di Salvatore Leone
 
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Fra il nuovo stadio della Roma ed il “portoturisticommerciale&altro” di Lipari ci sono dei nessi e connessi. Si parte dalla città di Roma come sede della società scelta, a caro prezzo, per creare la Lipari porto S.p.A. Roma ha deciso stadio dimezzato. Meno cemento e niente torri. Progetto rivoluzionato e trasformato in una rara opportunità per Roma capitale. Solo 500 mila metri cubi al posto del milione previsto nel progetto originario. Quando si vedranno le carte tecniche della Lipari Porto S.p.A. si capiranno i 700 posti barca in funzione anche della loro destinazione e degli spazi occupati e del minor cemento sul mare. Magari i 200 posti barca in più spuntati improvvisamente saranno destinati gratuitamente ai residenti che vantano un diritto all’ormeggio paragonabile al diritto al parcheggio. L’imminente incontro fissato al Comune per martedi' 7 marzo può essere la fine del balletto e l’inizio di un successo, oppure può essere definitivamente un porto all’ultimo stadio e non all’ultimo studio. Certo sempre con un parere legale o - come suggerito - pro veritate... Per non fare ulteriori danni economici per l'Ente di piazza Mazzini!
 
L'INTERVENTO
 
di Angelo Sidoti
 
Sento parole da me ripetute costantemente negli ultimi cinque anni. A parte le questioni di convenienza economica dell'iniziativa ormai siamo arrivati di fronte ad un bivio che ci impone di prendere delle decisioni: 1) assolvere alla carenza principale del nostro territorio, ovvero migliorare la portualita' nel nostro Arcipelago;
 
2) scegliere un percorso che sia largamente condiviso con tutti i portatori di interesse non trascurando gli impegni già presi tutelando l'ente da qualsiasi ricaduta negativa nelle forme ritenute più opportune.


Specializzata nell'organizzazione di tour alle isole Eolie sia per individuali che per gruppi.
Se state progettando una vacanza nell'arcipelago eoliano siete nel posto giusto.

"Tira a campà"

Sembra un controsenso, come la storia del duo Renzi-Boschi. Senza scissione non c’é unione. Senza povertà non ci sarà mai ricchezza. La povertà relativa e la ricchezza relativa sono dei prodotti nati dall’Unione Europea senza entrare nel merito. Le percentuali vengono poi riviste e corrette in funzione dell’Istat e dei suoi governanti. Il prezzo é consequenziale alla misura del disincentivo al lavoro portandolo in nero per una convenienza terra-terra. Su queste realtà si abbatte spesso la comparazione del costo della vita fatta di apparenze e domande. Tipo: ma “cumu si faci a campari, caru cumpari”? Meno male che c’é il reddito di dignità che non é un termine politico e neanche tecnico. Ma solo un termine terminale. Forse siamo sulle nuove nano-tecnologie dei discorsi con la giusta temperatura che “tira a campà”.

Urbe, Urber e Ruber

Un titolo giornalistico, durante lo sciopero dei taxi: “Dio t’assisti”. Non ho capito se era per i tassisti o per gli utilizzatori. Il mondo globalizzato vuole tutto a scapito anche degli artigiani. Urbe et orbi, o Urber et orbi per far  finta di non vedere. Così tutti a grattare il fondo delle pentolacce a scapito di chi ha licenze e ogni altro tipo di autorizzazione. Il sostituto elettronico (con applicazione) dei taxi é una multinazionale come quella che offre il servizio pizze a domicilio o le case in alternativa alle pensioni. Poi si condanna un bambino che durante la ricreazione vendeva le merendine a scuola a prezzo inferiore delle macchinette. Qui siamo arrivati nel mestiere dove tutti possono fare tutto mentre i governi si lavano le mani. Salvo veder nascere un nuovo servizio che offre governanti a prezzo inferiore. Magari chiamato “Ruber”.

