mdipaoladi Mario Di Paola
 
In parole povere, tutti sappiamo che quello di domani sarà sostanzialmente un voto inutile. E' la conseguenza del Rosatellum bis, una leggina truffa da inciucio che dovrebbe portare ad un governicchio di scopo e quindi di transizione (sui tempi brevi della transizione dovrà garantire Mattarella). Insomma una situazione tale da invogliare a non andare a votare. La qualcosa farebbe comodo a taluni, al di là dei proclami di facciata. E sappiamo tutti di cosa parliamo.
Ma attenzione a non cadere nel trappolone, commettendo l'errore di disertare le urne, consegnando a delle minoranze il futuro della nazione. E rinunciando a un diritto sinora inalienabile: quello di "esistere" come cittadini di un Paese che si pretende democratico.
E la Carta dice (articolo 48) che "l'esercizio del voto è dovere civico" ed è ancora "personale" ed "eguale, libero e segreto". Orbene, non si può, non si deve rinunciare ad un diritto di "sopravvivenza democratica". Domani ci recheremo dunque nel nostro storico seggio per difendere quella che - altrimenti - rischia di essere sempre più una libertà marginale e proprio per questo preziosa, diremmo irrinunciabile. Cosa poi decideremo di fare all'interno della cabina son c. nostri.
 
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I COMMENTI
di Luca Chiofalo
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Votiamo!
Perché qualcuno ha combattuto per garantirci questo diritto.
Perché col voto si esprime e si preserva la democrazia.
Perché se votiamo in tanti si abbassa il peso dei voti 'sporchi'.
Perché è il modo in cui ognuno di noi può manifestare la propria voglia di partecipazione ed il proprio sostegno alla proposta politica che meglio lo
rappresenta.
Votiamo...!
E facciamolo con l'entusiasmo di chi non smette di credere che il proprio voto possa contribuire a cambiare in meglio l'Italia.
Buon voto a tutti!
 
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di Michele Sequenzia
 
Caro Direttore,

in queste ultime ore serali di sabato 3 marzo che precedono il voto di domani e l'apertura delle urne , mi sento, dopo tanti anni, di non essere riuscito a fare nulla di buono. Sono solo un povero illuso.

Continuo a rotolarmi nel letto, non riesco a chiudere gli occhi. .

Mi trovo, forse sto sognando, a votare in un Paese che non conosco, assai diverso , da quello della mia infanzia...da quello che ho sempre sognato diventasse , un Paese civile..

Nessuno dei partiti... liste, simboli, coalizioni.....mi rappresentano lontanamente nella mia unità -centralità di individuo dotato di un minimo di sensibilità e di responsabilità. Non mi dicono nulla, non mi convincono.

Sento dolori , continuo a smaniare..non riesco a dormire..

"Tu non sei un cavallo"..era una battuta del grande Gian Maria Volonté. Infatti noi elettori non siamo affatto animali da trasporto. Nemmeno manovrabili, sostituibili utensili per lo sviluppo della " Grande Impresa". Ecco che la Grande Giostra , con i suoi Burattinai, proni ad ogni governo, attende solo di tirare su gli sventurati pesci nella sua rete.

Improvvisamente, verso l'alba, gli occhi pesantissimi, l' immagine diventa chiara..e mi viene incontro, come in un incubo, l'osceno quanto inutile baccanale dei vincitori.

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STAZIONE DI MILAZZO / VERGOGNE FERRAGOSTANE
Non ho francamente tempo e voglia di raccontarvi ciò che ho visto nei giorni festivi scorsi alla stazione di Milazzo, dove mi sono recato più volte per ricevere alcuni amici che usano ancora viaggiare con le nostre ferrovie. Non parlerò dello squallore, perché è cosa risaputa (punto informazione chiuso, bar-ristorante chiuso, sporcizia diffusa, piazzale desolante e via dicendo). Vi dirò solo della disdicevole scena di tanti giovani turisti lasciati per ore fuori dalla stazione in attesa di collegamenti pubblici con la città. Sotto il sole, con decine di bagagli, ad aspettare chi non sarebbe mai arrivato. Per lo più ragazzi che non avevano i soldi per prendere il taxi. E la convenzione con l'Ast e il turismo milazzese? Dice: ma a chi denunci questi fatti? A nessuno, perché a palazzo senza aquile non c'è nessuno disposto ad ascoltare, men che meno quel Signore che nella piazza di Santa Marina, alla sagra della melanzana, avrebbe detto che la città di Milazzo (in fase notoriamente di dissesto) si è svegliata, è in forte ripresa e ha cominciato a funzionare alla perfezione.... Lo segnalo ai cronisti locali, quelli con sigla e senza sigla: avessero la cortesia di farne una campagna stampa fino ad ottenere risultati concreti. Una volta, ma non molto tempo fa, si faceva così. E VOI SAPETE COME FARE. Scusate per il disturbo.
 
