finanziamenti dati a vettori privati potrebbero invece investiti in vettori pubblici, ma con amministrazioni che lavorano con un etica da paesi del nord, cosa possibile, cambiando certi statuti ipergarantisti per continuare l’inefficenza. Il rebus ITA, va subito modificato in maniera urgente, perche’ puo’ essere l’attrezzo piu’ valido che potremmo avere per correggere i buchi del trasporto aereo ed eventuali ricatti delle low cost, ma non si deve vendere, ma rifondare il tutto, tanto Lufthansa tra poco scappa o riduce ITA in maniera drastica.

La nostra costituzione lo prevede e gli stati perdendo questi asset che garantiscono la popolazione ad non eseere abusata, cedendo questi servizi ai privati e poi magari finanziarli, stanno perdendo sovranita’ e potere di azione per pretendere un servizio equo e regaliamo soldi al vento, ma invece investendoli in vettori pubblici quindi nostri almeno capitalizziamo e conserviamo gli asset che ci appartengono. Sicuramente va cambiato il rapporto stato e lavoratori pubblici che non si puo’ continuare a dare garanzie ai sui dirigenti e impiegati, senza che ci sia a cambio altrettanti garanzie che compiano le sue funzioni al meglio e se non rientrano negli standard o abusano per farsi i fatti loro, devono essere puniti o licenziati. Ricordiamoci che la performance di molte aziende pubbliche, dovuta a leggi e benefici sbagliati e i continui abusi di molti dei suoi dirigenti e un po meno dei suoi dipendenti sono i fattori che hanno portato a privatizzare, visto che subivamo tante perdite.

In conclusione in Sicilia dobbiamo subito pensare a creare un vettore aereo regionale con caratteristiche globali, visto che a Roma non capiscono niente sul potenziale della Sicilia nell’ambito internazionale e delle caratteristiche geografiche migliori d’ Italia, che anche giustificherebbero a questo punto uno sviluppo dei nostri aeroporti (fare l’HUB del mediterraneo), avere un vettore marittimo anche nazionale e ripotenziare tutta la rete ferroviaria e terrestre ai livelli Europei ed integrati tra di loro. Il mantenere e continuare a privatizzare i servizi di trasporto, specialmente per la Sicilia e le isole minori quindi le nostre Eolie, puo’ soltanto peggiorare la situazione e senza una legge nazionale che preveda di creare nuovamente i vettori pubblici secondo la costituzione, i nostri amministatori cioe’ sindaci, presidenti di Regioni e assessori avranno sempre le mani legate e anche delle scuse a non portare risultati.

Riguardo i taxi aumentare il numero, senza rivedere tutto l’assetto, va a creare conflitti di categoria, perche’ i taxi esistenti avranno paura di perdere volume di business, quindi va sensibilizato l’uso dei taxi, scendendo le tariffe che aumenterebbe la sua utilita’. Molti che escono la sera e bevono(evitando incidenti e multe), chi va in centro con problemi di posteggio, persone anziane o con bambini, potrebbero usare molto di piu’ il taxi e non limitarsi oggi ai turisti, gente d’affari e chi arriva o parte dagli/agli aeroporti, porti e stazioni. In Germania, Spagna,Portogallo, etc, i taxi costano poco e li trovi subito e l’uso e’ molto diffuso.

NOTIZIARIOEOLIE.IT

4 AGOSTO 2020

LE INTERVISTE del NOTIZIARIO agli Emigranti Eoliani. Dalle Barbados, Alessandro Giustolisi un tecnico del turismo

 

 

Il turismo siciliano deve avere un sistema adeguato di trasporti aerei, marittimi, terrestri e urbani. Integrati. Con un marketing automatico positivo si deve offrire un sistema di servizi superiori cancellando il marketing negativo. La Sicilia deve costruire il “turismo tutto l’anno” ribilanciando le tariffe per persone e merci. Creare una compagnia aerea regionale con destinazione il mondo, partendo dai suoi aeroporti di Palermo e Catania. Bisogna ripiantarci tutta la concezione sui trasporti e turismo da zero. La Sicilia deve ambire a diventare quello che dovrebbe. Il nuovo Presidente della Regione R. Schifani, che ha mostrato un interesse per questi temi simili ai miei. Una interconnessione da politico a tecnico.