Bermuda, bandiere&tasche

Uno degli uomini più ricchi del mondo é diventato ancora più famoso per averlo lunghissimo. Metri 143. Con dotazione di 3 alberi da 90 metri cadauno di altezza. Il tutto non pagato al cantiere tedesco che aspetta il saldo di  oltre 15 milioni di euro. L'oligarca russo Andrey Melnichenko, visitatore anche delle Eolie con l’altra barca “Motor Yacht” da 12.600 tonnellate, costata 400 milioni di euro, non ha finito i rubli. Ha proprio la voglia di comprare senza pagare. Il nuovo 143 metri chiamato“Sailing Yacht” batte bandiera delle Bermuda ed era stato ritirato a fine gennaio dal cantiere. In dotazione alla barca anche 7 paia di pantaloncini bermuda con le tasche cucite per non metterci le mani dentro. Per l’informazione tecnica in assenza di vento il 143 metri ha un motore con propulsione ibrido diesel-elettrico ed un locale d' osservazione sottomarina per chi non deve mettere le mani in tasca.

Eolie, la scuola della "cazzimma"

Il produttore De Laurentis, presidente del Napoli calcio, ha invaso il mondo con la piacevole espressione napoletana “cazzimma”. Orecchie tese per capire e tradurre il significato di un intreccio di atteggiamenti negativi: "autorità, malvagità, avarizia, pignoleria, grettezza". Pino Daniele, il fu napoletano più napoletano, cantava: “tengo a cazzimma e faccio tutto quello che mi va” e poi spiegava agli amici e fans che “a cazzimma” é: “la furbizia accentuata, la pratica costante di attingere acqua per il proprio mulino, in qualunque momento e situazione, magari anche sfruttando i propri amici più intimi, i propri parenti. È l’attitudine a cercare e trovare, d’istinto, sempre e comunque, il proprio tornaconto, dai grandi affari o business fino alle schermaglie meschine per chi deve pagare il pranzo o il caffè”. Ma forse in segreto e nei momenti migliori della sua vita, era stato alle Eolie dove gli sarà bastato un attimo e un colpo d’occhio per capire che sono le Eolie la scuola della “cazzimma” che più “cazzimma” non si può. Una “cazzimmissima” o “cazzimassima” condita e vulcanica, cantata e suonata.

"Bufaleoliane"

Ciascuno ha le bufale che merita. Per mozzarelle o semplicemente per il latte. Oggi, più di ieri, la bufala é di moda. Viaggia nel mondo dell’informazione cavalcando anche le notizie vere compresi quelli che scrivono “Attenti alle bufale”. Nella vera America esiste un bufalo che vive in casa con i suoi padroni che gli hanno assegnato una stanza e un pezzo di salone per vedere la televisione. Tutti convinti che uno dei pochi posti al mondo dove non esistono le bufale é l’arcipelago eoliano. La gente qui non crede neanche alle bufale perché spesso e volentieri é imbufalita senza sapere il perché e con chi. Forse é il momento di “bufalare” anche nelle isole. Ma non politicamente. Le bufale all’eoliana ci sono state sempre. Ma vivono talmente nel sommerso che nessuno si accorge della presenza e del muggito.

 

Eolie, zone d'ombra per la tassa d'imbarco o di sbarco

La famosa tassa di sbarco che tanta ricchezza porterà alle isole Eolie ha qualche parola che non quadra perché bisognerebbe pagarla allo sbarco e non all’imbarco. Attualmente si paga all’imbarco. Oppure farla pagare quando le persone si apprestano a lasciare le Eolie creando delle biglietterie comunali in modo di far passare i soldi dal consumatore al produttore. E qui si potrebbero sfruttare i famosi “cannizzzi” chiamati zone d’ombra e tanto travagliati dalla Soprintendenza. Contabilità più veloci e meno fastidi. Oltre alla facciata di non far mormorare la gente che, col totale del costo del biglietto di viaggio sommato alla tassa di sbarco sborsa cifre esose. Il viaggiatore non fa distinzione e incolpa solo le compagnie di navigazione. Separare é meglio che sommare. Così si salvano facce e incassi.

