di Salvatore Leone

“Sono una donna non sono una santa” cantata dalla Fratello e messa in atto dal nuovo ministro del turismo Santanchè, socia con Briatore del lussuosissimo stabilimento balneare Twiga. Già si sparla di conflitto di interessi quando dovrà firmare il decreto attuativo che avvia la riforma delle famigerate concessioni balneari. La sentenza del Consiglio di Stato è tassativa e non ammette rinvii delle scadenze, le gare per riassegnare le concessioni non possono andare oltre il 2024, mentre il cronoprogramma del Pnrr è altrettanto tassativo: entro fine anno vanno definite sia le modalità con cui effettuare le gare sia i criteri di calcolo degli indennizzi per i concessionari uscenti. I margini di manovra, insomma, sono abbastanza ridotti ma tutto il settore si aspetta che il centrodestra rispetti le promesse e cambi tutto. La Bolkestein per la Santa della politica diventa un problema e preferisce liberarsene. Ci sono stabilimenti balneari a gestione familiare che saranno soppiantati dai grandi gruppi e ci sono i locali che fanno i luoghi. Buona l’idea santificata di trasferire le competenze dal Turismo al nuovo ministero del Mare dove il neo ministro Musumeci pensa di aprire un sotto ministero non  nel porto di Sottomonastero ma alle cave della Pomice di Lipari per aggiungere la balneazione e triplicare i canoni come dice Briatore.