Credo importantissimo visto i periodi di crisi, per evitare la necessità di reperire sempre fondi tipo prestiti MES, PNRR con risvolti negativi di condizionamento, che sia importante questa mia visione di creare, attraverso questi progetti, la base per una economia e un PIL che produca e non sussidiato e quindi i suoi introiti e tasse possano pagare attraverso tutte le nostre esigenze di servizi utili ma che in se stesso sono soltanto spese per lo Stato, come la scuola, sanita', strade, etc. La Sicilia deve passare da essere assistita a diventare produttiva per attirare investimenti. Per primo lo Stato e la Regione devono dare gli strumenti ai cittadini attraverso adeguate legislazioni più moderne, creare le infrastrutture ed investire nella nascita dei vettori base: aerei, marittimi, terrestri.

Costruire un masterplan dei trasporti, turismo e export stilando le giuste tappe per arrivare ai veri traguardi includendo una rieducazione di tutte le categorie ricettive e di servizi per avere un ambiente pulito regolarmente e personale multilingue. Programmare, anche per stranieri, scuole alberghiere, turistiche e corsi in più zone turistiche incluso le isole minori. Anche per riempire l’inverno in quelle località che restano vuote. La strategia per il settore aereo necessita di un lavoro in due sensi e contemporaneamente: a) potenziare gli aeroporti esistenti e crearne nuovi dove mancano che possano attrarre flussi turistici, passeggeri tradizionali e merci. b) nello stesso tempo nel nei creare o portare nei nostri scali una o più linee aeree nostre (Italiane o Siciliane) e Palermo e Catania diventare HUB per voli non solo verso l’Italia e l’Europa come fino ad ora ma verso il mondo perché la nostra posizione geografica è la migliore d’Italia per collegamenti intercontinentali. Regolamentare le linee aeree tradizionali e low cost, lavorando anche con gli aeroporti di Reggio Calabria e Lamezia Terme e soprattutto iniziare a valutare la costruzione di due nuovi aeroporti ripensando all’utilizzo di Trapani, Comiso, Lampedusa e Pantelleria in meglio.

Le Eolie meritano un aeroporto a Lipari per ricevere almeno aerei tipo ATR72, risolvendo il problema isolamento, le emergenze vulcaniche e trasportare un turismo di qualità più sostenibile bilanciato per tutto l’anno. Agrigento potrebbe ospitare un nuovo aeroporto essendo una zona con potenziale ma non servita. Una nota per il genio del HUB del Mediterraneo a Catania, ricordando che Fontanarossa resta limitato e non certo (visto le frequenti eruzioni dell'Etna). Palermo Punta Raisi potrebbe già essere operativo per voli intercontinentali senza grandi investimenti come Catania ha la necessità d’ingrandire il terminal perché ha una pista per tutti i veicoli e l’altra pista anche estendibile. Per via dei venti ha bisogno di uno scalo alternativo. Quindi Catania e Palermo devono rimanere scambiabili. Per il campo marittimo e terrestre bisogna aumentare il ventaglio di località turistiche raggiungibili creando migliori collegamenti integrati agli aeroporti e porti, per aumentare l’attrattivo di scegliere la Sicilia come visita anziché altre destinazioni. Attrarre in Sicilia più vettori marittimi incluso una società pubblica o semi, pensando ai porti sicuri e certi. Trattare con i sindacati contratti basati sulla produttività. Avere una o due compagnie aeree con base in Sicilia al livello intercontinentale.

Il Presidente della Regione deve lavorare in sede nazionale sulla necessità di non vendere a stranieri ITA e quindi riaprire Alitalia utilizzandola dalla Sicilia come HUB intercontinentali o sul fondare una linea aerea Siciliana o/e anche con le regioni meridionali. Il marchio Alitalia secondo simbolo italiano al mondo dopo la Ferrari. Con la mia esperienza ho sviluppato un progetto per passare da 100 a 250 destinazioni in appena 5 anni. Il flusso intercontinentale in Sicilia potrebbe avere un impatto enorme sull’economia non solo al livello passeggeri ma anche merci.