Quel "Cari lettori" del direttore del Corsera.
Cari amici, stamattina ho letto il franco condiviso saluto di Ferruccio De Bortoli ai lettori del Corriere, come me. Ecco la parte della lunga pubblica riflessione che vorrei in particolare sottolineare, specie in un momento in cui la professione del Giornalista è ad alto rischio di estinzione o di manipolazione da parte dei Caudillo di turno: "...Con il tempo, cari lettori, ho imparato che i giornali devono essere scomodi e temuti per poter svolgere un'utile funzione civile. Scomodi anche quando sono moderati ed equilibrati come il Corriere . La verità è che i bravi giornalisti spesso ne sanno di più di coloro che vorrebbero zittirli. In questo Paese, di modesta cultura delle regole, l'informazione è considerata da gran parte della classe dirigente un male necessario. Uno dei tanti segni di arretratezza. Piaccia o no, le notizie sono notizie. I fatti sono i fatti, anche quando smentiscono le opinioni di chi scrive. E le inchieste sono un dovere civile, oltre che professionale. Perché le democrazie si nutrono di trasparenza e confronto, di attenzione e rispetto. Dove c'è trasparenza c'è riconoscimento del merito, concorrenza e crescita. Nell'opacità si regredisce. Una società democratica non deperisce solo se ha un'opinione pubblica avvertita e responsabile, alla quale - come diceva Luigi Einaudi, collaboratore del Corriere e presidente della Repubblica - devono essere forniti gli ingredienti utili per scegliere. Non solo nelle urne ma nella vita di ogni giorno. Conoscere per deliberare. L'opinione pubblica, architrave di una democrazia evoluta, è composta da cittadini con spirito critico non da sudditi che se le bevono tutte. E le opinioni vanno rispettate. Tutte".
 
Ventidue persone arrestate dai carabinieri del ROS, dalla Compagnia di Barcellona e dai poliziotti del commissariato di Barcellona e della Squadra Mobile di Messina. Cinque gli indagati denunciati per gli stessi reati.L’operazione Gotha 5 è una vera stangata contro famiglie mafiose barcellonesi che gestiscono l’attività estorsiva della zona e della cosca alleata dei Mazzaroti, entrambe principali riferimenti per Cosa Nostra palermitana e catanese.
 
IL COMMENTO.
 
di Mario Di Paola
 
MAFIA E CONTROLLO DEL TERRITORIO / Il "mistero" delle zone "in ombra".

Parliamo di mafia. Abbiamo letto tra ieri e oggi dell'operazione Gotha5, sottolineo cinque, che ha portato a 22 arresti tra gli affiliati attivi alla cosca mafiosa barcellonese, con varie affiliazioni tra Mazzarrà, Castroreale e dintorni. Si tratta, come spiegato nella conferenza presso la Dda, ai cui magistrati e investigatori va il plauso grato degli onesti, di uno scampolo dell'elenco di boss vecchi e nuovi o solo emergenti che popolano le file di Cosa Nostra del Longano e che avrebbero preso via via il posto dei vecchi boss, assicurati alla giustizia con i precedenti blitz di Gotha 1,2,3,4. Si capisce dagli atti resi pubblici che si tratta molto spesso di verifiche di dichiarazioni rese dai pentiti. Già dai primi Gotha è emersa la ben oleata presenza sul territorio, comune per comune, di esponenti della mafia e di come l'organizzazione abbia sempre agito con una sicurezza che presuppone il controllo di uomini e cose. Quello che balza in tutta evidenza è come. nonostante il vasto spiegamento di forze investigative (basti pensare che per ogni campanile c'è in pratica una stazione dei carabinieri) ci si ritrovi ancora a distanza di molti anni da singoli episodi criminosi a "capire" delitti e connivenze. Il che autorizza a ritenere che qualcosa non abbia funzionato nella macchina investigativa.. MOLTO PROBABILMENTE C'E DA CHIDERSI QUALE FUNZIONE ABBIANO ESPLETATO IN QUESTI ANNI carabinieri e forze di polizia impiegate sul territorio. Perché, diciamocelo con franchezza, i pentiti raccontano ciò che fa loro comodo (si pensi alla marginalità data sinora alle infiltrazioni politiche) e pertanto parte dei delitti consumati nel tempo sul territorio resterano irrisolti. Lo stesso Ghota5 dimostra come territori teoricamente indenni da presenza mafiosa siano di fatto solo zone d'ombra in effetti sotto il controllo totale della mafia. Vogliamo parlare di Milazzo e della valle del Mela, tanto per cominciare? Pensiamo che sia il caso di avviare una seria riflessione sul coordinamento se non sull'efficienza, efficacia funzionalità dei presidi di legalità inseriti nel tessuto provinciale. Compito che spetta a chi gestisce e coordina le forze dell'ordine sul territorio.

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