Pensioni in poltrona

Prima fu Antonio Mastrapasqua, l’uomo poltrona. Con le porte girevoli delle grandi imprese pubbliche aveva accumulato sedute e stipendi. Poi fu trovato con le mani nel sacco. Sostituito, come presidente Inps, dal professore bocconiano Michele Boeri. Economista diventato famoso in 7 puntate televisive quando parlava come un cantante-filosofo. Iniziò vendendo i palazzi nei centri storici delle città. Con la relazione sul controllo per l’anno 2015, la magistratura contabile ha messo in luce da una parte l’avanzo di quasi 1 miliardo e mezzo nella gestione finanziaria di competenza e dall’altra una situazione patrimoniale in peggioramento, tanto che per la prima volta dalla nascita della Previdenza sociale in Italia, l’Inps è in rosso di 1,73 miliardi. Intanto a fine 2016 il debito pubblico é arrivato a 2.217,7 miliardi di euro. L’alto debito pubblico è causato dai disavanzi previdenziali degli enti pensionistici e assistenziali pubblici”. Una buona parte di debito pubblico serve quindi per finanziare pensioni e diverse forme di assistenza statale, evidentemente perché le entrate non sono sufficienti. Dicono, ma non dicono che la colpa é delle pensioni d’oro e delle false pensioni. In entrambi casi sono dei pagamenti per voti politici ricevuti. Ma come al solito si vuol fermare il pagamento delle pensioni giuste e oneste. Le pensioni politiche sono come le poltrone. Non si toccano.

Eolie, la Repubblica delle banane

Con tutte le palme che sono state colpite dal punteruolo rosso e non sostituite é giunto il momento di dare alle isole una ventata di novità. Magari copiando Milano, la grande Milano. Il nuovo verde si potrà mettere grazie ai valorosi introiti della tassa di sbarco. Si può cogliere l’occasione per ammirare le palme nel Duomo Milano e mettere a dimora piante erbacee dotate di fiore chiamate comunemente banane. Sono decorative, ornamentali ed eleganti e potrebbero trasformare l’arcipelago delle Eolie, in accordo con i comuni di Salina in: “Eolie, le isole delle banane”. L’occasione cade a fagiolo per far riservare nel nuovo “portoturisticommerciale&altro” un posto per una bananiera perché sicuramente si raccoglieranno tanti frutti se l’uomo del mare e non del monte dirà si.

Euro sfacciato

Prima ci siamo fatti mangiare le lire, adesso ci facciamo mangiare l’euro. I veri soldi, dice Tremonti, quello che pagava a Roma l’affitto in nero, sono quelli che mostrano la faccia di qualche personalità. L’euro non ha la faccia di nessuno. Una piccola sfaccettatura di una moneta dove alla fine nessuno ci mette la faccia. Alla faccia nostra! Così c’é chi vuole l’euro parallelo, chi vuole l’euro a doppia velocità e chi non vuole più l’euro. Se i soldi sono finiti o se sono finiti in tasca dei soliti che ci sia l’euro o altro non frega più al popolo spennato. Arriverà il giorno che la rivoluzione monetaria porterà alla scomparsa anche del portafoglio. Non servirà più. Neanche a quelli che li hanno rubati.

Lipari, il pattino del piattino

Con la scusa di parlare del nuovo vescovo e del baciamano, si è tenuto, in un noto bar liparoto il pattino del piattino. Fra i tanti tira&molla, fra un pago io e un paghi tu, alla fine si stava litigando su chi doveva pagare. Non si é capito se per pagare o non pagare. Sotto il piattino, della specialità della casa, la sorpresa. Quella tanto auspicata e consigliata. Oggi diventata realtà. Insieme alla pomice anche caolino e San Calogero. Un tris gustoso, meritato e forse necessario. Sindaco e consulente col gusto del caffé in bocca. Questo é un impegno pesante offerto e preso a “babbumortu”. Sopra il piattino si aspetta di conoscere la nuova portata. Dipende sempre dal portatore e dal portato. Mai dalla portata, salvo che non diventi un tiro al piattello.

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