MALTEMPO, TRASPORTI INSUFFICIENTI, PORTI INESISTENTI E SOGNARE L’AEROPORTO
Credo che grazie al cambio climatico il nostro clima sembra piu’ assomigliare ad un tipo tropicale con semiuragani, tempeste con venti mai visti e bombe d’acqua violente, il che ci isola dal mondo per giornate intere, creando disagi enormi per i movimenti ed approviggionamento e gli elicotteri dato i costi solo vengono adoperati per il trasporto di casi con malati urgenti. Questa situazione perdura da anni, ma i casi di completa impossibilita’ a navigare sarebbero ridotti se le nostre isole avessero dei veri porti con tanto di moli di difesa che chiudono il porto dal passaggio di grandi correnti o onde come nei porti normali. Infatti molte volte paradossalmente l’aliscafo riesce ad attraccare piu’ facilmente, ma il mare non permette di navigare e lo stesso mare magari permette alla nave di navigare, ma l’assenza di un porto non da sicurezza alle navi di attraccare e ripartire in sicurezza e quindi non parte nessuno. Anche l’avere solo un vettore di aliscafo ed uno di navi e tutti e due privati con sussidi lo vedo una delle cause dei nostri problemi di collegamenti marittimi.

Credo e’ venuta l’ora visto la presenza della nuova amministrazione comunale che ha presentato nel programma la costruzione dei porti, che i cittadini indipendentemente le varie fazioni politiche spingano ed aiutino questa proposta comunale e anche si esiga che venga iniziato l’iter per fare questi benedetti porti, magari iniziando dove ci sono gia’ delle condizioni piu’ favorevoli al livello di costa e mari per potere sviluppare in tempi brevi almeno qualche porto. A Lipari bisogna sviluppare Pignataro come porto di attracco almeno per le navi, non ci sono alternative, bisogna essere realistici ed il punto Sottomonastero creare un piccolo molo di difesa per gli aliscafi che non creerebbe tanti problemi al livello paesaggistico e per ottenere i vari permessi, pero’ una volta fatto certamente le navi non potrebbero piu’ attraccare nella direzione odierna e potrebbbero solo quelle piccole, quindi meglio avere Pignataro, tanto chi va di macchina lo raggiunge facilmente e chi va a piedi prende l’autobus o cosi i taxi lavorano di piu’ ed iniziano a investire 2 km di strada in piu’ e giustificano meglio le’ cifre da capogiro che prendono. Salina e Vulcano si potrebbero estendere i porti esistenti, mentre Alicudi, Filicudi, Panarea e Stromboli va fatto uno studio di sana pianta.

Dobbiamo capire indipendentemente alle ideologie che bisogna pensare per le Eolie e senza i porti non si va da nessuna parte ed anche molte iniziative o possibili investimenti non arriveranno mai, vedendo il nostro territorio a rischio per poterlo raggiungere. In articoli precedenti ho descritto cosa si potrebbe fare per aumentare le presenze turistiche o di non residenti per svariati motivi elencati a Lipari anche tutto l’anno e sono sicuro che dando piu’ sicurezze ai loro movimenti da e per le Eolie potremmo avere un maggiore riscontro. Sicuramente molte iniziative da me elencate come l’istituzione di una scuola o facolta’ per stranieri, attrarre degli anziani o stranieri togliendo delle tassazioni se risiedono nelle Eolie, dare degli incentivi a chi investe da fuori, sono tutte operazioni che si potrebbe gia’ iniziare a organizzarle e spero vengano prese in esame ed renderle operative al piu’ presto ma vanno accompagnate con lo sviluppo dei porti, per non ritrovarci ad avere le presenze e poi trattarle male non offrendo i giusti servizi.

Nel contempo credo importante esaminare la possibilita’ di altre rotte verso il continente e Palermo via nave e collegarsi meglio via aliscafo anche per la Calabria in connessione con gli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria e stazioni ferroviarie di Villa S. Giovanni e Lamezia Terme ed bisogna fare delle migliorie a Milazzo tra porto e stazione ferroviaria perche’ chi arriva a Milazzo in treno sembra che e’ arrivato dove Cristo ha lasciato le scarpe. Sarei molto propenso a cercare contatti con altre compagnie marittime e quindi stipulare con la Regione Sicilia dei pacchetti attrattivi per chi vuole investire in creare nuove rotte marittime anche non Italiane (in Spagna e Grecia operano vettori Inglesi e Italiani) e quindi come sempre lo sviluppo dei porti va garantizzato per poter attrarre questi vettori e nuovi flussi. A mio avviso i collegamenti di navi dovrebbero essere pubblici quelli che assicurano i collegamenti tutto l’anno per i porti in terraferma strategici e internamente tra isole e privati quelli stagionali e senza sussidi.

Gli aliscafi come le navi un po pubblici quelli che coprono rotte essenziali tutto l’anno e privati per le rotte stagionali. Alla fine ogni anno si presenta una situazione dove gli operatori privati vogliono grandi sussidi o non fanno le rotte o aumentano troppo e ci propinano navi e aliscafi indecenti ed il governo per non avere le isole isolate ed i lavoratori a spasso, paga a questi operatori cifre che alla fine meglio metterle in una compagnia statale e non regionale a conduzione tipo FS. Poi il raccontino dei governi che non ci sono i soldi prego di non ascoltarlo, perche’ poi i soldi ci sono per le guerre, armi da regalare, farmaci considerati vaccini con esiti e metodologia di test discutibili con costi milionari, redditi di cittadinanza a fannulloni per comprare i voti, sussidi a org umanitarie che arricchiscono dei pochi ed altre schifezze varie, quindi esigiamo giusti investimenti per le nostre belle isole che sono un patrimonio dell’umanita’ anche dichiarato.

Visto che a Roma parlano di Ponte sullo Stretto, allora mi permetto di rimettere in discussione di fare uno studio di fattibilita’ per un aeroporto a Lipari su una piattaforma a mare artificiale con una pista di almeno 1500 metri estendibile 2000 nel tratto di mare ad est di Acquacalda come da me gia’ proposto in articoli precedenti, forse sara’ un sogno ma risolverebbe molte problematiche e non e’ vero che ambientalmente sarebbe negativo. Forse pochi lo sanno che tutte queste navi e aliscafi inquinano molto di piu’ che gli aerei di nuova generazione turboelica. Gli aerei turboelica che farei venire sarebbero tipo ATR72, Q400 che ci potrebbero collegare in un raggio tra Barcelona (Spagna), Lyon, Zurigo, Monaco di Baviera, Vienna e tutte le citta’ italiane. Essere raggiungibili in aereo ci porterebbe ad ricevere una clientela piu’ ricca e selezionata e culturalmente piu’ elevata, senza avere bisogno delle masse e barconi e ridurre quindi la pressione per l’impatto ambientale prodotto dagli scarichi, rifiuti e quindi meno plastica. In teoria potremmo lavorare quasi tutto l’anno, avere in media giornaliera meno persone ma guadagnare di piu’ con meno consumi.

Credo nelle persone e non nei partiti o ideologie che ormai non esistono grazie alla globalizazione e l’informazione giornaliera dei media che plasma le persone secondo quello che le grandi multinazionali ci vogliono propinare, che ci ha portato ad essere menefreghisti, egoisti, ci siamo involgariti ed i livelli di ignoranza sono cresciuti in modo esponenziale quindi mi appello a l’amministrazione di turno ed i cittadini pensanti e attivi che ci si uniscano ad arrivare a questi traguardi uniti che sono le vere armi per un vero sviluppo delle Eolie e non ottenere un posto pubblico e fare l’imboscato senza produrre niente, un sussidio o sovvenzioni a cose non produttive solo a fini di arrichire una famiglia a cambio magari di voti. Come credo l’ho gia’ divulgato, sono a disposizione alle autorita’ locali per aiutare a svolgere i progetti ed iniziative da me elencate nei vari articoli sperando di un finalmente interesse.
Alessandro Giustolisi

 

 

La Sicilia, è una regione dal potenziale turistico superiore a qualsiasi altra area mediterranea per la sua varietà di attrattive. Ma aeroporti, gli unici interventi risalgono all’apertura di Punta Raisi nel 1960 e di Comiso solo nel 2013, perdendo tanti anni di prosperità economica di cui non si è approfittato.

La distribuzione degli aeroporti attuali in Sicilia è fatta male: ci sono dei vuoti come nell’agrigentino e nel messinese e zone molto servite come Palermo-Trapani e Catania-Comiso. Abbiamo il paradosso di Catania primo scalo in Sicilia per passeggeri, ma con una pista troppo corta per widebody a lunga distanza con pochissime potenzialità di espansione, e Punta Raisi a Palermo con ben già due piste come pochi in Italia, a sottoutilizzato e con il potenziale per diventare il terzo hub intercontinentale italiano con costi minori rispetto a Catania.

Trovo improprio pensare che uno scalo siciliano possa fare concorrenza a Istanbul come hub nel Mediterraneo, perché lo scalo turco ha già ben 5 piste tra 3 e 4 mila metri ed è base di una compagnia aerea come Turkish Airlines. Quindi, mi auguro che si possa creare una nuova compagnia aerea italiana degna del nostro potenziale a breve cha guardi al Sud.

La Sicilia, viste le grandi distanze, i condizionamenti dell’Etna che spesso portano a dirottare il traffico di Catania su altri scali, i venti che impediscono delle volte gli atterraggi a Punta Raisi e le varie isole minori molto isolate, credo abbia bisogno di un trattamento particolare. Per questo il piano Enac che punta solo su Catania come hub del Mediterraneo senza menzionare altre realtà molto importanti e urgenti per me fa acqua e fa i conti senza l’oste, perché in Italia non abbiamo una compagnia aerea che vede il Sud come zona di sviluppo.

Bisogna sviluppare Palermo e Catania allo stesso livello, perché in caso di eruzioni dell’Etna e brutto tempo i due aeroporti devono potersi scambiare il traffico in modo quasi naturale, quindi avere strutture simili, ma perché spendere tanto su Catania quando Palermo ha già il potenziale per essere l’hub del Mediterraneo in poco tempo? Punta Raisi ha già una pista di 3326 metri e una di 2068 metri (estendibile al mare senza espropriare o deviare ferrovia e strade importanti come a Catania), ha già il collegamento ferroviario funzionante che andrebbe secondo me migliorato con una continuazione verso la linea di Trapani, fino all’aeroporto di Birgi. In un futuro basterebbe solo aggiungere delle attrezzature e ingrandire il terminal passeggeri e in seguito ampliare la pista corta verso il mare e addirittura come a Nizza fare una terza pista in un terrapieno sul mare che darebbe più sicurezza.

In caso di due grandi aeroporti, Palermo sarebbe più usato per Africa Occidentale, Magreb e Americhe e Catania più per Africa Orientale, Libia, Egitto, Medio Oriente e Asia. In teoria sarebbe stato giusto, anziché investire troppo su Comiso, creare un nuovo aeroporto ad Agrigento, dove è più necessario per coprire un buco tra Trapani e Comiso di ben 265 km, e investire più su Catania. Con uno sviluppo futuro tutti gli aeroporti saranno utili.

Sono un sostenitore della creazione di un aeroporto delle Eolie a Lipari in un terrapieno sul mare sullo stile di Bequia (isole Grenadines, Caraibi), solo per aerei regionali turboelica, ma viste le divisioni politiche e i vincoli di protezione dell’ambiente credo non si farà mai. Però non si considera che si ridurrebbe l’arrivo di tanti mezzi marittimi che inquinano molto il mare ugualmente e si toglierebbe dall’isolamento 7 isole senza un ospedale dove fare nascere i bambini, e visto l’unicità dei luoghi potrebbe essere raggiunta da un turismo più selettivo, quindi una miglioria alla fine.

La zona di Milazzo presa in esame, purtroppo secondo me non è idonea per un aeroporto internazionale, perché tutte le direttrici di avvicinamento portano vicino la raffineria e la zona del Pace del Mela scelta tempo fa vedrebbe una pista limitata con una testata verso le montagne e l’altra al mare estendendosi con un terrapieno, con un’unica direzione per atterraggi e decolli: lì al massimo si potrebbe fare un aeroporto piccolo regionale con voli turboelica.

Tutte le isole siciliane – Egadi, Eolie, Pelagie e Ustica – potrebbero essere coperte da una rete di idrovolanti nei periodi estivi per un pubblico un po’ di nicchia, ma offrendo delle tariffe accessibili potrebbe estendersi a un campo più ampio, perché il volo potrebbe fungere anche da tour panoramico e certe isole tipo Egadi, Eolie e Ustica potrebbero essere raggiunte anche da Napoli o Fiumicino. Tornando invece alla situazione esistente, vedo queste opzioni.

Trapani: solo low cost, leisure e sviluppare un hub cargo intercontinentale per prodotti della Sicilia Occidentale o tutta. Si potrebbe adibire un idroscalo e/o molo visto la vicinanza al mare per collegamenti con isole minori e zone costiere tipo San Vito Lo Capo.

Il piccolo aeroporto di Boccadifalco a Palermo potrebbe diventare uno scalo per voli vip e privati. Palermo Punta Raisi lo svilupperei per convertirlo in un hub intercontinentale con voli di linea tradizionali e leisure con le modifiche e aggiunte eventuali già menzionate. Si potrebbe creare anche un idroscalo con voli per isole minori e un molo per aliscafi per zone limitrofi tipo San Vito Lo Capo e Ustica.

Lo sviluppo di Catania dipende dall’allungamento della pista con deviazione o interramento di arterie importanti e ferrovia. In teoria si potrebbe farne un’altra in senso nord-sud lato spiaggia, ma il tutto lo vedo troppo vicino al centro urbano e con molti interventi di esproprio che potrebbero durare molti anni e comportare costi altissimi con pochi spazi di ulteriori espansioni. A mio avviso, quindi, o si usa Sigonella o si dovrebbe fare un nuovo aeroporto più grande nella piana di Catania come esisteva a Gerbini anni fa, solo per linee tradizionali e leisure e con un aeroporto più spazioso e grande anche un hub cargo intercontinentale per prodotti della Sicilia Orientale. Se si rimane nel vecchio aeroporto, in teoria in zona mare si potrebbe creare un idroscalo per voli per isole minori e zone costiere.

Comiso: farei solo low cost, leisure e, qualora a Catania il cargo non si facesse, un hub cargo, purché vi siano buoni collegamenti ferroviari con tutta la Sicilia Sud-orientale e Centrale. Lampedusa e Pantelleria: sarebbe ora di creare le possibilità per voli dall’Europa e non solo nazionali. Credo che andrebbe fatto un servizio ferroviario veloce tra Trapani Birgi fino a Comiso unendo Catania, Palermo, Messina e Siracusa, ma anche zone interne meridionali, rendendo, quindi, tutti gli aeroporti collegati alla rete ferroviaria.

Riepilogando, il creare degli hub intercontinentali al Sud porterebbe i nostri aeroporti siciliani e pugliesi a ricevere vari voli di federaggio sia nazionali che europei, al contrario della situazione attuale, mantenendo dei collegamenti stabili tutto l’anno senza bisogno di sovvenzioni con delle tariffe vantaggiose perché gli aerei viaggerebbero sempre pieni. Con i nuovi aerei nel mercato dal nostro Sud potremmo raggiungere destinazioni lontane con dei narrow-body ed economizzare veramente a vantaggio dell’ambiente e del consumatore. L’unica regione che rimarrebbe con possibili sovvenzioni sarebbe la Sardegna.

Forse propongo qualcosa che per molti sarà fantascienza, ma solo a guardare Spagna, Portogallo e Turchia, con aeroporti tipo Antalya, Bodrum, Dalaman, Faro, Funchal, Istanbul, Porto, Malaga, Alicante, Palma di Maiorca, Fuerteventura, Tenerife Sud, Gran Canaria, Lanzarote, Ibiza, Saragozza, Barcelona e Madrid possiamo capire come siamo indietro dal punto di vista di movimenti e strutture.

Arrivati alla parte finale di questa lunga analisi, credo di non avere proposto né la chiusura, né il declassamento di nessun aeroporto e invece dato una funzione più logica, perché un aeroporto poco usato o chiuso toglie posti di lavoro e sviluppo alle zone circostanti. Sicuramente è assurdo ambire ad avere un volo per New York da ogni aeroporto italiano, ma il ridimensionamento tra linee tradizionali, leisure e low cost e il potenziamento di leisure, cargo e idrovolanti ed elicotteri può essere una sfida affrontabile.

In conclusione, credo di avere dimostrato come siamo lontani dal fare il necessario per gli aeroporti italiani e purtroppo lo stesso metodo è stato usato con Alitalia e ITA e oggi non abbiamo una compagnia aerea decente e un Paese come il Portogallo con il mare più freddo dell’Europa meridionale ha trasformato l’Algarve in una zona turistica di prim’ordine con collegamenti aerei a Faro, un aeroporto che arriva a 7 milioni di passeggeri quasi tutti tra maggio e ottobre in una zona in cui vi sono solo circa 200.000 residenti. A Dubrovnik in Croazia si sta creando un movimento tipo Faro molto forte e ci sono i piani per un hub di una nuova compagnia aerea con voli intercontinentali. In Italia potremmo sviluppare aeroporti nuovi o ingrandirli a Napoli, Salerno, Lamezia Terme, Eolie, Milazzo, Agrigento, nel Salento e far crescere molto di più gli aeroporti attuali sardi, siciliani, toscani, calabresi e adriatici se avessimo una visione diversa, comprendendo che siamo indietro e dobbiamo lavorare di nuovo e con altre logiche. Il non avere compagnie aeree nazionali forti ci ha portato a prendere quello che si può senza pianificare e oggi le compagnie straniere ci ricattano. Noi italiani ci siamo fermati ai tempi di Totò e Peppino di Capri a Capri.

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